Emilia Romagna: Spese pazze in Regione, spunta finanziamento da 80.000 euro al Pd
Tra le fatture a rimborso una di 12 mila euro per «utilizzo sala polivalente in via Rivani»
BOLOGNA – Promette sobrietà il governatore Stefano Bonaccini. Ce ne sarà bisogno. Il consiglio regionale uscente è stato rottamato dagli avvisi di garanzia per le presunte spese senza freni con i soldi dei gruppi. L’inizio dell’anno porterà una pioggia di richieste di rinvii a giudizio per gran parte dei 41 ex consiglieri indagati per peculato. Rischiano anche gli unici tre rieletti: Antonio Mumolo del Pd, cui vengono contestate spese illegittime per 6.159 euro, Enrico Aimi (58 mila) e Galeazzo Bignami (39 mila). Il primo s’è affrettato a farsi interrogare, gli altri saranno sentiti a breve dalle pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi che, col coordinamento del procuratore Roberto Alfonso e dell’aggiunto Valter Giovannini, hanno setacciato le spese dei gruppi dal maggio 2010 al dicembre 2011. In pochi usciranno dall’inchiesta, gli stralci si conteranno sulle dita di una mano. Lo stesso Bonaccini, per cui la Procura ha chiesto l’archiviazione, attende che un giudice metta la parola fine sui 4.300 euro oggetto di iniziale contestazione.
I nuovi consiglieri Pd dovranno per esempio scrollarsi di dosso vecchie abitudini, tracciare una linea netta tra gruppo e partito. Quelli che li hanno preceduti non l’hanno fatto. Tra aiuti e finanziamenti mascherati non si sono fatti mancare niente. Tra le voci agli atti dell’inchiesta ce ne sono alcune che più di altre rendono l’idea. Tanto che gli investigatori della Finanza calcolano in quasi 80 mila euro il presunto finanziamento illecito, non contestato e «assorbito» dal più grave peculato. Tra le fatture a rimborso ce n’è una del 10 gennaio 2011 di 12 mila euro con questa giustificazione: «Utilizzo sala polivalente, attrezzata con impianto climatizzazione, videoconferenza, audio, telefono, fax, fotocopiatore in via Rivani 35 BO durante l’anno 2010», cioè la sede del Pd. Gli inquirenti non hanno trovato contratti o eventi organizzati dal gruppo. Peraltro la fattura fa riferimento a tutto il 2010 e la legislatura era iniziata solo a maggio. Per chi indaga si tratta di una spesa del partito saldata indebitamente dal gruppo. È poi nella voce pubblicità che gli aiutini prendono forma. Come i 18 mila euro pagati per «Pubblicità alla Festa dell’Unità» a una società che organizza fiere, i 12 mila per allestire uno stand alla Festa di Imola, i 4 mila per stampare 180 mila cartoline «Iscriviti al Pd», la campagna di adesione al partito camuffata, per gli inquirenti, con una cartolina allegata alla fattura dal titolo «Nuovi strumenti di governo – manovra finanziaria 2010». Poi le 22 mila mini matite e i 179 mila volantini stampati per l’iniziativa «Il Pd difende la scuola pubblica», evento organizzato dal partito ma pagato coi soldi del gruppo. E gli affitti della sale Pd in tutta la Provincia.si sprecano. FONTE
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