Di Maio: M5S abolirà i fondi per l’editoria con il nuovo Governo
04/06/2018 – “I finanziamenti ai quotidiani e all’editoria non sono nel nostro programma, lo abbiamo sempre detto. Quindi li aboliremo”. Lo ha detto il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, a Genova durante una tappa del suo tour elettorale, dove ha anche ribadito l’impegno ad abolire 400 leggi in un colpo solo come primo atto di un nuovo governo a guida pentastellata.”Calderoli – ha detto Di Maio. fece una grandissima e suggestiva operazione mediatica col lanciafiamme ma girando il Nord gli imprenditori mi dicono che non è cambiato nulla dal punto di vista della burocrazia e la situazione è peggiorata. Lui ha avuto la sua occasione, ora noi ci prendiamo la nostra di sburocratizzare questo Paese senza aggiungere leggi ma eliminandone 400″.
“Basta ai giornali finanziati con i soldi pubblici”. Da sempre questo è stato uno dei mantra del Movimento 5 Stelle, tanto da essere inserito anche nel programma elettorale presentato alla vigilia del voto del 4 marzo.
Nel nuovo programma invece, quello di governo scritto a quattro mani assieme alla Lega, dell’abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria non c’è traccia: come si comporteranno i 5 Stelle verso i giornali durante questo governo carioca?
I finanziamenti all’editoria
Con una legge del 1981 si era stabilito che in Italia fosse previsto un contributo fisso per ogni copia stampata, con la cifra che subiva una maggiorazione del 15% nel caso il giornale fosse edito da una cooperativa di giornalisti.
Nel 1990 poi le già ampie maglie del finanziamento vengono allargate ulteriormente anche ai giornali organi di partito presenti al Parlamento Europeo: per avere i soldi quindi bastava avere anche un solo eurodeputato.
Nel 2008 però il parlamento ha iniziato a mettere mano alla legge sul finanziamento all’editoria, abolendo per prima cosa ogni criterio legato alla tiratura. Alla fine nel 2014 il sistema di contribuzione diretta è stato abolito.
Al momento quindi esiste una forma di finanziamento che è regolato dalla legge n.198 del 2016, proposta dal ministro allo Sport con delega all’editoria Luca Lotti. Nel decreto viene definito chi può richiedere il contributo pubblico.
Cooperative giornalistiche;
– Enti senza fini di lucro e imprese possedute interamente da enti senza fine di lucro;
– Quotidiani e periodici delle minoranze linguistiche;
– Imprese ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti;
– Associazioni di consumatori;
– Imprese editrici di quotidiani e periodici diffusi all’estero e le radio e tv locali.
– Contrariamente a quello che avveniva in passato, sono esclusi invece dal finanziamento i giornali organi di partito e quelli che fanno capo a gruppi editoriali quotati o che comunque sono partecipati da società quotate.
Come si può vedere nel 2016, ultimo anno in cui è possibile risalire ai pagamenti visto che vengono emessi l’anno successivo con quelli relativi al 2017 che ancora devono uscire, sono state 54 le testate che hanno ricevuto dei contributi.
In testa c’è Avvenire con quasi 6 milioni ricevuti, con Italia Oggi e Libero che completano il podio. Altri giornali nazionali presenti nell’elenco sono Il Manifesto, Il Foglio, Secolo d’Italia, L’Opinione e La Voce.
Cosa farà il Movimento 5 Stelle?
Lo scorso gennaio, proprio mentre il paese si apprestava a entrare in campagna elettorale, il capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha ribadito come fosse sua intenzione “abolire i finanziamenti ai quotidiani e all’editoria”.
In effetti nel programma elettorale dei 5 Stelle tutto questo è riportato a chiare lettere. Riconoscendo che comunque il decreto Lotti abbia introdotto dei principi di maggiore trasparenza, viene proposta ugualmente l’abrogazione della legge delega in questione.
QUI IL DOCUMENTO COMPLETO DEL DIPARTIMENTO INFORMAZIONE ED EDITORIA
Quello che però era considerato “il punto di partenza nel settore editoria”, non è presente nel programma di governo realizzato assieme alla Lega. A dire il vero, nel contratto giallo-verde in merito alle telecomunicazioni ci sono soltanto poche righe.
Per quanto riguarda la gestione del servizio radio televisivo pubblico intendiamo adottare linee guida di gestione improntate alla maggiore trasparenza, all’eliminazione della lottizzazione politica e alla promozione della meritocrazia nonché alla valorizzazione delle risorse professionali di cui l’azienda già dispone.
Nessun riferimento quindi all’abolizione del finanziamento pubblico dei giornali. Quando era nelle edicole, l’organo ufficiale della Lega ovvero La Padania ha incassato in totale nei diciassette anni di esistenza 61 milioni.
Lo stesso Matteo Salvini ha lavorato per anni nella redazione de La Padania, diventando anche giornalista pubblicista, passando poi per Radio Padania Libera altro organo ufficiale del carroccio.
Con ogni probabilità quindi tra i due nuovi alleati ci sono differenze di vedute sull’argomento. Di certo l’abolizione non sarà tra le priorità del nuovo governo, ma vedremo se il Movimento 5 Stelle riuscirà ugualmente a realizzare quello che da sempre era uno dei suoi cavalli di battaglia. – FONTE
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Vitalizi, riunione congiunta dei questori di Camera e Senato. Fraccaro: “Li aboliremo in due settimane”
12/04/2018 – Prima riunione informale dei collegi dei questori di Camera e Senato per parlare dell’abolizione dei vitalizi. “Li aboliremo nel giro di due settimane con una delibera”, ha dichiarato il questore M5s Riccardo Fraccaro. L’intenzione condivisa dai rappresentanti dei vari partiti è quella di individuare un percorso comune tra i due rami del Parlamento sul tema. Dopo il primo annuncio del presidente M5s della Camera Roberto Fico, l’11 aprile era intervenuta anche la presidente di Palazzo Madama Maria Elisabetta Alberti Casellati spingendo per “rapide soluzioni”.
Poco dopo il grillino Fraccaro, uno dei parlamentari più vicini a Luigi Di Maio, ha pubblicato un post sul Blog delle Stelle dove spiega: “Il M5s abolirà i vitalizi nel giro di due settimane con una delibera. Sono un istituto anacronistico e inaccettabile, la Terza Repubblica nasce per restituire centralità ai cittadini. Non possono più esserci privilegi per la politica, dobbiamo riaffermare l’equità sociale per ricostruire un rapporto di fiducia tra istituzioni e società”.
Fraccaro, che già nella scorsa legislatura era stato protagonista della battaglia per l’abolizione del privilegio ha continuato: “In pochi sanno che i vitalizi sono stati introdotti in gran segreto, con una riunione riservata tra i deputati dei vari schieramenti. Era il 21 dicembre 1954 quando i politici decisero di farsi un regalo natalizio a spese dei cittadini: con un blitz in Ufficio di Presidenza approvarono una delibera che stanziava 452 milioni di lire a favore delle pensioni privilegiate dei deputati. Alle spalle dei contribuenti. Un atto accolto con profondo sdegno da un deputato trentino, Giuseppe Veronesi, che inviò una lettera al Presidente della Camera Gronchi per annunciare le proprie dimissioni”.
Il deputato M5s e questore, originario del Trentino, ha appunto voluto ricordare il suo corregionale: “Veronesi, originario di Rovereto, era un ingegnere aeronautico che si impegnò soprattutto per l’opera di moralizzazione del Paese: fu infatti membro della Commissione Antimafia. Era molto legato al Trentino-Alto Adigee si adoperò per lo sviluppo del territorio sul piano industriale ma anche artigianale.
Un politico nel senso più nobile del termine. Nella lettera protestava per la scelta di tenere nascosta ai cittadini la delibera sui vitalizi e invocava la necessità, per i parlamentari, di dare il buon esempio. Nonostante siano passati 64 anni il messaggio di Veronesi è ancora attuale: ora più che mai è necessario recuperare la dimensione etica della politica”, ha detto. “I vitalizi, come ci dimostra questa lettera, scatenano indignazione sin dal giorno della loro istituzione”. FONTE
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Il MoVimento 5 Stelle abolirà nel più breve tempo possibile 400 leggi inutili, spesometro e studi di settore.
11/01/2018 – (di Luigi DI MAIO) A Milano ho presentato il nostro sito www.leggidaabolire.it, nel quale accoglieremo segnalazioni e proposte dei cittadini per eliminare tutto ciò che appesantisce la vita quotidiana di contribuenti e Pmi. Le prima due cose da cancellare sono gli studi di settore e lo spesometro, strumenti che hanno contribuito a far impazzire imprenditori, commercianti e cittadini.
Accanto a me c’erano il nostro candidato alla Regione Lombardia, Dario Violi, e i rappresentanti delle associazioni di imprenditori, artigiani e commercianti che abbiamo ascoltato in questi mesi e che ci hanno chiesto di essere lasciati in pace, di essere messi nelle condizioni di lavorare: è soprattutto da loro che arriva la richiesta di intervenire subito e con decisione nel campo minato della burocrazia.
Il MoVimento 5 Stelle abolirà nel più breve tempo possibile 400 leggi inutili, spesometro e studi di settore. Liberando le imprese dalla burocrazia che si è accumulata negli anni vogliamo metterle nella condizione di esprimersi al massimo delle loro possibilità, pagando ciò che è giusto. Un sistema fiscale snello ed equo porterà i suoi frutti anche in termini di minore evasione e maggior produttività.
Secondo un’indagine della CNA le piccole e medie imprese perdono 22 miliardi di euro annui per mettersi in regola di fronte alla giungla di norme e adempimenti. Il 41,3% delle imprese impegna 3 giorni lavorativi pieni ogni mese per la burocrazia, un altro 32,2% di imprese butta al vento addirittura 5 giorni. Una mossa politica di immediato buon senso è abolire centinaia di leggi inutili che appesantiscono i rapporti tra imprese e pubblica amministrazione. Lo faremo nei primi 100 giorni di governo.
Al delirio burocratico si aggiungono gli interventi a gamba tesa della politica. Quando si parla di fisco e burocrazia, infatti, il verbo ‘semplificare’ è da sempre in bocca a tutti i politici di tutti i partiti, ma bisogna fare attenzione a come si semplifica. Si può semplificare per migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese o fingere di semplificare per massacrare di tasse chi non può difendersi. In questi anni abbiamo assistito a semplificazioni inique, costruite malissimo, come lo spesometro e gli studi di settore. Il risultato è stato spremere gettito fiscale dai cittadini e dalla piccola e media impresa senza colpire la grande evasione.
Gli studi di settore vanno aboliti immediatamente perché sono incostituzionali: stimando i ricavi presunti di imprese, lavoratori autonomi e liberi professionisti costringono anche chi ha guadagnato meno della stima a pagare come se avesse guadagnato la cifra decisa dalla Pa. In questo modo viene meno la progressività dell’imposizione fiscale prevista dalla nostra Costituzione. È urgente tornare ad un modello di riscossione equo fondato sulla fiducia tra Agenzia delle Entrate e contribuenti.
Lo spesometro è una buona idea applicata nel peggior modo possibile. La ragione è che non ci può essere vera semplificazione se esistono 16.000 banche dati non coordinate tra loro. E il bello è che i 5,7 miliardi necessari per integrare le banche dati sono già stati stanziati, ma vengono spesi malissimo. Il MoVimento 5 Stelle vuole ridurle da 16.000 ad un massimo di 10, facendo parlare i dati tra loro. Per questa via possiamo far risparmiare a cittadini, imprese e dipendenti della Pa milioni di ore ogni anno, con un ritorno potenziale di mezzo punto di Pil, pari a 8 miliardi di euro. – FONTE
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Scandalo dell’ultima ora. Dichiarato inammissibile l’emendamento presentato dal M5S
23/11/2017 – La nostra Barbara Lezzi uscita dalla commissione bilancio ci informa che “In legge di bilancio abbiamo presentato l’emendamento per l’ abolizione dei vitalizi, non abbiamo fatto altro che prendere la legge Richetti e metterla come emendamento nelle legge di bilancio, bene, oggi ce l’ hanno dichiarato inammissibile, ma sapete perchè? Le motivazioni sono davvero astruse, non so neanche come definirle”.
“La prima motivazione è la mancanza di copertura. Di copertura? Non vogliamo mica aumentarli i vitalizi, noi li vogliamo togliere, non c’è problema di copertura. Seconda motivazione, è una questione di garbo istituzionale. Si perchè la legge Richetti si trova nella commissioni affari costituzionali, sarebbe scortese nei confronti dei commissari visto che la stanno ancora discutendo”.
“L’ultima motivazione è la più assurda, perchè siccome intendono apporre la fiducia alla legge di bilancio, non intendono farci uno sgarbo. Al che gli ho risposto di stare tranquillo, quello che a noi interessa è l’ abolizione dei vitalizi. ”
“Ora io invito Matteuccio Renzi a strigliare i suoi e chiedere loro di approvare questa legge, fai una telefonata a un paio di capogruppo, a quelli della commissione bilancio, a quelli di tutto il gruppo del Senato, quindi a Zanda e chiedi loro di osservare quelle che sono le tue promesse e le tue minacce, anche perchè dici che voi li volete abolire, sono gli altri che non vogliono. No caro Renzi, siete voi a non volerli approvare! ”
“Se non volete approvare il nostro, riscrivetelo voi l’emendamento e noi lo votiamo, così finalmente faremo qualcosa di buono per i cittadini”.
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Abolizione vitalizi non è ancora calendarizzata. M5s: ‘Pur di mantenere il privilegio, Pd affossa la sua stessa legge’
12/09/2017 – Abolire i vitalizi dei parlamentari? Ripassare a ottobre (forse). L’iter per l’approvazione del ddl Richetti (Pd) resta impantanato in commissione Affari Costituzionali del Senato. Quando su richiesta del M5s si è trattato di indicare una data per l’arrivo in aula, infatti, i partiti sono rimasti muti, evitando di esprimersi così come accaduto per lo ius soli. La colpa di questa frenata, almeno a sentire il Movimento 5 Stelle, è tutta da attribuire a chi quel disegno di legge lo aveva presentato, incassando peraltro il parere favorevole della Camera prima della pausa estiva. “Adesso è chiaro a tutti: il Pd ha preso ancora una volta in giro i cittadini.
Non vogliono abolire i vitalizi” ha attaccato il senatore grillino Vito Crimi, a cui ha immediatamente risposto il capogruppo dem in commissione Giorgio Pagliari. Che, ricordando come il provvedimento arriverà domani in commissione Affari Costituzionali, ha sottolineato al collega che “i disegni di legge, per approdare all’esame dell’Aula, devono essere prima esaminati e approvati nella Commissione di competenza”.
Una mezza verità. Perché se è vero, come è vero, quanto detto da Pagliari, d’altro canto senza prevedere una data d’arrivo in aula per un provvedimento le discussioni in commissioni possono procedere all’infinito. Nel caso dei vitalizi, il rischio è esattamente questo. Da qui gli attacchi del Movimento 5 Stelle. Era luglio, del resto, quando da Montecitorio arrivò il via libera al provvedimento. Da allora e a più riprese, i grillini ne hanno chiesto la calendarizzazione in aula al Senato: prima è stata rimandata alla ripresa dei lavori e ora a data da destinarsi, visto che nelle prossime tre settimane – al pari dello ius soli – non approderà a Palazzo Madama.
Eppure il provvedimento è arrivato in commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama lo scorso primo agosto. Nel frattempo, però, il 15 settembre matureranno i vitalizi per i componenti della legislatura in corso. Il primo a sottolineare la questione è stato il capogruppo grillino al Senato: “Tutti i partiti difendono i vitalizi. Durante la conferenza dei capigruppo che ha deciso il calendario delle prossime tre settimane ho proposto la calendarizzazione in aula dell’abolizione dei vitalizi, approvata alla Camera ai primi di agosto. Tutti i rappresentanti dei partiti, dal Pd alla Lega passando per Forza Italia e Mdp sono stati muti come pesci snobbando di fatto la proposta di calendarizzazione. Un silenzio che dimostra la loro volontà di affossare la legge Richetti” ha detto Enrico Cappelletti.
A stretto giro la nota dei deputati grillini della commissione Affari Costituzionali di Montecitorio: “Il Pd e i vecchi partiti gettano la maschera e dimostrano che non hanno nessuna intenzione di rinunciare al privilegio – hanno scritto – Infatti, la decisione odierna della capigruppo di Palazzo Madama, di non calendarizzare la pdl sull’abolizione dei vitalizi per l’Aula del Senato, è l’ennesima dimostrazione che la casta continua a prendere in giro i cittadini e che non ha nessuna intenzione di farsi tagliare la pensione privilegiata. Il Pd parte con il piede sbagliato – hanno aggiunto -perché, per approvare questa proposta di legge, sarebbero bastati pochi giorni. Questa decisione è una vergogna a firma Pd, che ha l’intenzione di affossare e insabbiare una proposta del Pd, che è stata approvata alla Camera solo grazie alle continue pressioni del MoVimento 5 Stelle – hanno sottolineato – ed è anche uno schiaffo ai molti italiani che hanno grosse difficoltà economiche. Noi, comunque, non ci arrendiamo – è la conclusione degli esponenti pentastellati – non molliamo e continueremo a batterci affinché l’abolizione dei vitalizi diventi legge”.
Sulla stessa linea d’onda il senatore Vito Crimi, che ha sottolineato come il Pd “anziché appoggiare e sostenere tale richiesta (di calendarizzazione, ndr) e approvare la loro stessa proposta, ha votato no. È la chiara conferma di quanto già sospettavamo e cioè: che sia il PD che i partiti come Lega e Forza Italia vogliono tenersi la pensione privilegiata. Evidentemente – ha concluso Crimi -si sentono diversi da tutti gli altri cittadini, quelli a cui si applica la Fornero, che vanno in pensione a 67 anni e che spesso non prendono nemmeno 1.000 euro al mese dopo 40 anni di lavoro. Vergognatevi“.
La risposta del Partito Democratico alle accuse pentastellate è stata affidata, come detto, a Giorgio Pagliari: “Constato che il senatore Crimi, da buon pentastellato, pensa che la politica si faccia con le falsità e le mistificazioni – ha detto il capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali – Oggi, a nome del Pd, ho chiesto l’immediata calendarizzazione del disegno di legge sui vitalizi nella Commissione Affari costituzionali del Senato. E il presidente della Commissione ha fissato per domani alle 14.30 l’inizio dell’iter. Crimi – ha sottolineato – sa benissimo che i disegni di legge, per approdare all’esame dell’Aula, devono essere prima esaminati e approvati nella Commissione di competenza. Dunque, il collega del M5s sta solo facendo propaganda e demagogia”. “Quel che è accaduto oggi in Senato è che il Pd ha fatto calendarizzare per domani il disegno di legge sui vitalizi nella Commissione Affari Costituzionali – ha detto il senatore Francesco Russo, segretario d’Aula del gruppo del Pd – che comincerà quindi subito l’esame, come prevede il regolare iter di ogni provvedimento. A mancare sono invece i voti del M5s sul disegno di legge sullo ius soli, una legge di civiltà che farebbe fare un passo avanti all’Italia. Quello che il Movimento di Grillo non vuole”. – FONTE
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Terremoto, ennesima presa in giro. Pirozzi accusa il governo: “un incredibile scippo a Ferragosto”
14/08/2017 – L’accusa è pesantissima e i destinatari sono gli ultimi due governi, quello di Renzi e Gentiloni, che si sono avvicendati nell’anno horribilis che ha segnato la ricostruzione delle zone terremotate in Abruzzo, a cominciare da Amatrice. “Ci avevano promesso l’esenzione per 2 anni, invece…”, dice Sergio Pirozzi in un forum al Messaggero, a pochi giorni dal 24 agosto, anniversario triste del sisma del 2016. “Sull’esenzione da tasse e contributi ci hanno preso in giro. E’ una fregatura di Ferragosto. Ho studiato il bando pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico: non c’è quello che era stato stabilito. Ci avevano promesso l’ esenzione dai contributi e dalle tasse per le imprese per due anni. E invece c’è solo un credito d’imposta. E questo non va bene”.
Nell’intervista al Messaggero il sindaco di Amatrice spiega: “Io avevo detto che la zona urbana franca doveva essere appannaggio soltanto dei 55 comuni che hanno una zona rossa, che era un criterio. Invece l’hanno allargata a tutti, perché poi la civiltà dei clientes parte dall’Antica Roma. Le promesse erano altre. Il Mise ha pubblicato il bando sotto Ferragosto. Io ho telefonato dicendo: non mi prendete in giro, vi faccio la guerra. Mi auguro che si siano sbagliati, è uno scippo”.
Pirozzi e la rinascita di Amatrice dopo il terremoto
La polemica è dura, ma anche la voglia di rinascita: ”Il 30 agosto di un anno fa, nel giorno dei funerali delle vittime del sisma, dissi che avevamo soltanto due strade davanti a noi: lasciarci sopraffare dal dolore e abbandonare la città, o reagire e rimanere qui. Oggi sono contento perché comincio a vedere i primi segni di una Amatrice nuova, e posso dire che sono rimasto qui a mantenere la barra dritta, con momenti belli e momenti brutti, ma sono sempre rimasto qui”, dice Pirozzi, a pochi giorni dal primo anniversario del terribile terremoto.
Il primo cittadino è rimasto profondamente colpito dalla vicinanza dimostrata da istituzioni e privati cittadini. ”Abbiamo ricevuto una solidarietà veramente eccezionale e proprio in questi giorni abbiamo avuto grandi soddisfazioni – spiega Pirozzi – è ripartito il supermercato e l’area food, abbiamo riaperto i primi 8 negozi, abbiamo già consegnato 200 case e nella prossima settimana ne consegneremo altre 100; il 28 agosto partiranno i lavori per la nuova scuola, e lo stesso giorno inizieranno anche i lavori per il campo sportivo, il cui restyling sarà possibile grazie al Coni e al presidente Malagò”. – fonte
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La Camera dà via libera in prima lettura, la pdl Richetti che abolisce i Vitalizi
26/07/2017 – Stop ai vitalizi anche per gli ex parlamentari e applicazione della legge Fornero, ma solo a partire dalla prossima legislatura. Sono le principali novità della pdl Richetti sui vitalizi che, tra qualche rallentamento e contenzioso sulla ‘paternita” della legge, alla fine è stata approvata – tra cori e applausi – dall’aula della Camera con 348 sì, 17 no e 28 astenuti. A votare a favore sono stati Pd, M5S, Lega, Fdi e Scelta civica. Contrario Ap; Mdp si è astenuto mentre Forza Italia non ha partecipato al voto. Un primo passo verso l’abolizione anche se dopo il via libera di Montecitorio il provvedimento dovrà superare lo scoglio del Senato per diventare legge ed entrare in vigore effettivamente. Molti temono infatti che a Palazzo Madama la legge si possa arenare e che non venga approvata, e finisca soltanto per diventare argomento di propaganda in campagna elettorale. I vitalizi in pagamento adesso riguardano 2.600 ex parlamentari per un ammontare di 230 milioni all’anno; mentre le Regioni hanno speso altri 175 milioni.
Con il ricalcolo contributivo, lo Stato risparmierebbe 76 milioni all’anno per i vitalizi dei parlamentari e altri 60 per i vitalizi regionali. La pdl che porta la firma del dem Matteo Richetti, e che prevede quindi il sistema contributivo per tutti i parlamentari compresi quelli passati e naturalmente quelli futuri, in realtà è stata appoggiata sin dall’inizio dai 5 Stelle che hanno rivendicato di essere i promotori nel merito della proposta dal momento che, come hanno ripetuto più volte, pur di votare l’abolizione dei vitalizi per gli ex parlamentari hanno rinunciato alla loro proposta di legge prima firmataria Roberta Lombardi e hanno votato a favore di quella del Pd. Una legge ‘bandierà per i pentastellati che fino all’ultimo non hanno voluto sfilarsi, nonostante alcune sfumature diverse nel testo.
Come ad esempio l’applicazione della legge Fornero: in aula Luigi Di Maio, illustrando un suo emendamento, aveva sollecitato l’estensione della Fornero anche ai parlamentari attualmente in carica. Ma l’Assemblea ha bocciato tale ipotesi e la Fornero sarà applicata solo a partire dalla prossima legislatura. In aula qualche tensione si è registrata tra M5S e Pd anche per lo slittamento dei tempi: un accordo tra i gruppi parlamentari prevedeva l’approvazione della pdl entro le 14, ma a causa dei numerosi interventi dei deputati non è stato rispettato. Dopo accuse reciproche di ostruzionismo, tra Danilo Toninelli (M5S) e Ettore Rosato (Pd), e una conferenza dei capigruppo, il via libera è arrivato con qualche ora di ritardo.
Soddisfatti i 5 Stelle. Alessandro Di Battista su Facebook ha esultato: “Abbiamo battagliato, non abbiamo mai mollato e siamo riusciti a portare il Pd sul nostro campo obbligandolo (questo fa l’opposizione) a toccare quei privilegi che mai in passato aveva avuto il coraggio di toccare. Sono davvero contento. Il primo round va al Popolo italiano. Occhio però che manca il secondo round, ovvero l’approvazione di questa legge anche al Senato. Se la maggioranza avrà la volontà la legge verrà approvata in pochissimo tempo. Noi, come abbiamo sempre fatto, gli soffieremo sul collo!”. Di Maio in dichiarazione di voto ha rivendicato: “E’ un giorno storico. Questa è una vittoria del Movimento 5 Stelle”. Ma esprime soddisfazione anche il Pd con il capogruppo dem Ettore Rosato che ha sostenuto che “anche Nilde Iotti oggi voterebbe con noi per l’abolizione di questo privilegio. Stiamo adeguando la politica a un mondo diverso”.
E poi ha ribadito: “Non abbiamo corso dietro all’antipolitica; abbiamo fatto una cosa importante e anzi abbiamo tirato su la testa mettendoci in sintonia con il paese che ci chiede sobrietà e ci chiede di essere i primi a fare i sacrifici. Questa è una legge giusta e ci batteremo anche in Senato per l’approvazione definitiva” ha assicurato Rosato. Anche Giorgia Meloni che ha rivendicato, pur non volendo partecipare alla “querelle, a questa gara tra Pd e M5S” di aver chiesto “per primi la calendarizzazione di una norma che chiedeva il ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni oltre i 5mila euro e fummo spernacchiati da tutti, dal Pd al Movimento 5 stelle”. Mentre il gruppo di FI, contrario alla pdl per il rischio di incostituzionalità, alla fine ha deciso di non partecipare al voto perchè, ha spiegato in aula Simone Baldelli, “è scritta male, con i piedi” e “se si sa che una cosa è incostituzionale e sarà abolita, allora non la si faccia: si eviti di prendere in giro i cittadini raccontando balle”.
E l’azzurro Francesco Paolo Sisto aveva sottolineato che “Forza Italia per prima ha riformato i vitalizi, portandoli al sistema contributivo” con la riforma nel 2012 e che la posizione di oggi “non ha niente a che fare con il contenuto ma riguarda la sua chiara ed evidente incostituzionalità”. Del resto sono stati in molti, tra coloro che si sono detti contrari alla pdl Richetti, a sottolineare il pericolo di ricorsi alla Corte Costituzionale da parte degli ex parlamentari, che si vedono toccati dei diritti acquisiti. Rischio che potrebbe trasformare tutto questo in un nulla di fatto, sempre che il testo venga approvato in via definitiva al Senato entro la fine della legislatura. – FONTE
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Vitalizi alla prova dell’Aula, sulla sfida Pd-M5S incombe Beppe Grillo
25/07/2017 – Abolizione dei vitalizi per senatori e deputati alla prova dell’Aula alla Camera. La proposta per cancellare i vitalizi per tutti i parlamentari, ex deputati e senatori compresi, oggi approda in Aula alla Camera e già domani potrebbe incassare il primo ok del Parlamento, per poi passare al Senato. Il disegno di legge porta la firma del deputato Pd Matteo Richetti ed è sulla carta sostenuto da un ampio spettro di forze politiche, M5S in testa. Ma quasi altrettanto trasversali sono i malumori: c’è infatti chi, anche nel Pd (che questa mattina terrà la consueta assemblea del gruppo) non condivide la nuova stretta ma appare difficile che qualcuno decida di difendere quello che viene considerato un privilegio.
E proprio per vigilare sull’andamento dei lavori e non lasciare che i Democratici possano intestarsi totalmente questa battaglia Beppe Grillo assisterà ai lavori parlamentari dalla tribuna. “Sarò alla Camera – twitta a metà giornata- per seguire i lavori dell’Aula sui vitalizi. #BastaPrivilegi per gli onorevoli: una volta per tutte”. Un “inedito – osserva il deputato Pd Emanuele Fiano – Grillo sarà in tribuna per sostenere una legge del Pd”. A dire il vero, già qualche anno fa, tra il 2011 e il 2012, Camera e Senato avevano deciso di trasformare il regime previdenziale dei parlamentari applicando il sistema contributivo ed equiparandolo così a quello dei dipendenti pubblici.
Il meccanismo scelto allora però salvaguardava il pregresso e quindi gli assegni anche degli ex parlamentari e di chi è parlamentare da più Legislature, per i quali ora invece scatta la tagliola. “Si tratta di un privilegio inaccettabile – osserva Richetti – che va superato”. E alle minacce di chi, come appunto deputati e senatori eletti nelle passate Legislature, profila ricorsi i Dem fanno spallucce: “li mettiamo nel conto ma questo rischio non può togliere il coraggio di rimediare a quella che è palesemente un’ingiustizia. Così come non serve spaventare le persone, lasciando immaginare che questa riforma possa comportare in futuro la revisione delle regole previdenziali generali: questa legge non c’entra niente e non è assimilabile”.
Oggi dunque il testo sarà alla prova dell’Aula, dove sarà in parte però modificato. Per superare i dubbi espressi dalla commissione Bilancio (ma anche dalla Ragioneria e dal governo) che avevano bloccato ancora una volta l’iter e fatto insorgere i pentastellati: alcuni emendamenti, che dovrebbero essere approvati, faranno tornare in Capo alle Camere il diritto di erogare gli assegni, così come è possibile che sia rivisto il capitolo sulle Regioni e quello che riguarda la reversibilità.
Lega voterà sì – “La Lega voterà a favore del provvedimento che prevede lo stop dei vitalizi ai parlamentari. Da sempre ci battiamo per abolire questo privilegio che altro non fa che allontanare la politica dalla realtà del Paese. Prova ne è che il nostro gruppo non ha presentato alcun emendamento al testo originario. Riteniamo giusto, infatti, che in un momento particolare come quello attuale si diano risposte concrete ai cittadini”. Lo dichiara il deputato della Lega Cristian Invernizzi annunciando il voto favorevole del gruppo. Fonte ANSA.IT
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LE BALLE DEL PD SULL’ABOLIZIONE DEI VITALIZI: M5S D’ACCORDO AD APPROVARE LA LORO PROPOSTA (VIDEO)
14/05/2017 – Dicono di aver fatto una proposta ma poi non la portano mai in aula per farla votare. E hanno loro la maggioranza! Vanno in TV facendosi belli con una proposta in mano che in 4 anni non hanno mai portato in Parlamento. E’ questo il sistema che adotta da sempre il PD!
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