Parigi: trovata auto con bombole di gas vicino a Notre Dame
17/04/2019 – Un’auto con sette bombole di gas a bordo, ma nessuna miccia per farle esplodere: è stata rinvenuta dalla polizia francese vicino alla cattedrale di Notre Dame, a Parigi e a parcheggiarla sarebbe stata una ragazza di 19 anni, poi fuggita e adesso ricercata dalla polizia.
La 19enne «radicalizzata»
Il ritrovamento è avvenuto nella notte fra sabato e domenica. A dare l’allarme alla polizia è stato il gestore di un locale vicino: l’auto aveva le quattro frecce d’emergenza accese ed era parcheggiata da u paio d’ore in sosta vietata, in Quai de Montebello, nel quinto arrondissement. Gli artificieri hanno trovato una bombola vuota sul sedile anteriore, dal lato del passeggero e altre sei bombole piene nel bagagliaio, non collegate a nessun detonatore. All’interno dell’abitacolo sono stati trovati anche alcuni documenti scritti in arabo. La polizia ha rintracciato dopo qualche ora il proprietario dell’auto, nonostante dalla vettura fosse stata asportata la targa. È un residente a Saint-Denis, che è stato subito fermato e poi rilasciato. Aveva denunciato la scomparsa della figlia, la quale gli aveva raccontato di voler trascorrere il week-end con un’amica ma se ne era poi andata con l’auto del genitore, la Peugeot 607 poi ritrovata a Notre Dame.
La coppia arrestata
Sul caso indaga l’antiterrorismo, alcune persone sono state fermate. Un uomo di 34 anni e la sua compagna di 29, al momento sembrano la chiave di volta dell’inchiesta. Sono stati bloccati martedì sera in un’area di sosta sull’autostrada, nel sud della Francia, diretti in Spagna, probabilmente in fuga. Conoscono la ragazza e sono sotto interrogatorio. L’uomo è segnalato negli archivi di polizia, ma non per fatti recenti. È invece «attivamente ricercata» la 19enne, che la polizia ha confermato essere , «schedata in quanto radicalizzata».
L’allerta
Il tutto mentre rimane alta l’allerta per nuovi possibili attacchi terroristici nel Paese. Il primo ministro Manuel Valls in un’intervista a Rtl ha ribadito che «la minaccia non è mai stata così alto», mentre il ministro dell’Interno Cazeneuve ha fatto sapere che nel mese di agosto sono state arrestate sette persone che stavano progettando attentati in Francia. Nel maggio scorso Patrick Calvar, direttore dell’agenzia di sicurezza interna si era detto convinto che Isis dopo gli attacchi di Parigi sarebbe entrato di nuovo in azione con «auto bomba e ordigni esplosivi». Bombole di gas riempite di chiodi e trasformate in ordigni artigianali erano state utilizzate in passato, negli anni 90, in una serie di attacchi avvenuti nella capitale francese di cui il più grave era stato quello del 25 luglio 1995, quando un ordigno artigianale era esploso nella stazione della RER di Saint-Michel, uccidendo otto persone e ferendone oltre cento. La responsabilità dell’azione era stata attribuita al Gia, il Gruppo Islamico Armato algerino.
L’interrogatorio di Salah
E oggi Salah Abdselam, l’unico terrorista ancora vivo protagonista degli attentati del 13 novembre scorso a Parigi, sarà nuovamente interrogato. Salah, in carcere nel penitenziario di Fleury-Merogis, vicino a Parigi, in isolamento e sorvegliato 24 ore su 24, è convocato alle 10 davanti al giudice istruttore. Finora, i tentativi di farlo parlare sono andati a vuoto. A cominciare dal 20 maggio scorso – data del suo primo interrogatorio dopo il trasferimento il 27 aprile dal Belgio – Salah ha esercitato il suo diritto di non rispondere. Il suo legale, Frank Berton, ha detto che sarà soltanto Salah a «scegliere il momento» in cui cominciare a parlare. – [IlCorriere.it]
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