MARCHE-TTE REPUBBLICANE – NON DITE A NAPOLITANO CHE TRA I CAVALIERI AL MERITO HA APPENA PREMIATO COSTA
17/12/2013 – L’EX PRESIDENTE DI BANCA MARCHE CHE, INSIEME CON BIANCONI, HA CONDOTTO L’ISTITUTO MARCHIGIANO AL COMMISSARIAMENTO
Tra i nuovi cavalieri al merito della Repubblica, sapientemente scelti dal presidente Giorgio Napolitano, ce n’è uno che sta sollevando ben più di una polemica. Si tratta di Lauro Costa, ex presidente di Banca Marche, l’istituto di credito di Jesi (Ancona) commissariato da Bankitalia e dal ministero dell’Economia lo scorso ottobre, dopo una fase di gestione provvisoria avviata alla fine di agosto.
Tutto bene se non fosse che i problemi di Banca Marche, almeno stando alla tesi sostenuta dall’Authority di Palazzo Koch, sembrano originare proprio dagli anni “di vacche grasse”, e dunque di credito disinvolto (tornato poi indietro nel bilancio dell’ultimo anno come un boomerang in forma di prestiti in sofferenza), in cui ai vertici c’era Costa, affiancato dall’ex direttore generale Massimo Bianconi. Costa, infatti, è stato presidente della banca marchigiana dalla primavera del 2012 a quella del 2013 e, prima ancora, ha ricoperto il ruolo di vicepresidente per il mandato 2009-2012. Dal 2006 al 2009 di nuovo aveva seduto sulla poltrona di presidente. Fonte
IPERCOOP Afragola, raggiunto l’accordo: Natale più sereno per 250 lavoratori
«Una buona notizia. Un risultato che premia il lavoro messo in campo dalle Istituzioni, con il fondamentale sostegno delle forze sindacali, per tutelare i lavoratori e le loro famiglie». Così il presidente della giunta regionale Stefano Caldoro commenta l’accordo raggiunto nella serata di ieri sulla vertenza Ipercoop. «In questo modo – sottolinea l’assessore al Lavoro Severino Nappi – si rafforza sul nostro territorio la presenza della rete della grande cooperazione nazionale.
Secondo il piano industriale l’Ipercoop di Afragola ridurrà la superficie di vendita dagli attuali 10.000 mq a 4.200 mq, con applicazione di un nuovo format commerciale. Per quanto riguarda i livelli occupazionali questi potranno essere mantenuti solo grazie a una complessa serie di misure (passaggi da full-time a part-time, riduzione livelli di inquadramento, rinuncia da parte di tutti i dipendenti di Ipercoop Tirreno a importanti istituti contrattuali) che prefigurano una situazione in cui nessuno perderà il posto di lavoro attraverso l’attivazione della Cigs e che condurrà a una sensibile riduzione delle perdite oggi insostenibili. Per quanto riguarda l’Ipercoop di Avellino la soluzione vede il ricorso a contratti di solidarietà che consentano di attutire l’effetto del calo di vendite che il punto vendita sta subendo. «Ieri quindi – si conclude la nota – è stato fatto un passo avanti importante, ma non definitivo. I tempi infatti sono strettissimi: 7 gennaio 2014. L’accordo prevede la stipulazione di un accordo redatto in sede sindacale con accettazione individuale delle nuove condizioni. È solo alla conclusione positiva di questo percorso che la costituzione della Newco e la salvaguardia dei posti di lavoro potrà dirsi raggiunta».
da Il Mattino di Napoli
Lettera di Natale di Beppe GRILLO, a un bambino non ancora nato
“Con che occhi ci vedrai? Come ci giudicherai tra venti o trent’anni, tu che sarai figlio di un altro tempo, non so se migliore o peggiore di questo? Non sei ancora nato, ma tutti noi, buoni e cattivi (ma esistono veramente queste due categorie?), stiamo costruendo il tuo futuro. Non sarai tenero nei tuoi giudizi, lo so. Le figure sbiadite dei cosiddetti leader di oggi ti sembreranno macchiette, incidenti della Storia, persone senza alcuna visione che purtroppo hanno disegnato, come potrebbe solo un artista pazzo, il tuo presente. Ma forse sono pessimista. L’umanità cambierà di soprassalto, inventeremo nuovi paradigmi come è successo altre volte e tutto cambierà.
Ritroveremo il senso di comunità, di umanità universale, cancelleremo le guerre, chiuderemo per legge le fabbriche di armi, faremo una lotta spietata alla povertà, alle malattie endemiche come la malaria e la tubercolosi, la fame del mondo sparirà e il pianeta Terra non verrà più distrutto, sfruttato per ricchezze così enormi e così inutili nelle mani di pochi. Perché no? Perché non potrebbe succedere? Il tempo varrà più dell’oro e l’ambiente sarà sacro, i torrenti limpidi e l’aria piena di odori che abbiamo dimenticato. Potremo rivedere le lucciole e l’Orsa Maggiore nel cielo delle città. In questi anni, forse per te è difficile da capire, il denaro è al centro del mondo, qualcosa che non esiste domina le nostre esistenze. Cos’è il denaro, cosa sarà il denaro per te? Ci considererai dei folli? Per riuscire a capire il passato dovrai decifrare termini simili ai geroglifici egiziani, in apparenza più semplici, in realtà incomprensibili come LTRO, FMI, MES, BCE, ESM. Se non ci riuscirai non preoccuparti, sono sigle, solo sigle, e si tratta di soldi, solo di soldi. La civiltà, il pensiero stanno altrove. Spero con te. Questa lettera in Rete è eterna. So per certo che mi leggerai e che forse, per pura curiosità, cercherai di capire chi era Grillo, cos’è stato il MoVimento 5 Stelle, i suoi ragazzi, i parlamentari eletti per la prima volta dai cittadini, Casaleggio, la democrazia diretta, i nuovi populisti. Noi, parlo anche a nome della comunità che si è raccolta intorno al M5S, mi permetto questa licenza che spero mi verrà perdonata, ti vogliamo bene, anche se non sappiamo chi sei, piccolo italiano di domani. Facciamo il possibile per regalarti un mondo un po’ migliore di quello in cui viviamo, che spesso ci fa orrore. Tu sarai il nostro giudice. Sii clemente. Un Buon Natale dal passato con l’augurio di anni meravigliosi per te, per l’Italia e per il mondo.”
Beppe Grillo
Camminando 20 minuti al giorno la longevità sale dell’8 per cento, i 2000 passi che allungano la vita.
La misura in cui si cambia con una attività fisica può modificare il rischio di malattia cardiovascolare nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare è incerto. Abbiamo studiato se basale e cambiare in attività ambulatoriale oggettivamente valutato è associato con il rischio di un evento cardiovascolare nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare con alterata tolleranza al glucosio .
Abbiamo valutato i potenziali dati dello studio NAVIGATOR coinvolto 9.306 soggetti con alterata tolleranza al glucosio che sono stati reclutati in 40 paesi tra gennaio 2002 e gennaio 2004 . I partecipanti hanno inoltre entrambi hanno avuto la malattia cardiovascolare esistente (se di età ≥ 50 anni ) o almeno un ulteriore fattore di rischio cardiovascolare ( età ≥ se 55 anni ) . I partecipanti sono stati seguiti per eventi cardiovascolari ( definiti come la mortalità cardiovascolare , ictus non – fatale o infarto miocardico ) per 6 anni in media e ha avuto l’attività ambulatoriale valutata con contapassi al basale ea 12 mesi. Regolato modelli di rischio proporzionale di Cox quantificato l’associazione di riferimento e di cambiamento in attività ambulatoriale ( dal basale a 12 mesi ), con il rischio di un evento cardiovascolare successiva , dopo aggiustamento per l’altro e potenziali variabili confondenti . Questo studio è registrato con ClinicalTrials.govNCT00097786 .
A calcolare per la prima volta il percorso minimo salvavita è uno studio dell’università britannica di Leicester, appena pubblicato sulla rivista
The Lancet, che ha preso in considerazione oltre novemila persone di 4o Paesi. I dati dicono che con duemila passi la probabilità di sviluppare disturbi cardiovascolari mortali diminuisce dell’8%. I ricercatori hanno analizzato pazienti affetti da intolleranza glucidica, la scarsa capacità di metabolizzare gli zuccheri considerata un precursore del diabete
(affligge 1’8% della popolazione mondiale, 344 milioni di persone che saliranno a 43o nel 2030). «Chi ne soffre è più a rischio di malattie cardiovascolari spiega il professor Thomas Yates, che ha coordinato
la ricerca -. Mentre altri studi hanno riscontrato che l’attività fisica li aiuta a stare in salute, questo è il primo che quantifica in modo specifico quanto un cambiamento del tempo passato a camminare possa influire concretamente
sul rischio di morte per infarto e ictus». Ogni duemila passi in più al giorno lo fanno scendere di un ulteriore 10%.
Sono camminate alla portata di chiunque, anche in città: basta prendere un po’ meno la macchina o scendere qualche
fermata prima se si viaggia con i mezzi. «Non occorre andare di fretta, la camminata tranquilla fa bene ed evita anche di
contrarre i muscoli del collo o della schiena: è il modo migliore per accendere il corpo e insieme è una forma di meditazione dinamica», conferma Gabriele Corradi, personal trainer e fondatore della «Palestra del riposo», a Milano.
Ne è convinto anche lo scrittore Antonio Moresco, 66 anni, vincitore del premio Andersen 2008 per la letteratura
per ragazzi e tra i fondatori del blog letterario Nazione Indiana, che cammina da quando era trentenne. «Ho iniziato in
modo un po’ istintivo, perché non riuscivo a dormire, avevo delle grandi tensioni dentro che mi facevano stare male racconta -. I primi tempi uscivo nel mio quartiere di sera. Presto mi sono accorto che non solo stavo meglio fisicamente,
ma mi regalava un vuoto creativo per la mente. I miei libri li ho scritti con i piedi», sorride.
Oggi Maresco ha messo su un’associazione, «Cammina cammina», che fa di questo «gesto automatico e naturale
per la nostra specie» un impegno civile: ha organizzato pellegrinaggi di denuncia da Milano a Scampia, fino all’Aquila,
dall’Italia a Strasburgo. L’unico rischio dei duemila passi al giorno è che non bastino più.
Durante 45 – anni 211 -persona di follow – up , 531 eventi cardiovascolari si sono verificati . Attività ambulatoriale di base ( hazard ratio [ HR ] per 2.000 passi al giorno 0,90 , 95% CI 0.84 -0 · 96) e variazione delle attività ambulatoriale ( 0.92 , 0.86 -0 · 99 ) sono stati inversamente associati con il rischio di un evento cardiovascolare . Risultati per cambiamento di attività ambulatoriale è stata influenzata anche quando rettificato per variazioni di indice di massa corporea e di altri potenziali variabili confondenti a 12 mesi ..
Nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare con alterata tolleranza al glucosio , entrambi i livelli basali di attività ambulatoriale quotidiana e il cambiamento sul display attività ambulatoriale un’associazione inversa classificato con il conseguente rischio di un evento cardiovascolare .
ENNESIMA FIGURACCIA DI GRAMELLINI
Massimo Gramellini replica al post di Beppe Grillo, ma fa un autogol clamoroso! Ecco cos’è successo
Che gogna che fa
MASSIMO GRAMELLINI
Dopo ben più illustri colleghi, ieri è toccato persino a me. II sito di Grillo mi ha inquadrato come giornalista del giorno, scatenandomi addosso i consueti cinque minuti d’odio. Vaffa qui, vaffa là, servo su, verme giù. Sono rimasto sconvolto. Non dagli insulti, ma dagli attestati di solidarietà. Un collega francese mi ha scritto: «E’ come ricevere la Légion d’honneur. Ti invidio!». Ma cosa ho mai fatto per meritarmi questa medaglia? Poco, purtroppo. Nel raccontare a «Che tempo che fa» lo svarione del Pd sul folle emendamento che puniva gli enti locali ostili al gioco d’azzardo, ho ricordato la parata di Renzi per sventare l’autogol. Secondo Grillo avrei invece dovuto sottolineare che l’emendamento era stato osteggiato dai Cinquestelle. Verissimo. Però è Renzi, non Grillo, che ha costretto il Pd a cambiare idea. Ed era quello il tema del mio intervento, tutt’altro che elogiativo nei confronti dei democratici.
L’Italia naviga intorno al cinquantasettesimo posto nella classifica della libertà di stampa, ma se i politici continueranno a mettere i giornalisti alla gogna rischiamo di farla scendere ancora più in basso, meritandoci così una severa reprimenda da parte dello stesso Grillo.
Poi il vicedirettore de La Stampa tira fuori la vicenda delle famiglie italiane bloccate in Congo e afferma che “canterà l’inno del M5S” se Grillo risolverà la situazione:
“Sempre a «Che tempo che fa» ho parlato delle famiglie italiane intrappolate in Congo con i bambini appena adottati. Avrei preferito che Grillo si occupasse di loro e non di me. Se gli riuscisse di riportarli in Italia, garantisco che canterò in diretta l’inno dei Cinquestelle, ai quali estendo con piacere i miei auguri per un Natale senza più vaffa.” (La Stampa)
Ma il Movimento 5 Stelle fa notare a Gramellini come stanno in realtà le cose e lo invita a prepararsi a cantare:
“Gramellini alleni l’ugola. Il Movimento 5 Stelle in data 10 dicembre 2013, prima forza parlamentare ha sollevato il caso in Senato con una interrogazione ai Ministro degli Esteri e dell’Integrazione.. E’ stato inviato un comunicato alla stampa, la notizia è stata riportata sul portale dei parlamentari del Movimento 5 stelle ed è stata ripresa da agenzie ed associazioni interessate. Ma non è finita. Di questo caso, il Movimento 5 Stelle se ne è occupato nuovamente in aula al Senato anche il 18 dicembre e se ne occuperà fino a che non verrà risolto positivamente.
Buon Natale!” Fonte: TzeTze.it
Perchè la Cina sta costruendo città fantasma in Africa?
Nonostante l’enorme quantità di appartamento invenduti, Nova Cidade de Kalimba è solo una delle tante città “fantasma” che la Cina sta costruendo in tutto l’Angola e in tutto il continente africano. Negli ultimi dieci anni, la Cina ha pompato miliardi di euro, e il trend non mostra il minimo segno di rallentamento. A questo punto, la domanda è semplice: perchè i cinesi sono così interessati al territorio africano?
I palazzinari cinesi si stanno dando molto da fare in Africa. Nova Cidade de Kalimba è una moderna città africana costruita da investitori cinesi in Angola e composta da circa 750 edifici di otto piani.
Nei progetti degli investitori, la città doveva raccogliere circa 500 mila abitanti, ma un inquietante filmato mostra come la selvaggia urbanizzazione cinese rischia di creare la prima “città fantasma” dell’Africa. Il costo dell’operazione si aggira sui 2,5 miliardi di euro, ma si tratta solo di una frazione del fiume di denaro che la Cina sta investendo in Africa.
Costruita alla periferia di Luanda, la capitale angolana, Nova Cidade de Kalimba, oltre ai 750 blocchi di appartamenti, conta una dozzina di scuole e più di 100 locali commerciali, ma non ci sono abitanti! Come mai? Pare che il prezzo di un appartamento si aggiri sui 90 mila euro, una cifra esorbitante rispetto al magro reddito medio della popolazione locale che ancora vive nelle baraccopoli.
Come riporta il Daily Mail, numerose “Chinatown” stanno nascendo in tutta l’Africa, dalla Nigeria alla Guinea equatoriale, nel Ciad, nel Sudan, ma anche in Zambia, Zimbawe e Mozambico. Insomma, la Cina considera il continente nero un investimento cruciale per il futuro, stringendo una vera e propria morsa sul continente dal sapore neo coloniale che in futuro potrebbe fare dell’Africa un continente satellite.
“I cinesi sono dappertutto”, dice Trevor Ncube, un importante uomo d’affari africano con interessi editoriali di tutto il continente. “Se in passato gli inglesi sono stati i nostri maestri, oggi i cinesi hanno preso il loro posto”.
A questo punto, è lecito chiedersi se le misteriose città fantasma siano destinate realmente agli africani. Secondo gli analisti internazionali, ormai non è più mistero che i governanti cinesi considerino l’Africa come l’unica soluzione ai problemi di sovrappopolazione e alla imminente scarsità di risorse di risorse naturali.
I cinesi rappresentano un quinto della popolazione terrestre e hanno fame di cibo, terra e energia. Negli ultimi dieci anni, il consumo di petrolio è aumentato di 35 volte e le importazioni di acciaio, rame e alluminio divorano circa l’80% delle forniture mondiali.
La popolazione cinese si è praticamente triplicata negli ultimi cinquant’anni, passando da 500 milioni di individui a 1,3 miliardi. E’ per questo motivo che il governo di Pechino ha lanciato il programma politico “Una sola Cina in Africa”, una sorta di lotteria nazionale per lasciare il paese e stabilirsi in un nuovo continente.
Nella disattenzione totale di tutto il mondo, l’incredibile cifra di 750 mila cinesi si è già trasferita in Africa negli ultimi dieci anni. La strategia è stata accuratamente messa a punto dai funzionari cinesi, i quali hanno stimato che la Cina ha la necessità di inviare in Africa 300 milioni di persone per risolvere i problemi di sovrappopolazione e inquinamento.
La bandiera rossa cinese avanza
L’avanzata cinese sembra inarrestabile: ambasciate e nuove rotte commerciali si stanno aprendo tra i due paesi, mentre la nuova elìte cinese stanziatasi in Africa comincia a farsi notare in tutto il mondo, acquistando oggetti preziosi nelle boutique, guidando le loro esclusive BMW e Mercedes e mandando i loro figli in esclusive scuole private.
Le pessime strade africane sono sempre più ingombre di automezzi cinesi che riempiono i mercati africani di prodotti a basso costo. Gli indumenti venduti nei mercati del continente ormai riportano quasi sempre la scritta “Made in China”.
Migliaia di chilometri di ferrovie sono state costruite dai cinesi per il trasporto di miliardi di tonnellate di legname tagliato illegalmente: foreste incontaminate sono state distrutte per coprire il fabbisogno di legname della Cina che equivale al 70% di tutta la produzione Africana. Inoltre, il territori è stato sventrato per l’estrazione di diamanti e oro.
Le gigantesche miniere cinesi sono piene di “schiavi” africani che estraggono i preziosi minerali a meno di 1 dollaro al giorno. In Angola, il governo ha deciso che il 70 per cento dei lavori pubblici deve andare alle imprese cinesi, la maggior parte delle quali non impiega personale angolano.
Ma la colonizzazione non è solo economica, ma anche culturale: numerosi centri culturali finanziati dallo Stato Cinese, denominati “Istituto Confucio”, stanno sorgendo in tutta l’Africa, con lo scopo di insegnare alla popolazione locale come fare affari in lingua e stile mandarino e cantonese.
Inoltre, esclusivi ristoranti che servono solo cibo cinese, e dove non sono ammessi i neri, stanno sorgendo in ogni angolo del continente.
Un prezzo salatissimo per l’Africa
Vi è un aspetto sinistro di questa invasione cinese, un prezzo troppo alto da pagare per la popolazione africana. La Cina ha interesse, tra l’altro, a fomentare le guerre civili tra le popolazioni africane, vendendo così milioni di dollari di armi prodotte dalle aziende cinesi.
Naturalmente, tutto questo avviene in collaborazione con i corrotti leader africani, i quali, dopo aver ottenuto l’indipendenza dalle potenze coloniali dei bianchi, Gran Bretagna, Francia, Belgio e Germania, sono felici di fare affari con la Cina per un semplice scopo: i soldi!
Se i governi democratici dell’occidente sembrano molto più insistenti nel chiedere all’Africa le riforme democratiche e la necessità di più “trasparenza” nell’uso del denaro (termini diplomatici per evitare che i dittatori intaschino i milioni destinati alla popolazione), i cinesi sono molto più rilassati rispetto alla questione, decidendo di chiedere un occhio, a volte anche tutti e due, rispetto al reale utilizzo dei soldi da parte dei governi africani.
Il comportamento della Cina non fa altro che alimentare il cancro della corruzione. Pazienza se si alimenta la povertà in un continente che conta ben 800 milioni di persone che vivono in condizioni estreme di miseria.
Ma i cinesi sono sprezzanti di tali critiche. Per essi, secondo il loro spirito pragmatico da locuste, l’Africa è solo una risorsa da sfruttare finchè dura, e non un luogo dove garantire i diritti umani. Non a caso, questo atteggiamento è accolto con grande favore da parte dei dittatori africani.
Ma quello di cui hanno bisogno gli abitanti di questo meraviglioso continente, dove emersero i primi ominidi dalla Great Rift Valley, è un disperato bisogno di progresso e i cinesi non sono qui per questo. Sono qui per rapinare un paese ricco di spazio e di risorse naturali.
Quando finirà la predazione? Finchè Pechino ne troverà vantaggio: i cinesi non si fermeranno fino a quando in Africa non ci saranno più minerali o petrolio da estrarre. Dopo secoli di dolore, guerra e fame, l’Africa meriterebbe decisamente di meglio. FONTE
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Stabilità, sì del Senato: la Manovra è legge per il 2014
Roma 23/DIC – Palazzo Madama ha dato il via libera definitivo alla Legge di stabilità con 158 sì e un voto contrario: l’opposizione lascia l’aula al momento del voto. A Montecitorio la fiducia al decreto ‘Salva Roma’ passa con 340 sì. Cgia lancia l’allarme: ”Con Tasi al 3,5 per mille rischio rincari’
Legge di stabilità al Senato. Decreto Salva-Roma alla Camera. Giornata di affollamento legislativo in Parlamento, con deputati e senatori chiamati a votare la fiducia per ben due volte e conclusasi con l’approvazione definitiva della Manovra economica 2014.
Ad aprire le danze Montecitorio che ha dato il via libera alla fiducia sul decreto legge salva Roma, con 340 voti favorevoli, 155 voti contrari e nessun astenuto. Una scelta per superare l’ostruzionismo di Lega e M5S.
Dopo è toccato a Palazzo Madama dove con 167 voti favorevoli e 110 voti contrari l’aula ha dato il via libera alla fiducia sul ddl stabilità. Poi con 158 voti favorevoli, un voto contrario e un astenuto la Manovra ha incassato il via definitivo, diventando legge. L’opposizione al momento delle votazioni ha lasciato l’assemblea.
DISCORSO “ACCOMODANTE” DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO LETTA:
Il premier nella conferenza stampa di fine anno: ”Il peggio è alle spalle, l’Italia ce la farà”. Conferma l’impegno per ridurre le tasse sul lavoro. E sulla legge elettorale: “Serveprima delle europee, riforme con tutti anche con Fi”. Con Renzi “dimostreremo gioco di squadra adesso e nel futuro”. E ancora: “Rivedremo ius soli e Bossi-Fini”. Sul gioco d’azzardo “cambio radicale”
”L’Italia ce la farà, ce la farà perché ci troviamo ora dietro le spalle la parte più complessa di questioni”. Ad affermarlo il premier Enrico Letta nella conferenza stampa di fine anno che si apre con un ricordo al carabiniere Giuseppe Giangrande. ”La fatica sociale è stata evidente a tutti, è il cuore della vicenda che abbiamo davanti e alla quale stiamo dando risposte”. Il 2013, continua, “è stato l’anno di una svolta senza precedenti, quello della generazione di quarantenni. Io farò la mia parte fino in fondo – aggiunge – perché la svolta generazionale riesca”.
“Il Paese come un incidentato è stato portato prima al pronto soccorso, poi in sala operatoria. Ora ne è uscito, è in fisioterapia e penso che nel 2014 tornerà alla normalità”, dichiara Letta allontanando l’idea del rimpasto di governo (“non è all’ordine del giorno, la discussione è sul programma”). Parla invece di tensioni politiche al massimo. Però “il prossimo anno le istituzioni si riformeranno in mondo completo e compiuto. Le riforme saranno un fatto compiuto, a partire da legge elettorale”, sostiene il premier assicurando che nel 2014 “risolveremo anche il problema del bicameralismo”.
Promette la “riduzione delle tasse sul lavoro con i proventi da spending review e lotta all’evasione”. Per creare lavoro, poi puntualizza, “ci devono essere le condizioni minime per cui la gente ha fiducia per poter investire” e per attrarre investimenti, servono, tra l’altro, “tasse che non siano oppressive”. Tasse giù anche sulla casa. “Sono convinto che nel prossimo anno” il carico fiscale sulla casa ”sarà inferiore rispetto a come è stato nel 2012”, dice Letta spiegando che non è possibile fare un confronto con il 2013 perché il tributo sulla prima casa non è stato pagato.
E sempre sul fronte del fisco, il presidente del Consiglio sottolinea l’impegno del governo “di terminare a gennaio l’iter della delega fiscale”. Con questa arriveranno “misure per intervenire sui capitali illegalmente esportati, e quindi per il loro rientro” e misure contro “l’autoriciclaggio” allo scopo di combattere “l’illegalità e la criminalità finanziaria”. Il 2014 sarà, dunque, l’anno “del fisco amico”. La stabilità, rivendica Letta, “ha fatto risparmiare all’Italia 5,5 mld, grazie ai minori interessi pagati”.
Pensioni. “In 8 mesi 33mila esodati hanno trovato una risposta – evidenzia Letta – ed è la dimostrazione di un Paese, di un governo che non sfascia la riforma delle pensioni, che è fondamentale per la nostra credibilità, ma che non lascia nessuno perso per strada. La riforma ha lasciato qualche ‘buco’, lo abbiamo affrontato e continueremo ad affrontarlo”.
Legge elettorale. “Prima delle elezioni europee, il prima possibile, bisogna avere nuova legge elettorale”, dichiara il presidente del Consiglio convinto che “Renzi faccia bene a parlare con Forza Italia sulle riforme”. Quest’ultime, insiste, “devono essere fatte con una apertura vera fuori dalla maggioranza”.
Giustizia. ”Non voglio e non penso che l’Italia abbia bisogno della mega riforma sulla giustizia ma di alcuni tasselli, che riescano a sbloccare i nodi”. A gennaio, spiega, “ci sarà un altro passaggio e vogliamo sollecitare il Parlamento sull’approvazione delle norme che riformano la custodia cautelare”. Sull’emergenza carceri fa osservare che l’Italia “non può permettersi di cominciare il semestre di presidenza Ue portando sulle spalle un pesante spread su diritti fondamentali della persona”. E su amnistia e indulto ricorda che “sono competenze esclusive delle Camere”.
Conflitto d’interessi. ”Non ho alcun dubbio” che la questione relativa al conflitto d’interessi entrerà nel patto di governo afferma il presidente del Consiglio. Inoltre nel decreto legge che sarà approvato venerdì dal Cdm ”entrerà una proroga sulla questione relative agli incroci di proprietà”.
Stipendi dei politici. Sull’eccesso degli stipendi della classe politica ”tanti parlano e pochi fanno” asserisce il premier rivendicando quanto fatto dal governo, “quel che aveva promesso” sugli stipendi dei ministri.
Immigrati. “Proporrò e lavorerò – dice Letta – perché una riforma della cittadinanza e lo ius soli facciano parte del contratto di governo a gennaio” quando saranno discussi anche alcuni aspetti della Bossi-Fini. Il governo, inoltre, ”ha intenzione, da subito, di mettersi al lavoro per una revisione complessiva degli standard dei Cie”.
Giochi. Ci sarà “un cambio radicale”, il governo secondo il premier, interverrà con un “piano d’azione fatto di impegni concreti”, perché il settore dei giochi d’azzardo “ha fatto danni sociali molto evidenti e forti”.
Scuola. ”Per la prima volta alla voce istruzione non c’è stato alcun segno meno. Sono primi passi e ce ne vogliono sicuramente molti di più, ma andremo sicuramente in quella direzione”, assicura il presidente del Consiglio.
Sentenza Berlusconi. Letta spiega che quest’anno ci sono state “turbolenze in parte dovute all’intreccio tra fattori esterni e politica”, in particolare in relazione alla “sentenza che ha riguardato uno dei tre leader che hanno fatto nascere questo governo”. E poi: “ci sono cose che avrei potuto fare meglio, ma le tengo dentro”. In particolare a Berlusconi e Forza Italia dice: “non si facciano prendere la mano e non scelgano una deriva nichilista e populista: sarebbe un errore per loro, per l’Italia”. “I populismi crescono se la politica è vecchia, inconcludente, incapace di fare le riforme e se l’Ue è attenta solo al rispetto formale dei conti”.
Napolitano. Il presidente della Repubblica “ha salvato l’Italia che stava sbandando e stava finendo fuori strada. E’ un punto di riferimento essenziale”, sottolinea Letta facendo osservare che “Napolitano, con la sua azione, la sua credibilità anche nei rapporti internazionali, ha svolto un ruolo fondamentale”. Punta così il dito contro Grillo. “Le critiche sono legittime”, nessuno ”è esente”, ma ”credo che in queste ultime settimane si sia passato il limite rispetto agli attacchi al Capo dello Stato”, afferma il premier che stigmatizza ”l’utilizzo da parte per esempio di Beppe Grillo, di parole totalmente fuori luogo”.
Renzi. Negli anni scorsi il centro sinistra è stato vittima della ”iattura” che è stata anche la ”fortuna” di Berlusconi della competizione per la leadership. ”Dimostreremo – dice Letta – che la nuova generazione sarà in grado di vivere in modo diverso la capacità di fare gioco di squadra”. E il gioco di squadra con Matteo Renzi ”dimostrerà tutti i suoi effetti positivi, non solo per l’anno prossimo ma anche per il futuro”.
Iran. ”Buona parte dell’instabilità di quella regione è dovuta a quello che è successo in Iran con le scelte di Ahmadinejad. Ora la percezione è che si apra un’opportunità” in Iran con l’elezione del nuovo presidente Rohani, ”anche se non è tutto risolto”, sostiene il premier. Che ricorda: ”Ho incontrato a New York Rohani e, in quel momento, incontrarlo era una scelta molto azzardata. Ma per me è stato molto importante incontrarlo”. Ora occorre ”scommettere e aiutare la riuscita di quel cambiamento”.
(ADNOKRONOS)
Lampedusa, al via i trasferimenti Profughi verso Roma e Milano
PALERMO 24/DIC – Due i voli speciali previsti, un primo arriverà a Palermo e un secondo raggiungerà Roma e Milano. Seconda notte per Khalid Chaouki al Cpa di contrada Imbriacola: “Quanta disperazione” (VIDEO). Roberto Di Maria nuovo amministratore unico del Centro. Il Cpa chiese al Viminale i container per l’isolamento sanitario (LEGGI 1 – 2). Al Cie di Roma si sono cuciti la bocca. Nel 2013 sbarcati in Italia 3225 minori non accompagnati.
Al via i trasferimenti dei profughi dal Centro d’accoglienza di Lampedusa. Sono due i voli previsti, un primo volo speciale arriverà a Palermo e un secondo volo raggiungerà Roma e Milano. Dalle 7:30 gli operatori del centro d’accoglienza stanno chiamando i primi cento immigrati che saranno imbarcati sul volo per Palermo; nel pomeriggio toccherà ad altri cento circa.
Resta da sciogliere adesso il nodo dei 17 immigrati, tra i superstiti eritrei del naufragio del 3 ottobre scorso e altri testimoni siriani di un procedimento giudiziario contro uno scafista: non possono essere trasferiti ma dovranno restare a disposizione dell’autorità giudiziaria. Per i siriani è previsto un incidente probatorio, deciso dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Potrebbe così svuotarsi entro stasera, vigilia di Natale, il centro d’accoglienza finito nei giorni scorsi al centro di polemiche dopo il video andato in onda sul Tg2 con i profughi ‘disinfettati’ contro la scabbia, nudi, nel cortile del centro d’accoglienza.
Intanto passa la seconda notte al centro il deputato Pd Khalid Chaouki, che ha deciso di barricarsi nella struttura di contrada Imbriacola “fino a quando non migliorerà la situazione”. Il parlamentare è arrivato domenica mattina e non è più uscito per stare vicino agli oltre 200 migranti ospiti del centro. “Sono contento – dice Chaouki all’Adnkronos – perché sono iniziati poco fa i trasferimenti di un primo gruppo di immigrati”.
Insomma, “già entro questa sera potrebbe svuotarsi il centro d’accoglienza. Anzi, ne sono certo”. E sui 17 testimoni, tra siriani ed eritrei, dice: “So che il ministro della Giustizia Cancellieri sta cercando una soluzione anche per loro. Dovrebbero avere della garanzie”. (ADNOKRONOS)