Basilicata, scandalo petrolio, è criminalità organizzata: inizio trattativa stato-mafia 2
01/04/2016 – La situazione è talmente grave che il Ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, nel tentativo di placare un polverone che poteva (e potrebbe ancora) trasformarsi in bufera e travolgere tutti, per non tirare giù l’intero governo, l’intero comparto del fossile e l’intera strategia energetica Eninazionale in un momento così delicato, è stata costretta a dimettersi entro la giornata.
Non si tratta di un appartamento al centro di Roma, non si tratta semplicemente di una mazzetta per qualche appalto urbanistico, di un canale televisivo o di una banca che vengono salvati dal Governo per questioni di amicizie o di qualche orgia con veline. Quì si tratta della riforma strutturale più importante, non solo del governo Renzi, ma degli ultimi 40 anni. Si tratta dello Sblocca Italia, che toglie il potere decisionale a Regioni ed enti locali per trasferirli nelle mani del governo e dei ministeri.
Il ministro dello Sviluppo Economico, con una sola telefonata intercettata, ha dimostrato chiaramente (che più chiaramente non si può!) di cosa si tratta in soldoni: di trasferire le decisioni nelle mani di pochi e delle lobby. Lo Sblocca Italia, poi, porta naturalmente con sè la volontà renziana di modifica della Costituzione italiana, che è il vero motivo di tutte le guerre politiche che si stanno consumando in questi mesi in Italia. Si tratta, insomma, non solo del referendum del 17 aprile, ma di quello ancora più importante proprio sulla riforma costituzionale. Questa inchiesta scoperchia il vaso di Pandora, non mostra la corruzione di un singolo ministro e la vicinanza con questo o quel gruppo economico di influenza, ma il fallimento e il marciume di tutto l’impianto politico e ideologicodel renzismo e di quel nuovo partito di potere che si sta costruendo nelle varie regioni d’Italia alla sua ombra.
A leggere bene questa inchiesta e a volerne guardare le sue implicazioni politiche e civili, si legge la storia che l’Italia sta scrivendo in questo momento: si tratta dell’obbligo, a questo punto, per l’Italia di superare, da una parte o dall’altra, quel bivio contro il quale premiamo affollati e disfatti da molto tempo: da una parte c’è il mantenimento dei diritti costituzionali che prevedono la separazionee la distribuzione dei poteri o dall’altra parte c’è l’accentramento dei poteri da parte dell’oligarchia delle lobbies e delle loro fazioni al governo. Li vogliamo definire “nuovi e dissimili Carbonari?”…fate voi!
Sono comunque le mire oligarchiche di Renzi, o meglio dei suoi potentissimi sponsor, che Federica Guidi ha messo a repentaglio, con quella telefonata. E’ la fine di Renzi il vero rischio, che le dimissioni velocissime del ministro hanno dovuto scongiurare.
L’oleodotto Corleto-Taranto Tempa Rossa è una di quelle grandi opere, rischiose, impattanti, dai risultati economici alquanto dubbi e dai danni ambientali certi che tiene il dibattito aperto da anni fra la supina Basilicata, la più accorta Puglia e il Governo, che non era riuscito ad inserirne la soluzione nello Sblocca Italia, a causa dell’opposizione dei 5 Stelle. Ci avevano quindi pensato Federica e Mariaelena, che uscita dalla porta d’ingresso, con un giro malandrino, avevano fatto rientrare Tempa Rossa dalla finestra della Leggedi Stabilità (direttamente cioè dalle tasse degli italiani, dal taglio delle pensioni a quello della sanità, dagli aumenti in bolletta ecc. ecc.).
Ora un paio di telefonate intercettate ci fanno sapere, anche e soprattutto, che alla base di queste operazioni politiche non c’è nessuna idea di Sviluppo Economico, nessuna esigenza di approvvigionamento energetico, ma solo un giro di intrecci e di interessi economici forti e personali da parte delle lobbyes politiche e del petrolio, dentro i quali sono compresi 2 milioni di euro per il compagno del ministro.
Le televisioni e i giornali, con i loro opinionisti prezzolati, nel disperato tentativo di formare un’opinione pubblica sempre più idiota, naturalmente pongono la questione sotto una luce completamente diversa, ponenedo l’accento su un unico, ennesimo atto di corruzione, ma non possono essere pochi quegli italiani che davanti al fatto lampante si chiedono, anche di fronte ai continui scandali africani e italiani delle compagnie petrolifere e dei governi corrotti: “Ma allora sono questi i veri interessi che si nascondono dietro quelle riforme costituzionali e dietro quelle esigenze di risorse petrolifere che ci presentano continuamente come fossero indispensabili per la nostra sopravvivenza? Ci inquinano, ci tengono in crisi, ci affamano e si prendono tutto loro? Questo è lo Sblocca Italia? Questa è la riforma costituzionale?”
Capite cosa c’è dietro le dimissioni della Guidi?
Capite cosa c’è dietro l’inchiesta di Potenza che parte dallo smaltimento illecito di rifiuti del Centro Oli di Viggiano?
La Guidi si dimette e ugualmente l’ENI parla di responsabilità individuali dei suoi vertici lucani, non si dimette, ma sospende però leattività. Se il polverone diventa bufera, nonostante gli sforzi dei telegiornali, dei giornalisti prezzolati e dei conduttori TV, il rischio è grosso. E se il polverone monta poi che si va a dire poi agli italiani?
“Noi siamo stati sempre attenti all’ambiente: dov’era una raffineria abbiamo creato una bioraffineria, dove c’erano rifiuti li abbiamo smaltiti illegalmente in un biofiume lucano, dove c’erano sindaci abbiamo costruito bioassoldati e dove c’erano controlli li abbiamo sostituiti con biocompari?”. “Ma, come dice il nostro amico, Marcello Pittella, guardate che per il mare è tutta un’altra cosa… Quindi fidatevi di questo simpatico cagnolino: dove ora c’è pesca, bellezza e turismo vi faremo un bel biocappotto nero nero”
L’inchiesta della procura di Potenza non colpisce la Guidi a Roma o la Vicino (ex sindaco) a Corleto Perticara, come vorrebbero farci credere in molti, bensì rivela una gigantesca organizzazione, forse -logicamente- non strutturata, ma sistemica e comunque del tuttoaderente alle istituzioni stesse, pienamente colluse con le lobbyes che guidano e corrompono le scelte politiche di una RepubblicaItaliana che, altro che concentramento dei poteri, avrebbe vitale bisogno di un cambiamento radicale nella direzione opposta, di riforma del sistema partitico, di cambiamento delle dinamiche di voto, di maggior potere ai cittadini, di meno nomine politiche e di controlli decisamente più diffusi, traparenti, partecipati e severi.
Quella di Potenza è un’inchiesta che coinvolge Multinazionali, Comuni, Regione e Governo. Nasce dallo smaltimento dei rifiuti petroliferi e arriva a COINVOLGERE IL SISTEMA.
“O’ SISTEMA”: così i camorristi definiscono la Camorra.
Il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, è stato esplicito:
per risparmiare decine di milioni di euro, si avvelena il territorio, attraverso i vecchi meccanismi truffaldini del cambio del codice rifiuti CER, che viene modificato con la compiacenza di chi dovrebbe controllare e non controlla…
…E’ riduttivo parlare di un reato di ecomafie, perché qui non vi sono i tradizionali mafiosi con le coppole, ma si tratta di CRIMINALITA’ ORGANIZZATA su basi imprenditoriali”
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