News Mondo. IRAN, doppio attacco a Tehran: spari in Parlamento e kamikaze nel mausoleo di Khomeini
07/06/2017 – Spari dentro il Parlamento iraniano. E, quasi contemporaneamente, un attacco al mausoleo dedicato all’ayatollah Ruhollah Khomeini, nella zona sud di Teheran, dove quattro terroristi – incluso un kamikaze – hanno portato il terrore tra i visitatori.
Secondo l’emittente locale Press Tv, un uomo ha aperto il fuoco all’interno del Parlamento uccidendo una guardia e ferendo almeno tre persone, per poi darsi alla fuga. Altre fonti parlano di tre assalitori e di una situazione ancora in corso, con la presa di ostaggi all’interno dell’Aula. L’uomo sarebbe poi fuggito e attualmente sarebbe in corso un’operazione per fermarlo.
Intanto, a sud di Teheran, è stata registrata un’altra sparatoria. Questa volta il teatro dell’attacco è il mausoleo dell’imam Khomeini, un’enorme struttura situata lungo la strada che conduce all’aeroporto internazionale, dove si venera la figura del fondatore della Repubblica Islamica dell’Iran, padre della rivoluzione. Qui i feriti, scrive la Fars, sarebbero almeno due. A entrare in azione, secondo le prime informazioni, sarebbe stato un commando composto da quattro terroristi, tra cui un attentatore suicida. – fonte
#Jordan Downgrades Ties with #Qatar , Asks Doha Envoy to Leave Ammanhttps://t.co/XQqTz9Kr31 pic.twitter.com/hp7P7Mr3MI
— Fars News Agency (@EnglishFars) 7 giugno 2017
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Beppe Grillo con i Cittadini al quartiere Tamburi, vicino l’Ilva a Taranto
07/06/2017 – “l’Ilva è come un dinosauro, una fabbrica grande con un cervello piccolo” miracoli non ne fa nessuno, ecco a cosa serve il Reddito di cittadinanza, migliaia di lavoratori sbattuti fuori da aziende che hanno fatto i porci comodi loro, per poi far ritrovare in mezzo a una strada,migliaia di famiglie senza alcun reddito…da ascoltare fino alla fine e condividere:
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Valeria Fedeli, la gaffe della ministra: bocciata in Storia
06/06/2017 – Gaffe pazzesca per Valeria Fedeli. La ministra dell’Istruzione con la finta laurea nel curriculum non ne azzecca una. Nel suo intervento del 27 maggio al Premio Cherasco Storia, riportato integralmente sul sito del Miur, la Fedeli afferma, proprio a proposito di Cherasco, che qui “nel 1631 venne firmata la Pace che concluse la guerra del Monferrato, durante la peste che fa da sfondo ai Promessi Sposi. È qui che più tardi, nel 1796, Napoleone impose a Vittorio Emanuele III l’armistizio con cui decretò la capitolazione Sabauda”.
Peccato che gli eventi cui la Fedeli fa riferimento, siano riconducibili a quasi un secolo dopo. Un semplice scivolone che non sarebbe tanto grave se a commetterlo non fosse stato il ministro della Scuola e in più in occasione del Premio Storia. Bocciata. – FONTE
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Riina, Gratteri: “E’ ancora attivo e comanda. Non deve uscire (VIDEO)
06/06/2017 – “Da quello che ho letto, Totò Riina è attivo e ancora manda messaggi all’esterno. Questi ancora comandano. Il rischio è che anche con un filo di voce o con la sola presenza fisica a casa può mandare un messaggio”.
Lo ha affermato il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri in merito alla sentenza della Cassazione secondo cui il capo dei capi di Cosa Nostra meriterebbe una “morte dignitosa”. Secondo il magistrato calabrese, come è avvenuto due anni quando Riina ha avuto un infarto, in carcere il boss sarebbe curato meglio che ai domiciliari.
Sentenze come questa, per Gratteri, “potrebbero turbare l’opinione pubblica e farle fare cattivi pensieri. Mi auguro che la stagione delle stragi sia finita, ma nel caso in cui dovesse succedere qualcosa, mi auguro che chi è a Roma stia a Roma e non partecipi ai funerali” VIDEO:
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Di Igor il Russo nessuna traccia. Clamorosa protesta a Budrio: vogliono eleggere sindaco Davide Fabbri
06/06/2017 – “Budrio chiede giustizia per Davide Fabbri”. A due mesi dall’omicidio del barista di Riccardina di Budrio da parte del killer ricercato Norbert Feher, alias Igor, il Comune alle porte di Bologna farà affiggere alcune locandine con questa frase, anche all’entrata del Municipio. “Un modo per ricordarlo nella ricorrenza della sua morte”, dice il sindaco Giulio Pierini.
Una protesta, clamorosa e drammatica, in grado di far tremare l’Italia. Domenica Budrio sceglie il suo sindaco e gli abitanti vogliono eleggere Davide Fabbri, il barista ucciso da Igor il Russo e rimasto senza giustizia. Il bandito serbo è in fuga da 2 mesi e nonostante l’imponente dispiegamento di forze tra esercito, carabinieri e polizia e la pianura emiliana tra Bologna e Ferrara setacciata senza sosta (costo: 200mila euro al giorno) non sembra imprendibile. “Serve una taglia.
Bisognava metterla subito. I delinquenti se lo sarebbero venduti subito. E invece…”, accusa Maria, la moglie di Fabbri. La rabbia nel paesino a pochi chilometri da Bologna è enorme, e anche per questo si sta facendo strada l’idea di un voto di protesta alle elezioni comunali. Gli inquirenti non mollano ancora: Norbert Feher, questo il vero nome di Igor, è ancora in questi luoghi, ma “a questo punto, forse, possiamo escludere che sia alla macchia. Qualcuno lo deve aiutare. Una donna, probabilmente”. Un italiano, quasi sicuramente, “qualcuno al di sopra di ogni sospetto, che non ha contatti con la malavita e riesce a non tradirsi”. – FONTE
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Non paghi la Multa? Fregato. Dal primo Luglio Equitalia preleva direttamente dal tuo conto corrente
06/06/2017 – Multe non pagate, dal 1 luglio Equitalia potrà prelevare la somma direttamente dal nostro conto corrente. L’unico aspetto positivo è che col nuovo sistema non arriveranno più a casa quelle mostruose cartelle esattoriali per cui ci trovavamo a sborsare centinaia e centinaia di euro per una multa non pagata da poche decine di euro. Ma la misura che entrerà in vigore dal prossimo 1 luglio è comunque l’ennesima intromissione del grande fratello fiscale nel nostro privato.
Perchè dal primo giorno del prossimo mese Equitalia sarà soppressa e confluirà nell’Agenzia delle Entrate, che diventerà anche ente riscossore. Il passaggio permetterà a Equitalia di attingere dalle varie banche dati a disposizione del Fisco, conti correnti compresi, potendo così attingere direttamente da quelli in caso di somme dovute e non corrisposte.
Il caso che più toccherà gli italiani sarà, probabilmente, quello delle multe per infrazioni al codice della strada: prima fra tutte il divieto di sosta. Il sistema attuale prevede che, una volta ricevuta una multa sul parabrezza, l’automobilista abbia cinque giorni per pagare la sanzione usufruendo del 30 per cento di sconto sulla somma prevista dal codice della strada. Trascorsi i 5 giorni, la somma da pagare torna quella intera. A casa dell’automobilista, tramite raccomandata, arriva il verbale, con la descrizione dell’infrazione e i bollettini per il pagamento da effettuare entro 60 giorni dalla notifica del verbale stesso.
Trascorsi i due mesi senza che il pagamento sia stato effettuato, la palla passa a Equitalia, che fino a ora inviava mesi e mesi dopo cartella esattoriale con tanto di penali, more e interessi che facevano lievitare in modo enorme la cifra dovuta. Dal 1 luglio, invece, Equitalia, attraverso l’Agenzia delle Entrate, potrà “entrare” direttamente nel conto corrente dell’automobilista insolvente e prelevargli da lì in modo forzoso la somma dovuta.
– FONTE
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Vergogna, la Cassazione apre ai domiciliari per Totò Riina: “Malato, deve morire sereno”
06/06/2017 – Valutare nuovamente se sussistano o meno i presupposti per concedere a Totò Riina il differimento della pena o gli arresti domiciliari per motivi di salute. È quanto ha disposto la Cassazione, che, accogliendo il ricorso presentato dalla difesa del boss di Cosa nostra, ha annullato con rinvio la decisione del tribunale di sorveglianza di Bologna che aveva detto ’no’ alla concessione di tali benefici penitenziari, nonostante le gravissime condizioni di salute in cui Riina versa da tempo.
Il giudice bolognese aveva ritenuto che le «pur gravi condizioni di salute del detenuto» non fossero tali da «rendere inefficace qualunque tipo di cure» anche con ricoveri in ospedale a Parma (nel cui penitenziario Riina è recluso al 41 bis) e osservato che non erano stati superati «i limiti inerenti il rispetto del senso di umanità di cui deve essere connotata la pena e il diritto alla salute». Il tribunale di sorveglianza di Bologna, invece, metteva in evidenza la «notevole pericolosità» di Riina, in relazione alla quale sussistevano «circostanze eccezionali tali da imporre l’inderogabilità dell’esecuzione della pena nella forma della detenzione inframuraria».
Oltre all’«altissimo tasso di pericolosità del detenuto», il giudice ricordava «la posizione di vertice assoluto dell’organizzazione criminale Cosa nostra, ancora pienamente operante e rispetto alla quale Riina non ha mai manifestato volontà di dissociazione»: per questo, osservava il tribunale bolognese, era «impossibile effettuare una prognosi di assenza di pericolo di recidiva» del boss, nonostante «l’attuale stato di salute, non essendo necessaria, dato il ruolo apicale rivestito dal detenuto, una prestanza fisica per la commissione di ulteriori gravissimi delitti nel ruolo di mandante».
La prima sezione penale della Suprema Corte, con una sentenza depositata oggi, ha ritenuto fondato il ricorso, definendo «carente» e «contraddittoria» la decisione del tribunale di sorveglianza, che ha omesso di considerare «il complessivo stato morboso del detenuto e le sue generali condizioni di scadimento fisico»: affinchè la pena non si risolva in un «trattamento
inumano e degradante», ricordano i giudici di piazza Cavour, lo «stato di salute incompatibile con il regime carcerario, idoneo a giustificare il differimento dell’esecuzione della pena per infermità fisica o l’applicazione della detenzione domiciliare non deve ritenersi limitato alla patologia implicante un pericolo per la vita della persona, dovendosi piuttosto – si legge nella sentenza – avere riguardo ad ogni stato morboso o scadimento fisico capace di determinare un’esistenza al di sotto della soglia di dignità che deve essere rispettata pure nella condizione di restrizione carceraria». Il “diritto a morire dignitosamente” va assicurato ad ogni detenuto. Tanto più che fermo restando lo “spessore criminale” va verificato se Totò Riina possa ancora considerarsi pericoloso vista l’età avanzata e le gravi condizioni di salute. La Cassazione apre così al differimento della pena per il capo di Cosa Nostra, ormai ottantaseienne e con diverse gravi patologie. Sulla base di queste indicazioni, il tribunale di sorveglianza di Bologna dovrà decidere sulla richiesta del difensore del boss, finora sempre respinta. – FONTE
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Il cancro non è una malattia per poveri: Le cure costano, ed i poveri possono pure crepare!
06/06/2017 – Il cancro non è più una malattia dei ricchi ma l’accesso alle nuove terapie antitumorali resta un miraggio per i Paesi poveri. Quattro malati di cancro su 5 vivono in Paesi poveri o in via di sviluppo. Solo il 5% di loro può accedere a cure adeguate. Nel 2030 il cancro sarà il primo killer nel mondo, con circa 12 milioni di vittime in tutto il pianeta di cui quasi 9 milioni solo nei Paesi poveri. Questo è l’allarme lanciato dall’American Society of Clinical Oncology (Asco) in corso in questi giorni a Chicaco. In particolare, ne ha parlato la Global Oncology Leadership Task Force attraverso gli interventi di Peter Paul Yu, direttore dell’Hartford Cancer Institute del Connecticut, e di Sana Al Sukhun, direttore della scuola di Medicina dell’Università della Giordania di Amman.
Nei paesi poveri e in via di sviluppo l’emergenza cancro ha sempre più le dimensioni di una tragedia ingestibile. L’80% dei malati di cancro vive in Paesi poveri o in via di sviluppo, ma solo il 5% di questi puo’ accedere a cure adeguate.
Basti pensare che l’Africa con l’11% della popolazione mondiale, registra il 25% dei malati complessivi di cancro e assorbe l’1% delle spese mondiali. Al contrario l’America assorbe il 50% dei valori economici con poco più del 14% della popolazione e con il 10% dei malati.
Situazioni e cause di questa escalation sono abbastanza simili a quelle già da tempo registrate con il progredire della patologia diabetica: le mutate condizioni di vita, con popolazioni sempre più inattive e con abitudini alimentari sempre più “nordamericane”, fan si che l’incidenza dei tumori sia sempre più pesante proprio nei Paesi non occidentali. Inoltre la mancanza di strutture sanitarie organizzate e d’eccellenza (un solo esempio, portato da Sana Al Sukhun: ben 29 paesi africani, per un totale di 198 milioni di abitanti, non hanno una radioterapia), la carenza di personale qualificato, di programmi di screening e di farmaci neoplastici rende i tumori una sorta di epidemia pressoche priva delle cure più elementari e standard.
Proprio dall’ASCO la Global Oncology Leadership Task Force ha lanciato un allarme preoccupato ed ha ricordato quello che può fare la comunità internazionale attraverso la ricerca e la raccolta di dati, promuovendo il training, lo screening e la prevenzione primaria. Obiettivo della Task Force dell’ASCO: essere il partner essenziale delle azioni contro le neoplasie, coordinandosi prima di tutto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per avviare piani di intervento su tutti i Paesi poveri.
Il primo di questi interventi, già avviato nel 2005, è la Breast Health Global Initiative (BHGI), che Peter Paul Yu ha chiesto di rilanciare, perché in molti paesi in via di sviluppo “l’attenzione alla salute della donna comporta una non indifferente rivoluzione culturale e sociale”. Il secondo intervento riguarderà la mobilitazione per favorire investimenti in apparecchiature radioterapiche: una commissione internazionale creata in collaborazione con il Lancet, a cui partecipano anche economisti ed esperti in tecnologie per la salute, ha stimato che un’investimento globale di 184miliardi di dollari, necessario per sopperire le attuali carenze di radioterapie, potrebbe portare entro il 2035 a salvare oltre 26 milioni di vite all’anno.
Ha ricordato poi concludendo l’oncologo di Hartford: “L’OMS ha pubblicato all’inizio di febbraio la Guide to Early Cancer Diagnosis: la diffusione di questo documento in tutti i Paesi dovrebbe essere il prossimo passo per una strategia globale contro il cancro, fornendo una linea guida di riferimento a tutti i sistemi sanitari dei Paesi in via di sviluppo”.
Il messaggio lanciato all’Asco sulla “global health initiative” è sembrato chiaro, quanto indubitabilmente impegnativo. Dove si reperiscono tutti questi fondi in un epoca di crisi globale? La risposta richiama alla mente un recente momento storico, quando nel 2001 l’allora segretario dell’ONU, Kofi Annan, lanciò la prospettiva di un Global Fund rivolto a combattere AIDS, malaria e tubercolosi nei Paesi poveri. Il coinvolgimento di ONU, singole Nazioni, assemblee di stati (tra cui la UE), agenzie internazionali e aziende del farmaco riuscì a dare un’accelerazione importante ai sistemi sanitari di molti paesi africani nei confronti delle patologie comunicabili. Oggi potrebbe riproporsi la stessa situazione: il cancro, come dice da tempo l’ASCO, si vince con il coinvolgimento di tutti. –fonte
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Il Qatar finanzia anche in Italia moschee e scuole coraniche
06/06/2017 – Con i suoi 2milioni e 700mila abitanti, il “piccolo” Qatar è un attore importante nel mercato internazionale, con le sue grandi aziende come la compagnia aerea nazionale Qatar Airways e la rete televisiva internazionale Al Jazeera, ma anche con i forti investimenti del Paese nel mondo sportivo: già principale sponsor del Barcellona, il Qatar ospiterà i campionati mondiali di calcio nel 2022.
Ma non è solo ricchezze petrolio. Il Qatar è anche proselitismo. O meglio lo è la “Qatar Charity Foundation”, la più importante istituzione di assistenza islamica dell’Emirato che ha tra i tanti obiettivi la costruzione di moschee in tutto il mondo. In Italia ha mosso i primi passo nel 2013 quando ha messo a disposizione 2,5 milioni di euro per la costruzione di quattro moschee in Sicilia.
In Italia la maggior parte dei finanziamenti alle comunità islamiche sono finanziate dalle ong del Qatar, lo Stato con cui da oggi Arabia Saudita, Egitto, Bahrein, Emirati Arabi Uniti e Yemen hanno chiuso i rapporti diplomatici. L’accusa mossa a Doha è di finanziare il terrorismo islamico facendo arrivare soldi a organizzazioni vicine ad al Qaeda, Stato islamico e Fratelli Musulmani. “Se Dio vuole conquisteremo Roma. Non con la spada, ma con la Dawa (il proselitismo, ndr)”, recita un hadith del profeta Yusuf al-Qaradawi, il leader spirituale della Fratellanza Musulmana che predica dal Qatar e dagli schermi di Al Jazeera, l’emittente satellitare dell’emirato wahabita. Negli ultimi anni le associazioni islamiche hanno costruito decine di moschee e scuole coraniche con i finanziamenti del Qatar. Stando alle parole del presidente Ucoii (Unione delle Comunità islamiche d’Italia), l’imam fiorentino Izzedin Elzir, solo i 25 milioni provenienti dalla ong Qatar Charity sono serviti nell’ultimo anno “per costruire 43 moschee”.
Nel gennaio del 2016 Ibrahim Mohamed, tesoriere dell’Ucoii, aveva annunciato l’arrivo di 5 milioni per la costruzione della moschea di Bergamo, la cui costruzione è stata bloccata da un’indagine della procura. Una somma che rappresenta appena “un quinto dei 25 milioni di euro trasferiti in Italia per realizzare 33 nuovi centri islamici”. Con i soldi della Qatar Charity, in Lombardia, sono già stati realizzati i centri islamici di Saronno e Brescia, oltre ad altri centri minori, specie nel Bresciano. Non solo. Oltre alla moschea di Bergamo, la Qatar Charity sarebbe già pronta a sovvenzionare anche un maxi centro a Sesto San Giovanni. “Lo Stato italiano resta indifferente di fronte alla denuncia dell’Arabia contro il Qatar? – chiede il deputato leghista Paolo Grimoldi – l’Italia continua ad autorizzare la costruzione di moschee finanziate dal Qatar o quelle in costruzione verranno bloccate?”.
Anche perché, come ricordava Gian Miaclessin sul Giornale, sulle attività della Qatar Charity Foundation pesano però molti sospetti. Sospetti che legano l’ex presidente Abdullah Mohammed Yusef ad al Qaeda. “I soldi destinati dalla Qatar Charity alle operazioni di Al Qaida – si legge in un rapporto del ministero della Giustizia statunitense – vengono elencati nei registri dell’organizzazione come spese per la costruzione di moschee e scuole oltre che al sostegno di poveri e bisognosi”. – FONTE
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