Bolletta della luce, la truffa. Ci fregano ogni santo mese: il “dettaglio” a cui badare
09/07/2017 – Bollette della luce, solo 1 su 10 le sa leggere: ecco perché sono sempre più care. Diciamo la verità. Alzi la mano chi legge con attenzione la bolletta della «luce» (ovvero dell’energia elettrica) e del gas?. Quando apriamo la busta (o il messaggio di posta elettronica, per chi ha richiesto il servizio di recapito elettronico) diamo un’occhiata rapida all’importo da pagare (o già pagato, se domiciliato in banca) e finisce lì. Non tutti i consumatori si comportano così, ma una buona fetta (non sappiamo se la maggioranza) non è troppo attento a costi e consumi delle utenze domestiche. Tra telefono, acqua, gas e luce, proprio l’utenza energetica è una delle più complesse, tra servizio di maggior tutela (che finirà a metà del 2018) e mercato libero districarsi nel labirinto di voci è davvero complicato.
Una ricerca pubblicata pochi giorni fornisce un quadro della situazione. Secondo i risultati dello studio condotto da Lorien Consulting e commissionata dal gruppo Estra, l’italiano medio,apre le bollette, ma non le conosce o le conosce poco e solo il 12% degli sa leggere la bolletta del gas o dell’elettricità. Non solo. Più del 50% della popolazione italiana pensa che la liberalizzazione del mercato dell’energia porti a una riduzione dei costi, ma il 90% ritiene che l’efficientamento energetico delle case sia la soluzione per contenere i costi della bolletta.
Dall’indagine emerge in sostanza che il 59% degli italiani controlla le proprie bollette ogni volta che le riceve e che il 40% sa indicare l’importo esatto di quella della luce, mentre solo il 28% conosce i costi di quella del gas. Il 59% degli italiani si dichiara anche a conoscenza della differenza tra costi fissi (imposte) e costi variabili (valore unitario per utilizzo effettivo). Tuttavia, gli intervistati che sanno effettivamente indicare una percentuale affine a quella corretta rappresentano solo il 12% della popolazione, circa un italiano su dieci. I dati della ricerca evidenziano inoltre come il 66% della popolazione ritenga che il peso delle imposte sulle bollette debba essere ridotto mentre il 14% degli italiani giudica il peso dei costi fissi inevitabile per il mantenimento del welfare nazionale.
Torniamo, nello specifico, sulla bolletta elettrica: secondo uno studio di Nomisma Energia, ci vogliono 9 minuti per leggerla e 6 ore per comprenderla. E se quella dell’area «maggior tutela» è standardizzata, quella del «mercato libero» è un caos, forse per via delle 179 cifre che si trovano nel documento.
Una guida pubblicata sul sito www.ioconsumatore.eu, aiuta a capire come «leggere» le fatture. Il totale della bolletta è dato dalla somma delle imposte (tra cui l’Iva la 10%) e i costi di fornitura, così composti: quota potenza, valore fisso che si ottiene moltiplicando la potenza contrattuale per il prezzo dell’energia applicato da ogni operatore; quota fissa, costo annuale deciso dall’operatore; quota energia, costo fisso relativo alla trasmissione e alla distribuzione.
Queste tre quote sono relative all’uso delle reti e sono definite, nella bolletta. A questi vanno sommati i «Corrispettivi per acquisto, vendita, dispacciamento e sbilanciamento» che si suddividono in quota fissa e quota energia (qesti ultimi rappresentano il costo reale dell’energia). Il prezzo dell’energia elettrica, come visto, incide per il 50% sulla bolletta, tutto il resto sono tasse che l’utente deve pagare. In queste tasse sono compresi anche gli «oneri diversi» che pesano per l’8% sulla bolletta. Sono componenti per trasmissione e distribuzione, per la promozione della produzione di energia di fonti rinnovabili o per il finanziamento della ricerca e dello sviluppo, ma anche fondi per mantenere le centrali nucleari chiuse negli anni ’80. di Giulio Zannini (per LiberoQuotidiano.it)
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