Camorra & Politica. Decide tutto Pasquale” le intercettazioni tra La Regina e la Di Giovanni
17/03/2017 – Marzo 2015, il Comune di Cerreto Sannita indice la gara per il restauro della Torre medievale. Si legge nell’ordinanza: «Pasquale Sommese, in qualità di assessore regionale pro tempore ai beni culturali della Campania, per il tramite di Antonello Sommese, suo stretto collaboratore, designava, prima ancora della indizione della gara relativa all’opera la ditta Bretto opere stradali come aggiudicataria dell’incanto. Come prezzo per tale attività Antonello e Pasquale Sommese ricevevano da Antonio Bretto la somma di 50.000 euro per orientare», appunto, la gara. Progetto, quello di Cerreto Sannita, finanziato con fondi europei. Non è l’unico, ovviamente.
Nelle 1500 pagine ricorre, quasi sempre, la coppia inscindibile dei due Sommese: per l’accusa Pasquale il «dominus», Antonello il braccio. In un’intercettazione telefonica quest’ultimo preconizza: «Eh… ma tu mi devi chiamare prima…i blitz li fanno i carabinieri quando devono arrestare qualcuno (ride)». A distanza di mesi c’è davvero poco da ridere. Oltre a Cerreto Sannita, c’è il caso del nuovo Museo archeologico di Alife: ad Antonello e Pasquale sarebbe andata una «somma di denaro non quantificata». Idem per i padiglioni 7 e 8 della Mostra d’Oltremare dove «emerge che gli accordi vengono presi direttamente dalle imprese con i Sommese». E poi Riardo e «Le Porte dei Parchi». Uno dei capi d’imputazione a carico di Sommese riguarda una turbativa d’asta per la realizzazione di una mostra evento nel comune casertano, «La Terra delle acque». L’assessore regionale avrebbe fatto finanziare l’iniziativa chiedendo in cambio a La Regina «la designazione di Klaus Davi come partecipe al progetto in qualità di esperto di comunicazione mediatica». Davi non è indagato.
Se il regista è Guglielmo La Regina, Pasquale Sommese, per gli inquirenti, è la cassa. L’assessore ai Beni culturali della Regione Campania targata Caldoro che dispone dei fondi per finanziare appalti in cambio di voti e, stando sempre alle ricostruzioni dei pm, denaro. Il consigliere regionale Ncd, un passato nella Margherita demitiana, oggi componente delle commissioni anticamorra e trasparenza dell’assemblea del centro direzionale, è indagato per corruzione e turbativa d’asta già dal 2015. Ma in questi anni la sua posizione giudiziaria si è, in qualche modo, irrobustita. In un’intercettazione del febbraio 2015, Mario Martinelli («imprenditore colluso») avvisa la Regina che «Pasquale Sommese si porta dietro alcune imprese di Casapesenna e questo fatto prima o poi gli causerà problemi giudiziari. Il riferimento alle imprese di Casapesenna da parte di Mario Martinelli — si legge — postula innanzitutto che egli stia parlando di imprese camorristiche provenienti da quella zona».
Nel 2015, quando a Sommese fu notificato il primo avviso di garanzia con Fulvio Martusciello (prosciolto proprio un paio di giorni fa), in un’intervista a Repubblica dichiarò: «La mia vicenda non c’entra con quella di Martusciello. Io non mi occupo di appalti». Be’ dalla corposa ordinanza Sommese emerge proprio il contrario. La sua grande accusatrice è Loredana Di Giovanni, una fedelissima dell’ex assessore della giunta Caldoro, colei che ha fatto conoscere Sommese e La Regina. La «faccendiera» di Mugnano raccoglieva voti e preferenze per Sommese. Ed è lei, interrogata, che comincia a collaborare con i magistrati e a scoperchiare il vaso di Pandora. E svela il ruolo degli studi professionali, che entrano in gioco quando «gli enti pubblici che volevano realizzare un’opera sul loro territorio non avevano i mezzi o le competenze per la predisposizione dei progetti di massima da presentare in Regione Campania». «Guglielmo La Regina e questi, grazie al suo rapporto con il Sommese, otteneva il finanziamento dell’opera», dice sempre Di Giovanni e aggiunge: «Pasquale Sommese chiedeva sostegno elettorale a noi ed ai comuni le cui opere venivano da lui finanziate. Tale sostegno era poi in concreto fornito con dei voti (che il sindaco di quel Comune garantiva al candidato Sommese). A capo dello staff di Pasquale Sommese vi era un suo parente, Antonello Sommese (anche lui arrestato, ndr), il quale interagiva sistematicamente con noi a nome dell’assessore».
Il Giudice sottolinea in più punti dell’ordinanza come Antonello Sommese, nipote dell’ex Assessore, e soprattutto suo capostaff, sia “l’interfaccia” dell’esponente politico. Non a caso, scrive il Gip Federica Colucci: “Non vi è dubbio che le condotte siano tenute in nome e per conto di Pasquale Sommese”. E a riprova di ciò vi è l’intercettazione del 23 febbraio 20015 tra Guglielmo La Regina e la Commercialista “pentita” Loredana Di Giovanni: “Perchè è sempre Pasquale che decide” Afferma la Di Giovanni. E poi aggiunge: “Fino a un certo punto può decidere Antonello. Antonello riferisce a Pasquale e poi Pasquale decide…e non è stato sempre così? Cioè proprio per evitare di parlare con Pasquale direttamente uno parla con Antonello”. E allora il Gip Colucci scrive: “Solo l’assessore Regionale ha il potere di incidere sul finanziamento dei singoliprogetti, dunque solo l’assessore è in grado di stringere accordi corruttivi e tenervi fede”.
Il momento della notifica del provvedimento l’ex potente assessore è stato colto da malore. Amico di tutti, barzellettiere di rango, Sommese nel 2008 fu indagato in una prima inchiesta riguardante Romeo che voleva scalare la Regione Campania. Ne esce pulito, come tutti. Ora le accuse sono pesanti. «Siamo sicuri che già nelle prossime ore Pasquale Sommese saprà dimostrare alle autorità la propria estraneità alle accuse e qualsiasi legame con la camorra casalese, come ha sempre finora ribadito». A dirlo è Gioacchino Alfano, sottosegretario alla Difesa e coordinatore regionale di Ncd. FONTE