Corruzione a Capaccio per sfiduciare il sindaco: arrestato un imprenditore
21/11/2021 – La promessa di soldi in cambio del voto di sfiducia al sindaco che non lo aveva favorito nell’aggiudicazione di un appalto. Questa l’accusa nei confronti di R. D’A., imprenditore raggiunto oggi da un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari eseguita dai carabinieri del comando provinciale di Salerno.
D’A. è ritenuto responsabile di istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Nell’ambito di una più ampia contestazione relativa ai rapporti tra l’imprenditore e l’Amministrazione comunale di Capaccio il gip ha ritenuto gravemente indiziato D’A. per i reati di istigazione alla corruzione e turbativa d’asta.
Secondo l’ipotesi accusatoria, D’A. avrebbe promesso 50mila euro a un consigliere comunale di maggioranza dell’epoca, al fine di indurlo a votare la sfiducia al sindaco allora in carica, Francesco Palumbo (sindaco di Capaccio dal giugno 2017 a dicembre 2018), responsabile di non averlo favorito nella aggiudicazione di un appalto finalizzato ai lavori di riqualificazione e ripristino di un asse viario. D’A. avrebbe inoltre promesso allo stesso consigliere altri 150mila euro quale compenso per il suo impegno ad aiutarlo nell’aggiudicazione della gara, e avrebbe offerto a un dirigente comunale, peraltro senza esito, la somma di 50mila euro per essere favorito in una gara relativa alla locazione e valorizzazione di un villaggio turistico in zona Laura a Paestum. – [FONTE]
Roma, corruzione all’ufficio urbanistica: informazioni in cambio di favori
21/11/2021 – A Roma l’urbanistica viaggiava anche a suon di favori e corruzione. Come riportato dal Corriere alcuni progetti per essere realizzati richiedevano qualche aiuto in Campidoglio. Secondo la Procura a dare quell’aiuto sarebbero stati alcuni dipendenti, funzionari e anche un ex assessore alle politiche urbanistiche del Comune di Roma, che adesso rischia di finire a processo per abuso d’ufficio. Intanto, prima della decisione finale che dovrebbe arrivare il 9 febbraio, il gip Nicolò Marino ha accolto la richiesta di costituzione di parte civile del Campidoglio, che aveva lamentato la lesione “dell’interesse perseguito da Roma Capitale di garantire l’integrità del proprio apparato a tutela dell’interesse collettivo”.
Informazioni riservate in cambio di favori
L’indagine si è mossa tra intercettazioni e acquisizioni di documenti, portando così il pubblico ministero Erminio Amelio a ricostruire quanto avvenuto e a trasmettere al gip un fascicolo completo, con nomi di rilievo e prove oggettive. Tra i favori scoperti, ci sarebbe quello fatto da una dipendente del dipartimento di programmazione e attuazione urbanistica del Comune di Roma che, secondo il pubblico ministero, avrebbe mediato con i costruttori circa la delibera di annullamento del piano di recupero di Palazzo Raggi. Ricevendo per questo aiutino la bellezza di 20mila euro dal gruppo Bonifaci.