ULTIMA ORA 20,30, ATTENTATO TERRORISTICO A PARIGI DUE POLIZIOTTI COLPITI, UCCISO ASSALITORE, A 5 GIORNI DALLE ELEZIONI…
20/04/2017 – Azione a colpi di kalashnikov sugli Champs-Elysees. Altri due agenti gravemente feriti. Attentato terroristico nel cuore di Parigi a pochi giorni dalle elezioni. Colpi di kalashnikov sono stati esplosi intorno alle 21,10 sui centralissimi Champs-Elysees, contro una camionetta della polizia.
Tragico il bilancio: un poliziotto ucciso e altri due feriti gravemente alla testa (sembrava fosse morto anche lui, poi la circostanza è stata smentita ufficialmente). Anche l’assalitore è rimasto a terra, ucciso. Era conosciuto agli 007 francesi, come persona a rischio. Un secondo assalitore si sarebbe dato alla fuga e stendo ad alcuni testimoni sarebbe riuscito a nascondersi – ovviamente armato – in un garage del centro.
LA RIVENDICAZIONE – Poco prima di mezzanotte l’Isis ha rivendicato l’attentato. L’agenzia Amag, usata dal sedicente Stato Islamico, ha rivendicato in serata l’attentato di stasera. Il comunicato parla di un solo “combattente”, precisa in un tweet Rita Katz, la direttrice del Site, correggendo l’informazione precedentemente diffusa che riferiva di “combattenti”, al plurale. La rivendicazione è stata diffusa in diverse lingue, tra cui l’inglese e il francese.
Through 'Amaq, #ISIS claimed the attack on French police on Champs-Élysées in #Paris #France, identified attacker as Abu Yusuf al-Beljiki pic.twitter.com/LvFyHmTvM9
— SITE Intel Group (@siteintelgroup) 20 aprile 2017
L’attentatore ucciso – prima dell’attacco di stasera – aveva scritto sul sistema di scambio di messaggi Telegram di voler uccidere degli agenti di polizia. Lo riferisce la rete Bfmtv che poco prima aveva riferito che era conosciuto agli 007 del Dgse, i servizi segreti francesi e della polizia. Telegram è stata più volte impiegata dai terroristi di Isis come sistema di comunicazione. Inoltre l’attentatore era schedato con la lettera ‘S’, che indica gli individui radicalizzati a rischio di perpetrare attentati. Una perquisizione sarebbe in corso alla sua residenza a Seine-et-Marne, a est di Parigi. Abdel, un testimone, mostra a RaiNews24 il video girato col telefonino del momento dell’aggressione sugli Champs Elysees: “Ecco vedete il camion della polizia, qui c’è una persona a terra”. E aggoinge: “Abbiamo sentito gli spari e siamo scappati. Quando siamo tornati, abbiamo visto una persona a terra”.
Secondo il portavoce del ministero dell’Interno, Pierre-Henry Brandet l’assalitore è sceso da un’auto sugli Champs-Elysées e ha aperto il fuoco contro il furgone della polizia. “L’assalitore ha poi cercato di fuggire a piedi, prima di venire abbattuto”, riferisce il portavoce.
S’INDAGA PER TERRORISMO – La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per terrorismo in merito alla sparatoria. La tensione è alle stelle, tutti hanno pensato subito al terrorismo ma fino alle 22,30 le fonti ufficiali sono rimaste caute. In ogni caso le indagini sull’assalto sono stati affidate alla procura antiterrorismo. In realtà in queste ore le informazioni si rincorrono e spesso sono contraddittorie: la sparatoria potrebbe essere stata causata da un tentativo di rapina armata.
La polizia parla di altri spari che si sono uditi nelle vie vicine agli Champs-Elysees, il celebre viale di Parigi che attraversa il cuore della capitale dall’Arco di Trionfo a place de la Concorde
I CANDIDATI ALLE ELEZIONI – Per tragica coincidenza, al momento degli spari i candidati alle elezioni francesi si stavano affrontando in tv, in uno degli ultimi faccia a faccia prima del voto, che a questo punto si annuncia ancora più imprevedibile. Sentito dell’attentato, è stata unanime la loro solidarietà alle forze dell’ordine colpite nell’attacco di Parigi. Marine Le Pen del Front National e il gollista Francois Fillon hanno cancellato ogni ulteriore impegno elettorale nella giornata di domani.
Un summit è in corso all’Eliseo tra il presidente Francois Hollande, il premier Bernarde Cazeneuve, il ministro dell’Interno Matthias Kekl ed il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo sull’attentato.
Il portavoce del ministero dell’Interno francese ha dichiarato: “Un poliziotto è deceduto. Ma non c’è un secondo poliziotto deceduto. Sono due poliziotti gravemente feriti che sono stati trasferiti presso le strutture ospedaliere”. E ancora: “Viste le testimonianze raccolte ci sarebbe solo un aggressore. L’identificazione dell’aggressore non è ancora stabilita”, aggiunge Brandet che tuttavia spiega che se la pista terroristica fosse confermata “ci potrebbero essere eventuali complici da ricercare”. Brandet non conferma se l’uomo belga le cui generalità sono state diffuse su twitter, sia o meno l’autore dell’attentato o se sia ricercato. Il portavoce dell’Interno esclude che ci siano altri attentati in altre zone di Parigi.
Non più tardi di due giorni fa gli 007 francesi avevano avvertito i candidati alle elezioni dell’alta probabilità di attentati. FONTE
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Autobomba ad Aleppo, la disperazione del fotografo eroe: in ginocchio dopo l’attacco suicida
20/04/2017 -E’ a terra, in lacrime, con la macchina fotografica in mano. Una fotocamera che doveva documentare l’arrivo ad Aleppo di civili in fuga da Foua e Kefraya, due villaggi siriani controllati da ribelli islamisti e gruppi terroristi. Abd Alkader Habak, nel giorno dell’attacco suicida che ha causato la morte di almeno 126 persone, si è ritrovato invece a salvare vite. Poco dopo l’esplosione, con altri colleghi presenti sul posto, ha messo da parte la fotocamera e ha provato a trascinare via dalle fiamme bambini e adulti.
Il suo coraggio e il suo dolore, testimoniati dagli scatti di altre persone presenti sul posto, sono diventati immediatamente un simbolo della strage di Rashideen del 14 aprile, condivisi migliaia di volte su Twitter e Facebook. Nello scatto originale, accanto ad Abd Alkader Habak, c’è il corpo di un bambino ucciso dalla bomba (che abbiamo deciso di non mostrare, ndr). Sul suo profilo Twitter il fotografo, dopo l’attentato, ha scritto: “Quello che io e i miei colleghi abbiamo fatto dovrebbe ispirare l’umanità e tutti coloro che hanno contribuito a uccidere i bambini di Khan Sheikhan”. Fonte Repubblica.it
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Il governo investe sul golf: 97 milioni di soldi pubblici alla Ryder Cup di Roma
20/04/2017 – La ‘manovrina’ ha trovato un posto al golf accanto ai fondi per i terremotati e alle misure per gli enti locali: uno stanziamento fortemente voluto dal ministro dello sport Luca Lotti. Avvicinato ai bordi di un ‘green’ alle nostre domande risponde solo in parte.
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Appalti e tangenti, “Il complimento come ce lo devo fare?”: Processo a sindaco di S. Lorenzo e a capo ufficio tecnico
20/04/2017 – Un colloquio zeppo di termini dialettali: da un lato Conti e la sua ansia di sapere, visto che a lui avrebbero “chiesto 60-70mila euro, quanto aveva cacciato” Foschini per i lavori avuti; dall’altro il “muratore” che allo stupore espresso per quelle parole ascoltate dal suo interlocutore aveva abbinato alcune frasi che, secondo gli inquirenti, hanno un peso considerevole.
Perchè rappresenterebbero la conferma dell’ipotesi della dazione di denaro come ‘card’ per ottenere gli appalti. “Cosa? Io lavoro e poi porto i soldi al sindaco. Ma è mai possibile?”, ha ribadito Foschini, escludendo, dunque, di averlo mai fatto. Spiegando il senso di un’espressione – “il complimento come ce lo devo fare?”- spuntata in quella occasione. “Per me- ha aggiunto, sollecitato anche dai difensori (gli avvocati Roberto Prozzo, Claudio Sgambato e Giuseppe Cerulo) – significa fare qualcosa di extra in un lavoro, come è successo con la casa municipale del mio paese, dove ho realizzato un muro gratuitamente”. Un intervento – ha poi puntualizzato su domanda dell’avvocato Di Santo – per il quale si era avvalso, per gli infissi, della ditta in cui è socio con Angelo Di Libero, direttore dei lavori ‘incriminati’ nell’area Pip, comparso in Tribunale, come testimone, una settimana fa.
Questa mattina si è invece seduto dinanzi al collegio giudicante il fratello Francesco, appuntato della guardia di finanza e presidente del Consiglio comunale di San Lorenzo Maggiore. Un incarico, quest’ultimo, che svolge per la seconda volta, dopo quelli di consigliere, anche di opposizione, ed assessore. Di Libero ha affermato di essere venuto a conoscenza dell’inchiesta, e degli sviluppi che avrebbe avuto, “a fine agosto del 2015, quando una persona di un certo spessore – un docente che alcuni mesi prima si era candidato nella lista avversa alla nostra – mi avvicinò e mi disse che ci sarebbero stati gli arresti. Restai di stucco, ne parlai con De Libero e il vicesindaco Mei…”. Il militare ha evidenziato “i rapporti non buoni” con Conti, che però “non aveva mai creato problemi quando aveva lavorato per il Comune”, ed ha ricordato “che dopo aver visto il video con il passaggio dei soldi da Conti a De Libero, Mei mi aveva confidato che Conti, che stava facendo dei lavori per l’azienda del suocero di De Libero, aveva avuto un prestito…”. Infine, ha escluso irregolarità e tangenti sugli appalti. “Mai saputo alcunchè, altrimenti l’avrei immediatamente denunciato”.
Oggi era in programma anche l’esame dei due imputati, che non hanno accettato di sottoporsi allo stesso. Probabili le loro dichiarazioni spontanee al termine del dibattimento, previsto il 4 maggio. L’8 giugno la requisitoria del Pm e le conclusioni della parte civile, il 15 giugno le arringhe della difesa, cui seguirà la sentenza. Leggi tutto su FONTE
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Soldi e regali in cambio di lavori, arrestato ex sindaco di Palagano e imprenditore
20/04/2017 – PALAGANO (MO) Soldi e vacanza di lusso: ecco le mazzette che Domenico Guigli, ex sindaco di Palagano e referente della società “Stradedil” e il geometra di Lama, Paolo Bertini, socio della “Crovetti Dante” di Pievepelago, corrispondevano all’ex capo di compartimento Anas Toscana Antonio Mazzeo, e all’ex capo servizio amministrativo Anas Toscana Roberto Troccoli, arrestati nel settembre 2015.
L’inchiesta della procura di Firenze ha portato all’esecuzione di otto misure cautelari ai domiciliari per altrettanti imprenditori che con Mazzeo e Troccoli hanno avuto rapporti. I carabinieri hanno eseguite numerose perquisizioni e iscritte nel registro degli indagati anche altre persone tra le quali un ex assessore della Regione Sicilia.
Stando alle indagini il 67enne Guigli e il 53enne Bertini non si conoscevano, o comunque non avevano affari in comune, ma sfruttavano un canale di corruzione ben oliato. Lo facevano con modalità diverse: molto più dentro l’ex sindaco di Palagano, più superficiale il manager dell’impresa edile di Pieve. I soldi nel formaggio Guigli, stando all’accusa, aveva un rapporto privilegiato con Roberto Troccoli. Lo dimostrerebbero gli appunti trovati in ufficio con i numeri di telefono riservati, ma anche i numerosi incontri annotati dai carabinieri e avvenuti tra Bologna e Firenze.
Il referente della “Stradedil” suggeriva a Troccoli anche i nomi delle aziende da invitare alle gare per aggiudicarsi i lavori in terra toscana e l’ex capo servizio amministrativo di Anas non si fa scrupoli, parlando ai magistrati, dicendo che “le procedure negoziate sono al 90% tutte falsate”. A fronte di uno specifico lavoro – la Straedil ha lavorato con Anas Toscana in numerose occasioni per un totale di circa otto milioni di euro di appalti – Guigli ha pagato 20mila euro di mazzette, che poi si sono divisi equamente Mazzeo e Troccoli. Curioso come una parte di quei soldi fosse stata consegnata dall’ex sindaco dentro una forma di parmigiano, tagliato appositamente.
La gara truccata Guigli è talmente tanto in confidenza con Troccoli, che riceve anche anticipazioni sulle offerte dei concorrenti.
In un caso, addirittura, ha anche l’opportunità di consegnare la sua nuova busta fuori tempo massimo, quando il tecnico Anas gli riferisce che un’altra azienda ha effettuato un ribasso d’asta di oltre il 30%. Il manager allora cambia la proposta che sale da una riduzione del 24,1% al 32% e che gli permette di vincere. Ovviamente, dicono gli investigatori, la nuova offerta arriva fuori tempo massimo, ma finisce trionfare. La vacanza sull’Abetone Diverso il discorso di Bertini: il geometra di Lama e socio della “Crovetti Dante” è accusato di aver pagato un soggiorno di Capodanno in un resort dell’Abetone a Mazzeo.
È il responsabile Anas che gli chiede lumi sull’hotel, Bertini si attiva, lo visita e paga: 2mila euro in contanti come anticipo della vacanza. Mazzeo non gli chiederà mai conto di quella operazione, anzi. In compenso proprio nel giorno del “regalo”, la Crovetti Dante si vede assegnare un lavoro da 28mila euro. Per i magistrati non è una coincidenza – FONTE
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Ivrea, sentenza senza precedenti: “L’uso eccessivo del cellulare provoca il tumore”, condannata l’Inail
20/04/2017 – “Per la prima volta al mondo una sentenza di primo grado ha riconosciuto un nesso causale tra l’uso prolungato del cellulare e il tumore al cervello”. Così gli avvocati torinesi Renato Ambrosio e Stefano Bertone hanno illustrato la sentenza emessa lo scorso 30 marzo dal giudice tribunale di Ivrea Luca Fadda. Protagonista della vicenda Roberto Romeo, un dipendente 57enne di una grande azienda a italiana che per 15 anni ha utilizzato per lavoro il telefonino senza precauzioni per più di tre ore al giorno al quale è stato diagnosticato nel 2010 un tumore benigno ma invalidante. Il Tribunale ha condannato l’Inail a corrispondere al lavoratore una rendita vitalizia da malattia professionale. Le motivazioni della sentenza di primo grado saranno rese note nei prossimi 50 giorni.
I rischi delle onde elettromagnetiche
“È una sentenza straordinariamente importante – commenta l’avvocato Bertone – perché il fatto che si riconosca la causa oncogena insita nei campi elettromagnetici generati dai cellulari è il segno del continuo avanzamento delle conoscenze scientifiche. Il telefono cellulare è un dispositivo tecnologico che emette onde elettromagnetiche ad altissima frequenza e ogni giorno più di 40 milioni di italiani lo utilizzano. Per questo è importante che tutti siano al corrente dei rischi che corrono loro stessi e coloro che hanno intorno. È, dunque, importante riflettere sul problema e adottare le giuste contromisure”.
“Non sento più dall’orecchio destro”
“Per 15 anni ho utilizzato 3-4 ore al giorno il cellulare, poi, nel 2010, mi sono accorto che avevo l’orecchio tappato . Sono andato dall’otorino e ho scoperto che non era l’orecchio tappato, ma un problema forse di attacco batterico. Ho fatto tutte le cure del caso ma neppure così è passato. Ho fatto quindi una risonanza magnetica da cui hanno scoperto che avevo un neurinoma nell’acustico all’orecchio destro”, racconta Roberto Romeo, 57 anni, dipendente di una grande azienda italiana, nello studio degli avvocati Renato Ambrosio e Stefano Bertone che hanno curato la causa che lo ha visto protagonista, racconta la sua esperienza, dopo che il Tribunale di Ivrea ha condannato l’Inail a corrispondergli una rendita vitalizia da malattia professionale. “Per fortuna si tratta di un tumore benigno – aggiunge il lavoratore – ma è invalidante, dato che dall’orecchio destro non sento più. Non voglio demonizzare l’uso del cellulare ma credo sia necessario farne un uso corretto e consapevole”.
Il tribunale di Ivrea accogliendo il ricorso ha dichiarato Romeo “affetto da una malattia professionale che ha comportato un danno biologico permanente del 23%” condannando appunto l’Inail a corrispondere al lavoratore una rendita vitalizia da malattia professionale.
Lo stato della ricerca scientifica
Un “gran numero di studi sono stati condotti negli ultimi vent’anni per capire se l’uso del telefonino rappresenta un rischio potenziale per la salute umana. Ma al momento non sono stati provati effetti avversi” provocati dall’impiego del cellulare. Lo ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità, precisando che gli studi finora hanno indagato gli effetti dei campi a radiofrequenza su attività elettrica del cervello, funzione cognitiva, sonno, battito cardiaco, pressione e tumori. L’Oms ricorda che il gruppo di esperti dell’International Agency for Research on Cancer (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato nel 2011 i campi elettromagnetici a radiofrequenza quali “possibili cancerogeni” per l’uomo (gruppo 2B).
Il gruppo di lavoro – 31 scienziati di 14 Paesi – aveva concluso che l’analisi dell’uso dei telefoni cellulari per oltre 10 anni non aveva dimostrato un aumento del rischio di glioma o meningioma, ma per gli esperti Oms c’erano “alcune indicazioni di un aumento del rischio di glioma” per i super-utenti che stanno per ore e ore al giorno al telefonino. Le evidenze al momento disponibili, precisava la Iarc, sono limitate a queste due neoplasie. “Stiamo ancora indagando – puntualizzava all’epoca il coordinatore del comitato, Jonathan Samet della University of Southern California – Finora i dati sono sufficienti a classificare i campi elettromagnetici a radiofrequenza come agenti cancerogeni di gruppo 2B”, ossia “potenzialmente cancerogeni per l’uomo”. FONTE
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Operazione ragnatela: Corruzione e peculato, 15 arresti a Guidonia tra dirigenti comunali e imprenditori
20/04/2017 – Era una “cricca”, una “mafia bianca”, ognuno con un proprio ruolo, ciascuno con un raggio d’azione. Chi elargiva e chi prendevano soldi per fare il bello e il cattivo tempo a Palazzo Matteotti, ma ora è finita. Così all’alba di stamane la Guardia di Finanza di Roma ha eseguito 15 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di politici, dirigenti comunali e imprenditori di Guidonia Montecelio rimasti coinvolti nell’inchiesta denominata “Ragnatela”.
I finanzieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo 15 ordinanze di custodia cautelare (12 in carcere e 3 ai domiciliari) – emesse dal Gip del Tribunale su richiesta della Procura di Tivoli – e decine di perquisizioni a Roma e nel Lazio, nell’ambito di una complessa indagine condotta nei confronti di “un’organizzazione criminale radicata nel Comune di Guidonia Montecelio, dedita stabilmente e da lungo tempo alla perpetrazione di reati contro la pubblica amministrazione”.
I destinatari dei provvedimenti sono dirigenti e amministratori comunali, imprenditori e professionisti accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata a corruzione, peculato e falso. Tra questi anche l’ex vice sindaco Andrea De Palma, Ncd. Nell’operazione, denominata “Ragnatela”, sono stati impegnati oltre 160 uomini delle Fiamme gialle.
Tre episodi di passaggi di mazzette sono stati sorpresi nell’ambito dell’indagine. In particolare, sulla scorta di appositi monitoraggi dei soggetti indagati, gli investigatori sorprendevano presso il parcheggio di un centro commerciale, un dirigente comunale di Guidonia nell’atto di ricevere da un imprenditore edile affidatario di lavori pubblici, una busta contenente 3.700 euro in contanti. In altra occasione, presso un bar di Guidonia, il medesimo dirigente e un consigliere comunale ricevevano da un imprenditore operante nel settore dell’estrazione del travertino, un periodico con all’interno occultata una mazzetta di banconote che dopo l’intervento dei Finanzieri risultavano pari a 14.000 euro.
Quasi tutte le aree di competenza del Comune di Guidonia sono risultate coinvolte nei reati contestati, dai lavori pubblici all’urbanistica, dall’ambiente e decoro urbano alle risorse finanziarie, fino al trasporto pubblico locale. Proprio in quest’ultimo ambito, in data 18 ottobre 2016, i Finanzieri del I Gruppo Roma sorprendevano durante un controllo, il vice sindaco pro tempore di Guidonia Montecelio, trovandolo in possesso di una mazzetta di 50.000 Euro in contanti che aveva appena ricevuto (durante un incontro opportunamente monitorato dai militari) da un imprenditore operante nel settore del trasporto pubblico, quale prezzo di un accordo corruttivo.
“Un’organizzazione criminale si è insediata all’interno del Comune di Guidonia Montecelio e, profittando della copertura offerta da ruoli amministrativi e politici di rilievo, ha depredato le risorse pubbliche e la fiducia dei cittadini, in un clima di connivenza e di omertà che ha offerto protezione ed impunità per anni ai partecipi del gruppo – si legge nell’ordinanza cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Tivoli che ha portato all’arresto di quindici persone accusate di reati contro la pubblica amministrazione – Una ‘mafia bianca’ ha espugnato le istituzioni ergendosi a soggetto regolatore della vita pubblica ed economica di uno dei più importanti comuni della regione Lazio. Probabilmente è questa la linea di demarcazione più netta e significativa che l’Accusa ha inteso tracciare, nella propria richiesta di applicazione di misura coercitiva, tra la (purtroppo consueta) consumazione di reati da parte dei ‘colletti bianchì e la costituzione di una ‘mafia biancà che si struttura come gruppo criminale e che, mutuando le regole delle associazioni criminali, agisce con la disinvoltura e la protervia che solo i sodalizi mafiosi sanno praticare». FONTE
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Tangenziale, appalti truccati in favore dei casalesi: arrestati funzionari della Tangenziale di Napoli. Indagato ex ad
20/0472017 – Provincia di Caserta, Napoli – I carabinieri del Noe e del Ros di Caserta hanno arrestato in mattinata 5 persone coinvolte in un’indagine riguardante gli appalti truccati per la realizzazione di lavori di manutenzione sulla tangenziale di Napoli, opere che venivano assegnate in modo pilotato a ditte vicine al clan dei casalesi. Le accuse avanzate dalla Dda di Napoli sono quelle di turbata libertà degli incanti e intestazione fittizia di beni aggravata dalle finalità mafiose.
Il provvedimento odierno scaturisce da una prima indagine che nel 2015 aveva portato all’arresto di 6 persone per associazione mafiosa e al sequestro di beni nei confronti di uno dei soggetti, affiliato al clan dei casalesi/fazione Zagaria.
L’Antimafia partenopea ha scoperto in particolare gravi irregolarità nell’assegnazione di due gare di appalto relative alla manutenzione di alcuni tratti della tangenziale napoletana e del manto stradale per un valore complessivo di 1,6 milioni di euro. In particolare due funzionari della società tangenziale di Napoli s.p.a.. (finiti in manette) avrebbero manipolato gli atti di gara al fine di favorire la Cogepi srl di Casapesenna, controllata da persone vicine ai clan. In questa società i militari del Ros hanno effettuato un sequestro preventivo da 700mila euro.
In carcere è finito l’imprenditore Antonio Piccolo, ritenuto titolare di fatto della Cogepi e già detenuto per la vicenda Cpl Concordia, mentre sono stati disposti gli arresti domiciliari per i due funzionari della Società Tangenziale di Napoli Spa, Francesco Caprio, che in cambio dei favori chiedeva un “aiutino” per la carriera universitaria del figlio, e Paola Ciccarino. Ai domiciliari anche i due giovanissimi figli dell’imprenditore Antonio Piccolo, che risponderanno di intestazione fittizia di beni aggravata dal metodo mafioso. di (Claudio Senese)
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PAGHIAMO QUESTO NORVEGESE 20 MILIONI DI EURO L’ANNO PER PORTARCI MIGLIAIA DI CLANDESTINI
20/04/2017 – Siem Pilot. L’incredibile attività della nave che porta i migranti in Sardegna. Questa l’incredibile attività della nave Siem Pilot, che porta i migranti dalle coste libiche alle coste italiane, campane, siciliane e soprattutto sarde: 456 migranti a luglio 2015 (Cagliari); 963 ad agosto 2015 (Cagliari); 781 a settembre 2015 (Cagliari); 662 ad ottobre 2015 (Cagliari); 925 a dicembre 2015 (Palermo); 545 migranti ad aprile 2016 (Salerno); 1.017 a maggio 2016 (Salerno); 737 a giugno 2016 (Cagliari); 1.040 il 7 luglio 2016 (Palermo); 931 il 24 luglio 2016 (Cagliari). Forse è un resoconto impreciso per difetto (peraltro parte solo dallo scorso luglio), comunque evidenzia numeri molto importanti: 4.530 accompagnati a Cagliari, 1.965 a Palermo e 1.562 a Salerno.
E’ una nave battente bandiera norvegese con il quartier generale alle Isole Cayman (Siem Offshore), ma fa parte del gruppo britannico Subsea-7 del signor Kristian Siem, a cui potremmo chiedere chi paga questi viaggi della fratellanza e dell’amore. A occhio potrebbero essere mecenati disinteressati, tipo Geoge Soros o Bernard Kouchner. Quest’ultimo fondatore di “Medecins sans Frontieres”, fino a novembre 2010 ministro degli Esteri nel governo Sarkozy, proprio quel governo che ha distrutto la Libia di Gheddafi e tentato costantemente di fare lo stesso con la Siria di Bashar al Assad, creando ondate di profughi che le navi Dignity, Bourbon Argos e Aquarius, vanno poi regolarmente a prendere a 15 miglia dalla costa libica per portarli da noi a 300 miglia di distanza. Quello stesso Kouchner definito dal “Jerusalem Post” come uno tra i 15 ebrei più influenti al mondo. A proposito di MsF, solo negli ultimi mesi del 2016 hanno trasportato almeno tremila migranti, ma i loro dati ufficiali per il 2015 indicano “20.129 salvataggi diretti e più di 80 sbarchi in Italia”.
Tornado ai proprietari della Siem Pilot, Martin Siem, papà di Kristian (attuale benefattore marittimo), ha lavorato durante la guerra per una rete di intelligence alleata (la norvegese Rmo) fino a divenirne il responsabile. A lui si deve l’affondamento nel gennaio 1945 della nave tedesca SS Donau definita la “Nave degli schiavi”, in quanto impiegata per portare ebrei norvegesi da Oslo ai campi tedeschi in Polonia. Può essere che in quel periodo fosse già entrato in contatto con il polacco Yaakov Meridor, allora membro di Irgun e Haganah (organizzazioni paramilitari ebraiche) e successivamente ministro in Israele (nella foto: Martin Siem, a sinistra, con Yaakov Meridor, a destra). Rapporti evidentemente intensi se nel 1965 dovette dimettersi da direttore generale della Akers Mekaniske Verksted, per aver fornito navi a Israele dai cantieri francesi di Cherbourg, nonostante il divieto allora imposto da De Gaulle. Tant’è che la vita di Martin, padre di Kristian, su Wikipedia esiste solo in tre lingue: ebraico, norvegese e inglese.
Quello che sta veramente accadendo è semplicemente il tentativo di de-nazionalizzare gli stati nazionali attraverso l’uso di migranti non assimilabili. Se fosse solo un problema demografico come viene raccontato, sarebbe più conveniente l’immigrazione di popolazioni a noi più affini. Gli ucraini se potessero verrebbero in massa. Affini etnicamente e religiosamente, avrebbero il vantaggio che i loro figli sarebbero totalmente assimilati, senza ghetti di emarginati rancorosi di tipo francese o statunitense.
Ma questo non va bene. Perché quello che serve è proprio l’immissione di popolazioni che non possano assimilarsi. Per destabilizzare e permettere il controllo remoto dello stato-colonia. Tutto questo in qualche maniera richiama la decolonizzazione dell’impero britannico, quando dal 1947 le colonie ottennero l’indipendenza e i britannici disegnarono i confini in modo da non regalare mai una omogeneità etnica. Un simpatico lascito di caos. Le élite che controllano gli Stati Uniti si stanno preparando al dopo-Nato e un’Europa massacrabile da conflitti interni è quanto di più auspicabile. – fonte
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