Beppe Grillo scomunica gli eretici del MoVimento 5 Stelle Sardegna
La Befana? Per i sardi cattivi, il carbone arriva già a Natale. La Sardegna è una terra meravigliosa ed eccelle in tanti campi. Purtroppo per i Sardi molti di queste sono eccellenze negative.
Niente paura, direbbe l’ottimista. Un problema si può sempre trasformare in opportunità. Tra queste opportunità ci sarebbe anche la possibilità di puntare a un piano energetico regionale, incentrato sull’obiettivo di sostituire nel tempo le attuali metodologie produttive obsolete e inquinanti, con metodi innovativi derivanti da una seria ricerca su fonti rinnovabili e non impattanti sull’ambiente.
Queste opportunità si chiamerebbero dunque Fiume Santo e Portovesme, ma la Regione che fa? Nel frattempo discute con i cinesi per incrementarne la produzione (evidentemente i polmoni dei residenti non sono ancora abbastanza saturi di polveri sottili e zolfo), poi con grande disinvoltura si accorda con il governo nazionale per avviare un progetto che finanzierà una futura centrale a carbone che nelle intenzioni iniziali era addirittura da 650 Mw ed ora non si sa ancora bene che potenza raggiungerà!
Ovviamente per arrivare all’obiettivo, che prevede una tappa intermedia attraverso la costruzione di un impianto pilota da 50 Mw, si sono inventati di tutto e di più, mascherando l’operazione dietro il paravento dei fondi Ner 300 (strumento finanziario Ue e Bei per lo sviluppo delle rinnovabili) che verranno usati per promuovere progetti di ricerca che l’Enea e la Sotacarbo hanno già attuato e concluso da tempo con successo.
Il primo riguarda la produzione energetica da carbone attraverso il processo di ossicombustione per il quale l’Enea ha già dimostrato la necessità di costosissime quantità di ossigeno (e quindi lo scarso interesse economico). E il secondo riguarda lo stoccaggio della CO2 nel sottosuolo (inquinante) che oltre ad essere costosissimo pare non sia nemmeno fattibile a causa delle caratteristiche geologiche e della vena carbonifera che va da Funtanamare a Nuraxi Figus.
Nell’attesa che qualcuno ci smentisca (con dati alla mano), M5S si chiede se vengano usati i fondi Ner 300 per uno scopo che non attiene al protocollo del bando in questione. Se così fosse spetterà alla Corte di Giustizia Ue pronunciarsi. E ricordando i tristi precedenti legati alle procedure di infrazione riguardanti il carbone del Sulcis, possiamo tranquillamente affermare che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Questi fondi sono destinati alla sperimentazione di stoccaggio della CO2 e, nel contempo, il bando proibisce che gli stessi vengano utilizzati per la ricerca sulla produzione energetica da fonti fossili.
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Se la Sardegna fosse un’isola senza energia, queste scelte squisitamente politiche resterebbero una sciocchezza, ma un po’ più giustificabile. Però i dati ufficiali Terna ci dicono che la nostra isoletta produce tanta energia da essere costretta ad esportarla al di là del mare, tenendosi in casa tutto il conseguente inquinamento. Queste centrali, sempre in crisi, producono per giunta anche un consistente numero di cassintegrati ed ex occupati.
Nell’attesa di conoscere il piano industriale e il piano energetico che hanno condotto a tali scelte, M5S si chiede come mai si voglia continuare a appoggiare iniziative senza futuro, spendendo fiumi di soldi pubblici sottratti a progetti realmente produttivi per creare (se va bene) al massimo 60 posti di lavoro e fregandosene altamente della sostenibilità ambientale.
Noi sappiamo che esistono altre strade che passano attraverso una seria programmazione economica ed energetica che si chiamano bonifiche ambientali, ricerca tecnologica finalizzata alla produzione manifatturiera, produzione energetica da rinnovabili non impattatanti e turismo ambientale (il nostro vero asso nella manica).
E i soldi? Quando si vuole, i soldi ci sono anche per sciocchezze come le centrali a carbone. Sorge il dubbio che per le cose serie e utili, invece, non si vogliano proprio trovare. E quindi che qualcuno tragga ottimi profitti da questo stato di cose.
Il M5S vuole vederci chiaro su questa ennesima beffa a danno dei sardi. Anche perché a pagarne le conseguenze non sono solo loro, ma tutti i cittadini italiani. E dunque il MoVimento ha chiesto conto al governo attraverso un’interrogazione parlamentare.
Andrea Vallascas, portavoce M5S Camera
Province: il Governo chiede aiuto ai 5 Stelle, ma è un bluff
Tutti i partiti si sono affannati, in campagna elettorale, a promettere l’abolizione delle Province per poi scoprire che non si può: occorre una modifica alla Costituzione. Così, intanto, il Governo vorrebbe svuotarle, farle diventare una scatola vuota, in attesa che si istituisca la commissione per le riforme costituzionali. Sì, proprio quella della deroga al 138 che dovrebbe ridisegnare l’assetto istituzionale dello Stato. Ed è difficile per il Governo, e la sua variopinta maggioranza, riuscire a tirare le fila. E che fa? Quatto quatto prende contatti col MoVimento 5 Stelle per avere una sponda, sapendo che noi siamo gli unici a volere realmente l’abrogazione.
D’accordo, si può fare – rispondono i deputati della commissione Affari Costituzionali – basta semplicemente seguire le regole: stralciare l’abolizione delle province dal pacchetto di riforme al vaglio dei “saggi”, approvarla in Parlamento e procedere alla riorganizzazione complessiva degli enti locali. La risposta del Governo è ovvia: “Giammai”.
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Per cui bisogna mettere in allerta i cittadini: il governo dirà di aver eliminato 4.500 posti di amministratori locali delle province. Non è vero. Si risparmieranno (forse) i gettoni di presenza ma tutto l’apparato delle Province rimarrà in piedi se non, addirittura, duplicato con l’istituzione delle “città metropolitane”. Le funzioni verranno raffazzonatamente distribuite tra ancora più uffici con ancora maggiore disorientamento dei cittadini e delle imprese.
Il M5S dice: abolire realmente, ora, le Province con la procedura costituzionale, e accorpare i comuni sotto i 5mila abitanti. Per farlo, incoraggiamo la fusione di comuni attraverso incentivi economici e l’esclusione per 5 anni dal patto di stabilità. L’incandidabilità (e innominabilità) per i responsabili di dissesto finanziario. Dirigenti società controllate a titolo gratuito. Così, per dirne qualcuna. Magari il Governo ci sente, oppure vuole solo i voti del M5S? (beppegrillo.it)
RAPINA LEGALIZZATA DI NATALE DEI CONTI IN BANCA
Aumento del 33%; una botta da 500 milioni l’anno, Sul quotidiano, Libero di oggi viene segnalato che l’imposta di bollo sui conti correnti è stata aumentata con la legge di Stabilità della modica percentuale del 33%:
Nel bel mezzo delle prossime vacanze di Natale, ci sarà il nuovo rincaro. Il giro di vite è previsto dalla legge di stabilità confezionata dal ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, col tacito assenso del premier, Enrico Letta. Secondo la relazione tecnica presentata al Senato, dove è ancora in discussione il testo della finanziaria, l’aumento del bollo dovrebbe assicurare un gettito aggiuntivo di oltre mezzo miliardo di euro l’anno. Tuttavia, la stangata alla fine della giostra, potrebbe essere ben più pesante. Ciò perché negli ultimi 12 mesi, le «riserve» delle famiglie e delle imprese sono cresciute di ben 64 miliardi di euro.
Popolo lucano buono solo a lamentarsi, Vince Pittella con il 59,60% secondo Di Maggio terzo M5S*. TUTTI GLI ELETTI
La maggioranza dei lucani, non partecipando a queste elezioni farsa, ha detto in modo chiaro e inquivocabile di essere SCHIFATA per personaggi, indagati, collusi, ladri, incapaci di gestire la cosa pubblica. Chiunque, con un minimo di dignità e di pudore, si metterebbe da solo fuori gioco, anziché attendere i risultati delle indagini giudiziarie o la rivolta, meno probabile, dei cittadini. Il partito vincente in queste elezioni è stato senza dubbio quello dell’astensionismo, oltre il 52 %non si è recato alle urne, questo è il primo dato clamoroso di questa tornata elettorale, e come dire che l’attuale presidente della regione Marcello Pittella è un presidente di minoranza. Il secondo dato e che Non è successo, Pedicini e il movimento cinque stelle si classificano terzi, al di sotto di tutte le previsioni , anche se ciò gli consente di eleggere due consiglieri, uno a Potenza e uno a Matera. Terza considerazione il metapontino elegge un solo candidato , Paolo Castelluccio visto che Bellitti (PD)è secondo solo per una manciati di voti Labriola (PD) terzo, Ripoli che si è piazzato primo in Realtà Italia, ma non ha il quorum per eleggere un consigliere.
Gli eletti sono 4 per il PD ,3 per la lista del presidente , 1 per Socialisti , Realta Italia e i Socialisti più due dal listino ed il presidente per un totale di 13 consiglieri
Per il centrodestra , gli eletti sono il candidato presidente 2 per PDL , 1 per Scelta Civica e Fratelli D’Italia e 1 UDC , poi viene cinque stelle con due consigieri e per finire 1 consigliere per Sinistra e Libertà.
ECCO I DATI COMUNE PER COMUNE:
PER LE PROSSIME ELEZIONI A SCADENZA NATURALE, SE, MOLTO PROBABILE NON PRIMA, A TUTTI QUELLI CHE SI SONO ASTENUTI AL VOTO, RICORDATEVI CHE AVETE FATTO PERDERE 5 ANNI DI SPERANZE DI CAMBIAMENTO IN UNA REGIONE GIA’ MARTORIATA PERSEGUITATA E DEPREDATA DALLE LOBBY INTERNAZIONALI, E FOTOGRAFATE QUESTA IMMAGINE NELLA SPERANZA CHE VI RIMANE IMPRESSO IL DANNO PROVOCATO:
Congresso Pd, Renzi vince fra gli iscritti e continua a trascurare i problemi di Firenze
Ottiene il 46,7%: nettamente staccato Cuperlo con il 38,4%. D’Alema lo insulta: “Ignorante e superficiale”. Crollo dei votanti: -35%
ROMA – E’ ufficiale: Matteo Renzi vince la sfida dei circoli con il 46,7% dei voti. Segue Gianni Cuperlo con il 38,4%, Pippo Civati con il 9,19% e Gianni Pittella con circa il 6%. Sulla competizione si era scatenata una guerra di cifre fra Renzi e Cuperlo che ora è cessata dopo la comunicazione dei dati ufficiali. I votanti sono stati poco meno di trecentomila, il 35% in meno rispetto allo stesso voto di 4 anni fa quando furono 460mila. Il partito ha perso così oltre 170mila potenziali votanti.
Ha scritto Renzi su Facebook: “E con ieri abbiamo chiuso la fase due del congresso, la selezione dei candidati dentro i circoli. Grazie! Essere nettamente in testa anche tra gli iscritti è un risultato che in molti non si aspettavano: bene così, avanti tutta fino alle primarie aperte e libere dell’8 dicembre”.
Cuperlo, comunque, è soddisfatto: ”A settembre i sondaggi mi davano al 5%, poi ho fatto un balzo ed ero al 14 ed invece ho preso il 40%”.
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Ieri Renzi a “Che tempo che fa” ha attaccato l’ex presidente del Consiglio Massimo D’Alema: “Pensa che se vinciamo noi distruggiamo la sinistra, dimenticando che l’hanno distrutta loro la sinistra. È la prima volta che D’Alema perde un congresso, lo voglio dire”. Questa mattina D’Alema ha risposto al sindaco di Firenze ad Agorà: “Renzi è ignorante e superficiale”. Per vedere cosa può essere il Pd sotto la sua guida occorre aspettare la “prova del budino, lo si scopre mangiandolo. Non ho cambiato idea su di lui, penso non sia adatto a fare il segretario del Pd”. Le idee nuove del sindaco di Firenze, secondo D’Alema sono poche: “Il vero cavallo di battaglia Renzi, che di idee nuove ne ha proposte pochissime, è continuare ad attaccare me. Vorrei ricordargli che noi le elezioni le abbiamo vinte due volte nel corso di questi anni e abbiamo portato la sinistra italiana per la prima volta nella sua storia al governo del paese”. Fonte
Basilicata, elettori si ribellano a colpi di scontrini nelle schede
Basilicata, la sfiducia degli elettori si ribellano a colpi di scontrini nelle schede: numerosi scontrini sono stati trovati durante lo spoglio, un segno di protesta, ribellione e vendetta per ricordare l’inchiesta rimborsopoli, che ha coinvolto decine di amministratori e consiglieri regionali. Consiglieri e assessori correggevano gli scontrini per farsi accreditare un rimborso maggiore: prendevano da terra lo scontrino di un ristorante, un conto da 62 euro, per esempio. Aggiungevano a penna davanti a quel numero un 1?, ed ecco che la ricevuta si trasforma in 162 euro. L’inchiesta portò alle dimissioni del presidente Pd Vito De Filippo e le conseguenti elezioni anticipate. Gli scrutatori li hanno trovati in alcune sezioni del centro storico di Potenza, nel corso dello spoglio per le elezioni Regionali in Basilicata. Su altre schede gli elettori hanno scritto insulti (”ladri” la parola più gettonata) oppure frasi come ”prima il lavoro e poi il voto”.
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Solo due le sezioni scrutinate finora sulle 681 totali. Ma se diventasse un abitudine degli elettori? Ipotesi non del tutto campata in aria, visto e considerato che tutti i consigli regionali d’Italia sono stati investiti da analoghe inchieste su spese immotivate e spropositate da parte di tutti i gruppi consiliari. Gli scontrini potrebbero divenire il simbolo dell’elettore stanco del magna magna. Fonte
UN PAESE SENZA FUTURO – I DIRIGENTI DI PALAZZO CHIGI INTASCANO 30MILA EURO IN PIU’ PERCHE’ SANNO INVIARE LE E MAIL
Alla faccia degli sprechi. I dirigenti di prima fascia della presidenza del Consiglio hanno ricevuto un premio da trenta mila euro. Nel 2011 il bonus è spettato al 98% dei funzionari più alti di Palazzo Chigi e nel 2012 al 99% dei dirigenti. Solo per avere inviato mail…
Non bastano di certo i 188mila euro l’anno di stipendio ai 104 dirigenti di prima fascia della presidenza del consiglio – Tutti infatti agguantano anche il “premio” per aver centrato gli obiettivi: altri 30mila euro! – E la “grande impresa” è che riescono a inviare le e mai.
L’efficienza è massima, a giudicare dai risultati. Due anni fa il 98% dei dirigenti di prima fascia della Presidenza del Consiglio ha conseguito il premio di rendimento: una somma che in genere varia fra i 26.600 euro e i 31.600. L’anno successivo, la situazione è migliorata ancora: il bonus per aver centrato gli obiettivi è andato al 99% dei più alti funzionari di Palazzo Chigi.
GLI esempi sporadici di mancato versamento della cosiddetta “reditribuzione di risultato” riguardano in realtà quasi solo dirigenti spostati da altre amministrazioni, da cui continuano a ricevere lo stipendio. Per gli altri invece il bonus va a rafforzare un compenso che in media, per i 104 dirigenti di prima fascia di Palazzo Chigi, vale 188 mila euro. Qualcosa però sta per cambiare.
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La presidenza del Consiglio ha fatto sapere venerdì che rivedrà gli obiettivi sui quali i funzionari vengono premiati. In realtà è stato solo l’annuncio di un annuncio, perché i contenuti non sono stati resi noti: ci sta lavorando Alessandra Gasparri, capo dipartimento per l’ufficio del controllo interno. Per ora si sa solo che la pianificazione dei bonus sarà “collegata in maniera stringente al ciclo di bilancio” (dal che si apprende che finora, chissà perché, non lo era). Palazzo Chigi spiega poi che ci saranno criteri “oggettivi” per i premi.
Se è un’ammissione implicita che finora sono stati dati sulla base di criteri poco chiari, c’è da capirlo. Per l’anno 2013 per esempio, i parametri sono elencati in una “direttiva generale” di 102 pagine. Peccato però che alla lunghezza non corrisponda pari precisione. La direttiva elenca sì quattro “aree strategiche” per giudicare il lavoro dei grand commis del premier: «Impegno per il contenimento della spesa» (non compare la parola “riduzione”), «per la crescita della produttività», «per la buona amministrazione» e «per la qualificazione delle competenze».
Ma in cento pagine non un solo obiettivo risulta misurabile. Passi per l’oscuro proposito di «riorganizzare e reingegnerizzare i processi di lavoro e creare interscambiabilità di talune attività di supporto» (punto 2.1). E passi anche il «miglioramento della qualità delle attività dell’Amministrazione nel contesto internazionale» (obiettivo 4.1). Ma che dire di certe strategie per la “produttività”? Il punto 2.3 per esempio prevede il «miglioramento dell’organizzazione del lavoro, riduzione dei tempi di lavorazione e diminuzione del flusso cartaceo».
Forse si poteva scrivere lo stesso concetto anche più in fretta, ma il punto 2.4 chiarisce tutto: «Ampliamento dell’uso delle tecnologie della comunicazione ». Due articoli, in verità rivolti a uffici diversi, che in sostanza dicono: bonus ai dirigenti se mandano meno lettere e più email. Ed è vero che Palazzo Chigi non mira al profitto come un’impresa. Ma chi immagina i manager di Fiat, Unicredit o anche di gruppi controllati dallo Stato come Eni e Enel prendere soldi perché mandano più messaggi su Windows, Skype o Whattsapp?
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A ruota, fra i criteri, nel campo “buona amministrazione” segue un obiettivo rivelatore: «Riconoscere e valorizzare le capacità individuali dei dirigenti». A qualcuno parrà la
scoperta dell’acqua calda: in qualunque organizzazione che desideri sopravvivere, promuovere chi vale davvero è normale. Il fatto stesso di offrire un premio a chi lo fa, neanche fosse la taglia su un pericoloso fuggitivo, fa pensare che a Palazzo Chigi praticare la meritocrazia resti un evento eccezionale e come tale da remunerare. Impressioni senz’altro errate. Stranezze che ora – sembra – si risolveranno. Sarebbe forse troppo legare i premi dei dirigenti alla liquidazione dei 90 miliardi di debiti arretrati dello Stato alle imprese o della cassa integrazione ai 350 mila a cui è stata assegnata, ma non pagata.
Resta però un punto: questa sarà l’autoriforma di un’amministrazione che sceglie di farla. Ma Palazzo Chigi è solo la punta dell’iceberg di centinaia di burocrazie decentrate dove i premi ai dirigenti vengono concessi in base a “risultati” anche più vaghi e autoreferenziali. A giudicare dai bonus di rendimento, l’Italia ha l’amministrazione migliore d’Europa. Forse è tempo di chiederle di più. Fonte: Republlica.it
MILANO EXPO 2015: super consulenze e compensi d’oro
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“Abbiamo recuperato il bilancio della società gestore dell’Expo, soci lo Stato (40%), Regione Lombardia (20%), Comune di Milano (20%), Provincia di Milano (10%) e Camera di Commercio di Milano (10%). Pesanti perdite, un numero di dirigenti spropositato, consulenze esterne a carrettate, compensi esorbitanti. Un buco nero che ha già inglobato i 92 milioni versati dal solo Comune di Milano.
Fino al 31/12/2012 Expo SpA ha accumulato perdite per 25,4 milioni di euro, mantenendo un sufficiente patrimonio netto. Col bilancio 2013 sono previste ulteriori perdite per 42,4 milioni; inoltre, se come ormai certo la Provincia limiterà in modo poco più che simbolico i suoi prossimi contributi, si creerà un ulteriore buco di 60 milioni di euro. 21 dirigenti dirigono 34 quadri e 61 impiegati, con il rapporto record di 1 dirigente ogni 4,5 sottoposti. Su 8,39 milioni di costo del personale, i primi 10 megadirigenti costano 2,31 milioni di euro; il resto dei dirigenti 1,77 milioni, e i quadri a 2,32 milioni. In pratica tra dirigenti e quadri si spende il 76% del costo di tutto il personale dipendente. Expo SpA dovrebbe disporre di tutte le risorse necessarie per lo svolgimento dei propri compiti, invece nel solo 2012 ha commissionato consulenze esterne per ben 4,99 milioni di euro. I compensi d’oro oltre i limiti (circa 294mila euro lordi) del decreto “Salva Italia“: 405.000 euro il compenso dell’Amministratore Delegato, 349.252 per il Direttore Generale. Sull’esercizio 2012, nonostante la perdita, a dirigenti e quadri sono stati erogati bonus pari fino al 25% della loro retribuzione annua lorda. Continueremo la nostra investigazione e controinformazione, affinché la collettività possa reagire ed esercitare tutta la pressione possibile per cercare di limitare i danni.” M5S Milano
Il denaro non esiste – Massimo Fini
“Il denaro favorisce quei soggetti che avendone capito profondamente l’essenza lo sanno maneggiare, e sono i grandi finanzieri, ma la gente comune non sa, non solo, si fa totalmente ingannare, il risparmiatore è la vittima designata del sistema del denaro, perché finanzia attraverso le banche i ricchi perché diventino sempre più ricchi, se le cose a costoro vanno bene tanto meglio per i ricchi, se vanno male la cosa cade sulla testa dei risparmiatori. In qualche forma la rapina del cosiddetto risparmio avviene già, perché o è l’inflazione o il fatto che a un certo punto vieni tassato, il risparmiatore non può uscirne”. Il Passaparola di Massimo Fini, giornalista e scrittore. Il denaro ha quattro funzioni: intermediario dello scambio, misura del valore, mezzo di pagamento, deposito di ricchezza. Sulle prime tre non c’è niente da dire. Sulla quarta invece sì, perché il denaro non è ricchezza, non la rappresenta. Il denaro in se stesso che cos’è? È, nella sua essenza, futuro, proiezione verso il futuro, una scommessa sul futuro, una rappresentazione del futuro.
Naturalmente se il futuro è a breve è chiaro che se ho 100 Euro, posso pensare che con questi 100 Euro qualcuno mi darà qualcosa in cambio, ma se assume invece forme colossali, come è oggi, questa proiezione è così enorme da proiettarci verso epoche talmente lontane, il denaro è allora in realtà inesistente. Il denaro che c’è nel mondo, in tutte le forme, azioni, obbligazioni, crediti di qualunque tipo, fatto 100 questa quantità di denaro con l’1% compri tutti i beni e i servizi del mondo, il 99% che cos’è? Non è nulla, se non una folle proiezione.
Il denaro nella sua prima forma appare in Lidia, nell’ambito della cultura greca intorno al tremila avanti Cristo, lì inizia la storia del denaro, inizialmente è un intermediario nello scambio per evitare le triangolazioni del baratto, che sono faticose. C’è un geroglifico nelle piramidi egiziane dove uno per avere una focaccia deve prima andare da un altro, perché quello che ha lui non interessa a quello che ha la focaccia, e quindi fare una triangolazione. E sostanzialmente così resta per molto tempo, un utile mezzo di scambio.
Poi il denaro prende invece la forma di fine, non più di mezzo e diventa protagonista del sistema. Con la rivoluzione industriale diventerà fondamentale, perché come dice Adam Smith è “la tecnica che unisce tutte le tecniche”, è ciò che permette questo tipo di sistema che abbiamo oggi e, piano a piano, si smaterializza, si svincola dal supporto materiale, prima c’è la banconota, che Adam Smith considera una invenzione pari a quella della macchina a vapore e poi diventa virtuale. Questo ha alcune conseguenze, questa smaterializzazione del denaro dalla moneta fisica e la sua finanziarizzazione. Oggi ci sono i derivati e le opzioni si moltiplica il denaro esistente in modo enorme, perché sono scommesse su scommesse su scommesse. Si parte da un’azione di una azienda a una scommessa su quanto varrà questa azione due mesi dopo e poi una scommessa su questa scommessa. Insomma è un moltiplicatore di denaro, motivo per cui c’è questa bolla enorme che prima o poi ci ricadrà addosso. Ci ricadrà addosso anche per una ragione più di fondo, perché il nostro modello di sviluppo è basato sulle crescite esponenziali, che esistono in matematica ma non in natura, per cui a un certo punto tu arrivi a un limite e noi siamo molto vicini a questo limite. Non possiamo più crescere e chiunque parla di crescita mente sapendo di mentire. E’ come una potentissima macchina che partendo dalla rivoluzione industriale ha corso velocissima in questi due secoli e mezzo e adesso si trova davanti a un muro e continua a dare di gas e naturalmente a un certo punto fonde.
Ragionevolmente bisognerebbe fare qualche passo indietro. Le correnti di pensiero che si sono occupate di queste cose, soprattutto americane, perché essendo gli Stati Uniti la punta di lancio del modello sono anche quelli che esprimono per primi gli anticorpi, anche se sono pensieri di nicchia, ma non sottovalutati. In America, parlano di un ritorno graduale, ragionato a forme di auto-produzione e autoconsumo che passi attraverso il recupero della terra e il ridimensionamento drastico dell’apparato industriale finanziario.
Se tu hai autoproduzione e autoconsumo non hai bisogno di denaro, quando si dice che certi Paesi vivono poveramente perché hanno il reddito pro capite due dollari al mese, bisogna vedere, perché può essere che neanche quei due dollari gli servano, se sono autosufficienti.
Lo dice molto bene, devo dire, Ta-Tanka I-Yotank , il vecchio Toro Seduto a fine Ottocento “Quando avrete abbattuto l’ultimo bisonte, tagliato l’ultimo albero, prosciugato l’ultimo fiume vi renderete conto che non potrete mangiare il denaro accumulato nelle vostre banche”.
Viviamo in un mondo che è folle, continua a girare, ma non per molto. I tempi non li so calcolare, i tempi sono importanti, perché se il crack, il crollo, il sistema del denaro, che è inevitabile, avviene tra 10 anni è una cosa e ti può interessare, se avviene tra 50 anni è un’altra. Comunque al momento del crollo del sistema del denaro, ti fermerai da un benzinaio e dirai “Mi dia 60 Euro di benzina” e quello ti dirà “Che Euro ?… mi dia piuttosto una gallina e due uova”.
Andrebbe assolutamente rivalorizzata l’agricoltura, perché in realtà la prima esigenza dell’uomo è il cibo, invece l’agricoltura viene marginalizzata! Questa era stata una intuizione del fascismo, molto demonizzata, ma in realtà la terra è fondamentale, e noi non la stiamo distruggendo semplicemente dal punto di vista ecologico, ma dal punto di vista della sua produttività. Prima della rivoluzione industriale c’era l’abitudine del maggese, una parte della terra la facevi riposare. Adesso invece la si sfrutta a sangue e a un certo punto la terra diventa totalmente improduttiva.
Il popolo ha sempre avuto una estrema diffidenza nei confronti del denaro. Voglio fare prima un esempio che riguarda l’Africa esposto in un libro che mi è costato molta fatica: “Il denaro, sterco del demonio”, sterco del demonio sono parole di Martin Lutero.Quando i colonialisti arrivarono in Africa i neri non volevano saperne di denaro, loro vivevano di autoproduzione e di baratto e allora che cosa fecero? Imposero una tassa su ogni capanna, per cui questi dovevano procurarsi un surplus, e lì inizia la storia dello scambio attraverso il denaro e non più attraverso un baratto.
C’è una bella poesia di un poeta africano che dice “Ah che bello il tempo quando se io avevo sale e tu pepe io ti davo sale e tu pepe senza stare a pensare se il sale valeva più del pepe o il pepe più del sale”.
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Il denaro favorisce quei soggetti che avendone capito profondamente l’essenza lo sanno maneggiare, e sono i grandi finanzieri, ma la gente comune non sa, non solo, si fa totalmente ingannare, il risparmiatore è la vittima designata del sistema del denaro, perché finanzia attraverso le banche i ricchi perché diventino sempre più ricchi, se le cose a costoro vanno bene tanto meglio per i ricchi, se vanno male la cosa cade sulla testa dei risparmiatori. In qualche forma la rapina del cosiddetto risparmio avviene già, perché o è l’inflazione o il fatto che a un certo punto vieni tassato, il risparmiatore non può uscirne.
Schiavi del meccanismo ormai siamo praticamente tutti, nel senso che questo treno è lanciato a mille all’ora, i finanzieri e compagnia bella sono le mosche cocchiere, ma non è che guidano il treno, il treno andrà a schiantarsi e travolgerà anche loro.
Non c’è qualcuno alla guida di questo treno, è un meccanismo che si autoriproduce, autopotenzia e che indebolisce l’uomo, più si indebolisce e più diventa prigioniero del meccanismo.
Questo me l’ha confermato Rubbia, uno scienziato positivista, quando gli ho fatto questo esempio ha ammesso che è così, che il treno è lanciato a mille all’ora e che noi non sappiamo se anche fermandolo adesso non abbiamo già superato il punto di non ritorno e quindi andiamo a schiantarci contro la montagna. Fuori di metafora verso quel momento in cui crollerà questo tipo di mondo e di sistema.
E’ chiaro che l’Occidente pur di salvarsi scatenerà guerre, ma si salveranno coloro che saranno fuori da questo tipo di logica, pochissime società marginali, autosufficienti.
In guerra si vede bene. La città diventa il luogo della prigionia e in campagna tu puoi autosostentarti. Una mucca può perdere anche un po’ di valore, ma continua comunque a brucare e trasformare in latte, a cagare come Dio comanda. Non può mai azzerarsi il valore di una mucca. Il denaro può azzerarsi totalmente in qualsiasi momento, si è visto in alcune crisi famose, il denaro non valeva più niente,la crisi di Weimar: un francobollo costava quattro miliardi di marchi! Il Messico doveva 50 miliardi ai Paesi industrializzati e era sull’orlo della bancarotta, la bancarotta in realtà fa più male al creditore che al debitore, cosa fecero? Prestarono al Messico 50 miliardi di dollari perché potesse restituire 50 miliardi di dollari.
Questa cosa sembra non avere nessuna logica. Se io ti devo 100 Euro e tu mi dai 100 Euro perché ti restituisca i 100 Euro non è logico. Nel sistema globale ha una sua logica, perché in questo modo tu tieni agganciato il Messico, quindi continui a vendergli Coca Cole e altre stronzate di questo genere. Nel 2008 la crisi subprime come è stata risolta? Gli americani hanno tirato fuori tre trilioni di dollari che o li avevano prima, e non si capisce perché non li avessero usati, o se li sono stampati e a che cosa corrispondono? A niente! Servono per mandare avanti ancora per un po’ il sistema, ma in realtà creano una bolla speculativa che ricadrà addosso a loro, agli europei, a tutti quanti.
Più o meno tutti i Paesi hanno reagito in questo modo, immettendo altro denaro non esistente sperando che il cavallo già dopato faccia ancora qualche passo avanti, ma prima o poi crolla per eccesso di overdose
Il lavoro diventa un valore con la rivoluzione industriale, sia da parte marxista che liberista, per Marx l’essenza è il valore e per i liberisti è quel fattore che combinandosi con il capitale dà il plusvalore, ma prima il lavoro non era affatto un lavoro, era uno spiacevole sudore della fronte. Non era proprio lavoro, ma mestiere, che è una cosa diversa, comunque la gente lavorava per quanto gli bastava, il resto è vita! Noi oggi invece siamo tutti degli schiavi salariati costretti a lavorare, sotto un qualche padrone. Che in questo caso è l’imprenditore, che a sua volta è schiavo di certe dinamiche, ma l’essere usciti in questo modo clamoroso dalla autoproduzione e autoconsumo per creare questo mondo così complesso alla fine si è rivelata una scommessa perdente.
La ribellione di Grillo e compagni parte da alcune cose molto pratiche, ma al fondo va oltre il concetto di destra e sinistra e anche oltre il concetto appunto del lavoro come valore assoluto, pare che sia una frase che Grillo ha detto, dove metteva in dubbio il valore assoluto del lavoro.
La rendita è in se parassitaria, perché è denaro fatto su altro denaro, cioè è un nulla fatto sul nulla, che poi si materializza, nel senso che poi tu compri una cosa magari, ma di fondo nel complesso mortifica tutti gli altri. A lungo termine questo crea una bolla speculativa che prima o poi ti cade addosso, in modo drammatico, perché è quello che succede a tutti i sistemi totalitari e totalizzanti a un certo punto. L’impero romano aveva appena finito di conquistare tutto il mondo conosciuto che implose su se stesso, qui accadrà la stessa cosa, solo che l’impero romano era uno sputo nel vasto mondo di allora, qui il sistema si pone come planetario, quindi il crollo quando sarà planetario e provocherà sconvolgimenti straordinari. Noi ci stiamo, si dice, risollevando dalla crisi, ma in realtà l’occupazione diminuisce. E allora dove ci stiamo risollevando? Ci stiamo risollevando a danno delle persone, e del resto tutte le volte che in America una grande multinazionale dice che i suoi profitti sono aumentati. ma contemporaneamente hai il licenziamento di decine di migliaia di lavoratori, allora il meccanismo è fatto per noi uomini o per altro?
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Il progresso si è trasformato in uno straordinario regresso dal punto di vista umano. L’unico Dio veramente condiviso è il Dio quattrino e tutti gli altri valori sono spariti, lo vediamo, chi ha vissuto come me da anni appunto in questo Paese sa che alcuni valori pre-politici, come onestà, lealtà, dignità, esistevano anche nel nostro sciagurato Paese, negli anni ‘50 era così, l’onestà era un valore per tutti, per la borghesia, se non altro perché dava credito, nel mondo contadino lo sanno tutti, se tu violavi la stretta di mano eri emarginato e anche per il mondo proletario.
Tutti questi valori il benessere li ha cancellati. Ecco perché ho scritto un pezzo che ha suscitato molte polemiche, dico a noi occorrerebbe una guerra, non quelle che facciamo sugli altri, ma quelle da subire, perché almeno ci ridarebbero una scala di valori, ciò che è importante e ciò che non è importante..
Bisognerebbe ritornare all’essenziale, senza esagerare. Queste teorie americane, del neo comunitarismo, del bioregionalismo, non è che pretendano che si ritorni all’età delle caverne e neanche al medioevo, però non abbiamo bisogno ancora di ingozzarci di beni.
Quando trionfa in questo modo il principio individualistico la comunità si spezza. Fonte: beppegrillo.it