Fondi Piemonte, il governatore Cota incastrato dai tabulati telefonici
Torino 22/11/2013 – Nell’inchiesta sui rimborsi in Regione, emergono spese per fast food, videogame e ristoranti. Oltre ai bus per partecipare ai comizi di Berlusconi. Indagate 43 persone
“Non ho mai fatto cene e festini in maschera, come è avvenuto altrove. Non ne avrei avuto il tempo e non è assolutamente nella mia indole di uomo e padre di famiglia”. Lo scrive il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in una lettera inviata ai giornali. Ma a incastrare il governatore nell’inchiesta su “rimborsopoli”, ci sarebbero i tabulati telefonici.
“Mi contestano spese per 800 euro al mese per tre anni, ma io sono un presidente leale”, scrive Cota. Gli investigatori, in realtà, hanno i tabulati che smentiscono quanto affermato dal governatore. “Non mi trovavo in quel posto in quel giorno”, ripete Cota a chi gli contesta gli scontrini battuti in autogrill. Le sue telefonate, invece, come riporta La Repubblica, sembrano dimostrare il contrario.
Un database con numeri e chiamate – La Procura ha in mano, infatti, un database con tutte le telefonate fatte e ricevute dai consiglieri indagati, e le relative “celle” che agganciano le chiamate al luogo da cui partono. Tra le spese particolari contestate ai 43 politici emerge un po’ di tutto: rimborsi per cene al ristorante e ai fast food, videogame, cravatte e tartufi, sostituzione di pneumatici, valigie in pelle, articoli per animali, biglietti per le partite. Salta fuori, poi, secondo La Stampa, anche una trasferta a Roma pagata 13mila euro per assistere al convegno nazionale del Pdl nel 2011, spesa contestata al consigliere Angiolino Mastrullo che rimanda al mittente le accuse: “La trasferta fallì e per scongiurare un contenzioso ancora più gravoso per la Regione con la ditta del bus, pagammo quanto pattuito”. Fonte
ALLUVIONE, MAMMA RAI SHOCK ANCHE IN BASILICATA
23/11/2013 – Dopo il danno, anche la beffa. Il danno è quello che tante famiglie e imprenditori hanno subito con l’alluvione del 7 ottobre, la beffa è quella che si è consumata ieri pomeriggio in Piazza Elettra a Marconia, dove era sistemata una telecamera della trasmissione televisiva “La vita in diretta”. Nella giornata del lutto nazionale per le vittime del ciclone Cleopatra in Sardegna, il servizio pubblico aveva deciso di dare voce anche agli alluvionati del resto d’Italia. La finestra pomeridiana di Rai1 doveva aprirsi, tra l’altro, sul metapontino, colpito dalla bomba d’acqua del mese scorso. Fin dalla mattinata, la troupe della Rai, guidata dai rappresentanti dei Comitati Difendiamo le Terre Joniche e Pro Alluvionati, aveva visitato i luoghi del disastro, documentando con immagini e interviste le situazioni più gravi e significative, montate poi in un servizio video di circa due minuti, da mandare in onda durante il collegamento con Marconia, fissato per le 18:50. La scaletta prevedeva diversi interventi, tra cui quello di Gianni Fabbris, del sindaco di Pisticci Vito Di Trani e di tre imprenditori danneggiati dall’alluvione, chiamati a portare la loro testimonianza dinanzi al pubblico nazionale.
Alle ore 18:00, la potente apparecchiatura che avrebbe messo in comunicazione la Basilicata con la capitale era stata sistemata. Al centro della scena, la giornalista Carmen Di Stasio e le persone a cui toccava il privilegio di prendere il microfono e, finalmente, farsi ascoltare. Intorno, in cerchio, qualche centinaio di persone che si era riversato in piazza, cercando la postazione migliore per non perdersi lo spettacolo della diretta nazionale. Chi non poteva partecipare, era incollato al televisore, sintonizzato sul primo canale, che intanto allietava gli inquieti spettatori con le voci dei piccoli partecipanti dello Zecchino d’Oro.
Dopo un’ora di attesa, i conduttori Paola Perego e Franco Di Mare finalmente si collegano con la piazza lucana. Per circa 60 secondi i riflettori si accendono su Marconia che inizia a raccontare al pubblico italiano la storia di acqua, fango e morti scritta 45 giorni fa dalla pioggia caduta su Puglia e Basilicata. Il primo a prendere la parola è Gianni Fabbris. E sarà anche l’unico, visto che dopo pochi minuti i fari e le telecamere vengono spenti. Tutto finito, non c’è più spazio, bisogna lasciarlo al Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo che, in studio, si premura di assicurare aiuti dal Governo agli alluvionati sardi.
La piazza non ci sta e inizia a chiedere spiegazioni alla troupe che, però, non ne ha. Neanche loro conoscono le ragioni di questa scelta.
“Come sempre, da Roma giungono segnali di non ascolto”, interviene Fabbris che parla di un’occasione persa, di un’offesa che la Rai dovrà riparare e della quale Pinuccia Sassone chiede conto direttamente all’autrice della trasmissione. Alle contestazioni formulate dalla rappresentante del Comitato Pro Alluvionati, dall’altra parte del telefono rispondono che “Nessuno ha mai parlato di voi, noi almeno lo abbiamo fatto, anche se in uno spazio ridotto”. Accontentarsi delle briciole? Dopo lo smarrimento iniziale, si realizza che la cosa migliore da fare sia “trasformare una difficoltà in un punto di forza”, magari vendendo alla concorrenza la notizia di un servizio pubblico che disinforma e spreca denaro, impegnando per un’intera giornata una troupe in trasferta per produrre, infine, solo 1 minuto di diretta. E forse così si parlerà degli alluvionati lucani che intanto iniziano a minacciare di non pagare più il canone Rai. A dire il vero, la presenza delle telecamere nazionali un risultato importante lo avrebbe portato. Sembrerebbe che, finalmente, la Regione Basilicata abbia inviato a Roma i documenti relativi alla quantificazione dei danni subiti il 7 ottobre, fondamentali per l’eventuale dichiarazione dello stato di calamità da parte del Governo nazionale. Tanto sarebbe circolato nel pomeriggio in ambienti Rai.
E proprio nella capitale si recherà fra qualche giorno una delegazione dei Comitati per incontrare i parlamentari lucani e pugliesi e chiedere il loro appoggio nella battaglia partita qualche settimana fa. Per i primi giorni di dicembre, inoltre, è in programma un’assemblea pubblica di cittadini e sindaci dei territori colpiti. La mobilitazione, dunque, continua. L’auspicio è che le piazze, i presidi e le assemblee siano ugualmente piene, a prescindere dalla presenza delle telecamere. La vera partecipazione si realizza dietro le quinte. Fonte di Marika Iannuzziello
Portogallo, poliziotti in piazza contro l’austerity
22/11/2013 – Almeno 10mila agenti di polizia, guardie carcerarie e finanzieri hanno manifestato a Lisbona contro la manovra anti crisi del governo portoghese prevista per il2014.
Davanti al Parlamento ci sono stati momenti di tensione con i colleghi addetti alla sicurezza. I manifestanti hanno gridato slogan inneggianti alle dimissioni dell’esecutivo:
“Sono in piazza oggi perché il governo ci sta prendendo in giro – dice un dimostrante – Promettono, promettono, ma poi fanno l’esatto opposto. Questa manovra ci penalizza”.
“Vogliamo attirare l’attenzione sulle condizioni di vita dei poliziotti – aggiunge un altro –
Siamo al limite dell’insulto. Il nostro compito è quello di proteggere i cittadini, ma non abbiamo più né motivazione né strumenti di lavoro accettabili. Il nostro reddito sta crollando”.
VITTIMA DELL’INQUINAMENTO
Lungo 13 metri e pesante circa 50 tonnellate è morto dopo essersi spiaggiato lungo le coste olandesi. La vittima è un capodoglio e la causa della morte ha lasciato stupiti i veterinari che hanno eseguito la necroscopia: nello stomaco dell’animale sono stati trovati 20 chilogrammi di rifiuti di plastica. Purtroppo non si tratta di un caso isolato: ogni anno più di un milione di uccelli e centomila mammiferi marini muoiono a causa dei rifiuti di plastica gettati negli oceani. Fonte
Raineri, la bomba tossica di Mussomeli della quale nessuno parla
MUSSOMELI – C’è anche la miniera di Raineri tra quelle indicate dall’Arpa ad alto rischio, ovvero miniere dove negli anni passati potrebbero essere state interrate tonnellate di rifiuti tossici se non addirittura radioattivi. Si tratta di una miniera che ricade in territorio di Mussomeli (è distante in linea d’aria pochi chilometri dalla ben più nota miniera Bosco di Serradifalco-San Cataldo), ma trovandosi un po’ fuori mano rispetto alla strada provinciale, appartiene a quei siti di cui si parla poco o niente.
Della miniera di Raineri si sa davvero poco e ancora meno se ne parla, nonostante evidenti tracce di salgemma, sono tuttora visibili lungo il tratto che la costeggia. E anche sotto l’impatto economico/lavorativo per la comunità mussomelese, la miniera di Raineri non ebbe rilevanza tranne sporadiche collaborazioni di qualche tecnico specializzato. La miniera, insomma, quasi nulla ha lasciato nella memoria storica dei mussomelesi tant’è che i più ignorano la sua ubicazione e perfino la sua stessa esistenza.
La Raineri si trova sulla strada del sale (Sp 38) e si raggiunge attraverso una stradina delimitata da un cancello, una volta superato il bivio per Mappa. E qui, in questo perimetro di terra rigogliosa e fertile, fa da contraltare la desertificazione del terreno che delimita il luogo estrattivo. Un luogo solitario, dove la miniera di Raineri raggiunge profondità di centinaia di metri e si articola in gallerie e cunicoli per un’estensione di diversi chilometri, le stesse profondità da dove starebbero risalendo lentamente ma inesorabilmente, attraverso le falde acquifere, i rifiuti tossici che vi sarebbero stati sepolti.
E proprio qui pochi anni addietro, nel febbraio del 2008, si registrò un inquietante caso, documentato con foto dal geologo della Protezione Civile provinciale dott. Salvatore Saia, che notò sul terreno una grande orma a forma di stella. L’orma si stagliava nitida sul fango a pochi centimetri dal lucore del sale. L’orma era stata impressa con forza tant’è che era traboccante di pioggia e, cosa assai strana, tutt’attorno non c’erano altre orme, né di uomini né di bestie.
Da decenni le 800 tra miniere e cave siciliane sono state abbandonate, ma di quello che le ecomafie potrebbero avere sepolto là sotto, è buio pesto. Di tanto in tanto il velo di silenzio che avvolge le miniere e le cave viene squarciato, ma ben presto l’oblio torna a cadere sul contenuto sepolto nelle viscere della terra. E mentre le indagini faticano ad ingranare, da noi si continua a morire di tumori di ogni genere.
Fino a quando? Per scoprire cosa c’è sotto le miniere basterebbe poco. Siamo nel 2013 e di certo esistono le tecnologie necessarie per verificare se nelle miniere sono state sepolte, come si mormora da troppo tempo tonnellate di rifiuti di ogni genere che inquinerebbero le falde acquifere e quindi avvelenerebbero i pascoli e di conseguenze i prodotti degli ovini e dei bovini: latte, formaggi, prodotti caseari in genere ma anche cereali ed ortaggi.
Come non ricordare che proprio uno dei pentiti storici di mafia del Vallone, Leonardo Messina (era diventato caposquadra nella miniera di Pasquasia), ai magistrati antimafia raccontò che una volta chiuse, le miniere erano state riempite con rifiuti d’ogni genere, comprese le scorie radioattive. L’allora procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, ritenne Messina “credibile” ma venirne a capo risultò pressoché impossibile.
Non solo: nell’estate del 1990, Gaetano Butera, vigile urbano di Serradifalco, impegnato in alcuni lavori nella sua casa di campagna, s’era insospettito nel vedere un grande andirivieni di camion in direzione della miniera abbandonata di Bosco-Palo. Butera annotò come dai tir venissero scaricati grossi scatoloni di cui poi si perdevano le tracce. Si qualificò e si presentò ad uno degli autisti, un polacco, che gli mostrò un’autorizzazione scaduta, per il trasporto ma non per lo smaltimento di rifiuti speciali ospedalieri.
Nell’area del Vallone i tumori del sangue son quelli più in crescita: a Gela si arriva a un drammatico +42% rispetto alla media nazionale, ma nel Vallone il dato schizza ad in impressionante +108%.
Certo non sarà facile avere risposte, perché le ecomafie non agiscono da sole e godono di molte coperture a tutti i livelli. E di certo in tutti questi anni c’è stato tutto il tempo di “tombare” i cunicoli delle miniere tappandoli con milioni di metri cubi di terriccio. Ma la verità va disseppellita una buona volta, anche dalla miniera di Raineri. Fonte
Spessotto (M5S) : “Portogruaro: studio NOMISMA e interessi diretti dei suoi finanziatori sulla TAV”
“Apprendo con profondo sconcerto e preoccupazione dell’iniziativa promossa dall’amministrazione comunale di Portogruaro per presentare uno studio volto apparentemente ad approfondire il tema della rete logistica e infrastrutturale nel Veneto orientale.
La parlamentare sandonatese del Movimento 5 Stelle, Arianna Spessotto (nella foto), si schiera apertamente al fianco del Gruppo No Tav di Portogruaro appoggiando la loro recente richiesta, rivolta all’amministrazione comunale di Portogruaro, di annullare la presentazione dello studio sulla rete logistica e infrastrutturale in programma il prossimo 29 novembre nella città del Lemene. L’iniziativa del Comune sarebbe lodevole -scrive l’on. Spessotto – “se non fosse che tale studio è stato realizzato da Nomisma S.p.a., società che, come è risaputo certamente anche dal Comune di Portogruaro, ha tra i suoi soggetti finanziatori alcuni nomi noti per le loro vicende giudiziarie e per i loro interessi diretti sull’Alta Velocità ferroviaria, come la CMC, la Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna, una delle principali società costruttrici di grandi infrastrutture in Italia che si è aggiudicata anche l’appalto per lo scavo del tunnel geognostico della Torino-Lione e come la Banca Intesa San Paolo, il gruppo bancario di gran lunga più esposto nel campo delle grandi opere italiane, sia come finanziatore che come azionista delle società concessionarie.
Non credo -prosegue la deputata del M5S – di peccare di malizia se mi viene da pensare che questo studio di Nomisma non sia del tutto disinteressato agli affari dei propri soci azionisti. Trovo dunque sgradevole che l’Amministrazione si preoccupi di dar voce prioritariamente a questi soggetti e su tali presupposti, anziché alla popolazione che attraverso i comitati, le associazioni e i gruppi di cittadinanza attiva operanti in Veneto chiede invano da anni l’apertura di un tavolo tecnico che discuta in termini trasparenti e oggettivi, della effettiva utilità collegata alla realizzazione del TAV tra Venezia e Trieste e delle possibili alternative veramente al servizio dei cittadini.
La presentazione alla cittadinanza di uno studio direttamente finanziato da chi ha, in generale, chiari interessi privati nella costruzione delle infrastrutture e, più in particolare, sul TAV, spacciando peraltro questo studio per “un momento di approfondimento sui temi della logistica e dei grandi corridoi europei” rappresenta l’ennesima dimostrazione dell’assenza di dialogo da parte delle amministrazioni nell’assunzione di decisioni e di un certo modo di fare politica che il M5S vuole spazzare, per dare spazio e voce ai cittadini che vivono e conoscono più di chiunque altro il proprio territorio e le proprie esigenze.
Chiedo pertanto -conclude l’On Spessotto- un gesto di responsabilità da parte del Comune e l’annullamento dell’iniziativa prevista, a favore di nuove e realmente partecipate iniziative con il contributo dei cittadini”. Per il momento non ci sono pervenute dichiarazioni a sostegno, invece, dell’iniziativa del sindaco Bertoncello e della sua amministrazione da parte di alcun parlamentare del PD, eletto nel Portogruarese.
Chiedo pertanto un gesto di responsabilità da parte del Comune e l’annullamento dell’iniziativa prevista, a favore di nuove e realmente partecipate iniziative con il contributo dei cittadini”.
Arianna Spessotto
Portavoce M5S Camera
Lizzie Velasquez, la donna più magra al mondo: pesa 27 chili, ed è costretta a mangiare 60 volte al giorno
Con i suoi 27 chilogrammi per un metro e cinquantasette d’altezza, Lizzie Velasquez è la donna più magra del mondo. La sua eccessiva magrezza non è dovuta a problemi di anoressia, ma a una malttia rarissima, di cui soffrono solo altre due persone al mondo, che non le consente di immagazzinare grasso: la sua massa grassa, infatti, corrisponde a zero.
Per questo motivo, la ragazza, 24 anni, è costretta a mangiare anche 60 volte al giorno per non morire. La sua malattia le ha provocato anche problemi alla vista, compromettendo irreversibilmente l’occhio destro.
Non per questo Lizzie, che vive ad Austin, in texas, si è persa d’animo. Anzi, affronta la sua condizione con grande forza. ha scritto un libro, intitolato “Bellissima”, aperto un sito internet e un canale Youtube in cui racconta la sua vita.
Nonostante la sua grande forza di volontà, critiche e offese non le sono mancate. Dopo un’intervista in tv, ad esempio, la ragazza ha raccontato di aver trovato online una foto con scritto “la donna più brutta del mondo”. Ma neanche questo è riuscito ad abbatterla, e in rete sono tantissime le dichiarazioni di stima e sostegno. Fonte
DISCARICA MARTUCCI: FORSE ILLECITI TUTTI GLI ATTI AMMINISTRATIVI
Spulciando la documentazione di alcuni lustri fa, il deputato polignanese del M5S Giuseppe L’Abbate presenta una nuova interrogazione al Ministro dell’Ambiente Orlando per chiedere lo stralcio della megadiscarica dal Piano Regionale dei Rifiuti
Una interrogazione presentata lo scorso maggio e che ha portato il Ministero dell’Ambiente a costituirsi parte civile nel processo penale in corso a Bari. Un’altra interrogazione, questa volta indirizzata al Ministro della salute Lorenzin la scorsa settimana, per chiedere l’aggiornamento dello studio epidemiologico, sia sui cittadini sia sugli operai passati e attuali, rimasto fermo al 2005. E ora una ulteriore interrogazione al Ministro Orlando per chiedere la definitiva chiusura di tutti i lotti della megadiscarica Martucci di Conversano. L’impegno a difesa della dilaniata Terra di Bari del deputato polignanese del M5S Giuseppe L’Abbate non accenna a fermarsi. È spulciando documentazione e atti ufficiali di qualche lustro fa, che il parlamentare dei 5 Stelle ha raccolto una serie di incongruenze con quella che è la normativa nazionale. Il D. lgs. 152/2006, infatti, parla chiaro: “ è compito del Ministero dell’Ambiente, in caso di minaccia e di danno ambientale, imporre ai soggetti responsabili l’adozione di misure preventive e di sostituirsi loro nell’adottarle. In caso di danno ambientale verificatosi, il Ministero dell’Ambiente deve imporre ai soggetti responsabili l’adozione di misure di ripristino e di sostituirsi loro nell’adottarle ”.
“ Chiederemo l’intervento del Ministro Orlando per l’annullamento degli atti amministrativi ritenuti illegittimi e per il danno ambientale subito a causa del ritardo nell’attivazione delle misure di precauzione, di prevenzione o di contenimento del danno stesso – dichiara il deputato Giuseppe L’Abbate (M5S) – La Regione Puglia lo scorso 8 ottobre, nonostante le vibranti proteste dei cittadini, ha inserito nel Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani, una discarica di servizio/soccorso realizzata in continuità con il primo lotto della Martucci, la cui dannosità è lampante e certificata nonché sottaciuta negli anni. Il vecchio sito è stato inserito dall’ENEA nel “Piano Regionale dei siti potenzialmente contaminati ai sensi del DM 16.05.1989” al 264° posto (su 289 complessivi, ordinati in ordine decrescente di rischio). Nello stesso elenco, al 149° posto, l’ENEA collocò anche la vecchia discarica comunale di Conversano sita sempre in contrada Martucci e non autorizzata ai sensi del DPR n. 915/82. Con questa documentazione già approvata a metà anni ’90 dalla Regione – continua L’Abbate – con le evidenze che emergono dal libro “L’ultimo chiuda la discarica” del prof. Pietro Santamaria e con ciò che ha portato alla luce la stessa magistratura, sembra assurdo che la megadiscarica Martucci venga indicata dall’assessore Nicastro come luogo deputato a ricevere ancora rifiuti. Ma le incongruenze non finiscono qui! ”. L’interrogazione e tutta la vicenda Martucci saranno al centro del dibattito che si terrà oggi pomeriggio, domenica 24 novembre, presso la sala conferenze del Comando dei Vigili a Polignano nell’ambito della SERR (Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti), organizzata dall’associazione Polignano R-Evolution e che vedrà protagonisti il prof. Santamaria e il candidato al premio “Ambientalista dell’Anno” Domenico Lestingi.
DISCARICA MARTUCCI: NICASTRO E LOVASCIO CHIAMANO, IL M5S DI POLIGNANO RISPONDE PER LE RIME
Agli Attivisti del MoVimento 5 Stelle non va giù la scelta di nominare un “Comitato” pressoché politico piuttosto che tecnico-scientifico
“ Gentilissimi, a seguito della nota dell’Assessore Regionale all’Ambiente Dr. Lorenzo Nicastro ed in vista della istituzione del Comitato per la valutazione dello stato ambientale e il risanamento dell’area vasta in Contrada Martucci – Conversano, a nome anche dei Sindaci dei Comuni di Mola di Bari e Polignano a Mare, si chiede alle SS.VV. di individuare un’unico (sic!) rappresentante che farà parte del costituendo comitato, così come stabilito dall’o.d.g. approvato dal Consiglio Regionale . […] in tempo utile essendo la riunione fissata per venerdì 22 novembre alle ore 11.00 presso l’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia”. Questa la mail, giunta martedì sera dal gabinetto del Sindaco Giuseppe Lovascio, ai comitati cittadini di Mola e Conversano e al M5S di Polignano. Una missiva che, errori ortografici a parte, gli Attivisti del M5S di Polignano non mandano per niente giù. “ Restiamo sempre più basiti dal comportamento dell’Ass. Nicastro e della Giunta Vendola – dichiarano – La costituzione di questo presunto “Comitato” prende sempre più le sembianze di una presa per i fondelli. Basta vederne i componenti per capirlo: sindaci dei Comuni interessati, Regione, Provincia, OGA, ARPA e ASL. Dov’erano queste istituzioni fino a ieri e cosa hanno fatto per evitare il disastro che oggi siamo costretti ad affrontare? – attaccano i 5 Stelle di Polignano – Solo qualche mese fa alcuni di questi componenti minimizzavano il tutto, affermando che nella discarica Martucci c’erano solo “quattro copertoni, una batteria e due siringhe”.
Questi dovrebbero occuparsi di intervenire sulle aree oggetto di deposito incontrollato di rifiuti? Proprio coloro che fino ad oggi non si sono mai occupati della tutela del territorio. Questi dovrebbero occuparsi di monitorare la falda? Proprio coloro che non si sono mai preoccupati di analizzare le acque dei 12 pozzi a valle idraulica della discarica. Questi dovrebbero diffondere le informazioni ed organizzare un processo decisionale partecipativo con il coinvolgimento della comunità locali? Proprio coloro che non hanno mai informato i cittadini dei rischi che correvano ma, anzi, hanno minimizzato fino all’altro ieri (vedi ultime dichiarazioni di Nicastro dopo i verbali di Schiavone). – continuano gli Attivisti del MoVimento 5 Stelle di Polignano – Questi dovrebbero effettuare uno studio di fattibilità per eventuali interventi di risanamento ambientale della falda? Proprio coloro che non hanno mai mosso un dito e si ostinano a considerare i lotti delle discariche separati come se non fossero contigui territorialmente. E tutto questo, il fantomatico “Comitato” dovrebbe realizzarlo in soli 6 mesi dopo 30 anni di silenzi. Assessore Nicastro, se vuole, possiamo anche credere che i folletti di Babbo Natale aiuteranno il nostro caro “Comitato” a bonificare tutta la zona e che su quei luoghi cresceranno dei tulipani rigogliosi e dai colori variegati e sgargianti ” . Ma l’apoteosi per il M5S di Polignano si raggiunge in conclusione dell’ordine del giorno: ovvero nel coinvolgimento del “rappresentante dei Comitati territoriali ambientalisti”. “ Ecco, vedete?, vi abbiamo contemplato. Vedete?, vi facciamo partecipare – dichiarano gli Attivisti – Questo sembrano dire. Il duro lavoro per non far calare l’attenzione sulla megadiscarica Martucci, portato avanti con sacrificio in questi lunghi mesi dai comitati cittadini, non può rischiare di esser trasformato in “farsa” dalla politica, con un coinvolgimento di facciata e superficiale. Invitiamo l’ass. Nicastro – concludono i 5 Stelle – alla costituzione di un vero “Comitato Tecnico-Scientifico” che collabori anche con le forze dell’ordine e che sia costituito da esperti, professionisti, uomini di scienza terzi. Speriamo che i comitati cittadini non cadano nella trappola qualunquista dell’Ass. Nicastro ”.
POLIGNANO: NUOVE VERITÀ SULLA MEGADISCARICA MARTUCCI AL CENTRO DELLA SETTIMANA EUROPEA PER LA RIDUZIONE DEI RIFIUTI
Alla SERR organizzata dall’associazione Polignano R-Evolution, che si terrà domenica 24 novembre, saranno presenti il prof. Santamaria e l’ex-operaio Domenico Lestingi
Per il secondo anno consecutivo, l’associazione Polignano R-Evolution organizza nel nostro paesino la “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti” (SERR). L’evento, che vedrà svolgere nelle piazze numerose attività di sensibilizzazione al tema rifiuti, si terrà domenica 24 novembre. In mattinata vi sarà l’esposizione in p.zza Trinità degli oggetti realizzati dai bambini durante il laboratorio di riciclo con la “Ludoteca Aurora” e la realizzazione di una compostiera. In serata a partire dalle ore 18.00, in piazza san Benedetto, dopo la proiezione di un video dell’Associazione Biologi pugliesi, comincerà il dibattito con gli esperti sul tema rifiuti, in particolare sul caso della megadiscarica in Contrada Martucci a Conversano, dove prenderanno parte il professor Pietro Santamaria, ricercatore del dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali dell’università di Bari e autore del libro “L’Ultimo chiuda la discarica”, e Domenico Lestingi, l’ex-operaio che ha portato alla luce lo scandalo della megadiscarica nonché candidato al premio Legambiente “Ambientalista dell’Anno 2013”. L’evento sarà anche l’occasione per rivelare le ultime scottanti scoperte sui tre lotti della megadiscarica Martucci, al centro della nuova interrogazione presentata dai deputati del M5S Giuseppe L’Abbate ed Emanuele Scagliusi (che parteciperanno al dibattito) che, si auspica, porti ad una svolta nella vicenda. In caso di pioggia il dibattito si terrà presso la sala conferenze del Comando dei Vigili. Per aggiornamenti seguite l’evento su facebook “ Settimana Europea per la Riduzione dei rifiuti 2013 – Polignano” oppure contattate l’associazione all’indirizzo polignanorevolution@gmail.com. Tutta la cittadinanza è invitata.