La Germania blocca gli aiuti ai terremotati: Gentiloni dove sei?
13/05/2017 – Non è più solo egoismo, è un ricatto. La Germania – forte dell’appoggio di Olanda, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia – ha bloccato gli aiuti promessi dal”Europa per la ricostruzione degli edifici danneggiati dal terremoto del Centro Italia. Il Consiglio, riunito ieri in sede di Coreper, non ha trovato un accordo sul dossier ‘disastri naturali’ che finanzia la ricostruzione attraverso il fondo Fondo europeo di sviluppo regionale. Questi Paesi stanno facendo blocco contro la proposta di Commissione e Parlamento europeo e vogliono tagliare centinaia di milioni di euro gli aiuti. Senza l’accordo fra le Istituzioni europee, gli aiuti non possono essere erogati.
Questa è la considerazione che l’Italia ha in Europa. Ci trattano come scendiletto, non rispettano i nostri diritti perché tanto sanno di avere governi complici, subalterni e addomesticati. Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni: il copione è sempre lo stesso. La Germania decide e comanda. Il loro tempismo nel bloccare adesso gli aiuti ai terremotati non è casuale: proprio oggi Schäuble rilascia una intervista in cui rimprovera all’Italia di non fare le riforme (quelle bocciate dai cittadini).
Sembra quasi un ricatto: senza riforme niente aiuti. Stanno utilizzando lo stesso metodo applicato in Grecia. Giocano con la disperazione delle persone. Ecco perché bisogna reagire subito. Purtroppo non potendo contare sul governo italiano ci appelliamo a tutti gli europarlamentari italiani. Facciamoci rispettare, ne va di mezzo la vita di centinaia di migliaia di persone.
di Rosa D’Amato e Laura Agea, Efdd – MoVimento 5 Stelle Europa.
“La posizione del Consiglio non fa altro che confermare come la solidarietà corrisponda solo a vuote e ipocrite dichiarazioni di intenti per i reali padroni di questa Unione Europea, anche di fronte ad una proposta che avrebbe di fatto comportato solo un anticipo dei pagamenti, senza nessuna incidenza sul bilancio pluriennale. Questo stallo ha il gravissimo effetto di non permettere la votazione di un accordo provvisorio, già previsto per giovedì 18 maggio in Commissione Sviluppo Regionale del Parlamento europeo e dunque di ritardare l’approvazione della modifica del regolamento a dopo l’estate. Un vero affronto per i nostri cittadini terremotati che aspettavano un gesto concreto da parte di un’Unione prontissima ad approvare programmi per le riforme strutturali, ma lenta, divisa ed indecisa quando si tratta di approvare un provvedimento davvero utile per i nostri territori e per la ricostruzione del patrimonio culturale danneggiato dal sisma”.
Ecco quanto riporta il Fattoquotidiano.it:
I capigruppo si erano espressi a favore, ma la situazione si è complicata. È rimasta praticamente bloccata la proposta della Commissione Ue di finanziare al 100% la ricostruzione post-terremoto nell’Italia centrale con i fondi europei per lo sviluppo regionale. Il motivo? Al Coreper, cioè la riunione degli ambasciatori europei, ben sette Paesi hanno deciso di fare muro e non concedere la modifica al regolamento sui fondi per le politiche di coesione. A mettersi di traverso – secondo quanto denunciato dalla delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento Europeo – è stata la Germania, appoggiata da Olanda, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia: i 7 Paesi chiedono che Roma metta sul piatto una parte dei soldi necessari, quella che in gergo si chiama “quota di cofinanziamento nazionale”. Insomma niente anticipo totale del Fesr 2014/2020.
Già a fine marzo i Paesi del Nord avevano chiesto di mantenere una quota nazionale di finanziamento: “Anche noi siamo stati dipendenti dalla solidarietà, dal momento che io vengo dalla Germania orientale, ma reputo sbagliato che l’Ue non chieda il cofinanziamento alle regioni italiane”, aveva detto Constanze Krehl, esponente dei socialisti, in commissione Sviluppo regionale al Parlamento europeo. Alla fine, però, i coordinatori dei gruppi si erano espressi a favore della procedura di voto semplificata per modificare il regolamento sui fondi strutturali. L’altra faccia della medaglia sarebbe stata che nella seconda fase del settennato di programmazione la Penisola si sarebbe vista ridurre le risorse, per cui la dotazione complessiva di fondi per l’Italia resterebbe immutata. Lo stesso trattamento sarebbe poi stato applicato in futuro per tutti gli altri Paesi colpiti da catastrofi naturali.
In ogni caso, però, sull’anticipo del 100% dei Fondi Fesr si è abbattuto il veto dei 7 Paesi guidati dalla Germania, mentre sulla partita è in corso il negoziato con il Parlamento europeo. “Ieri, durante il Consiglio riunito in sede di Coreper, non è stato trovato l’accordo sul dossier disastri naturali, che finanzia la ricostruzione attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale. I Paesi citati si sono quindi opposti alla proposta di Commissione e Parlamento europeo e, senza l’accordo, gli aiuti non possono essere erogati”, si legge in un comunicato del Movimento 5 Stelle Bruxelles. “Sembra un ricatto – continuano – senza riforme niente aiuti. Il governo non ha detto una parola su questo fatto gravissimo ma a Gentiloni non consentiamo di restare in silenzio”. “Questo stallo ha il gravissimo effetto di non permettere la votazione di un accordo provvisorio, già previsto per il 18 maggio in commissione, e dunque di ritardare l’approvazione della modifica del regolamento a dopo l’estate”, dice l’eurodeputata Rosa D’Amato, membro della commissione sviluppo regionale .
“Credo che i Paesi che stanno facendo resistenza debbano mettersi una mano sulla coscienza. L’Italia è un contributore netto. Credo che questi cittadini debbano avere un messaggio di forte solidarietà dall’Ue. Spero che il Consiglio ci ripensi e imbocchi la stessa direzione della Commissione e del parlamento europeo”, ha auspicato invece il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.
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