30Mag, 2013
I parlamentari e la polizza da mezzo milione di euro
Altro vizietto della Casta scoperto dai parlamentari del
Movimento 5 Stelle alla Camera. Si tratta della polizza sulla vita stipulata con una convenzione dai vertici di Montecitorio con Ina Assitalia e Fondiaria Sai e che, in caso di morte dei deputati in carica, paga agli eredi cifre che vanno dai 258 mila euro previsti per gli eletti con oltre 66 anni di età fino agli oltre 516 mila euro per i più giovani con età inferiore ai 40 anni. Costo complessivo per la Camera, circa un milione di euro. «E’ un privilegio intollerabile, un servizio non necessario che va assolutamente cancellato», denuncia il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio che, insieme ad altri due colleghi del M5S, i segretari d’aula Riccardo Fraccaro e Claudia Mannino, ha chiesto con una lettera alla presidente Laura Boldrini di mettere la questione all’ordine del giorno del prossimo ufficio di presidenza. Per la precisione, risultano assicurati 630 deputati, 496 uomini e 134 donne. Le polizze dei primi costano 747.545 euro, quelle delle seconde 72.467 euro.
30Mag, 2013
Deputati Pd, Sel e Movimento 5 stelle insieme contro l’acquisto dei cacciabombardieri F-35
Oggi insieme a Pd e M5S abbiamo presentato alla Camera una mozione parlamentare per la cancellazione del programma F-35, già firmata da 158 deputati. L’impegno per i 90 caccia è di 12,9 miliardi di euro, 4 miliardi solo per il 2013. La stessa somma può essere usata per abolire l’Imu sulla prima casa, mettere in sicurezza 8mila scuole, realizzare 3mila asili nido, garantire metà dei costi del reddito di cittadinanza. Di fronte alla crisi è una scelta folle e insensata. Chiediamo un gesto di responsabilità: possiamo fare a meno dei caccia ma non di ospedali che funzionano, scuole di qualità o della lotta alla disoccupazione giovanile. Giulio Marcon, Deputato SEL
30Mag, 2013
“Franca Rame, attrice-agitatrice che portò il fanatismo in scena È morta ieri a Milano l’attrice e pasionaria Femminista convinta, è stata per decenni bandiera delle lotte utopistiche ed estremiste“.
E neanche la RAI risparmia commenti poco attinenti a una grande attrice quale è stata sentite questo servizio del TG2, “finche il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata” l’Italia intera è bellissima e con ideali d’onestà, FINCHE’ non viene sequestrata e stuprata da questa informazione e da questi politici! Vergogna!”
Il Giornale di SALLUSTI, offende la memoria di Franca Rame
Il Giornale di SALLUSTI, offende la memoria di Franca Rame,
Come avevano fatto per Don Gallo, i giornalisti di Berlusconi rincarano la dose
“Franca Rame, attrice-agitatrice che portò il fanatismo in scena È morta ieri a Milano l’attrice e pasionaria Femminista convinta, è stata per decenni bandiera delle lotte utopistiche ed estremiste“.
Dopo Don Gallo è il turno di Franca Rame. Così Il Giornale offende la memoria di una grandissima donna ed artista. Siamo senza parole
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================SPOT RAI=================
E neanche la RAI risparmia commenti poco attinenti a una grande attrice quale è stata sentite questo servizio del TG2, “finche il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata” l’Italia intera è bellissima e con ideali d’onestà, FINCHE’ non viene sequestrata e stuprata da questa informazione e da questi politici! Vergogna!”
ciò che più ci fa rabbrividire è la giustificazione neppure troppo velata degli stupratori, perché questo è stato fatto! Incolpare Franca Rame di “approfittare della propria bellezza fisica per imporre attenzione; finché il 9 marzo del 1973 fu sequestrata e stuprata” ci sembra del tutto inaccettabile. Tutto questo avveniva mentre alla camera si votava unanime contro il feminicidio.
30Mag, 2013
Letta: modifica Costituzione è riforma strutturale non più rinviabile, lo chiede la UE
BILDERBERG CHIAMA LETTA RISPONDE:
La crisi della politica che si è manifestata con l’astensionismo alle ultime elezioni amministrative e la raccomandazione della Ue di fare riforme strutturali devono spingere il Parlamento a modificare la Costituzione nel giro di 18 mesi per dare alle istituzioni una migliore capacità di prendere decisioni.
Lo ha detto il premier Enrico Letta al Senato, prima che l’aula approvasse una mozione della maggioranza per avviare l’iter delle riforme istituzionali.
“Non è vero che le riforme strutturali che l’Unione europea ci chiede di fare nel giorno in cui l’Italia esce dalla procedura per deficit eccessivo riguardano solo la materia economica e finanziaria. Riguardano anche le istituzioni che non sono capaci di decidere“, ha detto Letta nel suo discorso.
La revisione della Costituzione dovrà essere portata a termine dal Parlamento in 18 mesi, al termine dei quali il risultato sarà sottoposto a referendum popolare, ha proseguito Letta. E’ urgente riformare le istituzioni, perché “c’è un drammatico distacco dei cittadini dalla politica e la conferma si è avuta con il voto alle amministrative con quel drammatico campanello d’allarme della troppo bassa partecipazione al voto”.
Secondo Letta nel novero di questo pacchetto di riforme dovrà rientrare una nuova legge elettorale, da approvare in Parlamento con la più ampia maggioranza possibile, che, tuttavia, ad oggi non si è palesata, persistendo le differenze tra le forze di maggioranza su come modificare il “porcellum”.
La mozione, non vincolante, approvata oggi al Senato impegna il governo ad approvare entro il giugno 2013 un disegno di legge costituzionale che preveda una procedura accelerata di revisione della Carta con l’istituzione di un comitato di 20 deputati e 20 senatori a cui affidare la redazione delle modifiche. reuters.
Fonte: imolaoggi.it
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30Mag, 2013
Voto unanime contro il femminicidio
L’Aula di Montecitorio ieri in serata ha approvato all’unanimità la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere. Il testo passa ora all’esame del Senato. Al tema la Rai dedica oggi vari approfondimenti, a partire dalla partecipazione del presidente della Camera Laura Boldrini e del presidente della Rai Annamaria Tarantola a Uno Mattina. Dopo i tragici fatti dei giorni scorsi si tratta di un importante passo avanti per l’Italia, quinto Paese a ratificarla.
ROMA – Via libera all’unanimità alla Camera alla Convenzione di Istanbul. Ottantuno articoli per difendere le donne dalla violenza compresa quella domestica che tanto ha scosso l’Italia in questi ultimi anni. Si tratta del primo strumento di intervento internazionale che vedrà l’Italia, dopo il passaggio del senato, come la quinta nazione a dare il suo consenso a questo documento dopo Turchia, Montenegro, Albania e Portogallo. Consenso bipartisan tra i partiti al primo ok. È scattato anche il plauso del premier Enrico Letta, che parla di una “bella notizia”, e del presidente della Camera, Laura Boldrini (“è un segnale importante” dice).
Perché diventi operativa dovrà essere ratificata da almeno 10 Stati di cui 8 componenti del Consiglio d’Europa. La convenzione elenca,in dettaglio tutti i campi di intervento sottolineando che gli Stati dovranno adottare tutte le misure legislative e di altro tipo per esercitare la “debita diligenza nel prevenire,indagare,punire i responsabili e risarcire le vittime di atti di violenza commessi da soggetti non statali”. La convenzione sollecita l’adozione di “politiche sensibili al genere” e spiga che la sua validità si applica “a tutte le forme di violenza contro le donne, compresa la violenza domestica che colpisce le donne in maniera sproporzionata”. Il fine è chiaro:sanzionare “tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, sia nella vita privata”.
Quindi contrasto ad ogni forma di violenza,fisica e psicologica sulle donne; dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando al contempo ogni forma di discriminazione e promuovendo “la concreta parità tra i sessi, rafforzando l’autonomia e l’autodeterminazione delle donne”.
Tra gli obiettivi elencati dal Trattato anche quello di predisporre “un quadro globale di politiche e misure di protezione e di assistenza a favore di tutte le vittime di violenza contro le donne e di violenza domestica”; di “promuovere la cooperazione internazionale”; di “sostenere e assistere le organizzazioni e autorità incaricate dell’applicazione della legge in modo che possano collaborare efficacemente”.I Paesi che sottoscrivono la Convenzione “adottano le misure legislative e di altro tipo necessarie per promuovere e tutelare il diritto di tutti gli individui, e segnatamente delle donne, di vivere liberi dalla violenza, sia nella vita pubblica che privata”, e “condannano ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne”, adottando misure legislative e di altro tipo necessarie per prevenirla, inserendo in Costituzione e negli altri ordinamenti il principio della parità tra i sessi, garantendo “l’effettiva applicazione del principio”, vietando la discriminazione nei confronti delle donne e abrogando le leggi e le pratiche che discriminano le donne.
Le Nazioni che sottoscrivono il Trattato si impegnano inoltre a promuovere ed attuare “politiche efficaci volte a favorire la parità tra le donne e gli uomini e l’emancipazione e l’autodeterminazione delle donne”. Va inoltre sostenuto “a tutti i livelli” il lavoro delle Ong e delle donne e delle associazioni della società civile attive nella lotta alla violenza contro le donne. Rimane aperta la questione degli stanziamenti per sostenere tutta la serie di interventi che la convenzione delinea. La legge di ratifica,infatti, sottolinea che “le misure amministrative necessarie all’attuazione e all’esecuzione della Convenzione sono assicurate con le risorse umane,strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente”. Cioè senza ulteriori spese.
30Mag, 2013
Civati del PD sputtana il suo partito sulla legge elettorale
Riporto integralmente dal blog di Civati (www.ciwati.it), così da non inciampare in interpretazioni nè diffamazioni.
Gustatevi il suo ultimo post, a proposito del voto CONTRO l’abolizione del porcellum, per cambiare la legge elettorale, che invocano da mesi.
Ho votato contro me stesso
E contro la mozione Giachetti che avevo firmato e come me tanti altri. Il M5S ha votato a favore e il Pd ha fatto un altro errore madornale.
Nel gruppo avevamo votato a favore in trenta, gli altri hanno votato contro il ritorno al Mattarellum in ragione del percorso di riforme con il Pdl che prende il via oggi.
Ora, se ho votato come il gruppo chiedeva di fare in aula, non è in ragione di un’adesione al ripetuto richiamo all’ordine (di cui sono stati protagonisti tutti i leader), ma perché non conta proprio niente che dieci deputati del Pd votino una cosa diversa dal gruppo (limitandosi a non schiacciare il tastino, magari). Anzi. Fa solo più male.
La mozione, per via del fatto che il Pd non la vota, non passa. Punto (perché questo è il punto).
Questa volta, diversamente dalla settimana in cui abbiamo votato il governissimo (che avevamo vissuto alla rovescia, come sapete), ne abbiamo discusso e abbiamo deciso con un voto. Un voto che – per le sue proporzioni – rendeva impossibile l’approvazione della mozione in aula.
Purtroppo è da quel giorno in cui abbiamo scelto di fare tutte le cose che stiamo facendo da settimane (quello era il voto), che il nostro cammino è segnato. Se voti qualcosa in cui credi, rischi di far cadere il governo.
La contraddizione, come il peccato, è originaria. È il Pd che deve votare in modo diverso, tutto quanto.
E finché continuerà a votare contro se stesso (così almeno la penso, come sapete, ormai da settimane), ci sarà poco da fare, se non rimanerci male.
Nella foto sotto a lato, i voti contro l’abolizione del porcellum per tornare alla legge mattarellum.
Sentite invece cosa dice invece la finocchiaro, prima del voto, in questo video. Anna Finocchiaro, senatrice del Pd e Presidente della Commissione Affari costituzionali del Senato, ribadisce la necessità di abrogare il porcellum:”Dobbiamo assolutamente evitare di tornare a votare, tra poco o tra tanto, con la legge Calderoli. Io penso che questa scelta debba essere propedeutica a qualsiasi ragionamento sulle riforme”.
30Mag, 2013
2013. Inizia lo scioglimento dell’Arma dei Carabinieri
Sara’ sostituita dall’Eurogendfor. La dittatura europea ha il suo braccio armato!
L’Arma dei carabinieri, in osservanza del trattato di Velsen procede a tappe forzate al proprio smantellamento con la chiusura di numerosi reparti, sino all’inevitabile scioglimento dell’Arma.
La legge n.84 del 12 giugno 2010 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello.
La legge n.84 del 12 giugno 2010 riguarda direttamente l’Arma dei Carabinieri, che verrà assorbita nella Polizia di Stato, e questa degradata a polizia locale di secondo livello.
Allo stesso tempo, l’art.4 della medesima legge introduce i compiti dell’Eurogendfor.
Entro il 30 aprile quindi, nel quadro dei provvedimenti di razionalizzazione operati dal Comando Generale conseguentemente ai tagli imposti dal contenimento della spesa, saranno SOPPRESSE le aliquote Artificieri antisabotaggio dei comandi provinciali di Latina, Messina, Caltanissetta e Brindisi, nonché del Gruppo Operativo Calabria e dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sardegna.
Che cosa e’ l’Eurogendfor?
Si chiama Eurogendfor, Forza di Gendarmeria Europea,
risponde solo ad un comitato interministeriale,
gode di totale immunità internazionale, e da quest’anno soppianta la Polizia di Stato, relegata ad un ruolo secondario su base locale, mescolata alla bassa forza (sottufficiali) dell’Arma.
Torno sul tema dopo due anni per via della grande disattenzione sul controllo militare a carattere generale in atto nel vecchio continente.
risponde solo ad un comitato interministeriale,
gode di totale immunità internazionale, e da quest’anno soppianta la Polizia di Stato, relegata ad un ruolo secondario su base locale, mescolata alla bassa forza (sottufficiali) dell’Arma.
Torno sul tema dopo due anni per via della grande disattenzione sul controllo militare a carattere generale in atto nel vecchio continente.
Addio Europa sotto lo zio Sam.
“Occorre smettere di considerare la pace come una specie di diritto acquisito, garantito dall’articolo 11 della Costituzione, ma di fatto delegato ad altri. Occorre considerare le Forze Armate come strumenti di guerra anziché come mezzi indispensabili per qualsiasi pace possibile” parola del generale Carlo Jean, che nel 2003, a capo della Sogin, pretendeva di realizzare illegalmente a Scanzano Jonico il deposito unico di scorie atomiche.
Detto e fatto, grazie alla legge 84 del 14 maggio 2010, andata poi in vigore il 12 giugno 2010, votata anche dall’opposizione, e praticamente all’unanimità, ecco Eurogendfor (European Gendarmerie Force – EGF), ovvero, la Forza di Gendarmeria Europea, svincolata dal controllo parlamentare e giudiziario.
“Occorre smettere di considerare la pace come una specie di diritto acquisito, garantito dall’articolo 11 della Costituzione, ma di fatto delegato ad altri. Occorre considerare le Forze Armate come strumenti di guerra anziché come mezzi indispensabili per qualsiasi pace possibile” parola del generale Carlo Jean, che nel 2003, a capo della Sogin, pretendeva di realizzare illegalmente a Scanzano Jonico il deposito unico di scorie atomiche.
Detto e fatto, grazie alla legge 84 del 14 maggio 2010, andata poi in vigore il 12 giugno 2010, votata anche dall’opposizione, e praticamente all’unanimità, ecco Eurogendfor (European Gendarmerie Force – EGF), ovvero, la Forza di Gendarmeria Europea, svincolata dal controllo parlamentare e giudiziario.
Usa Ue.
Ora soppianta la Polizia di Stato, relegata ad un ruolo secondario su base locale, mescolata alla bassa forza (sottufficiali) dell’Arma. ’Fedeli nei secoli’ i sottufficiali e la truppa confluiranno nella PS, ormai degradata a polizia regionale di secondo livello. L’accordo, in base al Trattato di Velsen, è stato reso esecutivo dai Paesi che sono dotati di Polizie militari: Francia (Gendarmerie), Spagna (Guardia Civil), Portogallo (Guardia nacional), Olanda (Marechaussée) e per l’Italia, i Carabinieri. Romania e Lituania aderiranno a breve.
European Gendarmerie Force – All’articolo 3 si legge: «la forza di polizia multinazionale a statuto militare composta dal Quartier Generale permanente multinazionale, modulare e proiettabile con sede a Vicenza (Italia). Il ruolo e la struttura del QG permanente, nonché il suo coinvolgimento nelle operazioni saranno approvati dal CIMIN -ovvero- l’Alto Comitato Interministeriale. Costituisce l’organo decisionale che governa EUROGENDFOR».
Le caratteristiche portanti -definite dall’articolo 1– configurano la EGF come «una Forza di Gendarmeria Europea operativa, pre-organizzata, forte e spiegabile in tempi rapidi al fine di eseguire tutti i compiti di polizia nell’ambito delle operazioni di gestione delle crisi». SI SI AVETE LETTO BENE!!!
Al servizio di chi? L’articolo 5 recita: «EUROGENDFOR potrà essere messa a disposizione dell’Unione Europea (UE), delle Nazioni Unite (ONU), dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e di altre organizzazioni internazionali o coalizioni specifiche».
La Nato, vale a dire gli Usa, hanno voce in capitolo nell’ordinare le «missioni» per Eurogendfor.
A chi risponde? Un comitato interministeriale (CIMIN) con sede a Vicenza nella caserma carabinieri “Chinotto”, composto dai rappresentanti ministeriali dei Paesi aderenti (Difesa ed Esteri), esercita in esclusiva il «controllo politico» sulla nuova Polizia militare e decide di volta in volta le condizioni di ingaggio. L’EGF dipende solo dal CIMIN.
In altri termini: l’European Gendarmerie Force non risponde ad alcun Parlamento, nè nazionale nè europeo.
A chi risponde? Un comitato interministeriale (CIMIN) con sede a Vicenza nella caserma carabinieri “Chinotto”, composto dai rappresentanti ministeriali dei Paesi aderenti (Difesa ed Esteri), esercita in esclusiva il «controllo politico» sulla nuova Polizia militare e decide di volta in volta le condizioni di ingaggio. L’EGF dipende solo dal CIMIN.
In altri termini: l’European Gendarmerie Force non risponde ad alcun Parlamento, nè nazionale nè europeo.
Super polizia sovranazionale
Gode anche di una sorta di totale immunità internazionale.
Missioni e compiti? L’articolo 4 illustra un ampio spettro di attività: «EGF potrà essere utilizzato al fine di: condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici; formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali: formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione».
Missioni e compiti? L’articolo 4 illustra un ampio spettro di attività: «EGF potrà essere utilizzato al fine di: condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici; formare gli operatori di polizia secondo gli standard internazionali: formare gli istruttori, in particolare attraverso programmi di cooperazione».
A quali crisi si fa riferimento?
Si allude cripticamente a quelle inquadrate «nel quadro della dichiarazione di Petersberg». Scarne righe ufficiali avvertono che «Il Consiglio ministeriale della UEO, riunito a Petersberg, presso Bonn, approvò, il 19 giugno 1992, una Dichiarazione che individuava una serie di compiti, precedentemente attribuiti alla stessa UEO, da assegnare all’Unione Europea; le cosiddette ‘missioni di Petersberg’ sono le seguenti: missioni umanitarie o di evacuazione, missioni intese al mantenimento della pace, nonché le missioni costituite da forze di combattimento per la gestione di crisi, ivi comprese operazioni di ripristino della pace».
Si allude cripticamente a quelle inquadrate «nel quadro della dichiarazione di Petersberg». Scarne righe ufficiali avvertono che «Il Consiglio ministeriale della UEO, riunito a Petersberg, presso Bonn, approvò, il 19 giugno 1992, una Dichiarazione che individuava una serie di compiti, precedentemente attribuiti alla stessa UEO, da assegnare all’Unione Europea; le cosiddette ‘missioni di Petersberg’ sono le seguenti: missioni umanitarie o di evacuazione, missioni intese al mantenimento della pace, nonché le missioni costituite da forze di combattimento per la gestione di crisi, ivi comprese operazioni di ripristino della pace».
Prerogative
Nel trattato di Velsen si scopre che l’EGF gode di una totale immunità:
articolo 21) «Inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi»;
articolo 22) «Le proprietà e i capitali di EGF e i beni che sono stati messi a disposizione per scopi ufficiali, indipendentemente dalla loro ubicazione e dal loro detentore, saranno immuni da qualsiasi provvedimento esecutivo in vigore nel territorio delle Parti»;
articolo 23) «Le comunicazioni indirizzate ad EGF o da queste ricevute non possono essere oggetto di intercettazioni o interferenza»;
articolo 28) «i Paesi firmatari rinunciano a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni. L’indennizzo non verrà richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale di Eurogendfor»;
articolo 29) «gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in uno specifico caso collegato all’adempimento del loro servizio».
Per gli ufficiali, l’Arma aumenta il suo potere: dovrà rispondere solo al CIMIN (ovvero a ufficiali e rappresentanti del Ministero Esteri e Ministero Difesa); manterrà i suoi poteri in Italia e nel mondo godendo di privilegi impensabili in uno Stato di diritto, fino ad una totale immunità e insindacabilità.
articolo 21) «Inviolabilità dei locali, degli edifici e degli archivi»;
articolo 22) «Le proprietà e i capitali di EGF e i beni che sono stati messi a disposizione per scopi ufficiali, indipendentemente dalla loro ubicazione e dal loro detentore, saranno immuni da qualsiasi provvedimento esecutivo in vigore nel territorio delle Parti»;
articolo 23) «Le comunicazioni indirizzate ad EGF o da queste ricevute non possono essere oggetto di intercettazioni o interferenza»;
articolo 28) «i Paesi firmatari rinunciano a chiedere un indennizzo per danni procurati alle proprietà nel corso della preparazione o esecuzione delle operazioni. L’indennizzo non verrà richiesto neanche in caso di ferimento o decesso del personale di Eurogendfor»;
articolo 29) «gli appartenenti ad Eurogendfor non potranno subire procedimenti a loro carico a seguito di una sentenza emanata contro di loro, sia nello Stato ospitante che nel ricevente, in uno specifico caso collegato all’adempimento del loro servizio».
Per gli ufficiali, l’Arma aumenta il suo potere: dovrà rispondere solo al CIMIN (ovvero a ufficiali e rappresentanti del Ministero Esteri e Ministero Difesa); manterrà i suoi poteri in Italia e nel mondo godendo di privilegi impensabili in uno Stato di diritto, fino ad una totale immunità e insindacabilità.
SI SI AVETE LETTO BENE!!!
Sotto il profilo operativo, l’attività di EGF è assicurata dal comandante, attualmente il colonnello Jeorge Esteves. E
GF ha un bacino di capacità ad alta prontezza operativa, variabile a seconda dell’esigenza, che consente la possibile attivazione di 800 uomini e 2.300 di riserva entro 30 giorni.
L’EGF potrà operare in qualsiasi parte del globo terrestre, sostituirsi alle forze di Polizia locali, agire nella più totale immunità giudiziaria e al termine dell’ingaggio, dovrà rispondere delle sue azioni al solo comitato interno.
GF ha un bacino di capacità ad alta prontezza operativa, variabile a seconda dell’esigenza, che consente la possibile attivazione di 800 uomini e 2.300 di riserva entro 30 giorni.
L’EGF potrà operare in qualsiasi parte del globo terrestre, sostituirsi alle forze di Polizia locali, agire nella più totale immunità giudiziaria e al termine dell’ingaggio, dovrà rispondere delle sue azioni al solo comitato interno.
Nel 2010 la Camera ha approvato la «Ratifica ed esecuzione della Dichiarazione di intenti tra i Ministri della difesa di Francia, Italia, Olanda, Portogallo e Spagna relativa alla creazione di una Forza di gendarmeria europea, con Allegati, firmata a Noordwijk il 17 settembre 2004, e del Trattato tra il Regno di Spagna, la Repubblica francese, la Repubblica italiana, il Regno dei Paesi Bassi e la Repubblica portoghese per l’istituzione della Forza di gendarmeria europea, Eurogendfo, firmato a Velsen il 18 ottobre 2007». Presenti 443, Votanti 442, Astenuti 1, Maggioranza 222. Hanno votato sì 442. Nello stesso anno, anche il Senato ha approvato senza colpo ferire.
Per caso, qualche parlamentare ha letto i 47 articoli del Trattato?
Per caso, qualche parlamentare ha letto i 47 articoli del Trattato?
Anomalie
Innanzitutto la pregressa operatività.
La legge di ratifica risale al 14 maggio di due anni fa, mentre il quartiere generale è stato insediato a Vicenza nel 2006.
Anzi secondo il Ministero della Difesa “La EGF rappresenta un’iniziativa joint, nata nel 2003 in seno all’Unione Europea”. In effetti il bimestrale ufficiale del dicastero bellicco denominato Informazioni Della Difesa (nel n° 3 del 2010) attesta che “il 18 gennaio, la Presidenza del CIMIN ha incaricato il QGP di Vicenza di studiare un piano finanziario relativo alla potenziale missione. Il 2 febbraio il CIMIN ha proposto l’uso della forza in ambito MINUSTAH – Missions des Nationes Unies pour Stabilisation en Haiti.
L’8 febbraio, il CIMIN, con procedura elettronica, ha approvato la partecipazione della EGF alla missione”.
La legge di ratifica risale al 14 maggio di due anni fa, mentre il quartiere generale è stato insediato a Vicenza nel 2006.
Anzi secondo il Ministero della Difesa “La EGF rappresenta un’iniziativa joint, nata nel 2003 in seno all’Unione Europea”. In effetti il bimestrale ufficiale del dicastero bellicco denominato Informazioni Della Difesa (nel n° 3 del 2010) attesta che “il 18 gennaio, la Presidenza del CIMIN ha incaricato il QGP di Vicenza di studiare un piano finanziario relativo alla potenziale missione. Il 2 febbraio il CIMIN ha proposto l’uso della forza in ambito MINUSTAH – Missions des Nationes Unies pour Stabilisation en Haiti.
L’8 febbraio, il CIMIN, con procedura elettronica, ha approvato la partecipazione della EGF alla missione”.
Seconda incongruenza: la sede scelta per EGF: la caserma dei carabinieri ‘Generale Chinotto’, a Vicenza.
La medesima città è occupata dalla grande base militare Usa -in fase di ampliamento (Dal Molin) multiforme fuori e dentro l’area urbana- a disposizione soltanto del Pentagono, che vi mantiene un buon numero di testate nucleari (Site Pluto nel comune di Longare), “con i carabinieri di grado inferiore ignari dei pericoli ambientali e sanitari- usati alla stregua di cani da guardia” come affermano alcune fonti.
La medesima città è occupata dalla grande base militare Usa -in fase di ampliamento (Dal Molin) multiforme fuori e dentro l’area urbana- a disposizione soltanto del Pentagono, che vi mantiene un buon numero di testate nucleari (Site Pluto nel comune di Longare), “con i carabinieri di grado inferiore ignari dei pericoli ambientali e sanitari- usati alla stregua di cani da guardia” come affermano alcune fonti.
Dubbi e perplessità, ma anche considerazioni poco rassicuranti sulla Forza di Gendarmeria Europea sono stati espressi sia da addetti ai lavori, a cominciare dal Sindacato della Polizia, oltre che da storici e analisti.
Scarica il Trattato di Velsen del 18 ottobre 2007
Articolo di Gianni Lanes
Fonte
29Mag, 2013
Alemanno chiude cosi la campagna elettorale!
Alemanno in carrozzina con gli atleti Il sindaco di Roma, in corsa per la riconferma, chiude così la campagna elettorale
L’immagine, postata sulla pagina Facebook “Roma2013.it, Movimento Azzurri Italiani” era corredata da questo commento:
“Oggi ho fatto visita agli atleti della squadra di basket in carrozzina della Fondazione Santa Lucia di Roma in occasione dell’evento organizzato dal Movimento Azzurri italiani che ha voluto così festeggiare la chiusura della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali. Ho approfittato della loro accoglienza per fare qualche tiro a canestro insieme a questi ragazzi. Sono orgoglioso dei loro grandi risultati sportivi.”
“Oggi ho fatto visita agli atleti della squadra di basket in carrozzina della Fondazione Santa Lucia di Roma in occasione dell’evento organizzato dal Movimento Azzurri italiani che ha voluto così festeggiare la chiusura della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali. Ho approfittato della loro accoglienza per fare qualche tiro a canestro insieme a questi ragazzi. Sono orgoglioso dei loro grandi risultati sportivi.”
29Mag, 2013
QUELLO CHE TV E GIORNALI NON DICONO! LEGGETE
Il 4 aprile 2008 un lungo telegramma per Condi Rice partiva dall’ambasciata a Roma: raccontava un pranzo con l’attuale leader del Movimento 5 Stelle. Gli americani avevano capito il potenziale elettorale del comico e previsto in anticipo il suo successo.
La Stampa ha ottenuto, dagli archivi di Washington il documento MAURIZIO MOLINARI PAOLO MASTROLILLI NEW YORK Alle 11,12 del 4 aprile 2008 dall’ambasciata americana a Roma parte il telegramma intitolato «Pranzo con l’attivista italiano Beppe Grillo: “Nessuna speranza per l’Italia”. L’ossessione della corruzione». A firmarlo è Ronald Spogli, ambasciatore a Roma, e il destinatario è il segretario di Stato, Condoleezza Rice, a cui spiega in cinque pagine che Grillo è un «interlocutore credibile» nella comprensione del sistema politico italiano, grazie al fatto di essere «unico» per denuncia della corruzione nelle vita pubblica, ricorso al web e appello agli oppressi. Il documento è stato ottenuto da «La Stampa» nel rispetto delle norme del «Freedom of Information Act» e inizia con un preambolo in cui si presenta il «politico italiano Beppe Grillo» come «un comico divenuto attivista che durante un pranzo nella residenza del consigliere economico dell’ambasciata ha affermato: “Non c’è speranza per l’Italia”». Segue la descrizione di Grillo: «È un eccentrico, si appella agli oppressi d’Italia e così riesce a portare nelle piazze centinaia di migliaia di persone per protestare contro l’ordine costituito». Soprattutto «i suoi commenti risaltano per il contrasto con quelli dei nostri interlocutori tradizionali su economia, politica e in particolare sulla corruzione». La seconda parte del documento classificato «sensitive» include un approfondimento sul personaggio. «Giuseppe “Beppe” Grillo è un ex comico politicamente schietto che ha ottenuto una celebrità mondiale scorticando ogni giorno i politici italiani sul suo blog e organizzando con successo una manifestazione contro la corruzione nel governo alla quale lo scorso autunno hanno partecipato oltre 150 mila persone». L’accento viene messo sullo stile personale: «Grillo è brusco, perfino profano, ma le sue accuse dirette e spesso taglienti risaltano al contrasto con le analisi timide e indirette sulla corruzione che vengono dal mondo politico italiano». È a tali caratteristiche che il testo attribuisce la capacità di «galvanizzare una parte dell’opinione pubblica in genere silenziosa, convogliando la rabbia degli italiani verso la corruzione governativa più radicata e l’incapacità dell’élites di migliorare le condizioni del Paese» con la conseguenza di «aver creato un foro alternativo di discussione su questioni che non vengono affrontate dai maggiori media». Da qui la scelta di dedicare al tema della «Corruzione» la parte centrale del documento. «Grillo, 59 anni, ha una capigliatura selvaggia e un aspetto quasi da portuale ma è riuscito ad affermarsi negli ultimi dieci anni come un commentatore controcorrente sulla corruzione italiana, in particolare identificando i problemi contabili di Parmalat assai prima che i dettagli delle irregolarità finanziarie venissero scoperte». Tale precedente lo accredita agli occhi dell’ambasciata americana a Roma, che aggiunge: «Grillo ritiene che l’endemica corruzione nella classe politica italiana ha distrutto ogni speranza di migliorare le prospettive economiche nazionali» fino al punto che «l’unica soluzione è la rimozione di praticamente tutti i politici di destra e sinistra rimpiazzandoli con giovani che hanno meno legami con l’establishment e meno interesse nel mantenimento dello status quo». Ciò che colpisce il consigliere economico americano, che ha incontrato Grillo assieme ad altri funzionari dell’ambasciata, è che «descrive la corruzione come una procedura standard nell’attuale cultura politica italiana, ai suoi occhi i politici di destra e sinistra vogliono solo mantenere il potere, sono troppo vecchi, carenti di visione e capacità per migliorare le condizioni del Paese». La lotta alla corruzione è la chiave di lettura che consente di comprendere l’opposizione di Grillo a «energia nucleare, rigassificatori e inceneritori perché sarebbero tutti progetti destinati a enormi perdite di fondi pubblici a vantaggio di corruzione, mafia o entrambe». È tale battaglia che spinge l’estensore del documento a titolare il paragrafo sull’opposizione agli inceneritori in Campania: «Luddista, progressista o entrambi?». Facendo capire che il giudizio su tale posizione resta in sospeso. Riga dopo riga ci si accorge come il documento diplomatico Usa dà credito alle posizioni dell’ex comico: «Per Grillo il desiderio dei politici di mantenere il potere è l’elemento che spiega tutto, dalla manipolazione delle procedure amministrative alla collusione fra imprenditori e politici, alla tendenza dei maggiori mezzi di informazione a non dare risalto alle illegalità» fino ai politici che «non se ne vanno mai, neanche se incriminati o condannati come 24 degli attuali membri del Parlamento». Incalzato dalle domande e dalla curiosità dei diplomatici americani, Grillo fa delle previsioni che vengono fedelmente riportate in un sottocapitolo intitolato «La situazione peggiora». «Grillo ritiene che la corruzione dei politici di oggi è divenuta più sofisticata rispetto alle indagini dell’inizio degli anni Novanta, svolte da parte di Mani Pulite» fino al punto che «le tangenti rappresentano oggi un’ampia fetta degli appalti pubblici». Il richiamo a Tangentopoli lascia intendere che i diplomatici americani vedono un nesso storico fra le battaglie di Grillo e le indagini con cui Antonio Di Pietro diede vita al pool di Milano che portò al crollo della Prima Repubblica. Se allora l’impegno di Di Pietro riscosse l’attenzione dell’ambasciata in via Veneto – al punto che fu invitato a Washington e New York – ora c’è un parallelo interesse nei confronti di Grillo, badando alla sostanza di ciò che afferma più che al suo stile trasgressivo. «Grillo lamenta l’inefficacia delle agenzie governative, dei gruppi di cittadini e delle ong anti-corruzione, attribuendola al fatto che sono troppo piccole, limitate, locali per essere efficaci contro un fenomeno così vasto». A tali osservazioni uno dei diplomatici americani ribatte, «facendo notare a Grillo che il recente rapporto della Corte dei Conti sull’accresciuta corruzione non ha suscitato grande attenzione». La replica dell’ex comico è: «L’opinione pubblica è in stato comatoso». Da qui il messaggio che Grillo consegna agli interlocutori americani: «Tutti i partiti e politici italiani sono illegittimi», di «centro, destra o sinistra», perché «arresti, indagini e conflitti di interessi li rendono incapaci o inadatti» senza contare che il sistema elettorale «basato sulle liste impedisce ai cittadini di scegliere chi votare». La sua proposta è il «boicottaggio del sistema politico» e per questo «sul suo blog chiede di non partecipare le elezioni politiche del 13 e 14 aprile» ma gli interlocutori americani vedono «il possibile germe di un nuovo partito nella decisione di consentire a candidati indipendenti alle elezioni amministrative di usare il suo nome», sostenendoli poi con il blog a patto che abbiano i tre requisiti necessari: nessuna carica precedente, fedina penale pulita e disponibilità a pubblicare online tutte le attività e transazioni svolte dopo l’eventuale elezione. Nel 2008 il Movimento Cinque Stelle deve ancora nascere ma le dimensioni dell’impegno di Grillo sul web colpiscono l’ambasciata Usa. «Grillo è un grande sostenitore di Internet, il suo blog gli ha garantito una importante ribalta nazionale e internazionale – si legge nell’11° paragrafo – e lui vi vede un grande strumento per promuovere la trasparenza del governo» ritenendo che può «aiutare i cittadini a tenere d’occhio spese e attività dei politici locali» oltre al fatto di essere «il suo unico mezzo per organizzare eventi pubblici». Quando i diplomatici americani gli chiedono perché lo sviluppo di Internet in Italia segni il passo, Grillo risponde: «I grandi mezzi di comunicazione ne temono la concorrenza e i partiti politici non lo ritengono un mezzo sul quale investire». Sono gli ultimi tre paragrafi del documento, intitolato «Commento» ad essere l’espressione dell’opinione di Spogli, dando la misura delle valutazioni di Washington, dove George W. Bush sta concludendo il secondo mandato. «Bene informato, competente sulla tecnologia, provocatorio e grande intrattenitore, Grillo è unico, una voce solitaria nel panorama politico italiano» scrive Spogli, sottolineando come «la sua opposizione allo status quo politico lo ha portato ad essere un escluso dai media» visto che «nessuna tv pubblica o privata lo menziona» ma ciò non toglie che «ha un grande potere di attrazione» come dimostrato dal «Vaffa…Day». Sono «gli studenti, chi vive male e chi si sente ignorato dal sistema» a costituire «il nucleo dei sostenitori di Grillo» anche se «alcuni banchieri ammettono di esserne affascinati». «Alcune delle sue idee sono utopiche e irrealistiche – conclude Spogli – ma nonostante l’incoerenza della filosofia politica, la sua prospettiva dà voce a una parte dell’opinione pubblica che non trova espressione altrove». Da qui la conclusione: «La sua unica miscela di humour aggressivo sostenuto da statistiche e ricerche giuste quanto basta, ne fa un interlocutore credibile sul sistema politico italiano».
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