Lo Showman Del Tennis – MANSOUR BAHRAMI – Tennis’ Greatest Entertainer
Lo straordinario talento di quest’uomo. MANSOUR BAHRAMI, mette insieme tecnica sportiva e divertimento,un vero misto di intrattenimento pieno di entusiasmanti colpi di scena e tocchi di palla davvero incredibili, frutto una passione innata nello sport e nello stesso tempo nell’intrattener il pubblico.
8 minuti di puro divertimento del più grande intrattenitore di tennis, in questa compilation mostra momenti comici, trucchi e il suo straordinario talento. MANSOUR BAHRAMI,Iraniano di origine, frequenta sin da giovanissimo i campi da tennis, prima come raccattapalle, dove da attento osservatore riesce a far sue tecniche di famosissimi tennisti Iraniani. E’ considerato uno dei maggiori giocatori dotati naturalmente, in grado di fare dello sport del tennis un vero e proprio show di classe e divertimento. Prima di arrivare a questi livelli, da ragazzo povero che era, le sua prime racchette erano una padella o altri utensili da cucina, prima di possedere a 13 anni una vera e propria racchetta da Tennis. VIDEO:
Peppe Scopelliti e Angelino Alfano: La notte porta consiglio a Scopelliti
La notte, si sa, porta consiglio. Nel caso di Scopelliti due notti sono bastate per evitare che le sue dimissioni arrivassero lì dove dovevano arrivare, in consiglio regionale.
In perfetta coerenza con quella che ormai è la politica degli “annunci”, infatti, le dimissioni da presidente della Regione Calabria, Scopelliti le ha solo annunciate: davanti alle telecamere della Rai, dalle colonne del Corriere della Sera, in collegamento con SkyTg24. Persino nel corso di quella che doveva essere la sua ultima riunione di giunta regionale.
Agli annunci seguono ora delle blande conferme con distinguo: le dimissioni arriveranno «nella misura in cui…», «subito dopo che….», «in coerenza con le indicazioni della maggioranza se…», «dopo che lo Statuto regionale sarà…».
Chiarito questo, tutti di corsa in aeroporto che c’è un volo che è partito alle 16. Porta a Roma dove il gran consulto con Angelino Alfano (nella sua veste di segretario nazionale del Ncd, in quella di ministro dell’Interno, ovvero in entrambe?) dovrà dipanare la matassa con uno Scopelliti sempre più confuso che ormai interpreta Lucio Battisti (io vorrei… non vorrei… ma se vuoi…).
Ovviamente la Calabria può attendere.
In verità l’unico atto urgente, per evitare un vuoto istituzionale, è non già la “modifica dello Statuto”, come va ripetendo il sempre inattendibile presidente del consiglio regionale Franco Talarico (tanto non c’è nessuno che dai banchi dell’opposizione si incarichi di correggerlo) bensì, la “correzione” dello Statuto nella parte, anzi nell’unica parte, censurata dalla Corte costituzionale. Laddove cioè, aggirando ancora una volta la legge, si è voluto con arroganza mantenere nel numero di 40 i consiglieri regionali, pur sapendo che per le regioni che non superano i due milioni di abitanti, come la Calabria, la legge impone che il consiglio regionale non superi i trenta componenti.
Il resto sono solo tatticismi politici e beghe tra “alleati”. Se Scopelliti vuole le elezioni anticipate e vuole risparmiarsi l’onta di una “sospensione” per effetto della legge Severino si deve dimettere. Se invece vuole che la legislatura vada avanti senza di lui gli è sufficiente riconsegnare le chiavi di Palazzo Alemanni (mega palestra personale inclusa) e dedicarsi agli impegni politici ed a quelli privati. Escludiamo quelli lavorativi visto che un lavoro, che sia autonomo o dipendente, il nostro ex governatore non lo ha mai svolto. Non certo per colpa sua, piuttosto per il fatto di aver sempre e soltanto “lavorato” nelle istituzioni ricoprendo svariate cariche elettive.
FONTE: CORRIERE DELLA CALABRIA
Scaroni: 3 anni di pena e 5 anni di interdizione per i pubblici uffici per disastro ambientale doloso.
“Reati ambientali a Porto Tolle” Condannati a tre anni Scaroni e Tatò
31/03/2014 -Rovigo – sentenza di primo grado al processo sulla gestione della centrale Enel. Assolto l’attuale ad Conti. il numero uno di Eni: «Sono estraneo, farò ricorso»
Finisce con una condanna per gli ex vertici dell’Enel, Franco Tatò e Paolo Scaroni, e l’assoluzione per l’attuale Ad, Fulvio Conti, il processo di primo grado per danni ambientali causati dalle emissioni della centrale termoelettrica di Porto Tolle, sul delta del Po. Scaroni ha già annunciato il ricorso in appello.
Il Tribunale di Rovigo, dopo una lunga battaglia legale, ha condannato i due ex ad a 3 anni, con l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Assolti Fulvio Conti e altri cinque ex manager finiti a processo – Antonino Craparotta, Leonardo Arrighi, Sandro Fontecedro, Alfredo Inesi, Carlo Zanatta -. Assolto anche l’ex direttore dell’impianto Renzo Busatto, per il quale in sede di requisitoria la Pm aveva riconosciuto la prescrizione. Il Tribunale ha inoltre condannato Tatò, Ad di Enel dal 1996 al 2002, e Scaroni, suo successore dal 2002 al 2005, al pagamento di una provvisionale complessiva di 430 mila euro suddivisi tra le parti civili (Ministeri dell’ambiente e della salute, la Provincia di Rovigo e alcuni Comuni polesani, le associazioni Legambiente, Italia Nostra, Greenpeace, Wwf). Tra gli atti depositati il ministero dell’ambiente aveva incluso una ricerca dell’Ispra che stimava in 3,6 miliardi il danno ambientale. Continua su Fonte
Quello che la Regione Basilicata non ci ha mai detto: Total, ecco un dossier coperto da “divieto di divulgazione
La Regione Basilicata ha stretto, negli anni passati, accordi con Total ed Eni, affinché i pareri scientifici esterni richieste dalle compagnie petrolifere a studi di analisi e consulenze ambientali rimanessero chiusi nei cassetti. Noi invece oggi ne parliamo, dopo essere venuti in possesso di uno studio “secretato” sulla incidenza ambientale delle prospezioni nella Valle del Sauro.
La Total Italia richiese all’incirca 4 anni fa al laboratorio toscano “pH s.r.l. – Analisi e consulenze” di redigere uno studio di valutazione d’incidenza ambientale per le sole prospezioni sismiche in Valle del Sauro, l’esito? Un no chiaro e preciso, scritto in grassetto a pag.347, dove si scrive: ”si ritiene di dover applicare il principio comunitario di precauzione e dichiarare in ragione di tale principio, una potenziale incidenza negativa sulle componenti biotiche dell’area”. Giudizio chiaro ed inequivocabile: le sole attività di ricerca del petrolio e figuriamoci l’estrazione, sono giudicate pregiudizievoli per il mantenimento di flora e fauna nella zona, la Valle del Sauro, e quindi nel resto della Basilicata? Il paragrafo conclusivo apre dando conferma ad una paura diffusa, ossia che la Basilicata sia un vero e proprio esperimento pionieristico volto a dimostrare la possibile convivenza tra attività estrattive e uomo. Stupidaggini millantate da Eni e Total che vogliono rendere solo più gradevole l’olezzo del denaro con cui pagano il nostro sottosviluppo, perché il laboratorio d’analisi toscano, leader nel suo settore, asserisce che il settore in questione non è conosciuto, e che nella letteratura scientifica non esistono precedenti: vale a dire che Eni e Total stanno cercando in Basilicata di creare un modello ibrido di sviluppo senza basi scientifiche a sostegno del loro tentativo. Lo studio in questione è datato ottobre 2010 e riporta sulla sua copertina la dicitura”Questo documento è di proprietà di Total Italia S.p.A.. Non potrà essere copiato, riprodotto o diffuso a terzi senza la sua autorizzazione”.
A questo aggiungiamo anche le pubblicazioni sanitarie internazionali, come quella uscita sul numero 58 della “Occupational & Enviromental Medicine”, citato più volte dalla professoressa Albina Colella, che ha pubblicato nel 2001 uno studio svolto in Ecuador da un’equipe medica, che ha studiato gli effetti sanitari delle estrazioni petrolifere della Texaco sugli abitanti del villaggio di San Carlos: un luogo di pescatori ed agricoltori, nessuna industria pre-esistente, lontani da stress e città: hanno iniziato a conoscere massicciamente il cancro in diverse forme e con basse possibilità di guarigione. Total, Eni e Regione Basilicata ed altri capitani d’industria, hanno stipulato anni or sono un vero e proprio patto scellerato, ormai smascherato, volto a nascondere sistematicamente la reale natura del loro progetto, di cui sagre, mostre, libri, convegni e royalties sono solo il lato illuminato; dietro c’è un disegno autentico di “periferizzazione ambientale” della Basilicata. Le dichiarazioni scioccanti del responsabile del Distretto Meridionale dell’Eni, Ruggiero Gheller, recitate durante l’ultima conferenza stampa organizzata da Eni a Viggiano meritano un’adeguata risposta. Le accuse di lentezza, dietrologia e sostenibilità ambientale relative all’affaire petrolio lucano in Basilicata meritano risposte forti ed oggettive. La strategia di colonizzazione della Basilicata è sputtanata dai fatti, quelli scientifici e giuridici, nascosti in dossier e studi coperti da “divieti di divulgazione”. Ci spieghi l’ingegner Gheller perché l’Eni ad oggi nei suoi Local Report non ha mai esposto dati o studi comprovati ed obiettivi a sostegno delle sue tesi di sostenibilità? Lasciamo a casa l’effetto Nimby, e parliamo di diritto e scienza: gli studi d’impatto ambientale dell’Eni, come quello citato, se liberi, hanno detto che “in Basilicata non si può estrarre” sia per motivi ambientali (quindi anche sanitari) ma soprattutto per effetto di leggi europee, già citati da Mediterraneo No-Triv per bocca dell’avv. Bellizzi. Carte alla mano, è arrivato il momento di un confonto vero con le compagnie petrolifere che facendo affidamento sul “bassissimo senso civico dei lucani”, sono venute in Basilicata come tra gli indios, pensando che da una regione di “pezzenti” non potesse nascere, un giorno, una coscienza collettiva. E invece Eni e Total da giganti rischiano di fare la fine di Golia. FONTE
Ecco una delle pagine del Dossier:
Battiato: Crocetta fin’ora nessuna riforma, “Obama comperi gli F35 con soldi suoi”
Giancarlo Cancellieri riporta su facebook le parole di Franco Battiato espulso da Crocetta dal Consiglio regionale ormai da un anno sottolineando l’nattività della Giunta Siciliana: “POCO CORAGGIO E NESSUNA RIFORMA”
“Le Parole del maestro: E’ passato un anno da quando Franco Battiato, il maestro, non è più assessore regionale. Fu mandato via quando disse che a Roma “ci sono le troie in Parlamento”.
Oggi torna dopo un anno a bacchettare il governo siciliano e lo boccia sonoramente, nel suo stile.
“Secondo me Crocetta doveva approfittare della mia uscita per mandare tutta la giunta casa.
Sarebbe stata la soluzione migliore e tutti l’avrebbero apprezzato. Il momento era molto favorevole, ma ci voleva coraggio. Per adesso non ho visto riforme”.
Noi aggiungiamo che dovrebbero andarci tutti a casa, compreso il Presidente della Regione, per ridare nuovamente voce ai cittadini siciliani.
Questo è un governo di dilettanti, non possiamo perdere ancora tempo con chi non ha chiara una visione di futuro per la nostra terra.
Link al post >—> http://goo.gl/pd7ald
Mentre su Repubblica viene riportato un articolo dove il cantautore attacca il presidente americano e il piano di acquisto degli aerei da combattimento da parte dell’Italia: «Da chi ci dobbiamo difendere? Sono barzellette»Il cantautore attacca il presidente americano e il piano di acquisto degli aerei da combattimento da parte dell’Italia: «Da chi ci dobbiamo difendere? Sono barzellette» Grande come sempre Battiato come Grillo contro OBAMA, è convinto che la visita a Roma del presidente americano, Barack Obama, abbia avuto come obiettivo quello di perorare la causa degli F35, gli aerei militari che, per il loro costo, sono da tempo al centro delle polemiche politiche. «Obama viene qui e ci dice di spendere soldi per acquistare gli F35, ma fallo con i tuoi soldi, cosa vieni a chiedere qui – si chiede il cantautore siciliano, già assessore, seppure per pochi mesi, dell’Assemblea regionale siciliana guidata da Crocetta -? Queste sono cose che non dovrebbero essere accettate: da chi ci difendiamo? Sono barzellette». Continua su FONTE
L’UE ha dichiarato ufficialmente guerra ai risparmiatori: ha gettato le basi per l’autodistruzione del sistema
La scorsa settimana l’#UnioneEuropea ha deciso sanzioni micidiali contro i proprio cittadini che, a differenza della #Russia, non possono difendersi. Con il compromesso sull’#UnioneBancaria raggiunto il 19 marzo, il Consiglio #UE, la Commissione e il Parlamento Europeo hanno creato una macchina criminale che mira ufficialmente a confiscare i risparmi per mantenere in piedi le banche “zombie”.
L’accordo stabilisce che il Meccanismo di Risoluzione Unico (SRM), il cosiddetto “secondo pilastro” dell’Unione Bancaria, sarà operativo nel 2015; due terzi dei 55 miliardi di euro del Fondo di Risoluzione Unico (SRF) possono essere usati dall’inizio e il 70% dopo tre anni. Il fondo sarà finanziato dalle banche, ma non è chiaro se solo dalle 128 banche che fanno parte dell’Unione Bancaria o se da tutte. Le casse di risparmio e le banche cooperative hanno già messo le mani avanti perché non intendono sacrificarsi per salvare le grandi banche.
Il “primo pilastro” dell’UB, il Meccanismo di Supervisione Unico (SSM), come concordato precedentemente, sarà a regime già nel novembre di quest’anno.
L’intero sistema sarà indipendente dai governi nazionali. Il Consiglio sarà interpellato solo se lo decide la Commissione e solo nel caso che la Commissione disapprovi le decisioni prese dalla BCE e dal Consiglio del SRM (probabilità uguale a quella che gli asini volino).
Al cittadino viene spiegato che nel caso di una “risoluzione” (liquidazione) bancaria, verrà per primo utilizzato lo strumento del “bail-in”, e cioè del prelievo forzoso: vengono confiscati, nell’ordine, le azioni, le obbligazioni e i risparmi al di sopra dei centomila euro. Se questi non bastano si ricorre al fondo. Inoltre, i governi possono chiedere un prestito all’ESM, che naturalmente significa consegnarsi alla Troika.
Il Commissario per il Mercato Interno Michel Barnier ha definito l’accordo “il passo più importante (…) dopo l’Euro”. Il ministro del Tesoro tedesco Wolfgang Schaeuble ha ripetuto il mantra che col nuovo meccanismo i contribuenti non dovranno più sobbarcarsi il costo dei salvataggi bancari.
Due osservazioni. Primo, se salta una banca sistemicamente rilevante, la potenza di fuoco del nuovo meccanismo è del tutto insufficiente. Non miliardi ma migliaia di miliardi saranno necessari. Questo significa che i contribuenti non sono affatto al riparo. In secondo luogo, e ancor più importante, è che le nuove regole rovesciano il principio della fiducia su cui si basa ogni sistema di finanza e di credito, e cioè che il risparmio è protetto dalla legge. La maggior parte delle costituzioni nazionali lo afferma esplicitamente. Il nuovo accordo raggiunto dalle istituzioni UE, e che i parlamenti nazionali sono chiamati a ratificare, asserisce invece la supremazia della “stabilità del sistema finanziario” su ogni altro interesse o settore della società, compresi i risparmi.
Come abbiamo già denunciato, le norme di “risoluzione bancaria” affermano che i contratti derivati devono essere onorati se una loro sospensione minaccia “la stabilità del sistema”.
FONTE
Parcelle a ex dirigente Comune Reggio Calabria: La gestione “allegra”del comune provoco’ enormi voragini di Bilancio, 6 anni a governatore Scopelliti
#M5S Il presidente della Regione #Calabria Giuseppe #Scopelliti, ora esponente di spicco del #NCD ed ex #Pdl, è stato condannato a 6 anni di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed al pagamento di una provvisionale di 120mila euro.
Un’altra medaglia al disonore si aggiunge al suo strepitoso curriculum giudiziario: http://goo.gl/Zwsj4f
La Calabria è davvero stanca di essere violentata da questa classe politica delinquenziale, ignorante e senza un minimo di dignità! Ora bisogna andare subito al voto e LIBERARCI una volta per tutte di TUTTI LORO!
PS ieri a #Catanzaro mentre parlava il mio collega Alessandro Di Battista insieme a tantissimi cittadini presenti all’evento, è arrivata in diretta la notizia della condanna di Scopelliti. Appena l’abbiamo annunciata è scoppiato un boato di gioia e liberazione indimenticabile. QUI IL VIDEO:
#VINCIAMONOI!! Paolo Parentela (M5S)
Lo chef inglese, Jamie Oliver, che ha fritto McDonald’s
Lo chef inglese Jamie Oliver ha vinto una battaglia contro una delle più grandi catene di fast food nel mondo. La sua denuncia era mirata a dimostrare la scarsa qualità degli hamburger di McDonald’s. Secondo Oliver, le parti grasse di carne bovina sono “lavate” con idrossido di ammonio e utilizzate per fare gli hamburger. Il franchising della nota multinazionale dopo questa sconfitta ha cambiato la ricetta per preparare i suoi hamburger.
La denuncia dello chef e noto presentatore di ricette in cucina, Jamie Oliver, che ha intrapreso una guerra contro l’industria del fast food, è senza precedenti: “Fondamentalmente, si utilizza un prodotto che sarebbe stato venduto nel modo più economico per i cani e che, dopo questo processo, viene dato agli esseri umani”. Oltre alla bassa qualità della carne, l’idrossido di ammonio è nocivo per la salute. Oliver lo chiama “il processo della melma rosa”, perché un essere umano ragionevole dovrebbe voler mettere carne trattata con ammoniaca nelle bocche dei suoi figli?” chiede lo chef.
In una delle sue iniziative, Oliver ha dimostrato ai bambini come sono fatte le “pepite” di pollo. Dopo aver selezionato le migliori parti del pollo, i resti (grasso, pelle e organi interni) sono utilizzati per questi cibi fritti. Per l’azienda Arcos Dorados, distributrice di prodotti in America Latina, questa procedura non è praticata. Lo stesso vale per il prodotto in Irlanda e nel Regno Unito, dove usano carne da fornitori locali.
Negli Stati Uniti, Burger King e Taco Bell avevano già abbandonato l’uso di ammoniaca nei loro prodotti. L’industria alimentare utilizza idrossido di ammonio come agente anti-microbico nelle carni. E’ questo che ha permesso a McDonald’s di usare carne altrimenti “immangiabile”?
Ancora più inquietante è il fatto che, essendo l’idrossido di ammonio considerato parte della “componente in una procedura di produzione” dall’Usda, i consumatori non possono sapere quando la chimica pesante è entrata nel loro cibo. Sul sito ufficiale di McDonald’s, l’azienda sostiene che la loro carne è a buon mercato perché, dato che serve molte persone ogni giorno, è in grado di acquistare da loro fornitori a un prezzo inferiore e offrire i migliori prodotti di qualità. Naturalmente il franchising ha negato che la decisione di cambiare la ricetta sia stata legata alla campagna di Jamie Oliver. FONTE