Elena Curti l’ultima figlia ancora in vita di Mussolini: “Renzi come mio Padre”
25/04/2015 – Intervistata da Libero, sottolinea le similitudini tra il padre e il premier. È nata nel 1923, dalla relazione del Duce con Angela Cucciati, la moglie di Bruno Curti, un capo fascista della prima ora. Seppe di essere sangue del sangue di Mussolini quando aveva diciotto anni, e a lungo lavorò per Alessandro Pavolini. Ogni giovedì, come ha ricostruito Mauro Suttora analizzando i diari di Claretta Petacci, accompagnava il gerarca nello studio del Duce, e Claretta era gelosissima di questa ragazza bellissima e giovane. Ignorava che fosse la figlia di Benito e non un’altra amante. Lo scoprì molto più tardi, dopo il 25 aprile del 1945. Elena infatti faceva parte del convoglio composto dai gerarchi e dallo stesso Duce diretto in Valtellina e, da lì, in Svizzera. Fu tra gli ultimi a vedere Mussolini vivo.
Elena è una signora elegante, colta, brillante. Di una lucidità a tratti spietata. Si è fatta accompagnare nella redazione di Libero dalla nipote. «Non ho figli, non ho mai voluto farli perché quando uno li fa poi li deve crescere bene, ci vogliono soldi e prima di tutto due genitori che vanno d’accordo. I miei due padri e soprattutto mia madre mi hanno fatto soffrire molto. Quando ero bambina continuava a dirmi che ha fatto di tutto per perdermi».
Non teme di dare giudizi politici, anche ruvidi. Per esempio su Giorgio Almirante… «Non mi è mai piaciuto, fin dal primo momento. Questione di pelle, quando me l’hanno presentato era un rappresentante di saponette mal vestito, poi l’ho rivisto in Parlamento. Ma in tanti anni non ha mai fatto nulla di veramente importante per i fascisti. Era bravo solo a parlare, ed è stato bravo a farsi il suo appartamento, bello e grande nel centro di Roma. Si accontentava di avere il partito al 5% facendosi votare dai nostalgici di cui non si è mai davvero occupato».
Intende dire per i reduci di Salò?
«Certo, e guai a chiamarli repubblichini, a Salò c’erano solo italiani che amavano l’Italia. I repubblichini sono quelli arrivati dopo, che si sono fatti una carriera sulle spoglie dei ragazzi morti».
E del successore di Almirante, Gianfranco Fini, cosa pensa?
«Anche Fini non mi è mai piaciuto. Peggio perfino di Almirante. Ma la politica non mi interessa. Non ho mai votato Berlusconi. Ho votato a lungo quello che si beve la sua pipì, come si chiama… Pannella. E poi Verde, perché mi interessa tutto quello che ha a che fare con la natura».
Oggi, invece, c’è qualche politico che apprezza?
«Credo che al prossimo giro voterò per Renzi, perché mi ricorda Mussolini. È uno che non guarda in faccia a nessuno, va anche contro i suoi pur di fare quello che si è prefissato. All’inizio mi piaceva il presidente Napolitano. Poi però ho capito che faceva solo gli interessi di una parte sola. Mattarella non mi piace, non condivido il suo elogio dei partigiani. Non doveva farlo. Il ricordo che ho io dei partigiani è di gente ignorante, che mi ha rubato tutto. Mi hanno rubato tutti i soldi, mi hanno cacciato di casa, mi hanno preso pefino il mio collo di lince. Quando sono diventata ricca la prima cosa che ho fatto è comprarmi una pelliccia di lince lunga dalla testa ai piedi; quella è stata la mia rivincita». Continua su FONTE
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