Renzi ci riprova con la Lettera: “Ora la manderò a tutti gli Italiani”. Esposto Comitato per il NO
20/11/2016 – Dopo le numerose gaffe (dai refusi agli errori negli indirizzi) con la lettera per gli italiani all’estero, Matteo Renzi ci riprova e ha annunciato che proverà a convincere con un opuscolo anche tutti gli indecisi a votare Sì al referendum costituzionale.
“Tutti gli italiani riceveranno a casa un opuscolo che sostiene il Sì al referendum”, ha annunciato Renzi su Twitter, “E tutti quelli che dicono che stiamo spendendo soldi pubblici per farlo li quereliamo. Ovviamente i risarcimenti li daremo in beneficenza”.
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Questa mattina durante un evento a Matera il premier aveva sbraitato contro “l’accozzaglia di tutti contro una sola persona” che lo attacca sul tema delle riforme costituzionali. “Ma vi rendete conto che c’è Berlusconi e Travaglio insieme, D’Alema e Grillo insieme?”, ha urlato dal palco del teatro comunale, “Non dobbiamo lasciare l’Italia a chi per trent’anni ha detto solo no e ora vuole riprendersi una piccola fetta di potere. I professionisti del no si oppongono a tutto, ma poi, se li metti insieme, non riescono a mettersi d’accordo su niente. Quelli hanno l’unico obiettivo di fare dispetto al presidente del Consiglio per tenere impantanato il Paese nelle sabbie mobili”.
E il Comitato per il No ha presentato un esposto all’Agcom per denunciare la violazione delle leggi sulla par condicio durante la campagna elettorale del referendum costituzionale che si terrà il 4 dicembre. All’Autorità per le comunicazioni si chiede di intervenire per impedire che queste irregolarità continuino anche nella fase finale della campagna elettorale.
L’esposto, firmato da Alessandro Pace, Alfiero Grandi, Vincenzo Vita e Roberto Zaccaria, è corredato da schede e tabelle (elaborate da Mediamonitor Politica del Dipartimento CoRis dell’Università La Sapienza su dati Geca e della stessa Agcom) a conferma della “vistosa sovraesposizione, “sia sul piano qualitativo che sul piano quantitativo”, del presidente del Consiglio e di esponenti del governo nell’informazione diffusa dalla concessionaria pubblica”, con particolare riguardo ai principali Tg (Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews).
Si tratta di dati sulla base dei quali l’Autorità, viene ricordato, ha già richiamato la Rai “alla corretta applicazione dei principi a tutela del pluralismo e della parità di trattamento nei telegiornali“. Richiami che però non sembrano aver sortito effetti, se è vero che “questa presenza abnorme del governo è continuata anche nel successivo periodo di rilevazione”, quando “con riferimento alle edizioni principali dei tg Rai il tempo di antenna del presidente del Consiglio e del governo in totale è superiore al 42 per cento”.
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Presenza “abnorme” di Matteo Renzi, denuncia il Comitato per il no, che continua tuttora “con percentuali decisamente superiori a tutti gli altri soggetti politici, sia quando parla di referendum che quando compare in veste istituzionale. Nelle tre edizioni principali dei telegiornali Rai di domenica 13, lunedì 14, martedì 15 e mercoledì 16, il presidente del Consiglio ha avuto rispettivamente 62 secondi di tempo di parola, 63 secondi, un minuto e 34 secondi ed un minuto e 22 secondi”.
“Una quantità di tempo di parola che da sola doppia quella totalizzata da tutti gli altri soggetti politici”. E pazienza se, come si sottolinea nell’esposto, in base alle leggi sulla par condicio “fino alla chiusura delle operazioni di voto, il tempo dedicato agli esponenti di governo deve essere rapportato solo alle loro funzioni governative e nella misura strettamente indispensabile ad assicurare la completezza e l’imparzialità dell’informazione”.
Invece “il presidente del Consiglio è stato intervistato da solo in programmi di grande rilievo come il programma di Fabio Fazio, Che tempo che fa”, per di più preceduto dall’esibizione di un gruppo musicale molto noto come i Coldplay capace di determinare un traino considerevole. A questo riguardo, l’annunciata presenza di Salvini, è tutto fuorché il riequilibrio richiesto, come ha dichiarato Vincenzo Vita, tanto più che “è facile rilevare che non sarà possibile per la Rete ricreare a favore di altri soggetti condizioni così vantaggiose”.
“Considerato – conclude l’esposto – che il presidente del Consiglio si presenta per opinione pacifica e per la conduzione dell’intera campagna elettorale come il principale testimonial del Sì, è facile comprendere come questa presenza del tutto al di fuori delle regole finisca per violare palesemente ogni regola e principio in tema di par condicio“. – FONTE
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