Mafia in Germania: almeno mezzo milione di affiliati, max inchiesta 46 arresti
04/05/2023 – La mafia allunga i suoi tentacoli in Germania. E’ quanto risultato dall’operazione antimafia “Ultra” che ha portato all’arresto di 46 persone tra Italia e Germania. I reati contestati sono, a vario titolo: associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di stupefacenti, estorsioni, corruzione aggravata dall’aver favorito l’associazione mafiosa, detenzioni di armi da fuoco. L’operazione, condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Enna, ha portato anche al sequestro di beni per oltre un milione di euro.
Sono aumentate, dall’inizio del 2019, le azioni di polizia contro i gruppi mafiosi in Germania. Qui i clan conterebbero circa 500.000 membri. Si tratta di famiglie e gruppi etnici, presenti in Germania da qualche decina d’anni. Vengono dal Libano, dalla Turchia, dall’Albania, dal Kosovo o dalla Cecenia. “Hanno in comune il fatto di essere sottoculture che rivendicano il loro sistema di norme e valori, rigettando categoricamente il sistema legale tedesco, vivendo da un lato, utilizzando i sistemi sociali tedeschi e, dall’altro, mantenendo un alto tenore di vita attraverso atti criminali”. Lo ha detto a Deutschlandfunk (una radio pubblica tedesca) Sebastian Fiedler, vicepresidente federale dell’associazione degli investigatori criminali tedeschi.
Soldi alla mafia
Aveva fatto scalpore l’affermazione choc del quotidiano tedesco Die Welt, il quale lo scorso aprile, insinuò che i soldi di Bruxelles per fronteggiare il coronavirus sarebbero finiti nelle mani della mafia. “Dovrebbe essere chiaro che in Italia – dove la mafia è forte e sta adesso aspettando i nuovi finanziamenti a pioggia di Bruxelles – i fondi dovrebbero essere versati soltanto per il sistema sanitario”. E non “per il sistema sociale e fiscale”. Inoltre, anche in tal caso “gli italiani devono essere controllati da Bruxelles e usare i fondi in modo conforme alle regole”. Secca la replica del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che definì le accuse del Die Welt “un’affermazione vergognosa e inaccettabile”. Oggi, l’operazione dei carabinieri getta luce sulla radicata presenza della mafia in Germania e dei suoi rapporti con l’Italia. – [FONTE]
Corruzione, 12 arresti a Ostia: coinvolti funzionari pubblici e imprenditori
03/05/2023 – Arresti per corruzione a Ostia. Personale della sezione di polizia giudiziaria della Polizia Locale ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare per 12 persone: due in carcere a Regina Coeli e dieci agli arresti domiciliari. L’ordinanza è stata disposta dal gip di Roma dopo l’inchiesta coordinata dal pool per i reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Roma.
Le indagini, condotte anche attraverso intercettazioni, telefoniche e ambientali, hanno messo in luce numerosi episodi di corruzione che hanno coinvolto funzionari pubblici, liberi professionisti e imprenditori. Numerose le accuse per gli indagati. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, oltre 100 poliziotti locali stanno ancora eseguendo numerose perquisizioni e sequestri.
L’ordinanza è stata eseguita della Sezione di Polizia giudiziaria della Polizia locale su disposizione del gip. L’attività investigativa è stata coordinata dal pool per i reati contro la Pubblica Amministrazione della procura della Repubblica della Capitale. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari, più di 100 poliziotti locali stanno ancora eseguendo numerose perquisizioni e sequestri. Gli indagati dovranno difendersi da numerose accuse, fondate su indagini condotte sia in maniera tradizionale sul territorio di Ostia sia tramite l’ausilio di intercettazioni, telefoniche e ambientali. [ANSA]
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Catania, inchiesta Sanità: i piani per «comprare» i politici e quegli “omissis” che celano un altro terremoto
02/05/2023 – Maxi-inchiesta della magistratura catanese sulla corruzione nella sanità cittadina. Il sistema, di per sé, sarebbe stato abbastanza semplice: per realizzare gli obiettivi del Piano Sanitario Nazionale, la Regione Siciliana finanziava una serie di progetti. Quelli presentati dall’Azienda Policlinico Universitario di Catania sarebbero stati gestiti, con l’obiettivo di perseguire fini personali, dall’odontoiatra N. C. e da G. A. M., 52 anni, all’epoca dei fatti funzionario amministrativo dell’università di Catania. Tramite C. e M. sarebbero passati favoritismi espliciti per figli e figlie, ex mogli e compagne. Cioè requisiti di partecipazione a bandi costruiti sartorialmente sui curricula dei candidati, e delle candidate, di cui era stata stabilita a tavolino la vittoria. Anche di personaggi politici di primo piano.
Quattro giorni di passione. Quattro giorni per riordinare le idee e, di concerto con i rispettivi difensori, approntare una linea che possa portare ad alleggerire le proprie posizioni. Che, al momento, appaiono quanto meno pesanti, se non pesantissime.
Sono in programma venerdì 5, infatti, gli interrogatori di garanzia (in occasione dei quali il Gip Simona Ragazzi dovrà esprimersi anche sulla richiesta di sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio) dei colletti bianchi rimasti invischiati nell’ennesimo terremoto nella sanità catanese. Un’attività coordinata dalla Procura distrettuale della Repubblica di Catania e condotta dai carabinieri del comando provinciale che ha portato agli arresti domiciliari quattro persone – l’Odontoiatra sessantenne N. E. C., l’ex funzionario di Unict G. “Aldo” A. M. (51 anni), il cardiologo e politico di lungo corso G. A. (51 anni), nonché il dentista sessantottenne S. F..
Le accuse
Sono gravemente indiziati in concorso fra loro e con altri soggetti indagati (fra i quali gli ex assessori regionali R. R. e A. S., nonché il presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri I. “I.” La Mantia) dei reati di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio o del servizio. Tutto sarebbe legato a una serie di turbative nelle procedure di attribuzione degli incarichi nell’ambito dei progetti “Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale”, finanziati e approvati dall’assessorato alla Salute della Regione, denominati “Osas Catania-sentinelle della prevenzione” e “Prevenzione, diagnosi e terapie delle carie dentali riscontrate nei cittadini fragili o in età scolastica della Provincia di Catania”, procedure indette e gestite dall’Azienda Policlinico Universitaria, nonché del progetto “Centro Cardio “Hub & Spoke”-modello di prevenzione e riabilitazione”, procedura indetta e gestita dall’Arnas Garibaldi. – [CONTINUA SU FONTE]
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Eseguito un sequestro di oltre 670 milioni di euro di crediti d’imposta su “Bonus Facciate” ed “Eco Bonus”
30/04/2023 – Un sequestro d’urgenza di oltre 670 milioni di euro di crediti d’imposta ritenuti falsi. È quanto messo in atto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Brescia, in collaborazione con personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Roma, nell’ambito di un’indagine dei pm capitolini sul corretto utilizzo dei crediti fiscali relativi ai cosìdetti “Bonus Facciate” ed “Eco Bonus”. Le indagini hanno fatto emergere ipotesi di reato per truffa e indebite percezioni a danno dello Stato nonché riciclaggio, reimpiego in attività economiche e autoriciclaggio dei proventi illeciti da parte di circa venti soggetti.
Nell’ambito di un’indagine sul corretto utilizzo dei crediti fiscali relativi al c.d. “Bonus Facciate” ed “Eco Bonus” hanno proceduto, su delega della Procura della Repubblica di Roma, al sequestro d’urgenza di oltre 670 milioni di euro di crediti d’imposta ritenuti falsi.
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Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Brescia, hanno fatto emergere ipotesi di reato per truffa e indebite percezioni a danno dello Stato, nonché riciclaggio, reimpiego in attività economiche e autoriciclaggio dei proventi illeciti da parte di circa venti soggetti, residenti nelle province di Roma, Bologna, Pistoia, Salerno, Rimini, Verona, Napoli, Isernia, Macerata, Avellino Frosinone e Bolzano.
La misura cautelare del sequestro d’urgenza si è resa necessaria per evitare l’introduzione e la circolazione, nel circuito economico legale, di crediti di imposta fittizi che avrebbero potuto essere portati indebitamente in compensazione con debiti tributari o ceduti a terzi. Le indagini proseguono, anche per individuare il coinvolgimento di altri soggetti. – [CONTINUA SU FONTE]
“Danni al paesaggio lucano deturpato da voragini”, arrestato un funzionario della Regione Basilicata
23/04/2023 – Tre funzionari dell’Ufficio Difesa del Suolo, Geologia ed attività estrattive della Regione Basilicata e due imprenditori sono stati raggiunti da misura cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Potenza su disposizione della Procura ed eseguita dai Carabinieri Forestali del Nucleo investigativo Ambientale Agroalimentare e Forestale di Potenza. Per uno dei funzionari è stato disposto l’arresto ai domiciliari, per gli altri due il divieto di dimora nella regione Basilicata. Arresti domiciliari anche per i due imprenditori.
Gli indagati sono indiziati, a vario titolo, dei reati di tentata concussione, corruzione e falso ideologico. Le indagini, iniziate nel 2021 e condotte dalla Procura potentina con il supporto del Nucleo Investigativo, hanno permesso di accertare grazie anche all’uso di intercettazioni telefoniche ed ambientali, “un allarmante e pervasivo sistema di vero e proprio addomesticamento delle funzioni pubbliche di controllo proprie dei funzionari regionali, di cui, sulla base del quadro indiziario emerso, a fronte di diversi tipi di regalie e vantaggi economici, beneficiavano alcuni imprenditori dediti alla coltivazione mineraria di cave ubicate in Basilicata consentendo loro, di fatto di evitare di porre in essere le previste (ed ovviamente onerose) attività di ripristino ambientale a valle dell’attività estrattiva; di evitare che la Regione Basilicata escutesse le fideiussioni bancarie che i titolari di cave sono tenuti ad apprestare proprio a garanzia del corretto adempimento delle predette attività di ripristino”. – [CONTINUA SU FONTE]
Palermo, peculato e corruzione: arrestata la preside antimafia
23/04/2023 – Era considerata una preside antimafia, dirigente scolastica della scuola intitolata al Giudice Falcone, nel quartiere Zen di Palermo, ma ora è stata arrestata dai Carabinieri con le accuse di peculato e corruzione, ed è ai domiciliari. D. Lo V. – che nel 2020 divenne Cavaliere al merito della Repubblica “per l’impegno dimostrato durante la pandemia” – secondo le accuse, supportate da intercettazioni, si sarebbe appropriata, con la complicità del vice preside D. A., anche lui arrestato, di cibo per la mensa dell’istituto scolastico, computer, tablet e iphone destinati agli alunni e acquistati con i finanziamenti europei.
In 14 mesi di indagine la Procura europea avrebbe accertato la gestione irregolare di fondi di spesa pubblici dell’Unione, stanziati per diversi progetti scolastici.
Per la donna è stato disposto “il provvedimento di sospensione immediata” da parte del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che sottolinea come “in tempi brevi sarà nominato il reggente”. Il Ministero fa sapere che “saranno inviati degli operatori psicopedagogici, a supporto di tutta la comunità scolastica nell’elaborazione di quanto accaduto oggi”.
Maxi sequestro di droga, tra i più ingenti mai eseguiti: rinvenute 2 tonnellate di cocaina
19/04/2023 – La droga era imballata, per evitare infiltrazioni d’acqua e l’inabissamento, in circa 70 colli galleggianti scortati da un dispositivo luminoso di segnalazione e tenuti insieme da reti. Sarebbe un carico di sostanze stupefacenti lasciato in mare da navi cargo, che doveva essere poi recuperato e trasportato sulla terraferma. La droga era in oltre 1.600 panetti, per un peso lordo complessivo di quasi due tonnellate. E’ uno dei più ingenti ritrovamenti di sostanza stupefacente mai effettuato sul territorio nazionale e la sua successiva commercializzazione avrebbe fruttato, secondo stime degli investigatori, guadagni per oltre 400 milioni di euro al dettaglio.
I colli erano stati avvistati, nell’ambito delle specifiche attività di controllo delle acque costiere della Sicilia orientale per finalità di polizia economico-finanziaria, da unità aeronavali delle Fiamme gialle. È stato successivamente attivato il nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Catania che, col supporto del Reparto operativo aeronavale di Palermo, ha fornito collaborazione per le attività di recupero dei colli a mare e ha coordinato le successive operazioni di messa in sicurezza del carico, svolgendo i necessari approfondimenti.
Parallelamente è stata avviata un’attività di ricognizione aerea da parte di velivoli del gruppo di Esplorazione aeromarittima di Pratica di Mare e della sezione Aerea di manovra di Catania per verificare l’eventuale presenza di altri colli dispersi nell’area circostante a quella di rinvenimento. Terminate le attività aeree e in mare, unità specializzate del nucleo Pef di Catania hanno proceduto dunque all’ispezione dei colli, riscontrando l’effettiva presenza all’interno degli stessi di numerosi panetti contenenti sostanza biancastra in polvere che, da un preliminare esame tramite l’utilizzo di test speditivi, è risultata essere cocaina. – [CONTINUA SU FONTE]
Maxi frode fiscale per 150 milioni di euro. Sequestri per 33 milioni di euro, un arrestato e 18 indagati
07/04/2023 – Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ancona hanno condotto un’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, avente ad oggetto una rete di imprese, gestite da un’organizzazione criminale che ha emesso fatture false nel periodo gennaio 2022 – febbraio 2023, per 150 milioni di euro, utilizzate da oltre 600 imprese localizzate sul territorio italiano e che hanno determinato un’evasione di 33 milioni di euro di Iva, un potenziale risparmio illecito sulle Imposte Dirette superiore a 28 milioni di euro e il conseguente riciclaggio dei proventi illeciti conseguiti.Nel corso delle indagini, condotte dalla Tenenza della Guardia di Finanza di Senigallia, sono state denunciate n. 18 persone per emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedele ed omessa dichiarazione, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio, di cui n. 3 italiani e i restanti cittadini di origine cinese. Uno dei principali responsabili, una donna cinese, è stata sottoposta agli arresti domiciliari in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare personale, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Ancona.
L’attività investigativa è stata denominata “Fast & Clean”, per la velocità con cui le operazioni illecite venivano portate a termine, garantendo la ripulitura del denaro mediante la simulazione di operazioni commerciali mai avvenute. Le modalità adottate assicuravano agli imprenditori coinvolti, italiani e cinesi, l’immediata disponibilità del profitto della frode fiscale. Tra le imprese utilizzatrici delle fatture false ve ne sono alcune operanti nel settore edile che risultano cessionarie di crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi. L’attività di polizia giudiziaria ha consentito di intercettare e bloccare le somme in transito sui conti bancari prima che venissero trasferite all’estero, in esecuzione di provvedimenti di sequestro preventivo d’urgenza emessi dalla Procura della Repubblica di Ancona, convalidati dal G.I.P. presso il Tribunale di Ancona. Sono stati eseguiti n. 10 provvedimenti di perquisizione che hanno consentito il sequestro di ingenti somme di denaro contante, preziosi, orologi ed altri beni di pregio.
In attuazione dei provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Ancona su richiesta della Procura della Repubblica, la Guardia di Finanza di Ancona ha, inoltre, eseguito un decreto di sequestro preventivo per equivalente dell’importo di 33 milioni di euro, che ha riguardato conti correnti bancari, autovetture di pregio, uno stabilimento di produzione tessile del valore di 150.000,00 euro, denaro contante per circa 30.000 euro oltre a lussuosi orologi, gioielli ed altri beni di pregio e n. 9 unità immobiliari del valore complessivo di oltre 1 milione di euro. Sono state sottoposte a sequestro preventivo n. 15 imprese (di cui è stata disposta la cancellazione per scongiurare la prosecuzione dell’attività illecita). – [Continua su FONTE]
Barcellona, scandalo arbitri: c’è la denuncia della Procura per corruzione
13/03/2023 – La Procura spagnola ha denunciato il Barcellona per presunta corruzione nei pagamenti a José María Enríquez Negreira, ex vicepresidente del CTA (Comitato Tecnico degli Arbitri). La denuncia è diretta anche allo stesso Negreira, agli ex presidenti blaugrana Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu e agli ex dirigenti del club Óscar Grau e Albert Soler. La Procura ha denunciato i presunti reati di corruzione tra privati in ambito sportivo, di falso in atti e di scorretta amministrazione.
La denuncia della procura spagnola: “Attraverso i presidenti Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu, il Barça ha raggiunto e mantenuto un accordo verbale strettamente confidenziale con il denunciato Enríquez Negreira, affinché, nella sua qualità di vicepresidente del CTA e in cambio di denaro, compisse azioni tendenti favorire il Barcellona nel processo decisionale degli arbitri nelle partite giocate dal club, e quindi nei risultati delle competizioni”, si legge nella denuncia. “Arbitri la cui designazione per ogni partita delle competizioni ufficiali spagnole a livello statale e professionale viene effettuata nel all’interno del CTA, l’organo preposto, inoltre, alle valutazioni per le promozioni e le retrocessioni degli arbitri, nonché alla proposta di candidati ad arbitri internazionali”. – [Continua su FONTE]