SCIOPERO FORCONI: SIULP, plauso colleghi monito a politica e “palazzi”
Direttamente dal sito SIULP (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia : Dichiarazione del Segretario Generale Felice Romano
Quanto accaduto a Torino, a Genova e in tutte le altre città, nonostante i soliti delinquenti professionisti del disordine che hanno dato sfogo alla loro indole criminale e violenta, senza però riuscire a separare il “Paese” (cittadini e poliziotti), merita un plauso a tutti quei colleghi di tutte le forze di polizia che oggi, in modo professionale e coraggiosamente hanno detto simbolicamente basta alla lontananza della politica governativa e dei palazzi del potere rispetto ai danni che stanno producendo contro le famiglie e i lavoratori di questo paese.
Togliersi il casco in segno di manifesta solidarietà e totale condivisione delle ragioni a base della protesta odierna di tutti i cittadini che hanno voluto gridare basta allo sfruttamento e al soffocamento dei lavoratori e delle famiglie italiane, è un atto che per quanto simbolico dimostra però che la misura è colma e che i palazzi, gli apparati, e la stessa politica ormai sono lontani dai problemi reali dei cittadini e troppo indaffarati ai giochi di potere per la propria sopravvivenza e conservazione della casta.
Ecco perché il governo in primis e il ministro Alfano a seguire, bene farebbero al ascoltare il Sindacato e prima ancora i cittadini di questo Paese; giacchè la misura e colma e se non si inverte questa tendenza a chiedere sempre e maggiori sacrifici in cambio di nulla, a maggior ragione quando non si da il buon esempio cominciando a rinunciare i propri privilegi che sono tanti, anzi troppi, si ricordino il passaggio biblico nel quale si afferma: “terribile sarà l’ira degli onesti”.
Lo afferma Felice Romano, Segretario Generale del SIULP in una nota nella quale, nel commentare le straordinarie immagini in cui gli appartenenti alle forze di polizia si sono tolti il casco in segno di condivisione e rispetto delle ragioni della protesta, senza per questo rinunciare o abdicare al proprio dovere di garantire la sicurezza pubblica e di fermare i violenti, sottolinea come questo epilogo fosse scontato rispetto al grido di allarme che il SIULP, a nome dei poliziotti, sta lanciando da tempo e che il governo continua a non raccogliere.
Speriamo che questo segnale sia da monito ai palazzi del potere, alle caste, al governo ma anche a tutti i violenti e i professionisti del disordine.
Questa volta nessuno riuscirà a separare il “Paese” sano costituito dai lavoratori, dalle famiglie e dai servitori dello Stato, come accaduto negli anni di piombo. Che il governo ne tragga le dovute e necessarie conseguenze.
Il SIULP sarà a fianco e con questi colleghi per dire basta allo sfruttamento e al maltrattamento dei poliziotti e dei cittadini, per dire ascoltate la voce del popolo. Fonte
PRIMARIE PD: VINCE IL GABIBBO
“Striscia la notizia è entrata alle primarie pd con la telecamera nascosta. Quello che è successo al seggio è un delirio. Guarda il video. L’inviato di Striscia ha denunciato: “Ho votato 5 volte” e documentato varie irregolarità alle primarie del Partito democratico, come già aveva fatto alle precedenti primarie e alla raccolta firme di Forza Italia contro il governo Prodi.
Il Tg satirico di Antonio Ricci ha mostrato come sia stato possibile eludere i controlli in cinque grandi città (Roma, Milano, Napoli, Palermo, Bari), dove gli inviati sono riusciti a votare in diverse sezioni. In particolare, sono risultati irregolari: a Roma 1 seggio su 14 visitati, a Milano 13 seggi su 17 visitati, in Campania 14 seggi su 33 visitati, a Palermo 1 seggio su 25 visitati, a Bari 4 seggi su 8 visitati.”
Discussione alla camera mozione sull’etichettatura degli alimenti: gli impegni che si chiedono al Governo:
09/12/2013 – Emanare entro il 31 maggio 2014 i decreti ministeriali di attuazione dell’articolo 4 della legge 3 febbraio 2011, n.4, al fine di rendere immediatamente applicabile la normativa sull’etichettatura di origine dei prodotti agroalimentari a tutela dei consumatori e degli operatori della filiera e a prevedere, per talune tipologie di prodotti, modalità di inserimento volontario in etichetta di specifici sistemi di sicurezza realizzati mediante elementi di identificazione elettronica e telematica.
Intervenire con determinazione nelle competenti sedi internazionali e prioritariamente in ambito GAC (Government Advisory Committee), anche in collaborazione con gli altri Stati membri interessati e con la Commissione europea, per bloccare l’introduzione di nomi generici a domini internet e la loro assegnazione a soggetti privati non utilizzatori delle Denominazioni, a garanzia di tutela del sistema agroalimentare di qualità italiano;
Promuovere, a livello unionale, un’azione comune a difesa della posizione della “non concedibilità” dei nomi generici e della necessità rivedere la governance di internet con la definizione di regole condivise a livello internazionale;
Assumere tutte le iniziative di competenza affinché la Commissione europea, avvii una rapida verifica sulla compatibilità del sistema di etichettatura inglese con la normativa europea relativa alle indicazioni nutrizionali degli alimenti, così come previste dal regolamento UE 1169/2011, nonché sul rispetto da parte del Governo britannico dell’obbligo di previa notifica previsto per l’introduzione di nuove regolamentazioni in materia di etichettatura;
a tutelare l’immagine e il valore economico dell’export agroalimentare dei prodotti made in Italy, evitando che i sistemi di etichettatura volontaria siano utilizzati a fini discriminatori e distorsivi del mercato nei confronti delle imprese agricole e agroalimentari italiane;
a diffondere tramite puntuali campagne informative, l’importanza di una dieta varia ed equilibrata insieme ad una regolare attività fisica esprimendo contrarietà a qualsiasi sistema di etichettatura alimentare basato su approcci che tendono a confondere i consumatori;
a sostenere progetti per la promozione del consumo di prodotti agroalimentari italiani nella ristorazione italiana all’estero, attraverso la predisposizione di un documento di reciproci impegni e garanzie tra imprese agroalimentari, ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e ristoranti interessati.
Movimento dei Forconi, vertice al Viminale
Torino, 10 dic. – Proseguono da nord a sud le proteste del movimento dei Forconi. E Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, avverte: ”Basta con i giochini del sottosegretario Girlanda e del ministro Lupi impegnati a negare l’esistenza del fermo e le ragioni della protesta, pur in presenza di ordinanze prefettizie che ricordano periodi bui della storia italiana; se insistono, senza preavviso, porteremo sui camion la nostra protesta a Roma”.
Al Viminale, alle 16, è stato convocato un vertice tra il ministro dell’Interno Angelino Alfano e le forze dell’ordine per le manifestazioni di protesta. Per il vicepremier, “gli uomini in divisa sono un presidio di legalità. Legalità vuole dire garantire la libertà dei cittadini di manifestare le proprie opinioni, senza violare le leggi e la libertà degli altri. Legalità vuole dire garantire le istituzioni. Che non si toccano”.
Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi , si dice sorpreso dalla protesta. “Abbiamo lavorato come governo per rilancio del settore dell’autotrasporto e abbiamo firmato un protocollo d’intesa con le categorie e inserito nella legge di stabilità 350 mln euro per il recupero delle accise sul gasolio. Abbiamo cercato corresponsabilità e dialogo con gli autotrasportatori. Per questo mi sono meravigliato della protesta, perchè non c’era un problema di merito”.
Ma le polemiche crescono, in particolare per il gesto dei poliziotti che si sono tolti i caschi. Forza Italia e Lega Nord chiedono che il ministro dell’Interno riferisca alla Camera. Elio Vito (Fi) ha sollevato la vicenda “dei poliziotti che ieri si sono tolti il casco” a Torino, il collega ‘azzurro’ Francesco Paolo Sisto gli fa eco dicendo che “il ministro deve darci una spiegazione”, per comprendere “se si tratta di un’insubordizione a un ordine” da parte dei poliziotti. Per questo, chiede Sisto, “Alfano venga a riferire su questo gesto”. Anche la Lega Nord chiede che il responsabile dell’Interno “relazioni in Aula in tempi certi”, sottolinea Stefano Allasia. Ma nell’emiciclo arrivano anche le parole di Beppe Grillo nella lettera indirizzata alle forze dell’ordine. A leggerle Emanuele Fiano, del Pd, che le giudica “parole gravi, gravissime”, che vanno “stigmatizzate. Siamo molto preoccupati”. Anche per Franco Bordo, di Sel, l’obiettivo di Grillo è “schierare le Forze dell’Ordine contro le istituzioni, una cosa gravissima. A casa mia questo è un invito al golpe, al colpo di Stato” che va “respinto con forza”. Per il centrista Angelo Cera il problema reale è il “disagio dei poliziotti: vogliamo occuparcene una volta per tutte? – chiede – Probabilmente ieri hanno agito anche per paura, accerchiati com’erano da delinquenti”.
Un avvertimento ai manifestanti arriva da Roberto Alesse, presidente dell’Autorità di garazie sugli scioperi dei servizi pubblici essenziali: ”Il fermo dell’autrotrasporto merci deve avvenire nella disciplina del settore. Non si possono bloccare le strade. Le responsabilità saranno individuate e non faremo sconti a nessuno”.
Le proteste però proseguono in tutto il Paese. Uno straniero è stato fermato dalla polizia davanti alla stazione di Torino Porta Nuova dopo che, mentre stava passando in corteo un gruppo di manifestanti legati al movimento dei Forconi, era stata fatta esplodere una bomba carta. La posizione dell’uomo è al momento al vaglio.
Nel capoluogo piemontese e in provincia restano i presidi. Caos intorno a piazza Statuto dove un gruppo di manifestanti ha percorso in corteo corso Francia occupando una carreggiata. Alcune decine di giovanissimi con bandiere dell’Italia, a piedi o su alcune auto, hanno costretto ad abbassare le serrande dei pochi negozi aperti lungo il percorso. I dimostranti hanno invitato automobilisti e passanti: “Unitevi a noi”.
Sotto il Consiglio regionale del Piemonte si sono incrociate le proteste di Fiom, studenti universitari e popolo dei Forconi. Al presidio della Fiom per le aziende in crisi, già convocato da tempo, si è aggiunto quello degli studenti della mensa occupata che chiedono di essere ricevuti in Consiglio. Poi sono arrivati anche un gruppo di ambulanti della protesta dei Forconi che hanno contestato la Fiom. Traffico bloccato anche sul raccordo autostradale Torino-Caselle.
Il prefetto di Torino, Paola Basilone, ha annunciato rinforzi di forze dell’ordine per fronteggiare i forti disagi, non solo nel capoluogo piemontese, ma anche in alcuni centri della provincia, come Nichelino e Pinerolo.
Al termine della riunione del Comitato dell’ordine e la sicurezza pubblica il prefetto ha osservato: “Abbiamo chiesto rinforzi per monitorare e migliorare la situazione di prevenzione e contrasto dei disagi derivanti dalle proteste”.
A questo proposito il questore di Torino, Antonino Cufalo ha precisato che le forze saranno “congrue per fronteggiare l’attuale situazione”.
Dopo gli scontri di lunedì, il sindaco di Torino Piero Fassino usa parole dure contro il movimento: “Sono degli irresponsabili. Le ragioni di disagio alla base della protesta sono comprensibili ma sconvolgere la vita dei cittadini è inaccettabile”.
La protesta continua in molte regioni d’Italia. Nuove manifestazioni in Liguria, a Imperia e Savona, mentre a Genova i dimostranti si sono concentrati in poche decine in piazza De Ferrari. A Imperia la stazione ferroviaria di Oneglia, questa mattina già occupata e poi liberata, è stata rioccupata intorno alle 12.30. Bloccato anche l’accesso al casello autostradale. A Savona alcuni giovani hanno bloccato la stazione ferroviaria per una decina di minuti, intorno alle 12, poi sono stati allontanati dalla polizia ferroviaria. Gruppi di dimostranti si spostano da un punto all’altro nelle zone centrali della città, provocando una forte congestione del traffico. ”Rigore e fermezza” nei confronti di chi paralizza la città è la richiesta alle istituzioni di Federico Berruti, sindaco di Savona.
Presidi e manifestazioni in Puglia: a Bari, all’altezza dell’uscita per Poggiofranco in direzione sud, sulla tangenziale (statale 16). Altro presidio, con modalità simili, nel nord barese sulla provinciale 231 (ex statale 98) all’altezza di Corato e sulla statale 16, nel foggiano, uno dei quali all’altezza di Carapelle.
Traffico in tilt anche a Palermo per la protesta dei Forconi. Paralizzata la circolazione stradale in piazza Indipendenza a causa di una manifestazione davanti Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione nel capoluogo siciliano. Difficoltà anche in via Ernesto Basile, per il volantinaggio di alcuni manifestanti. Franco Crupi, esponente siciliano del movimento, sottolinea come “il popolo siciliano debba mostrare gli attributi di non essere ancora sottomesso al padrino della politica o al padrino mafioso. Il cittadino siciliano deve vivere con la propria dignità”.
La mobilitazione va avanti anche in Veneto con decine e decine di manifestanti sulle strade che rallentano il traffico. Il punto più critico è al casello di Soave, nel veronese, sulla A4 Serenissima, che è stato chiuso sia in entrata che in uscita a causa della presenza di centinaia di manifestanti. In prima fila gli imprenditori della Life, gli allevatori dei Cospa del latte, del movimento autonomo degli autotrasportatori, a cui si sono aggiunti stamane tanti studenti del veronese. E in centro storico a Verona un gruppo di studenti ha percorso le vie cittadine, in un corteo non autorizzato, lanciando dei sassi contro un’auto della polizia municipale. Nel resto del Veneto la protesta continua al casello di Montecchio Maggiore, nel vicentino, a Cittadella (Padova) e al casello di Treviso Sud, sulla A27, sulla statale Pontebbana a Ponte della Priula (Treviso), con rallentamenti del traffico.
In Friuli Venezia Giulia la manifestazione più imponente si è svolta oggi a Monfalcone, in provincia di Gorizia, con un corteo di pressappoco un migliaio di persone partito molto presto dai cancelli dei cantieri della Fincantieri. I dimostranti, in parte lavoratori dell’indotto della Fincantieri, hanno attraversato la città. A Monfalcone, il traffico è stato bloccato per un paio di ore. Tra gli striscioni impugnati dai dimostranti, quello che recitava: ”Italia chi ti ha ridotto in questo stato?”. Le proteste proseguono anche lungo la strada statale 13 Pontebbana, a Orcenico di Zoppola, (Pordenone) con sit in, blocchi stradali a carreggiata alterna e volantinaggi ad automobilisti e camionisti. I dimostranti hanno ricevuto la solidarietà dei lavoratori della Electrolux e dell’Ideal Standard. ((Adnkronos/Ign)
GIACHETTI (PD): Chiedo scusa a Grillo per il commento di un irresponsabile ma il senso delle mie parole non cambia.
L’autore del commento sul sito di Grillo ha confessato sulla sua pagina Facebook. Dice di essere del Pd. Non attendo un attimo a chiedere scusa a Grillo per le affermazioni di una persona irresponsabile, benché io non abbia mai imputato a Grillo la responsabilità di quella minaccia. Semmai, e lo confermo, il fatto che il commento non sia stato cancellato per più di 48 ore. Ovviamente io ho letto il commento senza sapere di chi fosse e l’ho stigmatizzato.
Ma il senso delle mie parole, che sono sicuro Grillo abbia percepito esattamente per quello che volevano esprimere, andava oltre e non cambia. Quel commento è rimasto sul blog per almeno due giorni, associato alla nostra foto e alle parole di Grillo evidenziate in neretto: “devono essere fermati all’ingresso di Montecitorio”. Il senso della mia riflessione non cambia e sono sicuro che questa riflessione la farà anche Grillo. Roberto Giachetti
Ecco quanto riportato nella pagina del provocatore, limitandosi alle scuse:
- Siccome sono appena stato contattato e citato sul sito di Beppe Grillo per un commento chiaramente provocatorio sulla lista dei proscritti, ci tengo a precisare che innanzitutto sono quanto di più lontano possa essere asismilabile al movimento 5 stelle. Il mio invito era una provocazione in stile Beppe Griilo, e voleva far luce sulla gravità del gesto fatto dal medesimo, che ha messo in pericolo (secondo me) i deputati da lui proscritti. Chiunque mi conosce sa bene quali sono le mie posizioni, e per chiarire l’equivoco sono pronto a dirlo anche a reti unificate. L’on. Giachetti che gode della mia massima stima, ha sbagliato l’esempio, e siccome sono abituato a prendermi le mie responsabilità, mi scuso per averlo portato a fraintendere, scrivendo con leggerezza una frase che meritava più meditazione, ma che era una reazione di rabbia alla gogna mediatica che Grillo e Casaleggio stanno mettendo in scena.
EQUITALIA: NULLE LE CARTELLE SPEDITE DOPO IL 2008
Dopo la sentenza del TAR del Lazio, che annullava le cartelle di Equitalia non redatte o firmate da un dirigente, apprendiamo ora dell’esistenza di due precedenti sentenze, di cui mai si è fatto accenno sui mezzi di informazione generalisti, che annullano quasi tutte le cartelle di Equitalia presentate dopo giugno 2008. Chi lo spiegherà alle tante persone vittima di questo strozzinaggio legalizzato, comprese quelle che si sono tolte la vita nella disperazione?
La Cassazione Civile Tributaria n. 4516 del 22 febbraio 2012, stabilisce che la cartella di pagamento non può limitarsi a riportare la cifra globale degli interessi dovuti. Al contrario, in essa deve essere indicato come si è arrivati ad un dato calcolo, specificando le singole aliquote a base delle annualità prese in considerazione. L’operato di Equitalia non deve risultare ricostruibile soltanto attraverso difficili indagini che non competono al contribuente, perché se così fosse, risulterebbe violato il diritto di difesa del destinatario dell’atto.
La Cassazione ha precisato che sono illegittimi tutti gli atti di riscossione notificati dopo giugno 2008, se privi dell’indicazione della base di calcolo degli interessi: quindi sono tutte illegittime le cartelle Equitalia notificate dopo giugno 2008.
Mondiali 2014: il “torteggio” è servito
I Mondiali sono un grande affare all’interno del quale ci sono interessi diversi da comporre. La sorte potrebbe metterli in difficoltà o ridurne la portata, ergo eliminiamo tali rischi.
Forse non ci siamo arrivati, forse: ma il giorno in cui convenisse, perché non stabilire a tavolino chi vince o almeno chi arriva in semifinale agendo affinché ci siano tutte le condizioni possibili, in campo e fuori, perché vada come stabilito, distribuendo in giro vantaggi sociopoliticoeconomici? Si obietta: la palla è rotonda. Ma il problema va oltre la palla, e tutto il contesto può assumere tranquillamente la forma quadrata a condizione che agli aficionados, ai consumatori del business telesferico vada bene così. Cioè non se ne accorgano, o se ne freghino, assumendo calcio come nel west gli indiani alcool. E mi pare proprio che vada bene così, in Italia e all’estero, all’Uefa di Platini come alla Fifa di Blatter. Nessuno si indigna particolarmente se si trucca un sorteggio o qualche partita (qualche?) viene “recitata” come in un incontro di wrestling. La parte emotiva scaccia il ragionamento. Il tifo, la passione, la distrazione di massa/e sono una calamita troppo forte specie in mancanza d’altro perché realisticamente si ripudi un pallone bucato.
E ovviamente peggio stanno le folle e i singoli nella crisi divorante più il calcio resiste ai suoi lati oscuri. Voglio dire che oggi neppure se il Blatter di cui sopra dal cognome onomatopeico ed entomologico, che sarebbe piaciuto a Landolfi (Tommaso, il più grande scrittore “azzurro” del secondo ‘900), dicesse in diretta tv: “Sì certo, il sorteggio era combinato: e allora?”, a qualcuno verrebbe scucito un baffo. Dico di quel Blatter che si è professato grande amico di Mandela, con minuto di silenzio subito crogiuolato dagli applausi, nei confronti del quale il boss svizzero vanta una biografia semplicemente opposta. Si preoccupi piuttosto di quel che accade in Brasile ai più poveri, e alle risse feroci negli stadi (l’ultima è di ieri). Di Mandela ha scritto invece il difensore dell’Atalanta, Stendardo, mai come in questo caso no-men omen per la passione vessillifera con cui si è riferito a “Madiba”. Stendardo era quello punito per aver disertato una partita per sostenere gli esami di Stato da avvocato… Per dire…
Fa parte di questa calciodipendenza che ci porta ad accettare tutto e gaberianamente a “far finta che il pallone sia sano” anche il tripudio di molti – troppi – tra gli addetti ai lavori per la qualità dell’ultimo Roma-Fiorentina. Fa il paio con la stessa partita di un anno fa, finita sempre con la vittoria della Roma (stavolta 2-1, l’altra 4-2) che al tempo aveva Zeman semiosannato in panchina. Sia allora che oggi si sono sprecati gli ooh di maraviglia del tipo “che spot per il calcio!” e similia, al punto che il capace Garcia ha sviolinato l’insieme come “match da vera Champions League”.
Bè, calma: se si parla da tifosi, meglio farlo per il pallone che per la politica come accade ormai da più decadi, certamente, ma il tifo è una indisciplina sportiva (?!?) particolare. Se lo fa Garcia, vende il suo prodotto. Se lo fanno i media, idem. Ed è il motivo per cui a nessuno andrebbe di fare un’eventuale campagna contro i sorteggi truccati e tutto il resto del calcio in ombra, ed è il motivo per cui la percezione popolare dei maneggi sul business continua a rimanere bassa o diventa sempre più bassa. Ma per chi abbia un minimo di senso comune per come vanno le partite e come giocano davvero le squadre, sia questa che la Roma-Fiorentina di un anno fa sono state il festival delle lacune. Difese strapazzate da disposizioni tattiche senza cervello (la Fiorentina), folate da pila elettrica per cui o è luce o è buio (la Roma), e insomma squilibri macroscopici che un buon livello europeo davvero non dovrebbe prevedere. Non è un caso che tra oggi e domani rischiano chi pochissimo chi molto di andar fuori al primo turno tutte le tre squadre italiane in Champions, termometro della temperatura internazionale della nostra Rotondocrazia.
Un calcio in riserva, con una politica sportiva in riserva, a rimorchio dei Blatter e dei Platini, un calcio in cui la credibilità non è più da un pezzo un requisito necessario. Un sorteggio truccato, insomma, a noi starebbe non bene ma benissimo, solo che lo vorremmo truccare noi. E non ne siamo capaci, se non all’interno della nostra botteguccia nazionale, del nostro sistema mediatico, dei nostri arbitrelli ecc. ecc. Ma che volete, nel buco nero anche un pallone che pur sgonfio rimbalza ancora può tenere compagnia…
(Oliviero Beha) Fonte
Beppe GRILLO: Lettera aperta ai responsabili delle forze dell’Ordine
Lettera aperta a Leonardo Gallitelli, Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Alessandro Pansa, capo della Polizia di Stato e Claudio Graziano, Capo di stato maggiore dell’Esercito italiano.
“Mi rivolgo a voi che avete la responsabilità della sicurezza del Paese. Questo è un appello per l’Italia. Il momento storico che stiamo vivendo è molto pericoloso. Le istituzioni sono delegittimate. La legge elettorale è stata considerata incostituzionale. Parlamento, Governo e Presidente della Repubblica stanno svolgendo arbitrariamente le loro funzioni. E’ indifferente che qualche costituzionalista, qualche giornalista, qualche politico affermi il contrario, questi sono i fatti, questo è il comune sentire della nazione. I partiti sono anch’essi delegittimati dai continui scandali, dalla trattativa Stato – mafia, dalla contiguità di alcuni loro membri con la criminalità organizzata, dall’indifferenza verso i problemi del Paese, dall’appropriazione indebita di 2,3 miliardi di euro di finanziamenti pubblici bocciati dalla volontà popolare attraverso un referendum. La gestione della cosa pubblica, dei servizi sociali, dalla sanità alla scuola alla sicurezza è allo sbando. L’economia è al tracollo, la disoccupazione, in particolare giovanile, sta arrivando a livelli intollerabili, la piccola e media impresa sta scomparendo.
Il Governo è inesistente, capace solo di continue dichiarazioni di ottimismo subito smentite dai fatti il giorno seguente. I partiti hanno occupato ogni spazio, dall’economia, all’informazione, alla destinazione dei soldi pubblici per foraggiare le lobby da cui provengono spesso i loro appartenenti. L’Italia ha perso la sovranità monetaria, la sovranità fiscale e si appresta a perdere ben presto anche quella economica con l’ipotesi più che probabile di essere strangolata dalle politiche recessive del Fondo Monetario Internazionale. Gran parte dei cittadini è tenuta all’oscuro della reale situazione in cui versa il Paese grazie a un regime di disinformazione che pone l’Italia al 70esimo posto per la libertà di stampa dopo molti Stati del cosiddetto Terzo Mondo. I disordini di ieri in tutta Italia sono per la maggior parte dovuti a gente esasperata per le sue condizioni di vita e per l’arroganza, la sordità, il menefreghismo di una classe politica che non rinuncia ad alcun privilegio, tesa soltanto a perpetuare sé stessa. La protesta di ieri può essere l’inizio di un incendio o l’annuncio di future rivolte forse incontrollabili. Alcuni agenti di Polizia e della Guardia di Finanza a Torino si sono tolti il casco, si sono fatti riconoscere, hanno guardato negli occhi i loro fratelli. E’ stato un grande gesto e spero che per loro non vi siano conseguenze disciplinari. Vi chiedo di non proteggere più questa classe politica che ha portato l’Italia allo sfacelo, di non scortarli con le loro macchine blu o al supermercato, di non schierarsi davanti ai palazzi del potere infangati dalla corruzione e dal malaffare. Le forze dell’Ordine non meritano un ruolo così degradante. Gli italiani sono dalla vostra parte, unitevi a loro. Nelle prossime manifestazioni ordinate ai vostri ragazzi di togliersi il casco e di fraternizzare con i cittadini. Sarà un segnale rivoluzionario, pacifico, estremo e l’Italia cambierà.
In alto i cuori.”
Beppe Grillo (www.beppegrillo.it)