Processo nomine, i pm: “Movente politico. Marra ci ha messo la manona” Chiesti 10 mesi per Virginia Raggi
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LA “MANONA” DI MARRA – Il “movente politico” sollevato dai pm e il “peso specifico” del processo, “ben superiore alla gravità del reato” saranno di certo determinanti per indirizzare la scelta di Ranalli. Ma la Procura ha fornito anche elementi di prova ritenuti “oggettivi” che dovrebbero “da soli” indirizzare alla condanna richiesta. “Marra – ha spiegato Dall’Olio – non era uno dei 24.000 dipendenti comunali, bensì un punto di riferimento importante per la sindaca, come dimostrato anche dalle chat”. Al funzionario “si rivolgono diversi personaggi per iniziare a orientarsi” sulla macrostruttura. Marra “era il dominus di quella procedura, era lui che chiedeva a Antonio De Santis (delegato al Personale, ndr) di partecipare alle riunioni, non viceversa. E come ha detto Franco Giampaoletti (attuale dg del Campidoglio) il direttore Risorse Umane non è un semplice passacarte”. Insomma, come ha ironizzato il pm “Marra ci ha messo la manina, anzi la manona, e la sindaca lo sapeva, tant’è vero che lo applaude”. Anche per Ielo, “basterebbe fornire come prova la chat in cui Raggi chiede a Marra dove ha messo suo fratello Renato. Ma se eseguiva i suoi ordini, perché lo chiede a lui?”, aggiungendo che “anche il gip, nella sentenza di archiviazione del reato di abuso d’ufficio, racconta il falso documentale, su cui non c’è alcun dubbio”.
LA POSSIBILE BAGARRE POST SENTENZA – Sabato è prevista l’ultima udienza del processo. Si parte alle 11 con l’arringa di difesa degli avvocati Pierfrancesco Bruno, Emiliano Fasullo e Alessandro Mancori, a cui seguirà la camera di consiglio e poi “senza alcun dubbio” la sentenza. E’ probabile che la sentenza arrivi a metà pomeriggio. In caso di condanna si porrà certamente il problema politico all’interno del M5S. Il nuovo codice etico prevede il deferimento ai probiviri. È possibile, secondo indiscrezioni, che Virginia Raggi si dimetta prendendosi i 21 giorni previsti dal Tuel per verificare la tenuta della maggioranza e poi decidere di confermare o ritirare le dimissioni. Questa mattina, per tutte le otto ore del dibattimento – compreso l’esame come teste dell’ex capo di Gabinetto, Carla Romana Raineri – un buon numero di consiglieri comunali del M5S ha seguito l’udienza come dimostrazione di vicinanza, “personale e politica” alla prima cittadina. In caso di assoluzione, invece, i militanti del M5S stanno organizzando una “manifestazione spontanea” in Campidoglio per accogliere “in trionfo” la prima cittadina. – [IlFattoQuotidiano.it]
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