Quello che la Regione Basilicata non ci ha mai detto: Total, ecco un dossier coperto da “divieto di divulgazione
La Regione Basilicata ha stretto, negli anni passati, accordi con Total ed Eni, affinché i pareri scientifici esterni richieste dalle compagnie petrolifere a studi di analisi e consulenze ambientali rimanessero chiusi nei cassetti. Noi invece oggi ne parliamo, dopo essere venuti in possesso di uno studio “secretato” sulla incidenza ambientale delle prospezioni nella Valle del Sauro.
La Total Italia richiese all’incirca 4 anni fa al laboratorio toscano “pH s.r.l. – Analisi e consulenze” di redigere uno studio di valutazione d’incidenza ambientale per le sole prospezioni sismiche in Valle del Sauro, l’esito? Un no chiaro e preciso, scritto in grassetto a pag.347, dove si scrive: ”si ritiene di dover applicare il principio comunitario di precauzione e dichiarare in ragione di tale principio, una potenziale incidenza negativa sulle componenti biotiche dell’area”. Giudizio chiaro ed inequivocabile: le sole attività di ricerca del petrolio e figuriamoci l’estrazione, sono giudicate pregiudizievoli per il mantenimento di flora e fauna nella zona, la Valle del Sauro, e quindi nel resto della Basilicata? Il paragrafo conclusivo apre dando conferma ad una paura diffusa, ossia che la Basilicata sia un vero e proprio esperimento pionieristico volto a dimostrare la possibile convivenza tra attività estrattive e uomo. Stupidaggini millantate da Eni e Total che vogliono rendere solo più gradevole l’olezzo del denaro con cui pagano il nostro sottosviluppo, perché il laboratorio d’analisi toscano, leader nel suo settore, asserisce che il settore in questione non è conosciuto, e che nella letteratura scientifica non esistono precedenti: vale a dire che Eni e Total stanno cercando in Basilicata di creare un modello ibrido di sviluppo senza basi scientifiche a sostegno del loro tentativo. Lo studio in questione è datato ottobre 2010 e riporta sulla sua copertina la dicitura”Questo documento è di proprietà di Total Italia S.p.A.. Non potrà essere copiato, riprodotto o diffuso a terzi senza la sua autorizzazione”.
A questo aggiungiamo anche le pubblicazioni sanitarie internazionali, come quella uscita sul numero 58 della “Occupational & Enviromental Medicine”, citato più volte dalla professoressa Albina Colella, che ha pubblicato nel 2001 uno studio svolto in Ecuador da un’equipe medica, che ha studiato gli effetti sanitari delle estrazioni petrolifere della Texaco sugli abitanti del villaggio di San Carlos: un luogo di pescatori ed agricoltori, nessuna industria pre-esistente, lontani da stress e città: hanno iniziato a conoscere massicciamente il cancro in diverse forme e con basse possibilità di guarigione. Total, Eni e Regione Basilicata ed altri capitani d’industria, hanno stipulato anni or sono un vero e proprio patto scellerato, ormai smascherato, volto a nascondere sistematicamente la reale natura del loro progetto, di cui sagre, mostre, libri, convegni e royalties sono solo il lato illuminato; dietro c’è un disegno autentico di “periferizzazione ambientale” della Basilicata. Le dichiarazioni scioccanti del responsabile del Distretto Meridionale dell’Eni, Ruggiero Gheller, recitate durante l’ultima conferenza stampa organizzata da Eni a Viggiano meritano un’adeguata risposta. Le accuse di lentezza, dietrologia e sostenibilità ambientale relative all’affaire petrolio lucano in Basilicata meritano risposte forti ed oggettive. La strategia di colonizzazione della Basilicata è sputtanata dai fatti, quelli scientifici e giuridici, nascosti in dossier e studi coperti da “divieti di divulgazione”. Ci spieghi l’ingegner Gheller perché l’Eni ad oggi nei suoi Local Report non ha mai esposto dati o studi comprovati ed obiettivi a sostegno delle sue tesi di sostenibilità? Lasciamo a casa l’effetto Nimby, e parliamo di diritto e scienza: gli studi d’impatto ambientale dell’Eni, come quello citato, se liberi, hanno detto che “in Basilicata non si può estrarre” sia per motivi ambientali (quindi anche sanitari) ma soprattutto per effetto di leggi europee, già citati da Mediterraneo No-Triv per bocca dell’avv. Bellizzi. Carte alla mano, è arrivato il momento di un confonto vero con le compagnie petrolifere che facendo affidamento sul “bassissimo senso civico dei lucani”, sono venute in Basilicata come tra gli indios, pensando che da una regione di “pezzenti” non potesse nascere, un giorno, una coscienza collettiva. E invece Eni e Total da giganti rischiano di fare la fine di Golia. FONTE
Ecco una delle pagine del Dossier:
Corte dei Conti, procuratore Basilicata: sistema enti malato 19/03/2014
19/03/2014 – L’Italia e la Basilicata ”hanno bisogno di un cambio di marcia, di una rivoluzione culturale” ovvero ”di un modo diverso di concepire e utilizzare i beni pubblici” poiché ”siamo lontani dall’avere una macchina amministrativa efficiente e il sistema, nazionale e locale, è ancora malato”. Si è soffermato sui principi, più che sui singoli fatti o sulle inchieste portate avanti negli ultimi 12 mesi, il Procuratore regionale della Corte dei Conti, Michele Oricchio, a margine della cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario 2014 della sezione giurisdizionale della Basilicata. Oricchio, partendo dal presupposto che ”i contenuti di ogni relazione ormai sono pressoché identici”, ha evidenziato che ”gli sprechi ci sono, e il sistema delle Regioni è gravemente malato, e finora le stesse Regioni hanno agito da vere e proprie piccole Repubbliche”.
Il passaggio successivo è stato dedicato all’inchiesta sull’uso dei fondi da parte degli enti locali: il procuratore ha spiegato che i riflettori della Corte dei Conti si sono accesi, nel 2013, sulle spese della Regione Basilicata, e delle Province di Potenza e Matera, ”e spesso i consiglieri si sono comportati come fossero al di sopra della legge”. Ci sono poi le vicende locali, che spaziano da acquisti di apparecchiature non utilizzate dalle aziende locali, premi di risultato a dirigenti degli enti concessi prima di ottenere i risultati stessi, e a ”società partecipate che dovrebbero scomparire, come deciso dal governo Monti, e invece ancora in vita”. Oricchio ha fatto anche un riferimento alla procedura di vendita del Tribunale di Potenza, ”e in particolare sulle spese, rilevanti, per le consulenze tecniche e legali, nonostante il risultato della vicenda appare come ovvio e scontato”. La cerimonia si è aperta con l’intervento del presidente della sezione, Maurizio Tocca, il quale ha ricordato che le sentenze emanate sono state complessivamente 28, e ”nei giudizi di responsabilità e di conto trattati, nella gran parte dei casi, vi è stato l’accoglimento delle richieste risarcitorie azionate dalla Procura” con un importo complessivo dei risarcimenti di circa due milioni di euro. (ANSA)
Pittella Fuori: Contestazione assemblea Marsico Nuovo Per i pozzi petroliferi Pergola1, a due passi da casa.
Dirigenti ENI lasciano la sala dopo una forte e sentita contestazione da parte dei cittadini e delle associazioni ambientaliste..
Contestazione a Pittella (junior) all’assemblea di Marsico Nuovo in merito al pozzo Pergola 1. La salute e l’ambiente sono più importanti degli interessi delle multinazionali e dei partiti che lo permettono?
Ridicoli i commenti del presidente della Regione sulla volontà di ascoltare i cittadini e sulla volontà del confronto. Ma davvero questo PD ha ancora il coraggio di affermare tali stupidaggini dopo aver trivellato l’intera Regione ed aver investito su pratiche industriali che nulla hanno a che fare con la Basilicata?
Basilicata: Camera, assessori regionali vanno in Commissione ma parlano di altro
06/03/2014 – ROMA – Chiamati a intervenire su un argomento, hanno parlato di tutt’altro, o meglio di qualcosa ormai già superata. Non possono dire di aver fatto una bella figura i nostri assessori all’Agricoltura di Puglia e Basilicata, oggi intervenuti in audizione alle commissioni riunite Agricoltura e Ambiente alla Camera nell’ambito dell’esame in sede referente delle abbinate proposte di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. Entrambi, per uno scherzo del destino, hanno ripetuto la stessa cosa suscitando la «reazione» del presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, che li ha garbatamente richiamati facendo notare lo scivolone.
Sulla questione, premettiamo, sono state presentate diverse proposte di legge (sia da Realacci, sia dal M5S a prima firma De Rosa), alla luce di un nuovo provvedimento presentato dal Governo dopo aver recepito – particolare non di secondo piano e si capirà perchè – le osservazioni della Conferenza Stato-Regioni del novembre scorso.
Cosa è successo? L’assessore regionale pugliese, Fabrizio Nardoni, ha parlato per otto minuti davanti alla commissione e non ha fatto altro che sciorinare le stesse osservazioni fatte dalla Conferenza stato-regioni a novembre scorso sul ssl De Girolamo (l’ex ministro all’Agricoltura). Intervento che ha suscitato la reazione, composta ma abbastanza ferma, del presidente della commissione Ermete Realacci il quale ha fatot notare come le cose dette da Nardoni si riferissero a un testo già superato (della Conferenza stato Regioni) e i cui contenuti erano stati già recepiti dal Governo. Della serie: vogliamo le osservazioni sulle altre proposte di legge presentate.
E veniamo alla seconda figuraccia. Questa volta è stato il turno dell’assessore alla Basilicata, Aldo Berlinguer, colpevole di essere arrivato in ritardo e di non aver ascoltato il “rimprovero” rivolto al suo collega pugliese. Nonostante la raccomandazione iniziale di Realacci, Berlinguer non fa altro che ripetere – di fatto – lo stesso intervento di Nardoni. “Dico a lei la stessa cosa che ho detto al suo collega” ha ribadito Realacci. E cioè che quelle che stava leggando erano le osservazioni della conferenza stato regione di novembre scorso, già recepite dal Governo.
Morale: trasferta a Roma, non gratis, per un nulla di fatto. Fonte di N.Pepe
Regione BASILICATA: Marcello Pittella, la rivoluzione fasulla e il popolo fesso
Pittella è un bluff. La rivoluzione è un’altra cosa. E’ rovesciare il sistema creandone un altro. La rivoluzione è chiudere gli enti inutili, scaraventare nel nulla quelli che non funzionano. Mandare a casa i dirigenti incapaci. La rivoluzione è chiudere ogni rapporto con Tecnoparco, pretendere trasparenza nella gestione dell’affare rifiuti in ogni luogo della Basilicata. Rivoluzione è nominare dirigenti regionali che non abbiano già dimostrato di essere incapaci. Rivoluzione è avere un programma politico e di sviluppo chiaro e misurabile. Rivoluzione è prendere dalle palle le compagnie petrolifere e costringerle a rispettare le leggi, costringerle a patti dignitosi col territorio. Rivoluzione è capacità di dare identità allo sviluppo del proprio territorio. Rivoluzione è incendiare la passione per la fiducia nella gente, innescare bombe di ottimismo.
La Rivoluzione è non avere interessi nelle imprese che gestiscono rifiuti, in quelle che fanno falsa formazione. La Rivoluzione è togliere la mani dall’economia e dalla libera partecipazione al mercato. La Rivoluzione è non pretendere di gestire le risorse della Ue in base ai propri interessi elettorali. La Rivoluzione è essere onesti in questa regione di disonesti. Lei questa rivoluzione non la sta facendo. Le chiacchiere si, quelle ne fa molte. Caro presidente Pittella, nulla è più mortificante di una politica che arriva di fronte al futuro senza alcuna idea di come attraversarlo. Lei è di fronte al futuro, ma pretende di attraversarlo con i mezzi e le idee prestate da altri. Nella storia politica e sociale della Basilicata non si è mai vista tanta demagogia, mai visto tanto spargimento di incenso, quanto negli ultimi mesi. Pittella, forse lei non sa che “rivoluzione” significa “rovesciamento radicale di un ordine costituito”. Dopo mesi di suo governo, l’unico rovesciamento è quello dello stomaco dei lucani. Lei ha già fallito, prima di cominciare. E sa perché? Perché lei sarebbe la prima vittima della sua presunta rivoluzione. Lei è rappresentante di quella politica che andrebbe rovesciata. La smetta di prendere in giro i lucani. E i lucani la smettano di farsi prendere in giro da lei. Si dice che lei smetterà di fare il presidente per altri motivi (immagino giudiziari). Io spero che lei smetta di fare il presidente per causa di una ribellione popolare.
Sono due i lucani nella squadra del governo Renzi: De Filippo sottosegretario alla Sanità, Bubbico riconfermato ll’interno
POTENZA – E’ finita la lunga attesa. Bubbico è stato riconfermato viceministro all’Interno.
E’ cambiato il ministro ma lui è rimasto al suo posto. Mentre De Filippo entra nella squadra di governo come sottosegretario di Stato al dicastero alla Sanità.
Non ce la fa invece il senatore dei Popolari per l’Italia, Tito Di Maggio che pure era dato tra i favoriti a un posto nell’esecutivo di Matteo Renzi. In ogni caso per la Basilicata si tratta di un avanzamento rispetto al governo Letta. Con Renzi infatti rimangono al loro posto Roberto Speranza e e Filippo Bubbico e in più si aggiungono De Filippo e D’Andrea (nominato dal ministro Franceschini Capo di Gabinetto ai beni culturali).
Meglio, per i “colori” lucani era davvero difficile da immaginare.
Qualcosa di simile lo si ricorda nel Governo Prodi quando furono nominati sottosegretari tre lucani: Giampaolo D’Andrea, Mario Lettieri e lo stesso Filippo Bubbico. Ma questa volta va ancora meglio: con Roberto Speranza capogruppo del Pd alla Camera dei deputati e il già citato D’Andrea come Capo Gabinetto di un ministero, la Basilicata a Roma ha fatto poker.
Ovviamente sono state giornate di lunghissime ed estenuanti trattative.
E la parte del “regista” a favore della Basilicata va assegnata senz’altro a Roberto Speranza. Dopo aver rinunciato lui stesso a un posto da ministro ha condotto in prima persona con il fedelissimo renziano, Luca Lotti le trattative in difesa della permanenza di Bubbico nel governo. I fatti gli hanno dato ragione. Speranza ha lavorato ovviamente anche per De Filippo che in verità si è giocato la propria partita anche con il sostegno diretto dell’ex premier Enrico Letta.
I due sono amici da tempi non sospetti e ieri anche se non sono entrati lettiani nel governo pare che lo stesso Letta abbia “garantito” in prima persona per l’ex governatore lucano.
La curiosità: entrano nella compagine di governo gli ultimi due presidenti della Basilicata prima di Marcello Pittella. Bubbico è stato presidente della giunta dal 2000 al 2005. De Filippo è stato governatore lucano per due legislature dal 2005 al 2013. Insomma al governo nazionale sono rappresentati i “capi” degli ultimi 13 anni di legislature regionali di Basilicata. Per Bubbico infine si tratta della terza volta nel governo.
La prima volta con Prodi, poi con Letta e oggi con Renzi. Più “agitato” invece il percorso di De Filippo. In pratica l’ex governatore era in pista di lancio per Roma dal giorno delle proprie dimissioni da presidente della giunta presentate lo scorso 24 aprile. Con Letta premier tutti consideravano la nomina di De Filippo al governo solo una formalità. I tempi invece si sono allungati e sono trascorsi più di dieci mesi. Un’eternità per tutto quello che politicamente è avvenuto in Basilicata.
La curiosità piuttosto è che De Filippo è entrato nel governo solo dopo l’uscita di scena da premier del suo amico Enrico Letta. La politica a volte è sorprendente per certi aspetti. Per il resto con la nomina a sottosegretario alla Sanità c’è un parallelo anche con il passato. De Filippo prima di essere candidato e poi eletto governatore fu assessore proprio alla Sanità. Insomma per certi versi si tratta di un ritorno alle origini. FONTE
Appalti truccati a Potenza. Arrestate tre persone C’è anche un consigliere di centrosinistra
Sette in tutto le ordinanze che sono state eseguite dalla squadra mobile della questura del capoluogo lucano
POTENZA – Accusate di aver truccato appalti e gare pubbliche creando “cartelli occulti”, tre persone – tra le quali un consigliere comunale di Potenza di centrosinistra – sono da stamani agli arresti domiciliari a Potenza e in comuni del circondario, altre tre hanno ricevuto il divieto di dimora e una è sottoposta ad obbligo di firma: le sette ordinanze sono state eseguite dalla squadra mobile della questura del capoluogo lucano.
Le ipotesi di reato della Procura della Repubblica, condivise dal gip, sono turbata libertà degli incanti e del procedimento di scelta del contraente in relazione a gare di appalto e affidamenti di lavori, corruzione e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nell’inchiesta sono coinvolti imprenditori, amministratori e funzionari pubblici di Potenza, Pietragalla e Avigliano (Potenza). La Polizia ha scoperto che veniva osservato un vero e proprio “protocollo” che garantiva il “rispetto” di tutte le fasi delle gare pubbliche. Gli agenti della Polizia hanno consegnato anche avvisi di conclusione di indagine a 13 persone: imprenditori, amministratori locali e funzionari della Provincia di Potenza e del comune di Brienza. (ANSA)
Blitz dell’Antimafia nel Centro Eni di Viggiano Undici indagati per traffico illecito di rifiuti
di LEO AMATO – Sotto le lente del Noe la gestione dei liquidi smaltiti a Tecnoparco. Prelevati dei campioni che ora verranno analizzati. Avvisi di garanzia al responsabile Eni Divisione Sud Ruggero Gheller, ai vertici di Tecnoparco, Michele e Fausto Somma, al direttore dello stabilimento, Nicola Savino, all’imprenditore Castellano, al presidente del Consorzio industriale di Matera, Gaetano Santarsia e all’ex amministratore delegato di Sorgenia (Gruppo De Benedetti) Massimo Orlandi
POTENZA – Per almeno tre anni e mezzo Eni avrebbe smaltito in maniera illegale i rifiuti prodotti dal Centro oli di Viggiano, in combutta con alcuni imprenditori locali, tra cui il presidente di Confindustria Basilicata, uno dei “signori” della monnezza lucana, e il vertice di Sorgenia, la società energetica del gruppo De Benedetti.
E’ il sospetto degli inquirenti dell’Antimafia potentina, Laura Triassi e Francesco Basentini, che ieri mattina hanno fatto “irruzione” nell’impianto della compagnia del cane a sei zampe nel capoluogo petrolifero della Val d’Agri.
In contemporanea è spettato ai militari del Noe dei carabinieri notificare in Italia e all’estero 11 avvisi di garanzia nelle mani di altrettanti indagati per traffico illecito di rifiuti.
Tra di loro c’è anche il responsabile del distretto meridionale dell’Eni, Ruggero Gheller, assieme ai vertici di Tecnoparco Valbasento, una società misto pubblico-privato nata per offrire servizi alle imprese dell’area di Pisticci (dall’altra parte della Regione), e diventata terminale di gran parte dei rifiuti prodotti dalle estrazioni di petrolio in Basilicata.
Si tratta dei potentini Faustino e Michele Somma, padre e figlio, che è anche presidente degli industriali lucani. Poi ci sono il direttore Nicola Savino, e alcuni dei nomi che ritornano più spesso nelle società del loro gruppo, come Giulio Spagnoli e Nicola Savino, con un noto costruttore materano, Giovanni Castellano, titolare di un’impianto per lo smaltimento di fanghi industriali a Guardia Perticara, e già arrestato a dicembre dell’anno scorso nell’ambito di un’altra inchiesta dell’antimafia lucana sulla gestione dei rifiuti urbani del bacino “Potenza centro”. Quindi Gaetano Santarsia, commissario del consorzio per lo sviluppo industriale di Matera, presente in Tecnoparco con la quota di maggioranza relativa, e l’ex amministratore delegato di Sorgenia Massimo Orlandi, dimissionario soltanto da luglio dell’anno scorso.
L’inchiesta risale al 2010 ma nel fascicolo del pm ci sarebbero già i risultati preliminari di una consulenza affidata nei mesi scorsi a Paolo Rabitti e Alfredo Pini, due ingegneri che hanno lavorato di recente anche per la procura di Rovigo alle prese con l’inquinamento della centrale Enel di Porto Tolle.
Ieri mattina erano a Viggiano con i carabinieri e il pm Triassi per effettuare dei campionamenti dei liquidi contenuti nelle vasche del Centro oli dell’Eni, che ogni giorno partono di lì con delle autocisterne diretti a Tecnoparco, per essere smaltiti.
In gergo si parla “acque di produzione”, vale a dire un cocktail della componente acquosa separata dal greggio destinato alla raffineria, più tutte le sostanze utilizzate per estrarlo e prepararlo all’immissione nell’oleodotto, in direzione Taranto.
Di solito le compagnie petrolifere tendono a liberarsene reiniettando il tutto, o quasi, pozzi già esauriti. Ma in Basilicata ce n’è soltanto uno, e non mancano le preoccupazioni a riguardo data l’alta sismicità dell’area. Perciò gran parte, decine di migliaia di tonnellate all’anno, va all’esterno dell’impianto, e arriva a Tecnoparco, dove subisce alcuni trattamenti prima di finire nel Basento.
I dubbi degli investigatori si concentrano sul tipo di trattamento effettuato e i codici rifiuto assegnati a quei liquami in partenza da Viggiano, dove non esisterebbero apparecchi in grado di eliminare tutte le tracce di idrocarburi al loro interno.
Fatto sta che a giugno dell’anno scorso le indagini commissionate dal Comune di Pisticci hanno evidenziato un superamento proprio delle soglie di contaminazione da idrocarburi nei sedimenti del fiume a valle degli scarichi di Tecnoparco.
Nei prossimi giorni i campioni prelevati verranno sottoposti a degli esami in laboratorio per verificare la loro composizione chimica.
CHI E’ SOTTO INCHIESTA:
Domenico Scarcelli, nato a Foggia nel 1967
Saverio Frullo, nato a Bari nel 1959
Nicola Savino, nato a S.Mauro Forte 1957
Faustino Somma, nato a Potenza il 1935
Gaetano Santarsia, nato a Matera il 1958
Michele Somma, nato a Potenza il 1966
Stefano Maione, nato ad Avellino il 1963
Giovanni Castellano, nato a Salandra il 1956
Giulio Spagnoli, nato a Napoli nel 1952
Massimo Orlandi, nato a Roma il 1961
Ruggero Gheller, nato ad Erba il 1972