“Corruzione internazionale”. Con questa accusa, il nuovo amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi (nominato da Renzi), sarebbe indagato dalla Procura di Milano.
(ASCA) – Milano, 11 set 2014 – L’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi risulta indagato a Milano insieme all’ex numero uno del colosso energetico, Paolo Scaroni, per una presunta corruzione internazionale in Nigeria. La notizia, pubblicata oggi dal Corriere della Sera, trova conferma tra qualificate fonti della Procura del capoluogo lombardo, pronte a precisare che il coinvolgimento di Descalzi non riguarda affatto il suo ruolo di amministratore delegato, ricevuto dal governo Renzi: i fatti risalirebbero a tre anni fa, quando il manager era a capo della divisione Oil di Eni.
La svolta nelle indagini e’ arrivata ieri, quando l’autorita’ giudiziaria britannica ha accolto la richiesta dei pm milanesi Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro di congelare 83 milioni di dollari. Sequestro seguito a quello di 110 milioni chiesto e ottenuto alcuni mesi fa dalla procura di Milano all’autorita’ giudiziaria svizzera. Soldi che messi insieme superano i 190 milioni di dollari e che – questo il sospetto degli inquirenti milanesi -, sarebbero il frutto della presunta corruzione servita per ottenere dal governo nigeriano la concessione per le esplorazioni Opl-245, in un tratto di mare al largo delle coste nigeriane. Concessione costata all’Eni, complessivamente una somma di circa 1 miliardo e 300 milioni di dollari.
Questa è una notizia dell’agenzia Asca.
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