Il Card. Bagnasco percepisce dallo stato italiano una pensione da generale
20/02/2016 – Lo Stato sborserebbe circa 8 milioni di euro l’anno per i cappellani militari, scrive Democrazia Atea in una sua ricerca fatta alcuni anni fa sui costi della chiesa a carico dello stato.
Paragonati all’importo totale che ogni anno versiamo – sotto varie forme – nelle casse del Vaticano possono apparire insignificanti, ma è pur vero che se i tagli si devono iniziare, da qualche parte bisogna iniziare.
Pretendere che in un sol colpo vengano recuperati quei 10 miliardi di euro circa che annualmente vengono “elargiti” sotto varie forme allo Stato vaticano, appare, ad oggi, imbarazzante.
Renzi, che qualche buontempone crede sia un politico di sinistra, si accinge – pare – a togliere la pensione di reversibilità alle vedove, colpevoli, secondo le valutazioni del Governo, di non essere in grado di trovarsi un lavoro a ottanta anni. Ma si guarda bene dal togliere la pensione a Bagnasco e ai cappellani militari. Renzi dunque, toglierebbe alle vedove e regala ai cardinali.
La piaga delle pensioni d’oro elargite a rappresentanti della monarchia vaticana, è resa ancora più grave dal diverso trattamento a loro riservato: non solo i cappellani ricevono stipendi e pensioni dallo Stato, ma possono maturare la pensione con largo anticipo rispetto ai comuni mortali.
Veri e propri baby-pensionati, tra cui si annovera lo stesso presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.
Bagnasco, che è anche generale di brigata, ha diritto ad una pensione che si aggira, secondo alcune fonti attorno a 4.000 euro, ma secondo alcuni la pensione erogata dall’INPS in suo favore sarebbe addirittura di 7.000 euro, nonostante abbia “prestato servizio” nell’esercito per soli tre anni.
Ho lanciato la mia petizione su Change.org per invitare Renzi a togliere la pensione ai cappellani militari e, primo fra tutti, a Bagnasco, prima di mettere sul lastrico migliaia di persone anziane in difficoltà. La petizione in pochi giorni oltre ha raccolto oltre 60mila adesioni, a dimostrazione che ci sono moltissimi italiani che sono d’accordo con la mia richiesta. In un momento in cui il Governo dichiara di dover raschiare il fondo del barile per pagare il debito pubblico, togliendo diritti e dignità ai cittadini e infierendo persino sulle vedove, trovo coerente andare a recuperare anche dove la Chiesa non permette intrusioni: i privilegi, le agevolazioni e le esenzioni a essa concesse dallo Stato italiano.
Questo il testo della petizione lanciata da Ciro VerratiPresidente di LaiciItalia, e Vice segretario Nazionale di Democrazia Atea:
I cappellani militari costano allo stato oltre 8 milioni di euro l’anno, tra cui anche l’attuale capo della Conferenza episcopale italiana.
Bagnasco percepisce una pensione come cappellano militare col grado di generale di corpo d’armata, grado poco teologico e poco apostolico.
E in Italia nell’esercito ci sono 176 sacerdoti, 5 vicari episcopali, un provicario generale, un vicario generale e l’arcivescovo ordinario.
Non solo, c’è anche il capitolo delle pensioni. L’Inpdap, ha ammesso candidamente il ministro, non riesce a fornire cifre precise sulle pensioni ai cappellani, perché in quanto integrati nell’esercito rientrano nel computo generale.
Tramite l’ordinariato militare si è venuto a sapere che negli ultimi vent’anni sono andati in pensione 4 ordinari militari, 4 vicari generali, 8 ispettori e circa 140 cappellani militari. E la Difesa ha stimato pensioni per circa 43mila euro lordi per ognuno di questi.
Non solo, i cappellani ricevono stipendi e pensioni dallo Stato. Ma possono maturare la pensione con largo anticipo rispetto ai comuni mortali: non mancano casi di baby-pensionati. Tra cui lo stesso cardinale Angelo Bagnasco, che non è solo presidente della Cei ma ex ordinario militare. Il prelato, che è anche un generale di brigata, ha diritto – secondo alcune fonti – ad una pensione attorno a 4.000 euro mensili. Nonostante abbia prestato servizio solo 3 anni, arrivato a 63 primavere ha maturato il vitalizio.
Chiedo a Matteo Renzi di abolire questo ingiusto vitalizio e privilegio, che si va a sommare a una situazione già profondamente impari. Sono da sempre un difensore della laicità del nostro Paese, e con l’associazione di cui sono presidente, Laicitalia ci battiamo con tante persone per difendere questa semplice logica di buonsenso e civiltà. L’Italia è un paese laico.
Renzi, lo dimostri con questo gesto semplice ma importante, togliendo il lauto vitalizio riservato a questo alto esponente di un altro Stato: quello del Vaticano. Change.org Petizione
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