LA RABBIA DI DI MAIO CONTRO TRIA: «NON VOGLIONO IL REDDITO DI CITTADINANZA, SE CONTINUA COSÌ VA A CASA»
18/09/2018 – «Non vogliono consentirci di fare il reddito di cittadinanza. Non hanno proprio capito nulla allora… Se continua così Tria può andare a casa». Si sarebbe sfogato così con i suoi ieri sera Luigi Di Maio, dopo il vertice a Palazzo Chigi sulla manovra finanziaria, durato oltre tre ore e al quale ha partecipato con il premier Giuseppe Conte, il leader della Lega Matteo Salvini, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, il ministro degli Affari Europei Paolo Savona e ovviamente il ministro dell’Economia Giovanni Tria. A raccontarlo è un retroscena del quotidiano La Stampa (articolo di Amedeo La Mattina e Ilario Lombardo).
Di Maio su Tria: «Se insiste, salta»
Il capo politico del M5S e vicepremier avrebbe convocato gli esponenti del Movimento poco dopo le 22, alla conclusione dell’incontro. «Tutti convocati», il suo messaggio nella chat di ministri e sottosegretari economici pentastellati. Nel mirino c’è soprattutto Tria. Dalla discussione per mettere a punto la legge di Bilancio sarebbero emerse le difficoltà ad attuare la principale proposta M5S. Il ministro dell’Economia non vorrebbe andare oltre l’1,6 per cento nel rapporto deficit/pil per non compromettere la collaborazione dell’Ue. E questo riduce risorse a disposizione e i margini di manovra per attuare flat tax, reddito di cittadinanza e altre promesse. Di Maio teme una trappola. La Lega è più cauta su Tria. Il leader del Movimento non nasconde una sfida a tutto campo con la Lega su manovra, Rai, e anche commissario per la ricostruzione del ponte Morandi a Genova. «Ora tocca alle nostre battaglie, basta inseguirlo sull’immigrazione», avrebbe detto ancora ai suoi Di Maio. Che ieri ha anche definito «inaccettabile condono» il piano della pace fiscale gradito alla Lega. La battaglia è aperta.
La cena dopo il vertice
Di Maio e i suoi fedelissimi si sarebbero incontrati a cena, in un ristorante del centro di Roma con alcuni di essi. Tra i partecipanti all’incontro ci sarebbero il capogruppo alla Camera Francesco d’Uva, il sottosegretario agli Affari Regionali Stefano Buffagni e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, titolare del dicastero competente per uno dei provvedimenti più cari al M5S, ovvero il disegno di legge anticorruzione, provvedimento che dovrebbe arrivare fra pochi giorni al Quirinale. FONTE
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