La lista di centrodestra che sostiene Vincenzo De Luca. Il senatore Pd Russo: “No alla sua candidatura”
04/03/2015 – “PATTO PER LA CAMPANIA”: Una lista che potrebbe creare ulteriore imbarazzo per il Partito democratico, qualora ce ne fosse bisogno; un “Patto per la Campania” per sostenere il vincitore delle primarie Pd Vincenzo De Luca alle prossime elezioni regionali; un accordo stipulato da personalità di centrodestra che ostacoli la corsa di Stefano Caldoro per il suo secondo mandato a Palazzo Santa Lucia. Sono gli ingredienti della formazione politica che sta per formalizzare il suo sostegno al sindaco di Salerno. Come racconta Repubblica Napoli, tra i componenti del “Patto per la Campania” ci sono politici di centrodestra come Vincenzo D’Anna, senatore di Gal ma eletto in Forza Italia e, soprattutto, vicino a Nicola Cosentino. Accanto a lui ci sarebbero la ricostruttrice fittiana Eva Longo, ma anche un uomo (ormai ex-uomo) di Francesco Storace, Carlo Aveta, già censurato dal segretario di partito ed espulso. CONTINUA SU FONTE
Processo alla suora, è il giorno di don Alessandro
05/03/2015 – Il parroco che seguiva le attività oratoriane della parrocchia di Sant’Edoardo aveva un rapporto strettissimo con la giovane che sarebbe stata vittima di abusi e atti persecutori da parte di Mariangela Farè.
Nel processo alla ex-suora Mariangela Farè, accusata di stalking, violenza privata e abusi sessuali nei confronti di una parrocchiana, è stato il giorno del teste principale, don Alessandro Bonura, il prete confidente della vittima Eva Sacconago, morta suicida nel giugno del 2011. Il parroco è stato chiamato a ricostruire il complesso rapporto che ha definito “come tra fratello e sorella” costruito con la giovane oratoriana dal 2004 fino all’ultimo giorno della sua tormentata vita. Per ben 6 ore si è sottoposto alle domande dell’accusa, della parte civile e della difesa.
La sua testimonianza era talmente importante, nella ricostruzione della vicenda, che la stessa presidente del collegio giudicante, Renata Peragallo, è intervenuta più volte per chiarire alcuni aspetti. «Eva mi raccontò almeno tre episodi di violenza sessuale subiti dalla suora – ha detto don Alessandro al pm Cristina Ria – risalgono tutti al 2011». Parole che hanno gelato l’aula e che raccontano di una vera e propria sottomissione da parte della ragazza nei confronti della suora che avrebbe imposto rapporti violenti, una volta con un cuscino i faccia, un’altra volta con l’uso di manette alle caviglie e un’altra ancora con i polsi legati: «Mi fece vedere i segni più volte – racconta il parroco – una volta mi disse: suor Mariangela ha voluto provare un nuovo giochino, riferendosi alle manette alle caviglie». L’accusa ha anche trattato il tema dei fax che giornalmente Eva inviava a don Bonura, centinaia di fax contenenti confidenze alternate a strisce di fumetti dei peanuts che per Eva avevano un senso: «In alcuni casi traspariva la restrizione della sua libertà personale da parte della suora – racconta – mi scriveva che Mariangela Farè si presentava a casa sua anche a sorpresa e soprattutto di notte. Erano notti insonni che lasciavano il segno sul viso di Eva». Anche lui ha confermato il fatto che la suora avesse le chiavi di casa di Eva e le numerose telefonate con le quali avrebbe tempestato la giovane: «Spesso mi faceva ascoltare quello che le diceva, i suoi pianti, le urla, i messaggi in cui insultava chiunque si metteva tra di loro».
Don Alessandro, negli ultimi anni, dormiva a casa della giovane quasi tutti i venerdì sera: «Era il nostro rito del venerdì – racconta – mangiavo con lei, parlavamo, un po’ di tv e poi dormivamo». Un rito che aveva sottoposto i due al chiacchiericcio di alcuni frequentatori dell’oratorio, come ha sottolineato la difesa della suora che su questo punto ha incalzato il prete: «E’ vero che Eva non sopportava più questa situazione negli ultimi giorni prima del suicidio? – ha chiesto Fabrizio Busignani – e non è forse vero che poco prima di quel terribile gesto lei aveva detto ad Eva che stava valutando di trasferirsi?». Don Alessandro ha confermato entrambe le circostanze: «Dissi ad Eva che non dovevamo più frequentarci per mettere a tacere quelle voci e le dissi anche che stavo valutando il trasferimento». Ma la difesa non ha risparmiato riferimenti anche ad un atteggiamento affettuoso oltre il rapporto di fratellanza che li legava, soprattutto da parte di Eva nell’ultimo periodo, un fatto non smentito dallo stesso don.
Don Alessandro ha anche parlato a lungo del primo tentativo di denunciare la suora alla Polizia nel 2009, inizialmente attraverso un colloquio con un’agente del commissariato di Busto Arsizio: «Eva inizialmente collaborò a far emergere sia gli abusi di quando era minorenne, risalenti al ’98-’99, di cui mi aveva parlato, sia gli atti persecutori più recenti ma poi si spaventò. Era preoccupata delle conseguenze sulla suora e su di lei, perchè avrebbe dovuto riaprire ferite di cui faceva fatica a parlare». Voleva aiutarla ma questa volontà si scontrava con il comportamento definito “ambivalente” da parte di Eva che da un lato voleva uscire dal giogo che la suora gli avrebbe imposto e dall’altro la proteggeva con tutte le conseguenze che ne derivavano. E proprio su questa sottile linea psicologica si gioca il processo: Eva era viva, dinamica, coinvolgente e partecipativa, amorevole e allegra ma anche fragile e debole davanti ad una figura di donna che avrebbe segnato la sua vita sin da quando aveva 15 anni e fino alla fine: «La suora è entrata nella sua vita prima come madre spirtuale, poi come madre surrogata in sostituzione di mancanze che lei riteneva ci fossero state da parte dei suo genitori e, infine, come schiava dei desideri della suora». Ma la difesa vuole scardinare questo disegno cercando di definire un quadro più ampio che coinvolgeva l’intero oratorio, le sue amicizie, la famiglia e lo stesso don Alessandro. Tutti sarebbero chiamati in causa nel grande disordine organizzato in mille fogli di diari, conversazioni via fax, lettere, chat, sms che Eva conservava metodicamente. FONTE
Serracchiani alle prese con la riforma sanitaria, mentre un uomo muore d’infarto a 47 anni: arriva ambulanza senza personale
04/03/2015 Cividale del Friuli (Udine) – Manca il personale del 118 e l’ambulanza arriva quando ormai è troppo tardi. Un altro caso di sospetta malasanità come quello di Catania. Ma in Friuli c’è l’intoccabile Serracchiani e il governo tace. Un uomo ha perso la vita per un infarto, a soli 47 anni.
A distanza di pochi giorni dalla tragedia della piccola Nicole, la neonata morta a Catania per l’assenza di posti letto nelle terapie intensive di ben quattro ospedali, un’altra vittima squarcia il velo sulla malasanità che dilaga da nord a sud. Questa volta accade in Friuli Venezia Giulia, dove il comparto è appannaggio della specialità regionale.
Un malore improvviso aveva colpito Erik Tuan poco dopo le 20 dello scorso 25 febbraio nella sua casa di San Pietro al Natisone, in provincia di Udine: immediato l’allarme della moglie al pronto soccorso. Da qui, 40 minuti di vuoto, fatali. Il tempo passa e l’ambulanza non arriva: è parcheggiata a motori spenti nel piazzale dell’ospedale più vicino, quello di Cividale. Non ci sono operatori che possano intervenire, perché quel giorno in molti sono a casa per malattia, e l’altro mezzo di soccorso in servizio è impegnato in un’altra urgenza. Quando finalmente si sentono le sirene in lontananza la situazione è compromessa e i tentativi di rianimazione si rivelano inutili.
La vicenda è un fulmine a ciel sereno in un momento in cui la giunta regionale guidata da Debora Serracchiani è alle prese con l’attuazione della riforma sanitaria. Si infiammano le polemiche e rimpalli di responsabilità. Il dito è puntato sull’inadeguatezza del sistema di emergenza territoriale, sulle lacune organizzative, ma anche sui futuri tagli stabiliti dalla rivoluzione sanitaria, impressa dall’esecutivo regionale non senza diversi mal di pancia all’interno della stessa maggioranza targata Pd.
Intanto sulla questione la magistratura ha aperto un’inchiesta per verificare presunte inefficienze nei soccorsi. Le responsabilità andranno accertate, ma Giulio Trillò, direttore della centrale operativa del 118 fa notare che il problema «è di sistema, e mostra come la coperta sia davvero troppo corta e si viva sempre ai limiti – spiega -. Non abbiamo infermieri e non c’erano risorse da attivare; in nessuna maniera si è riusciti a coprire il servizio neppure richiamando personale dalle ferie». L’affondo diretto alla giunta arriva della deputata triestina di Forza Italia, Sandra Savino: secondo l’azzurra, infatti, la situazione rischia di peggiorare con l’avvio di una riforma che «viola le norme e, nonostante le risorse ci siano, opera con tagli indiscriminati che stanno spezzando l’equilibrio del servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia.
Nel caso di Cividale il soccorso in ambulanza pare non aver rispettato i tempi e le procedure, e le dichiarazioni del responsabile del 118 confermano che c’è un problema».
La stoccata finale, poi, è politica: «Anche qui, come è successo con la neonata di Catania, ci è andata di mezzo una vita umana, ma in Friuli, pur di non criticare l’intoccabile Serracchiani, il governo si è guardato bene dal far sentire la propria voce». Fonte
Inchiesta escort, a casa Berlusconi “due bambine: una giornalista e una brasiliana” „Inchiesta escort, a casa Berlusconi “due bambine: una giornalista e una brasiliana”“ Potrebbe interessarti: http://www.today.it/rassegna/inchiesta-escort-intercettazioni-berlusconi-tarantini.html Seguici su Facebook: http://www.facebook.com/pages/Todayit/335145169857930
05/03/2015 – Escort, le intercettazioni di BerlusconI. L’ex premier intercettato al telefono parla a ruota libera con Tarantini che vuole portare a casa sue delle ragazze. “Siamo vecchietti, ma di potere”
Migliaia di pagine, ore di conversazioni. Due protagonisti: l’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Gianpi Tarantini. Sono state depositate a Bari le trascrizioni delle intercettazioni fiume effettuate dai magistrati nell’ambito del processo sulle escort portate nelle residenze dell’ex premier dall’imprenditore pugliese.
I dirigenti di Rai e Mediaset dovevano servire a dare un altro sapore alle «cene eleganti». Nelle telefonate, si sente in viva voce il presidente Berlusconi. Che parla di politica e tv. E fa capire a Belen di averle dato un programma da condurre.
Inchiesta escort, a casa Berlusconi “due bambine: una giornalista e una brasiliana”
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Ecco la trascrizione completa riportata da Repubblica.
Tarantini: .. Presidente, mi scusi se l’ho richiamata..; no, solo per dirle che mi ha chiamato Francesca, e chiedeva se poteva portare 2 amiche molto carine, amiche sue..
Berlusconi: .. molto?
T: .. carine, mi ha detto..
B: .. molto belle?
T: .. molto belle..; sta in palestra con queste due, dice che poi usciva e veniva..
B: .. io penso di sì.., noi siamo messi così, come uomini..
T: .. sì..
B: .. tu, io..
T: .. sì..
B: .. poi, Carlo Rossella, Presidente di Medusa..
T: .. sì..
B: .. ehh Fabrizio Del Noce, ehh.. direttore di Raiu-no, e un Responsabile di tutta la fiction Rai..
T: .. benissimo..
B: .. sono persone che possono far lavorare chi vogliono..
T: .. va bene..
B: .. ecco, quindi, le ragazze hanno l’idea di essere di fronte a uomini che possono decidere..
T: .. perfetto..
B: .. del loro destino, quindi (incomprensibile); ecco, l’unico ragazzo sei tu, gli altri sono dei vecchietti..
T: .. (ride)
B: .. però hanno molto potere..
T: .. (ride) va bene..
B: .. eh? allora gli dici..
T: .. gli dico di sì..
B: .. io, io, io, anch’io non avevo voglia..; io c’ho due bambine piccole, che è tanto che non vedo.., per cui, una fa.. la, la, la.., la giornalista in Rai.. ehh.. in Mediaset.., allo sport, è una napoletana molto simpatica, molto dolce.., e un’altra bambina di 21 anni, brasiliana, che un po’ mi ha.., che mi ha pianto al telefono, dicendomi che l’avevo dimenticata, e allora la faccio venire..; ma insomma, senza.., senza peso.. Continua su FONTE
Listino prezzi del Sicario: Venticinque mila euro per uccidere. Tremila per ferire, e per gambizzare
ROMA 05/03/2015 – Sei persone in arresto nella Capitale. “Regolavano conti” per professione. Sono queste le tariffe, aggiornate allo scorso anno, dei sicari romani, che si occupano dei regolamenti di conti nel mondo della malavita capitolina.
Oggi i carabinieri hanno arrestato sei persone, con l’accusa di essere a vario titolo coinvolte in tre omicidi: quelli di Federico Di Meo, di Sesto Corvini e di Roberto Musci.
La decisione di infliggere la misura cautelare si basa sui riscontri investigativi acquisiti e sulle dichiarazioni auto e etero accusatorie rese ai magistrati da Giancarlo Orsini, 48enne romano, arrestato il 15 luglio del 2014 dai carabinieri perché rItenuto responsabile dell’assassinio di Musci.
Orsini avrebbe infatti avviato un percorso di collaborazione con la giustizia, confessando di essere stato un killer di professione e accusandosi, tra l’altro, di avere partecipato ai sei efferati delitti. Il 48enne ha così fornito indicazioni sui suoi complici.FONTE
Proposta M5S: Trasporti gratis per i disoccupati!
04/03/2015 – Diritto di accesso al trasporto pubblico per tutti, anche per chi è rimasto senza lavoro e si trova in una situazione economicamente svantaggiata. È questo il senso di una risoluzione del Movimento 5 Stelle (a prima firma Michele Dell’Orco) presentata in Commissione Trasporti alla Camera.
E per assicurare tale diritto proponiamo l’aumento del fondo nazionale dei trasporti pari a 50 milioni l’anno da trasferire alle Regioni con tale specifica finalità.
Al fondo potrà accedere chi ha perso, da meno di tre anni, un precedente rapporto di lavoro con durata continuativa pari o superiore ai sei mesi e con un livello Isee non superiore ai 20 mila euro l’anno.
Infatti, considerando la grave crisi economica del nostro Paese, è un atto di civiltà, oltre che di giustizia, inserire tale norma: i contratti di servizio del Tpl dovrebbero prevedere sempre una tariffa gratuita per queste fasce. Infatti il diritto alla mobilità comporta quella maggiore flessibilità e tempestività che possono essere caratteristiche fondamentali nella ricerca di un lavoro.
Il Movimento 5 Stelle ha ben presente quanto sia importante potersi liberamente muovere sul territorio per cercare e trovare lavoro: i costi del Tpl per chi si torva in una situazione svantaggiata sono tali da generare un circolo vizioso per cui più si scivola verso la povertà e meno strumenti si hanno a disposizione per risollevarsi. E per questo il diritto alla mobilità è stato inserito anche nella nostra proposta di legge sul reddito di cittadinanza in attesa di essere calendarizzata al Senato.
Per quanto riguarda la reperibilità dei fondi da destinare alla norma, non venissero a dire che non ci sono le coperture: semplicemente, possono essere assicurate tramite un aumento del prelievo erariale unico attualmente applicato ai giochi pubblici controllati dai Monopoli. FONTE
Beppe Grillo: «Le piazze non funzionano più I divieti tv? Forse ho sbagliato»
Una nuova fase per i Cinque Stelle. Beppe Grillo la racconta partendo dall’incontro con il nuovo inquilino del Quirinale, ma soprattutto parlando di una possibile apertura al dialogo con tutti (Pd compreso) su Rai e reddito di cittadinanza.
Ha appena incontrato il presidente Mattarella. E i suoi primi commenti sono stati molto positivi.
«È difficile valutare un incontro come una seduta psicoanalitica. In questa occasione Mattarella mi è sembrato una persona gentile, sensibile ai temi del Movimento, dalla lotta alla corruzione alla mafia – che ormai è cambiata, è diventata quasi a norma di legge, 2.0 -, al reddito di cittadinanza, su cui sembrava molto d’accordo. Abbiamo speso tempo per far capire al presidente che non sono come mi descrivono, quello che urla, e credo sia rimasto piacevolmente sorpreso».
Pensa sia possibile aprire un dialogo con Mattarella?
«Assolutamente sì. È già un buon inizio. Lui ovviamente deve essere al di sopra delle parti, mi sembra un garante della Costituzione molto preparato, anche se non sta a me giudicare».
Ora la vostra battaglia è il reddito di cittadinanza, in commissione Lavoro al Senato.
«Sì, il reddito di cittadinanza è vedere il mondo del lavoro in un altro modo, è un diritto civile. Ed è anche uno dei nostri due punti cruciali in economia insieme al referendum sull’euro. Si tratta di dare una occasione alla gente».
La vostra proposta costa 15,5 miliardi. In tempi di crisi e di tagli dove pensa possiate trovare le coperture? Chi ne potrà usufruire?
«È destinato a chi perde il lavoro, a chi non lo raggiunge. Sono 780 euro al mese, ma varia a secondo del numero dei componenti familiari. Penso a una coppia con figli, lei casalinga: gli si potrà garantire 1.200-1.300 euro. Nel frattempo chi ne usufruisce segue un percorso con lo Stato. Gli si offrono due-tre lavori, se non li accetta, perde il reddito. Cambierà anche il rapporto con lo Stato, i sindacati, le imprese: un conto è che puoi licenziare con il Jobs act che si abbatte come una scure con alle spalle il reddito di cittadinanza, un altro conto senza. Dobbiamo tenere presente una cosa: in Italia solo il 40% delle persone ha un reddito da lavoro, il 30% sono figli, persone a carico, il 20% vive da reddito indiretto – con le pensioni – e il 10% con i sussidi».
E per le coperture?
«I soldi li troviamo. Spendiamo 45 miliardi per gli armamenti, 20 per la formazione professionale. Poi c’è il gioco d’azzardo e le persone che hanno 2-3 milioni di euro di reddito. Se gli prendi lo 0,5-l’1% a questo scopo non credo siano contrari. Discuteremo anche con la Cei…». Continua su FONTE
Sottosegretario alla Sanità Vito DE FILIPPO: possiamo tranquillamente bere il Cromo VI.
03/03/2015 – Il ministero della Sanità consiglia di non ingerire il collutorio e il dentifricio, ma possiamo tranquillamente bere il Cromo VI.
Questa la risposta del sottosegretario Per la Salute Vito De Filippo, quando stamattina gli ho portato in aula mezzo bicchiere d’acqua bresciana.
Brinda o fa finta, alla salute dei bresciani, dopo quattordici mesi che questa interrogazione sul Cromo VI è stata depositata.
Un anno nel quale Brescia ha toccato un nuovo record per le morti di tumore al fegato, un anno in cui è stata trovata una falda ad Ospitaletto (BS) con valori di 70 volte sopra il limite consentito e un’altra vicina con valori 1.400 volte oltre.
Il Ministro cita l’Agenzia ambientale degli Stati Uniti che classifica il Cromo VI (Esavalente), come non cancerogeno.
Non dice ovviamente che l’OEHHA – Environmental Health Hazard Assessment of California – sono cinque anni che vuole portare il limite per le acque potabili a 0,02 microgrammi per litro, specificando: “The health-protective level is based on avoidance of potential carcinogenic effects” (Il livello raccomandato a tutela della salute si basa sulla prevenzione dei potenziali effetti cancerogeni).
De Filippo non dice che in alcune scuole dell’infanzia della bassa bresciana, ai nostri bambini dopo mesi di battaglie del #M5S, hanno cominciato a dare l’acqua in bottiglia nelle mense “per precauzione”.
Perché sul territorio, quello vero, quello più inquinato d’Europa, quello dove i cittadini vivono sulla propria pelle quotidiane esperienze di allergie, intossicazioni e tumori, i “dubbi” vengono eccome.
Invito il sottosegretario a farsi una bella bevuta vicino alla Caffaro e a mangiarsi una bella insalatona coltivata nei campi vicino alle rogge del Mella, offro io, magari dopo lo porto a vedere il film Erin Brockovich, così ripartiamo dalle basi. Sorial GIORGIO (M5S)
Orta di Atella (CE): Bambini maltrattati, indagata maestra della materna “Carducci”
03/03/2015 Orta di Atella – Deve rispondere di maltrattamenti nei confronti di bambini una maestra di Succivo, impiegata nella scuola dell’infanzia “Giosuè Carducci” di Orta di Atella, a cui è stato notificato un divieto di dimora.
Sul suo conto i carabinieri hanno condotto delle indagini avviate dopo le denunce presentate dai genitori dei piccoli alunni.
A supportare l’attività investigativa dei militari dell’Arma le immagini di videocamere nascoste all’interno delle aule dell’istituto di via Toscanini.
Una vicenda che ricorda quella della maestra della scuola elementare “Don Milani” di Parete, sempre nel Casertano, arrestata lo scorso 22 gennaio. La donna, secondo le risultanze investigative, costringeva i suoi alunni a subire schiaffi e ingiurie in modo sistematico, sotto la minaccia di ritorsioni se avessero raccontato quanto accadeva ai loro genitori, e addirittura a cederle le loro merendine. fonte