Fabrizio Corona lancia il suo movimento politico e attacca Salvini: “Da mandare in galera”
24/01/2019 – Fabrizio Corona è arrivato martedì sera alla presentazione del suo nuovo libro circondato da un gruppo di ragazzi con la felpa rossa e nera e col cappuccio che scandivano il suo slogan: “Non mi avete fatto niente”, titolo del volume. Siete un movimento politico? Gli è stato chiesto. “Siamo un movimento politico” per poi dire, intervistato da Massimo Giletti: “Siamo l’inizio di un movimento politico”. L’ex agente dei vip ha poi attaccato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. “Non puoi lasciare morire in mare i migranti. Io sono a favore degli immigrati per esempio: so che è impopolare. Non puoi lasciarli morire in mare”. “Facile per Salvini – ha detto Corona -. Le ultime cose che ha detto sulla polizia, cioè ‘ha fatto bene a sparare al posto di blocco’ sono una roba da prenderlo e mandarlo un galera”.
Con la consueta “modestia” che lo contraddistingue, Corona marca un affondo anche all’attuale governo: “Se fossi incensurato prenderei cento volte i voti di Matteo Salvini“.
E si dimostra piuttosto critico nei confronti del ministro dell’Interno in particolare del suo modo di fare politica attraverso Twitter o Facebook: “E’ facile per Salvini. Guardate i suoi social: 12 post al giorno, 50 stories, ci scrive una frase poi il contenuto non c’è. E’ soltanto una roba per fare notizia“. “I miei psichiatri dicono una cosa: che quando per due giorni non si parla di me, io faccio qualcosa per uscire sui giornali; è un’ossessione e poi faccio danni“. Dunque Corona, che è attualmente in affidamento terapeutico presso una comunità di Limbiate, commenta: “Anche per loro è così, ma loro sono politici” e conclude “non si possono paragonare a me” (come se qualcuno avesse poi tentato di raffrontare le sue escandescenze pubbliche con la gestione della comunicazione di Matteo Salvini).
Ma le critiche del “fotografo dei vip” non risparmiano nemmeno il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: “E’ una persona laureata in legge, però non basta per diventare ministro della Giustizia. Quando penso a un ministro lo immagino di 60 anni, uno che conosce le carceri, i tribunali e i diritti, perché la giustizia in Italia è una cosa seria” e lui, che tra le altre cose è stato condannato in via definitiva per frode fiscale e bancarotta fraudolenta, ne sa sicuramente qualcosa. Ma il fondatore di questo nuovo “movimento” riesce anche a dichiarare la sua stima nei confronti di un personaggio politico, invero sorprendente: “La vera politica non è cercare i like e i followers, è farla come faceva Bersani, per il popolo“. – [di Ilaria Paoletti]
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