Liguria, spese pazze secondo atto a base di skypass e champagne
Genova – Dagli scontrini per i soggiorni termali o il coiffeur, i finanzieri sono passati, andando un po’ a ritroso, alle località di montagna. Perché più che il conto finale della sauna, a quei tempi, servivano i soldi per lo skipass. Il problema è che con il passare delle settimane una cosa sta diventando (molto) chiara. Dopo lo sfacelo dell’Idv, un nuovo mini-tsunami si sta per abbattere sulla politica ligure.
È l’inchiesta bis sulle spese pazze che i consiglieri si sono fatti rimborsare con denaro pubblico, di cui finalmente si conosce qualche dettaglio in più. Attenzione: non il primo filone, quello che ha portato all’arresto dell’ex dipietrista Nicolò Scialfa, in mano alla Procura e tutto concentrato sulla legislatura in corso, iniziata nel 2010. Il prossimo terremoto riguarderà gli esponenti della Regione che hanno fatto parte dell’assemblea nel quinquennio precedente, in particolare dal 2008. Su di loro sta lavorando la Corte dei conti e ,sebbene non iscritti sul registro degli indagati, rischiano concretamente di dover mettere mano al portafogli per risarcire.
Che cosa si facevano pagare, con il denaro dei contribuenti? Dai dossier della Corte, di cui si registrano succose avvisaglie all’inaugurazione dell’anno giudiziario, filtrano alcune chicche: «Oltre a esorbitanti esborsi per consumazioni in bar e ristoranti, pure giocate al lotto, acquisti di medicinali, prodotti cosmetici, vini pregiati e champagne». Ma soprattutto: «Articoli di oreficeria, videogiochi nonché spese per viaggi all’estero e per soggiorni in località sciistiche».
Un delizioso mix che in parte anticipava i gusti di svariati successori – talvolta indecisi se comprare a sbafo sushi o cibo per gatti, e poi sempre orientati sull’en-plein – e però con vari tratti di originalità. Dopo aver notificato un primo «invito a dedurre» (in pratica l’avviso di garanzia della Corte dei conti) ai vari capigruppo, gli inquirenti hanno quantificato in quasi un milione le spese «anomale» per le quali sono state presentate, e ottenute, richieste di copertura “pubblica”. FONTE
Basilicata: Camera, assessori regionali vanno in Commissione ma parlano di altro
06/03/2014 – ROMA – Chiamati a intervenire su un argomento, hanno parlato di tutt’altro, o meglio di qualcosa ormai già superata. Non possono dire di aver fatto una bella figura i nostri assessori all’Agricoltura di Puglia e Basilicata, oggi intervenuti in audizione alle commissioni riunite Agricoltura e Ambiente alla Camera nell’ambito dell’esame in sede referente delle abbinate proposte di legge in materia di valorizzazione delle aree agricole e di contenimento del consumo del suolo. Entrambi, per uno scherzo del destino, hanno ripetuto la stessa cosa suscitando la «reazione» del presidente della commissione Ambiente, Ermete Realacci, che li ha garbatamente richiamati facendo notare lo scivolone.
Sulla questione, premettiamo, sono state presentate diverse proposte di legge (sia da Realacci, sia dal M5S a prima firma De Rosa), alla luce di un nuovo provvedimento presentato dal Governo dopo aver recepito – particolare non di secondo piano e si capirà perchè – le osservazioni della Conferenza Stato-Regioni del novembre scorso.
Cosa è successo? L’assessore regionale pugliese, Fabrizio Nardoni, ha parlato per otto minuti davanti alla commissione e non ha fatto altro che sciorinare le stesse osservazioni fatte dalla Conferenza stato-regioni a novembre scorso sul ssl De Girolamo (l’ex ministro all’Agricoltura). Intervento che ha suscitato la reazione, composta ma abbastanza ferma, del presidente della commissione Ermete Realacci il quale ha fatot notare come le cose dette da Nardoni si riferissero a un testo già superato (della Conferenza stato Regioni) e i cui contenuti erano stati già recepiti dal Governo. Della serie: vogliamo le osservazioni sulle altre proposte di legge presentate.
E veniamo alla seconda figuraccia. Questa volta è stato il turno dell’assessore alla Basilicata, Aldo Berlinguer, colpevole di essere arrivato in ritardo e di non aver ascoltato il “rimprovero” rivolto al suo collega pugliese. Nonostante la raccomandazione iniziale di Realacci, Berlinguer non fa altro che ripetere – di fatto – lo stesso intervento di Nardoni. “Dico a lei la stessa cosa che ho detto al suo collega” ha ribadito Realacci. E cioè che quelle che stava leggando erano le osservazioni della conferenza stato regione di novembre scorso, già recepite dal Governo.
Morale: trasferta a Roma, non gratis, per un nulla di fatto. Fonte di N.Pepe
Allarme Farmaci per reflusso e nausea, provocano infarti e morte. La Francia chiede il ritiro dal mercato. Ecco quale
Nome del principio attivo: DOMPERIDONE, Farmaco di classe C, a carico del cittadino. Indicazioni farmacologiche: Attenuazione della nausea e del senso di pienezza e pesantezza gastrica; trattamento coadiuvante della malattia da reflusso gastroesofageo; dispepsia; rigurgito.
Effetti collaterali: morte?
E’ allarme in Francia per gli effetti provocati dai farmaci che contengono come principio attivo il domperidone. Con l”obiettivo di tutelare la salute dei pazienti, infatti, l”autorevole rivista francese “Prescrire” lancia un appello per chiedere il ritiro definitivo dal mercato dei farmaci a base di questa sostanza. La decisione di lanciare questa sorta di ultimatum nasce dall”analisi dei risultati di uno studio, pubblicato il 19 febbraio scorso, condotto dal board editoriale della rivista, sui dati di prescrizione di domperidone in Francia nel corso del 2012 e alla stima degli effetti avversi gravi attribuibili all”impiego di questo farmaco. Da alcuni anni è nota l”associazione tra domperidone e rischio cardiaco tanto che l”Agenzia italiana del farmaco aveva già emesso nel 2011 una Nota informativa importante per mettere in guardia gli operatori sanitari.
Nel 2010 erano stati infatti pubblicati due studi epidemiologici sul rischio di aritmia ventricolare, arresto cardiaco, morte improvvisa ipotizzando un collegamento di tali eventi con il farmaco. Il domperidone rientra infatti in quella categoria di molecole capaci di aumentare il rischio di “torsione di punta”, una grave aritmia ventricolare associata al prolungamento dell’intervallo QTc che, se non trattata tempestivamente, porta a morte. Basando la sua analisi sui rimborsi dell”assicurazione medica e sull”incidenza di morte cardiaca improvvisa in Francia, la rivista Prescrire ha calcolato che domperidone è stato dispensato almeno una volta nel corso del 2012 al 7% circa della popolazione francese (tre milioni di adulti) ipotizzando che alla sua assunzione possa essere associato un numero di morti cardiache improvvise comprese tra 25 e 120 in un anno. Da qui l”esortazione a ritirare il domperidone dal mercato, ancora prima di marzo 2014 quando è prevista la pubblicazione di un parere da parte dell”Agenzia europea dei medicinali (Ema) su questa tematica. Utilizzato per il trattamento sintomatico della nausea, del vomito e del senso di pienezza epigastrica, i farmaci contenenti domperidone, a giudizio degli autori di Prescrire, possono essere facilmente sostituiti con prodotti più sicuri tra cui omeprazolo per trattare il reflusso gastroesofageo, consigli sulla dieta o addirittura un placebo. I rischi cardiaci associati all”impiego di domperidone sono ignorati dalla maggior parte dei pazienti che spesso utilizza questo farmaco con disinvoltura.
Fonte: farmacista33.it
Passaparola – Il boom della UE di maggio – Eugenio Benetazzo
Le elezioni per il cambio e rinnovo del Parlamento europeo, che si terranno a maggio, sembrano la principale motivazione che potrebbe avere spinto l’establishment sovranazionale, non necessariamente europeo, a chiedere un cambio repentino di veste politica all’esecutivo italiano, cioè l’avvicendamento tra Letta e Renzi. Per le modalità con cui si è manifestato dovrebbe presupporre un intervento e una ingerenza da parte di organismi sovranazionali che temono per il risultato di maggio. Eugenio Benetazzo
A maggio tutta la composizione del Parlamento europeo potrebbe subire un consistente cambiamento a causa dei cosiddetti movimenti o partiti euroscettici provenienti da tutti i Paesi europei, dalla Finlandia alla Spagna, dall’Inghilterra all’Italia, alla Grecia.
Le preoccupazioni per l’establishment europeo, sovranazionale è che il realizzarsi di un apporto rilevante da parte di queste nuove forze politiche potrebbe mettere profondamente in discussione sia l’Unione Europea e il progetto Euro, che quindi potrebbe implodere non avendo più il consenso allargato degli anni precedenti.
Di questo punto di vista può anche essere letto l’insediamento accelerato di Renzi nei confronti di Letta. L’idea è trasmettere alla popolazione italiana un nuovo governo che ha una veste completamente nuova, che almeno sulla carta si propone di volere cambiare grande parte di quei gangli istituzionali del nostro Paese e al tempo stesso di diminuire il consenso nei confronti del MoVimento 5 Stelle. Adesso, infatti, a Bruxelles si inizia a temere la presenza del MoVimento 5 Stelle, che nel tempo sta assumendo sempre più consenso da parte dell’elettorato.
L’Euro può stare senza l’Italia? La UE può esistere senza l’Italia? Direi proprio di no. Lo fanno capire innanzitutto le vicende che hanno caratterizzato il nostro Paese negli ultimi tre anni, che hanno di fatto destabilizzato la democrazia per consentire una guida del paese il più possibile improntata a una vocazione tecnica, mettendo da parte le varie ideologie politiche e anche le pressioni da parte delle varie componenti parlamentari.
Oggi abbiamo veramente un periodo di limbo finanziario e politico, che durerà tre mesi, dopodiché scaturirà una nuova Europa che confidiamo sia maggiormente portavoce delle istanze, soprattutto popolari, che metta in discussione quelle ristrettezze che impediscono agli amministratori locali di intervenire sul territorio andando a intaccare le risorse disponibili nelle casse dei comuni o degli altri enti locali, arrivando a rivedere quelle che dovrebbero essere le principali linee guida della politica monetaria della UE per gli anni a venire, in modo tale da renderci più in linea ai principali fattori di crescita su cui stanno puntando Giappone e Stati Uniti, quindi utilizzare la politica monetaria come una arma, come uno strumento, per provare a innescare nuovamente il percorso di crescita.
Al di là di una struttura quasi paradossale del nuovo esecutivo, in cui il governo Renzi sembra avere maggiore consenso e appoggio soprattutto dal centrodestra più che dal centrosinistra, quanto è accaduto nelle ultime settimane in Italia ha trasmesso non poca inquietudine, non solo alla popolazione, ma anche chi si occupa di osservare politicamente il panorama italiano.
Le elezioni per il cambio e rinnovo del Parlamento europeo, che si terranno a maggio sembrano la principale motivazione che potrebbe avere spinto l’establishment sovranazionale, non necessariamente europeo, a chiedere un cambio repentino di veste politica all’esecutivo italiano, cioè l’avvicendamento tra Letta e Renzi. Per le modalità con cui si è manifestato dovrebbe presupporre un intervento e una ingerenza da parte di organismi sovranazionali che temono per il risultato di maggio.
Chi opera nei mercati finanziari ha percepito la necessità da parte di questi soggetti di dare un nuovo imprimatur, soprattutto all’Italia, cambiando il suo primo ministro e parte della composizione dell’esecutivo, al fine di consentire un ridimensionamento del Movimento 5 Stelle, che invece è visto costantemente in ascesa, anche a fronte delle criticità e degli episodi che hanno caratterizzato la vita politica del paese negli ultimi tre mesi.
Immaginate che cosa sarebbe l’Italia per chi guida la UE e ha in mente di arrivare da qui a otto anni ai famosi Stati Uniti d’Europa, un vecchio stivale in cui il partito il MoVimento 5 Stelle potrebbe arrivare a un consenso vicino o oltre il 35%, questo chiaramente destabilizzerebbe definitivamente sia la UE e soprattutto la moneta unica. FONTE
Lo stato sociale in Grecia non esiste più. La storia di due anziani che fa inorridire il paese
L’ennesimo drammatico esempio del vergognoso dramma sociale cui è costretto oggi il paese. Nell’ultimo giorno di febbraio a Lamia, un piccolo comune della Grecia centrale, alcuni passanti sono rimasti sciocati dalla scena che si sono trovati di fronte: una coppia di persone molto anziane distese a terra, ranninchiate a terra per proteggersi dal freddo e incapaci di stare in pide. Sedevano là in prossimità della loro casa. I vicini si sono affrettati a portare loro coperte, lenzuole, acqua e chiamare il servizio d’emergenza. Cosa era successo?
Il blog Ktg riporta la storia tragica e illuminante per comprendere la situazione sociale oggi in Grecia di due anziani, fratello e sorella, tornati a Lami dopo esser stati dimessi dall’ospedale di salute mentale “Dafni” di Atene, 300 chilometri di distanza. Dato che la loro casa era stata venduta dalle autorità municipali e giudiziarie, i due non avevano altro luogo dove andare se non a terra nella prossimità della loro casa. Secono un mezzo di informazione locale, LamiaReport.gr, il più anziano viveva da anni in una casa senza elettricità e in condizioni ai limiti dell’umano. Due mesi fa, la giustizia è intervenuta, vendendo la casa e mandando la coppia a Dafni. Con la nuova riforma della sanità e le scelte imposte dalla troika, l’ospedale Dafni ha dovuto disfarsi dei pazienti e la coppia è stata dimessa giovedì.
Non è ancora chiaro perchè i due siano stati mandati in un’ospedale psichiatrico, ma, riporta Ktg, nella Grecia dell’austerità e del collasso del Welfare, portare qualcuno in un centro di recupero mentale è forse “il modo burocratico più semplice per togliersi il problema degli esseri umani al termine della loro vita”. Le ultime riforme sanitarie imposte dalla troika prevedono che i pazienti malati di mente debbano essere rilasciati dalle unità psichiatriche qualunque siano le loro condizioni.
I due anziani, grazie alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica locale, sono ora in un ospedale a Lamia e si cerca di trasferirli in un centro anziano, anche se, senza pensione, non sono in grado di pagare. L’ennesimo drammatico esempio del vergognoso dramma sociale cui è costretta oggi la Grecia dopo tre anni e mezza di regime imposto dalla troika. FONTE
Notizia del: 28/02/2014
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Campanella e Orellana tramavano alle spalle di M5S . Bechis smaschera i dissidenti
Bechis a La7: “Un mese e mezzo fa ho incontrato per strada, Franco Giordano (ex rifondazione oggi SEL). Gli chiesi “ma voi che fate”. Lui: “c’è un mezzo discorso con Renzi per fare una maggioranza staccando alcuni nomi, tra cui i quattro (Campanella, Orellana, Bocchino, Battista ndr). È una delle cose classiche per cui si viene espulsi da un partito. Non trovo scandaloso quello che è avvenuto” video:
L’Ora della Calabria, registrazione shock: «Caccia ‘sta cazz’i notizia sui Gentile»
La registrazione integrale della telefonata tra l’editore dell’Ora della Calabria Alfredo Citrigo e il presidente di Fincalabra, nonché nostro stampatore, Umberto De Rose affinché non uscisse la notizia relativa all’inchiesta sul figlio del senatore Ncd Tonino Gentile, fresco di nomina a sottosegretario alle Infrastrutture. Tra la notte del 18 e 19 febbraio, guarda caso, il nostro giornale non è arrivato in edicola a causa «di un guasto», aveva detto De Rose. Ed invece… Ecco la prova che smentisce lo stampatore e conferma le pressioni di Gentile.
L’intervento di fine seduta del portavoce M5S al Senato Nicola Morra DEL 21/02/2014, denuncia il Senatore Antonio Gentile (Ncd) che fa bloccare l’uscita di un giornale calabrese perchè stava per pubblicare la notizia che vedeva indagato per associazione a delinquere il figlio di un noto politico del posto.
Chiarezza sulla Proposta di Legge M5S relativa al Reddito di Cittadinanza
Il movimento propone di dare un Reddito minimo pari a 600 € netti mensili per tutti i disoccupati con un reddito pari a 0. La proposta prevede anche integrazioni per i cittadini che non arrivano a questa soglia.
Facendo un esempio: Una pensionata che percepisce una pensione di euro 400 netti mensili, avrà diritto ad altri 200 euro netti di integrazione, lo stesso vale anche per chi pur lavorando non riescono a raggiungere la soglia di 600 euro. L’importo sarà calcolato sulla base del nucleo famigliare, ma l’aiuto verrà erogato ad ogni membro. Esempio: una famiglia composta da due persone, una percepisce un reddito di 400 euro al mese e l’altra non ha entrate. Il primo componente riceverà 200 € netti (per arrivare alla soglia minima di 600 €) il secondo riceverà il contributo pieno. Per ogni figlio a carico aumenterà l’importo del sostegno.
Il reddito ideato dal M5S è basato soprattutto sul riordino dei Centri per l’Impiego (Uffici di collocamento). Le riforme sul Lavoro che si sono susseguite negli anni hanno esternalizzato parte dei servizi, finendo per paralizzare il sistema perchè non un ente che coordina il lavoro delle strutture pubbliche con quello delle agenzie private. In base alla proposta del movimento sarà il Ministero del Lavoro a farlo. I centri per l’impiego dovranno offrire a chi è disoccupato e percepisce il Reddito minimo fino a 3 offerte di lavoro congrue ovvero adatte al curriculum (Se uno è laureato in ingegneria non si può chiedere di fare il giardiniere) al terzo rifiuto si perde il diritto al reddito.
COPERTURE FINANZIARIE
Occorrono 20 miliardi di euro all’anno per finanziare il Reddito minimo
il M5S ha individuto le coperture
– 2,5 miliardi tagli Ministero della Difesa
– Tagli alle pensioni d’oro
– Pagamento dell’IMU agli immobili della Chiesa
– Tagli su tutti i Ministeri dall’1,5 fino a 2 miliardi di euro
– Una patrimoniale che verrà calcolata sui beni superiori a 1.500.000 euro escluse le prime case e i beni strumentali, ma incluse le automobili
– 2,5 miliardi reperiti dalle entrate derivanti dai giochi pubblici (Slot Machines)
– Tagli sugli stipendi degli ambasciatori
Apriscatole. Salvaroma annullato: polpetta avvelenata del PD a Marino! Ecco le prove!
Di nuovo in azione la task force di Renzi, quella addetta alle coltellate alle spalle. Stavolta, la vittima designata è il sindaco romano Ignazio Marino, che con l’avvento dei giovani renziani ha perso ogni protezione politica e probabilmente presto perderà il posto.
Lo si lascia a braghe calate sul decreto Salvaroma, niente soldi alla Capitale e tieniti i debiti. Ma stavolta, la task force sta furbamente accusando il MoVimento 5 Stelle, spacciato per leghista e antiRoma su tutte le solite gazzette.
Ma noi abbiamo le prove che si tratta di una manovra ben progettata dal PD. Eccole.
Già l’altro ieri, la maggioranza sapeva e aveva deciso che il “Salva Roma” sarebbe decaduto. Una decisione che non è avvenuta presso le sedi competenti ma, evidentemente, attraverso accordi presi nei corridoi del Palazzo. Ai deputati della Commissione Affari Sociali arriva infatti, a tarda sera e via sms, la convocazione per la mattina dopo per la discussione di atti parlamentari che non erano in programma, come, ad esempio, la discussione della cosiddetta “delega fiscale”.
L’aggiunta in aula di un provvedimento piazzato senza preavviso (Delega Fiscale), dimostra che invece il ritiro era già stato già deciso e la messa in scena del Ministro Boschi è stata una recita di basso livello propagandistico: la Ministra ha dichiarato pubblicamente che la causa del ritiro è l’ostruzionismo del M5S… quando noi non avevamo fatto ancora neppure un intervento!
Continuano le frottole, insomma, e continuano le coltellate e le polpette avvelenate tra piddini. Chi sarà la prossima vittima?
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