Partite iva e spese scaricabili
Le spese effettuate per la propria attività possono essere scaricate in percentuale dalla dichiarazione dei redditi, tuttavia è importante sapere quale siano le spese deducibili per chi è titolare di una partita IVA.
Il principio si basa sul concetto di cassa, ovvero sul reddito Irpef che si genera dalla differenza tra ciò che è stato incassato (le entrate sul conto corrente), e ciò che nello stesso arco di tempo è stato speso per le imposte. Tuttavia, ci sono delle eccezioni che non rientrano nel calcolo suddetto, come nel caso di ammortamento dei beni strumentali, canoni finanziari e spese per effettuare ristrutturazioni.
I beni strumentali consistono in materiali e oggetti concreti che concorrono a formare il reddito attraverso l’utilizzo diretto per esercitare l’attività: questi sono computer, varie macchine ed apparecchiature specializzate e non, attrezzi, impianti, mobili e altri strumenti già di proprietà dell’impresa o del lavoratore autonomo che vengano utilizzati sul posto di lavoro. Questi beni sono suddivisi in due categorie distinte: materiali come i precedenti perciò visibili, e immateriali, ovvero elementi non visibili utili all’attività come loghi, marchi e certificati. Se il loro costo è inferiore a 516,46 €, è possibile dedurre integralmente la spesa; se il bene è utilizzato anche per fini personali oltre che per l’esercizio dell’impresa, la deducibilità si riduce al 50% della spesa sostenuta. Nel caso in cui il bene ammortizzabile sia di costo superiore ai 516,46€, vi è una deroga secondo la quale è possibile dedurre la spesa in base a quote che stabiliscono un preciso principio di competenza.
Quindi ogni bene strumentale ha un proprio valore di ammortamento che può essere calcolato in base alla quota, che a sua volta varia a seconda della tipologia di bene e all’attività svolta: ne segue l’applicazione di una formula che mette in evidenza due casi, se l’aliquota di ammortamento moltiplicata per il costo di acquisto sia maggiore o minore del residuo a fine anno.
I costi deducibili sono suddivisibili in ampie categorie: computer, lampadari, calcolatori, mobili, bollette del telefono fisso e della luce, fax, accessori per il computer, fotocopiatrice, cancelleria, pulizia e manutenzione dell’ufficio, spese pubblicitarie e di consulenza, tutte le spese per l’automobile, omaggi di costo inferiore a 25,82 €, valori bollati, spese di rappresentanza, postali, dipendenti, spese di condominio dell’ufficio, spese CCIAA, ed ogni altra spesa riportata in fattura inerente all’attività svolta.
Riguardo gli automezzi, se rientrano nella categoria veicoli strumentali al 100%, le spese e altri elementi ad essi relativi possono essere detratte per intero dal reddito imponibile: rientrano in questa tipologia i veicoli il cui utilizzo è solamente strumentale e i veicoli per uso pubblico. Senza di essi infatti l’attività non può essere svolta, come le imprese di autonoleggio e i tassisti, oppure anche scuole guida, rappresentanti commerciali e concessionari che utilizzano tali mezzi.
Se si tratta di veicoli aziendali, i costi sostenuti come il bollo, l’assicurazione (per l’auto ma anche per mezzi speciali come gli autocarri), manutenzione e riparazioni, seguono la categoria del mezzo, quindi sono deducibili così come le quote dei beni di ammortamento e locazione: detraibili al 40% sia dall’IVA che dall’IRPEF, ad eccezione dei beni esclusivamente strumentali detraibili nella loro totalità.
Sono deducibili le spese del professionista e della società come le seguenti. La telefonia mobile è detraibile all’80%, mentre se la spesa si riferisce al telefono fisso, al pc, o al fax, inerenti all’attività svolta, l’IVA può essere detratta al 100%, che si tratti di un professionista o di un imprenditore: nel caso la spesa riguardi apparecchiature installate su mezzi che trasportano merci (ad esempio di proprietà di un’impresa di autotrasporto, la deducibilità è pari al 100%.
È possibile detrarre anche mutuo ed interessi passivi al 100% purchè connessi esclusivamente all’acquisto di un oggetto strumentale per svolgere l’attività; allo stesso modo per software e programmi per il computer, altri beni immateriali, giornali, libri e riviste, viaggi, pedaggi e biglietti acquistati per trasferte fuori dal comune di residenza. C’è la possibilità di detrazione al 75% per le spese in ristoranti e alberghi, a patto che l’importo speso non sia superiori al 2% del compenso percepito e che ciò sia documentato attraverso scontrino fiscale o fattura intestata al richiedente. Se la spesa ristorante e albergo è effettuata per altre persone che si relazionano con il professionista per fini lavorativi, allora si tratta di spesa di rappresentanza deducibile fino ad un massimo del 1% del compenso percepito, che comprende anche le spese per l’acquisto di beni omaggio detraibili soltanto se tali cessioni gratuite sono di costo unitario inferiore a 25,82 €.
Convegni, congressi e corsi di aggiornamento professionale hanno deducibilità al 50%; la spesa effettuata per un sito web dell’azienda creato per pubblicizzare i propri prodotti e servizi è deducibile in quote costanti: se il sito web ha come fine quello di promuovere la propria solidità e apparire come un marchio del quale potersi fidare, il costo è deducibile per un terzo dell’importo, così come il precedente.Per finire, tasse e imposte deducibili dalla partita IVA riguardano: tasse per l’iscrizione a un Albo professionale, tassa per lo smaltimento dei rifiuti, per la pubblicità e l’insegna, bollo, registro, e l’imposta Irap.
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