Sorial (M5S) denuncia i lobbisti in aula e fa il nome! #fuorilelobby (video)
C’è una morale che è possibile desumere da tutta questa storia dei lobbisti a Montecitorio.
E cioè che i “lobbisti” che sbianchettano le leggi in Commissione, e i partiti collusi o sottomessi, non sono solo una leggenda complottista come hanno tentato di farci credere per anni.
E’ bastato che un pugno di cittadini entrasse in Parlamento, senza aver fatto alcuna “scuola di partito” (leggi: lavaggio del cervello) perché questo verminaio fosse scoperchiato. I parlamentari M5S hanno reagito come avrebbe fatto qualsiasi italiano: con sbigottimento, stupore, indignazione, nel vedere che chi fa le leggi è soggetto a un mercato quotidiano che avviene nei corridoi di un Parlamento che dovrebbe essere libero.
Nessuno si è preoccupato di loro, della presenza del MoVimento 5 Stelle. Nessuno si è vergognato di mostrare come funziona davvero il meccanismo. Un’abitudine consolidata da decenni, più la certezza che chi entra in Parlamento sappia molto bene su cosa tacere in cambio della poltrona e dello stipendio, hanno reso i lobbisti sicuri e sfacciati.
Ci chiediamo: e le opposizioni? Quei partiti, come SEL, o la Lega, che dalle piazze tuonano fiamme contro il governo, contro Roma Ladrona, contro il PD o Berlusconi, perché hanno sempre taciuto? Eppure hanno sempre visto, hanno sempre saputo.
Ve lo diciamo noi perché. Perchè anche loro fanne parte dell’ingranaggio, del teatrino, della pupiata secondo la quale ci si dividono i compiti e i voti. E il compito delle opposizioni è proprio fingere una denuncia di facciata, per drenare il consenso degli scontenti. Quando entrano qui, silenzio e obbedienza come tutti. Si chiama sistema.
Per finire, la stampa. L’abbiamo chiamata, l’abbiamo invocata, abbiamo tentato in ogni modo di coinvolgerla. I giornalisti avevano perfettamente riconosciuto la voce del “lobbista misterioso”. Ma anch’essi, fedeli alla consegna del silenzio, hanno finto che nulla stesse accadendo e hanno taciuto. Taciuto fino all’ultimo. Fino a costringere i cittadini in Parlamento a fare il nome al posto loro, a sostituirsi anche alla stampa, oltre che ai politici che si fanno scrivere le leggi dai potenti.
C’è ancora chi dice che non lavoriamo abbastanza. Invece ci stiamo sostituendo, soli e contro tutti, ad un intero sistema politico e dell’informazione. Abbiamo intenzione di andare fino in fondo: di sostituirli tutti, di andare al governo, di cambiare l’Italia come vogliono davvero i cittadini.
Mai sottovalutare la forza di un sogno. (BEPPEGRILLO.IT)
Dopo lo scandalo Boldrini, tocca alla Serracchiani: prese un volo di Stato per partecipare a Ballarò
Un brutto vizio non solo perché marcatamente a danno del contribuente, ma anche perché sbattuto in faccia a tutti con l’imbarazzante sfrontatezza di chi sta sempre nel giusto. Dopo il viaggetto della presidente della Camera Laura Boldrini, che ha imbarcato il fidanzato nella delegazione governativa che ha volato fino in Sud Africa per partecipare alle esequie di Nelson Mandela, ecco un’altra donna della sinistra approfittare dei voli di Stato. Si tratta della governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.
Come ricostruisce Libero, lo scorso 26 novembre la renziana avrebbe volato sull’aereo della presidenza del Consiglio da Trieste a Roma per arrivare in tempo all’appuntamento con Giovanni Floris. Cristian Sergo, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, ha denunciato che, dopo aver partecipato a un vertice internazionale con il premier Enrico Letta, la presidente della Regione Fiuli-Venezia Giulia si è fiondata negli studi di Ballarò. Da Trieste a Roma, nel giro di poche ore. “La presidente alle ore 17.10 era ancora a Trieste – si legge nell’interrogazione presentata dal grillino – poco meno di quattro ore dopo, la Serracchiani si trovava già a Roma negli studi di Rai3 per partecipare alla trasmissione Ballarò in qualità di rappresentante del Pd. Mai di governatrice del Friuli Venezia Giulia”. Colta con le mani nella marmellata, la Serracchiani ha ammesso: “Il 26 novembre scorso, seguendo una prassi consueta gestita dal Cerimoniale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, per il viaggio d’andata sono stata ospite del presidente Letta, con il quale ho proseguito i colloqui iniziati a Trieste. Del mio ritorno in Regione invece si è occupata la redazione di Ballarò”.
A sinistra sembra che i voli di Stato siano diventati un must. Un viziaccio a cui non riescono proprio a rinunciare. Sul Falcon 900 che ha portato Letta da Roma al Sud Africa si sono accomodate almeno venti persone con annesso codazzo. Non c’erano infatti soltanto la Boldrini e il “fidanzato”, il giornalista Vittorio Longhi (collaboratore di Repubblica.it e del quotidiano inglese The Guardian). C’erano pure il portavoce, il responsabile della comunicazione, la consigliera per le relazioni internazionali e la scorta. Tutti a rendere omaggio a Madiba. Eppure gli altri Paesi avevano mandato giusto i capi di Stato. Addirittura il premier israeliano Netanyahu aveva deciso all’ultimo di non andare visto il conto stellare della missione (un milione di euro). Italians do it better. Perché paga il contribuente. E non importa se la destinanzione sono i funerali di Mandela o la puntata di Ballarò. Il modus operandi è esattamente lo stesso: si vola a scrocco. “Che male c’è ad accettare un passaggio su un volo della presidenza del Consiglio? – ha chiesto la Serracchiani – è tutto in regola. È una prassi normale”. Già, una pratica normale. A sinistra. Fonte
La scimpanzé liberata abbraccia Jane Goodall e torna nella foresta: il video
Lo scimpanzé Wounda abbraccia Jane Goodall prima di rientrare definitivamente nella foresta. Il video che commuove il web
Wounda una femmina di scimpanzé è stata portata al centro Tchimpounga Chimpanzee Rehabilitation Center del Jane Goodall Institute in Congo dopo che è stata ritrovata in fin di vita. E’ stata sequestrata a un gruppo di trafficanti di specie esotiche in via d’estinzione e rilasciata dalle autorità del Congo nell’oasi di Brazaville. A Tchimpounga c’erano 15 scimpanzé e queste scimmie sono catturate sia per mangiarle, sia per usarle come animali da intrattenimento in circhi e spattacoli vari sia per la sperimentazione scientifica.
Ma dopo aver superato mille traversie Wounda il cui nome vuol dire sull’orlo del baratro è riuscita a sopravvivere e completare in pieno il programma di riabilitazione. Dunque eccola sana e in piena forma in grado di rientrare nella sua casa che è la foresta. Ma prima di andare via non dimentica di abbracciare chi l’ha aiutata negli ultimi mesi condividendo con tutti l’emozione dell’addio e la ripresa della sua vita selvatica.
Jane Goodall ci ricorda che grazie al lavoro di scienziati e volontari gli animali possono essere curati e tornare iberi. Aiutiamo a combattere anche per noi.
Condanna per Taormina, ex legale della Franzoni. “Falsificato un documento
Il tribunale di Milano ha condannato a 10 mesi l’avvocato accusato di aver falsificato un atto per chiedere un rinvio a giudizio, nel processo per diffamazione contro l’ex procuratore di Aosta Maria Bonaudo e il pm Stefania Cugge
Carlo Taormina, ex avvocato difensore di Anna Maria Franzoni, è stato condannato a dieci mesi per falso dal tribunale di Milano. Il legale aveva falsificato un atto nel processo che si era svolto nel capoluogo lombardo in cui era imputato per diffamazione a mezzo stampa – che si era concluso con la sua condanna in Cassazione – nei confronti dell’ex procuratore di Aosta, Maria Bonaudo, che ai tempi del delitto di Cogne gestiva l’inchiesta sull’omicidio del piccolo Samuele Franzoni, e del pm Stefania Cugge. Per entrambe, i giudici avevano stabilito un risarcimento.
“La procura è fatta da marescialli di paese che hanno anche falsificato le prove”, aveva detto Taormina. Nell’ambito di quel procedimento penale l’ex deputato di Forza Italia aveva falsificato un atto per chiedere un rinvio a giudizio. (ILFATTOQUOTIDIANO.IT)
Bartolomeo Gagliano, il Serial Killer evaso a GENOVA è stato catturato in Francia
L’omicida evaso è stato fermato a Mentone, a pochi chilometri dal confine con l’Italia. E’ stato lo stesso Guardasigilli Annamaria Cancellieri a dare la notizia durante l’audizione in commissione Giustizia al Senato. L’avvocato: “Si voleva costituire”
E’ durata solo quattro giorni la fuga di Bartolomeo Gagliano, il serial killer evaso a Genova. L’omicida è stato catturato a Mentone, in Francia, a pochi chilometri dal confine con l’Italia. E’ stato lo stesso Guardasigilli Annamaria Cancellieri a dare la notizia durante l’audizione in commissione Giustizia al Senato. “Evviva, evviva!”, è stato il primo commento del ministro, che ha esultato anche per la cattura dell’altro killer evaso, il pentito di camorra Pietro Esposito. ”Sono dispiaciuto per aver traditola fiducia della dottoressa Verrina e del dottor Mazzeo (giudice di sorveglianza e direttore del carcere di Genova, ndr)”, sono state le prime parole di Gagliano al suo avvocato, Mario Iavicoli, stando a quanto riferito dallo stesso legale.
Alla soddisfazione di Cancellieri si unisce quella del ministro dell’Interno Angelino Alfano. “Polizia di Stato e polizia Francese hanno rintracciato l’auto su cui era fuggito e ritrovato l’arma utilizzata per rubare l’auto”, ha spiegato il vicepremier su Facebook. “Stanno perquisendo la sua camera d’albergo alla ricerca di droga. Successo della polizia italiana e del sistema di cooperazione internazionale”. L’avvocato dell’omicida seriale ha spiegato che il suo cliente gli aveva telefonato in giornata per manifestare la sua intenzione di costituirsi. ”Credo che l’abbia catturato la Gendarmeria francese – ha precisato il legale – e che si trovi lì in attesa del riconoscimento della sentenza italiana e della conseguente consegna all’autorità giudiziaria italiana, che non credo però avverrà a breve”.
La cattura di Gagliano è arrivata proprio nel momento in cui gli investigatori avevano deciso di dare un impulso alle indagini. Nei confronti del ricercato, la procura di Genova aveva spiccato un ordine di cattura internazionale. Non solo. I pm avevano coinvolto nelle ricerche anche il Nic, Nucleo investigativo centrale della polizia penitenziaria di Roma, un corpo di agenti scelti con esperienza specifica. Intanto, le forze dell’ordine avevano inviato un identikit anche alla polizia di frontiera e avevano controllato alcuni fotogrammi tratti da sistemi di videosorveglianza. (IlFattoQuotidiano)
MINACCE AL DEPUTATO 5 STELLE. Incredibile episodio nei corridoi di Montecitorio. Guardate cos’è successo.
Di seguito il messaggio e la denuncia di Claudio Cominardi. “Sei un cretino! Io e tutti i pensionati verremo a prenderti sotto casa. Ho lavorato una vita per guadagnarmi la pensione etc..”.
Queste sono solo alcune delle parole che l’Onorevole Giovanni Mottola (PDL) mi ha rivolto lungo i corridoi di Montecitorio, dopo che in Commissione Lavoro ho illustrato la proposta di legge M5S per porre un tetto massimo di 5.000 eu netti alle pensioni d’oro allo scopo di redistribuire verso le pensioni minime.
Ci ha fatto inoltre presente che ha già allertato le associazioni di pensionati della nostra iniziativa legislativa.
P.s.: non credevo esistesse l’associazione “Pensionati d’oro”!
Claudio Cominardi – M5S
Volare Lion: Buffalo lancia Predator Into The Air
Questo VIDEO è stato girato a cinque metri ddi distanza da un bufalo nel Kruger National Park, Sud Africa. Il toro bufalo stava conducendo una missione di salvataggio audace nel tentativo di salvare il suo amico da morte certa. Due giovani leoni in silenzio, inseguono il bufalo per circa 45 minuti quando, uno finalmente fatto la sua mossa. Ma il predatore era talmente concentrato sul portare giù la sua preda che si lasciato aperto per un attacco a sorpresa. Le immagini sorprendenti sono state catturate da Ian Matheson, 52, nel corso di un game drive mattutino con suo figlio Oliver, 16, e due amici di Oliver in Mjejane Reserve sul confine del Parco Kruger. Sorprendentemente tutti gli animali si allontanò dall’incontro senza lesioni importanti, tranne forse qualche ego contuse sulla parte del leone.
Luisella Costamagna giornalista su RAI1: Guardate cosa ha scritto su Beppe Grillo…
“Grillo fa liste di proscrizione? E’ una sciocchezza” ; Il commento di Luisella Costamagna. La giornalista affronta sul Fatto un tema scottante. Ecco cosa scrive delle presunte liste di proscrizione di Beppe Grillo.
Cari giornalisti presunti proscritti da Beppe Grillo, dico presunti perché noi che con le parole lavoriamo dobbiamo smetterla di usarle a caso, evocando scenari nefasti che nulla hanno a che vedere con la realtà.
Dire che Grillo fa “liste di proscrizione” dei giornalisti sgraditi (Oppo, Merlo, Battista) è una sciocchezza. Le liste di proscrizione, nate nell’antica Roma per colpire gli avversari politici, comportavano l’esilio o la morte, e oggi indicano reale messa al bando, censura, bavaglio. Non mi risulta (e ci mancherebbe!) che abbiate subìto questo trattamento da Grillo, e il fatto che sia stato evocato nel blog nei confronti della Oppo, con il (deprecabile) “dovrà cercarsi un lavoro” dopo l’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria – battaglia che, condivisibile o meno, Grillo conduce da anni – fa un’enorme differenza. La stessa che passa tra realtà e immaginazione. E che dire dell’improprio parallelo tra gli attacchi ai giornalisti critici e l'”editto bulgaro”? Madornale sciocchezza pure questa.
L’editto del 2002 di Berlusconi – che allora era premier e controllava Mediaset e Rai – contro Biagi, Luttazzi e Santoro per l'”uso criminoso” della tv pubblica, significò la cancellazione delle loro trasmissioni e un atto intimidatorio nei confronti dell’informazione tutta, invitata (?) a stare buonina. La storia mai scritta non è solo quella dei grandi epurati ma anche dei piccoli: i tanti giornalisti e redattori precari che si sono trovati all’improvviso senza lavoro, senza stipendio e senza la possibilità di appellarsi a tribunali. Che c’entra tutto questo con Grillo? Assolutamente nulla.
Ed è inaccettabile anche che si dica – come hanno fatto importanti rappresentanti del Pd, ma non solo – che i suoi metodi “portano alla memoria il peggior squadrismo” . Ma avete una vaga idea di cos’era lo “squadrismo”? Se non un libro, consultate almeno la Treccani! Troverete due parole inequivocabili: “violenza armata”. È chiara la differenza abissale tra ieri e oggi?
Sia chiaro: Grillo sbaglia a prendere di mira i giornalisti che lo criticano. Siamo già al 57esimo posto al mondo per libertà di stampa, dopo Burkina Faso e Ghana: non ci si metta pure lui.
Ma perché, per un attimo, non considerate anche il rovescio della medaglia? Grillo ha raccolto il 25% dei consensi, ma a novembre nei Tg Rai e Mediaset (dati Agcom) il “tempo di notizia” (non di parola!) dedicato al Movimento 5 Stelle è stato, rispettivamente, del 3,46 e del 2,43% (per dire, il PD ha avuto il 20 e il 25%). Spegne la tv e sui giornali gli danno dello squadrista, pro-scrittore bulgaro, “non ancora” terrorista, camorrista, mafioso, con eletti che non hanno “fatto niente di utile per il popolo italiano” se non “pagliacciate”, “gazzarre” e “i soldi pubblici che si sono tenuti sono comunque troppi”… Non scapperebbe anche a voi un “vaffa”?
Un cordiale saluto
Preparatevi perché questa è incredibile. Guardate cos’ha combinato la renziana Marianna Madia
Marianna Madia sbaglia indirizzo del Ministero. La neoresponsabile del lavoro del Pd gestione Renzi, Marianna Madia, fresca di nomina, ha ben pensato di salire a Via Veneto verso le stanze ministeriali del potere economico. Si è fermata a metà strada e ha imboccato con piglio e risolutezza la porta dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.
Il responsabile del dicastero ha fatto accomodare la Madia nel suo studio. Piccoli convenevoli poi subito il punto. Con stile asciutto e professionale ha chiesto al ministro dettagli sulle politiche del lavoro, ha ipotizzato interventi per l’occupazione giovanile nell’ambito dello «Youth Guarantee», il programma europeo che stanzia fondi per dare lavoro alla giovani generazioni. Poi ha chiaramente chiesto l’appoggio di Zanonato per iniziare a concretizzare le sue idee nei testi legislativi e nelle future misure governative. Il ministro Zanonato a un certo punto, dopo avere ascoltato con attenzione, ha esclamato con tono paterno: «Cara Marianna. Sono contento del vigore e dell’entusiasmo con il quale mi chiedi supporto. Ma di questo avresti dovuto parlare con il collega ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Le mie competenze non sono specificamente destinate alle politiche dell’occupazione».
Silenzio. Sorpresa e imbarazzo. Il candido pallore della Madia si è trasformato in un rossore mortificato. Solo qualche balbettio per mormorare a mezza bocca: «Ma scusa ministro ma non sei te che ti occupi di lavoro?». «No». Prendendo la giovin «ministra ombra» sottobraccio, Zanonato l’ha accompagnata alla finestra e puntando il dito dall’altra parte di Via Veneto le ha sussurrato: «Vedi il ministero del Lavoro è dall’altra parte. Hai sbagliato indirizzo». Fine. Consiglio a Renzi: se tiene al Paese regali una guida stradale ai suoi giovani ministri in pectore. (Fonte)