Truffa al bilancio europeo: sequestrati 172 mila euro all’eurodeputata della Lega Stefania Zambelli e a quattro collaboratori. Tra loro anche ultrà del Milan
28/02/2023 – La Procura europea (Eppo) di Milano con la Guardia di Finanza di Brescia ha eseguito un sequestro di oltre 170mila euro nei confronti della eurodeputata bresciana della Lega S. Z., e nei confronti di quattro dei suoi assistenti, nell’ambito di un’indagine su possibili frodi in materia di indennità parlamentari. L’indagine riguarda un sospetto di frode ai danni del bilancio Ue, riguardante la retribuzione di quattro assistenti parlamentari assunti in Italia, ma che non avrebbero svolto le attività connesse alla funzione per la quale erano stati assunti, o le hanno svolte solo parzialmente, documentando falsamente la loro attività al Parlamento europeo.
Avrebbero anche travisato i propri titoli di studio, avendo dichiarato competenze scolastiche e professionali che, secondo le indagini, non avevano. Si ritiene che l’eurodeputato, strettamente legato ad almeno una delle persone assunte, abbia beneficiato anche delle somme corrisposte dal Parlamento europeo per le attività lavorative che il personale avrebbe dovuto svolgere. I danni stimati al bilancio dell’UE ammontano a 172.148,82 euro. Stefania Zambelli era candidata anche alle recenti elezioni regionali ed è la prima dei non eletti a Brescia.
“In merito ai fatti che hanno determinato l’esecuzione del sequestro preventivo a mio carico, tengo a precisare che né io né i miei collaboratori abbiamo commesso alcun illecito. Il nostro operato è sempre stato improntato alla massima lealtà e trasparenza nei confronti delle Istituzioni e della collettività”. Così sul suo profilo Facebook l’eurodeputata della Lega Stefania Zamberlli dopo la notizia dell’indagine Eppo. – [ANSA]
Riciclaggio, Irene Pivetti indagata: perquisite casa e azienda
09/06/2020 – E’ indagata per riciclaggio Irene Pivetti, assieme ad altre cinque persone, nell’inchiesta milanese che oggi ha portato la Guardia di Finanza a perquisire la sua abitazione a Milano e alcune sue società. L’indagine vede al centro operazioni di import-export con la Cina da parte di società riconducibili all’ex presidente della Camera.
L’indagine, condotta da circa un anno dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza milanese, non è legata alle vicende giudiziarie che hanno coinvolto l’ex presidente della Camera sull’importazione di mascherine.
Le perquisizioni effettuate dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf sono ancora in corso. Le perquisizioni riguardano, in particolare, due società riconducibili a Pivetti, di cui una con sede a Milano. Al centro dell’inchiesta operazioni di import-export di un gruppo di società dell’ex esponente leghista. Perquisizioni anche nella sua casa in zona Porta Venezia, a Milano.
Nei giorni scorsi, invece, la Procura di Roma ha inviato ai colleghi di Milano per competenza territoriale l’indagine avviata nelle scorse settimane sulla società ‘Only Logistics Italia’, amministrata dall’ex presidente della Camera ed ex esponente leghista. Il procedimento, in cui si procede per il reato di frode nelle pubbliche forniture, riguarda una partita di dispositivi di protezione individuale commissionata nell’ambito dell’emergenza coronavirus. I magistrati di piazzale Clodio, il 29 aprile scorso, avevano effettuato una serie di acquisizioni documentali nella sede della Protezione Civile e in particolare sui contratti di fornitura stipulati con la società. Sulla società della Pivetti per il caso mascherine sono state avviate indagini anche a Savona e Siracusa, mentre a Roma ha aperto un procedimento anche della Corte dei Conti. – [FONTE]
CONTINUA A LEGGERE >>
Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.
Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):
“Pressioni su Atc per far comprare casa Atc al papà”, indagata ex parlamentare Pd
04/07/2019 – L’ex parlamentare torinese del Pd Paola Bragantini è indagata a Torino di induzione indebita a dare o promettere utilità. Secondo la ricostruzione della procura nell’ottobre 2016 “in qualità di deputato della Repubblica italiana, abusando della sua qualità”, insieme con il padre Diego Bragantini, avrebbe indotto Marcello Mazzù, presidente dell’Agenzia territoriale per la casa (Atc), il vicepresidente Elvi Rossi e il legale dell’ente Luca Cattalano a evitare lo sgombero dall’abitazione di Torino in cui abitano i genitori.
La parlamentare, sempre secondo la procura, aveva incontrato Mazzù e Rossi prima che fosse decisa la decadenza. In seguito aveva scritto la richiesta di acquisto dell’appartamento e poi sollecitato la decisione per evitare lo sgombero. In questa maniera il padre della deputata ha potuto rilevare la casa da lui abitata “al prezzo agevolato di 59mila euro” anche se l’uomo aveva già la disponibilità di un altro immobile nel Biellese. Cinque in tutti gli indagati, compreso il presidente dell’Atc. – [Repubblica.it]
CONTINUA A LEGGERE >>
Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.
Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):
Ultrà buonista inneggiava alla “capitana”. Arrestata nell’inchiesta “Angeli e Demoni”, sulle torture ai bambini
28/06/2019 – Un’inchiesta che svela uno spaccato mostruoso lambendo pezzi istituzionali del Pd. Non finisce mai di di stupire quella sedicente “parte migliore del Paese“, che risulta davvero imbattibile nell’arte di predicare bene e razzolare male. È presto per dire se a detta categoria appartenga anche la 57enne Federica Anghinolfi da Montecchio (Reggio Emilia), responsabile del servizio sociale dell’Unione della Val d’Enza. Fino a un paio di giorni fa il suo nome non diceva nulla ai più, ma da ieri rimbalza sulle cronache dei giornali che hanno riportato la notizia del suo arresto nell’ambito dell’inchiesta denominata “Angeli e Demoni“. Con lei in manette altre 17 persone, su un totale di 27 indagati. Ai domiciliari anche Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano, del Pd. Le vittime sono bambini, strappati, secondo gli inquirenti, a colpi di elettrochoc dalle famiglie d’origine per essere quindi affidati ad amici e conoscenti di psicologi e assistenti sociali in cambio di mazzette.
Un’inchiesta che svela uno spaccato mostruoso lambendo pezzi istituzionali del Pd. Non finisce mai di di stupire quella sedicente “parte migliore del Paese“, che risulta davvero imbattibile nell’arte di predicare bene e razzolare male. È presto per dire se a detta categoria appartenga anche la 57enne Federica Anghinolfi da Montecchio (Reggio Emilia), responsabile del servizio sociale dell’Unione della Val d’Enza. Fino a un paio di giorni fa il suo nome non diceva nulla ai più, ma da ieri rimbalza sulle cronache dei giornali che hanno riportato la notizia del suo arresto nell’ambito dell’inchiesta denominata “Angeli e Demoni“. Con lei in manette altre 17 persone, su un totale di 27 indagati. Ai domiciliari anche Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano, del Pd. Le vittime sono bambini, strappati, secondo gli inquirenti, a colpi di elettrochoc dalle famiglie d’origine per essere quindi affidati ad amici e conoscenti di psicologi e assistenti sociali in cambio di mazzette.
Federica Anghinolfi coordinava il servizio sociale della Val d’Enza, in Emilia
Ma c’è anche chi, come il forzista Galeazzo Bignami, non esclude che la vera motivazione sia soprattutto ideologica e che tra le coppie affidatarie non manchino quelle gay, di cui la Anghinolfi, omosessuale dichiarata, era bandiera e punto di riferimento. Difficile trovare qualcosa di più orribile. Secondo quanto riportato da Reggio Sera che ha citato fonti investigative (va tuttavia sottolineato che le accuse devono trovare conferme nelle sentenze), uno degli elementi di spicco della rete sarebbe proprio la Anghinolfi, cioè la stessa persona che solo la notte precedente a quella degli arresti, dal proprio profilo Fb inneggiava a Carola Rackete, la “capitana” di SeaWatch con parole inequivocabili: «Ognuno ha i capitani che si merita. Io scelgo Carola Rackete».
Nell’inchiesta arrestato anche un sindaco del Pd
Era solo il preludio all’attacco dell’altro Capitano, cioè Matteo Salvini, immortalato in una serie di immagini (con il mitra, il rosario, il crocifisso) e accostando la foto a quella della Madonna con le due pistole del libro “Educazione Siberiana“, tatuaggio simbolo della mafia russa e con tanto di commenti del tipo: «Parole non scritte. Parole non dette. Parlano i simboli fra loro contrastanti. Non sono paradossi ma linguaggi». E ancora: «Parla a parti, subpersonalità e linguaggi subliminali». In un’altra immagine pubblicata dalla Anghinolfi c’è sempre Salvini, in veste Barney dei Flintstones con a fianco Donald Trump. Il giorno dopo questa ultrà dell’accoglienza e del buonismo a oltranza, nonché è rimasta impigliata – ribadiamo: da presunta innocente – nei fondali limacciosi di uno dei fatti più turpi mai registrati dalla pur abbondantemente raccapricciante cronaca nazionale. Così va in fumo la storiella della sedicente “parte migliore del Paese” – [IlSecolodItalia.it]
CONTINUA A LEGGERE >>
VIDEO CORRELATI:
Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.
Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):
Indagata la Sindaca di Torino: è la stessa Appendino a rivelare la notizia, si dice “tranquilla”
16/06/2019 – La sindaca 5 stelle di Torino è chiamata a rispondere di concorso in peculato. E’ stata la stessa prima cittadina a comunicare su facebook di avere ricevuto l’avviso. Le indagini riguardano la consulenza affidata al suo ex portavoce, Luca Pasquaretta, dalla Fondazione per il libro. La vicenda è nota e riguarda un incarico da 5mila euro che Pasquaretta aveva ricevuto quando faceva parte dello staff di Appendino. La notizia dell’incarico diede adito a molte polemiche e alla fine lo stesso Pasquaretta restituì l’importo. Appendino sui social si dice “tranquilla”.
“Per trasparenza nei confronti dei cittadini – si legge nel messaggio della sindaca – vorrei rendere noto che ho ricevuto un avviso di garanzia con riferimento alle indagini per la consulenza affidata dalla Fondazione per il Libro al mio ex capo ufficio stampa per un valore di 5.000 euro lordi e che lui già restituì a suo tempo. Quando, alcuni mesi prima dello svolgimento del Salone del Libro, circolò sui giornali questa ipotesi, risposi in aula a un’interpellanza dichiarando che non era assolutamente intenzione dell’amministrazione procedere in tal senso. Nonostante questa posizione, quella consulenza venne comunque affidata dalla Fondazione”.
“Secondo la ricostruzione dei pm – prosegue la sindaca di Torino – questa consulenza non fu poi svolta dall’interessato e, per questo, viene ipotizzato il peculato. Spetterà a lui difendersi e eventualmente ai giudici stabilire chi ha ragione. Nel mio caso si ipotizza il ‘concorso’ nello stesso reato poiché, secondo i pm, la consulenza sarebbe stata affidata e pagata, cito testualmente, con il mio ‘accordo’. Sono tranquilla e, quando in settimana verrò ascoltata dai pm, offrirò loro tutti gli elementi in mio possesso e di mia conoscenza per difendermi da questa ipotesi e provare la correttezza del mio operato”, conclude Appendino.
CONTINUA A LEGGERE >>
Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.
Se segui Lonesto.it
fai una donazione!
Grazie al tuo contributo, ci aiuterai
a mantenere la nostra indipendenza
Dona oggi, e rimani informato anche domani.
(Donazione Minima 5€):
Ultima ora: Angela Merkel nella bufera! Indagata per corruzione! Guardate e diffondete!
06/06/2018 – Berlino Angela Merkel sapeva da tempo che le cose non andavano bene. L’accusa lanciata dall’ex direttore dell’Agenzia federale per le migrazioni e i rifugiati (Bamf), Frank-Jürgen Weise, getta nuova benzina su una polemica che stava perdendo di intensità. Alcuni responsabili della succursale di Brema del Bamf sono accusati da due mesi di aver concesso l’asilo politico a 1200 rifugiati privi però dei requisiti per ottenerlo. Lo scorso aprile la magistratura ha aperto un’inchiesta per abuso organizzato delle procedure d’asilo ma anche per corruzione. Perché in più casi il diritto a restare sul suolo tedesco e a ricevere protezione anche finanziaria da parte della Germania sarebbe stato concesso dietro a bustarelle ricevute dagli stessi profughi, rivoltisi all’ufficio di Brema dopo aver visto le loro domande respinte da altre succursali dell’agenzia.
La principale funzionaria sotto indagine, tale Ulrike B., ha respinto con fermezza le accuse di aver mai preso un centesimo per oliare alcune pratiche. Secondo fonti stampa resta il fatto che mentre le domande di asilo concesse dal Bamf di Berlno nei primi sei mesi del 2017 sarebbero il 50.3% di quelle presentate, nello stesso periodo a Brema avrebbe accettato il 96.4% delle stesse, favorendo, chissà perché, quelle dei profughi afgani. Numeri che hanno permesso all’opposizione moderata (i Liberali) e a quella dura e pura (gli xenofobi di Alternative für Deutschland) di mettere il governo sulla graticola.
Per alcune settimane è stato il ministro degli Interni Horst Seehofer a provare a metterci una toppa. Fautore della linea dura sull’immigrazione, l’ex governatore bavarese ha interesse a far vedere che con la Csu il partito cristiano-sociale alleato delle Cdu di Merkel ma presente solo in Baviera non si scherza. Nel Land meridionale si vota a metà ottobre e Seehofer vuole tirare la volta al suo partito minacciato sul fronte destro proprio da AfD. Il caso di Brema si sta però rivelando troppo complesso anche per il navigato ministro: una settimana fa la polizia si è associata all’inchiesta della magistratura mentre anche i socialdemocratici alleati di governo della cancelliera hanno chiesto che Merkel ci metta la faccia in Parlamento. D’altro canto l’artefice della politica di accoglienza che ha portato un milione di profughi in Germania fra il 2015 e il 2016 è proprio lei. Fu Merkel ad aprire le porte della Germania contro il volere anche della maggioranza del proprio partito e fu lei ad assegnare al fidatissimo Peter Altmaier, ieri sottosegretario alla cancelleria e oggi ministro per lo Sviluppo economico, la supervisione dell’intera emergenza-profughi.
Adesso Frank-Jürgen Weise ci aggiunge un carico da novanta ripetendo che la cancelliera era al corrente del caos ammnistrativo di un’agenzia chiamata nel giro di pochi mesi a gestire un flusso infinito di richieste. Due sono i rapporti che Weise aveva scritto al governo, segnalando un grave dissesto amministrativo. «Il fallimento sta nell’inazione del governo nel momento in cui le sfide che il paese doveva affrontare per gestire un milione di arrivi sono diventate chiare», ha detto l’ex numero uno del Bamf allo Spiegel. Mentre Merkel deve trovare il modo di uscire con onore dallo scandalo, i Liberali chiedono un’inchiesta parlamentare, i servizi dicono che due islamici radicali afgani sono entrati in Germania proprio dal Bamf di Brema e un sondaggio riferisce che l’80% dei tedeschi non si fida delle decisioni del Bamf. La stessa agenzia ha ancora 50 mila vecchie pratiche da smaltire e decine di migliaia da ricontrollare. [FONTE]
CONTINUA A LEGGERE >>
Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere.
Più persone stanno leggendo il nostre le nostre notizie selezionate dai maggiori media locali e internazionali, ma le entrate pubblicitarie attraverso i media stanno calando rapidamente. Vogliamo mantenere la nostra rassegna stampa più aperta possibile. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire.
Puoi farlo anche con una donazione tramite Paypal cliccando sul tasto: (Donazione Minima 5€), si accettano eventuali proposte di collaborazioni:
Roma, l’ex assessore all’Ambiente Paola Muraro “indagata per sbaglio”
16/12/2017 – L’ex assessore all’Ambiente della giunta grillina di Roma, Paola Muraro, a suo tempo è stata iscritta sul registro degli indagati della Procura capitolina sulla base di una consulenza falsa. A denunciarlo, davanti ai membri della commissione parlamentare Ecomafie, è stato l’avvocato Daniele Ripamonti, rappresentante legale della Muraro. Il pm le ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, contestandole reati ambientali legati alla gestione di due impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti di proprietà di Ama, negli anni in cui svolgeva per la municipalizzata romana l’incarico di consulente esterno.
“Dagli atti del procedimento che sono stati depositati abbiamo appreso che la dottoressa Muraro è stata inserita nell’elenco delle persone indagate sulla base di un parere di un consulente della Procura che l’ha definita responsabile tecnico di Ama.
Ci siamo accorti – ha spiegato l’avvocato Ripamonti – che questa consulenza tecnica è in gran parte costruita in modo falso, nel senso che la gran parte delle motivazioni non sono di chi ha firmato la consulenza, ma di 17 diversi autori con i quali è stato effettuato un taglia e incolla che non sono stati citati nei virgolettati, anzi sono stati occultati attraverso alcune modifiche dei loro testi che rendessero più difficile la loro riconoscibilità. Tipo il cambio della prima parola, del tempo del predicato verbale e così via”. Questa consulenza, ha aggiunto il legale, “indubbiamente ha indotto in errore anche l’autorità giudiziaria ma soprattutto, attraverso questo atto falso, ha costruito il presupposto perché la dottoressa Muraro fosse definita responsabile tecnico e quindi inserita nel novero delle persone indagate. Quando ci siamo accorti di questa macchinazione l’abbiamo denunciata alla Procura e adesso a Roma pende un procedimento penale, in fase di indagine preliminare, nei confronti dell’autore di questa consulenza”.
Ma le stranezze in questa vicenda non finiscono qui. L’ex assessore, nel suo intervento in Commissione, ha riferito di aver ricevuto una lettera “firmata dal presidente Bagnacani, in cui mi si vuole riconoscere un compenso per un periodo, da gennaio ad aprile 2016, di circa 20 mila euro, per un lavoro che non ho mai fatto”. “Siamo davanti a un’azienda che vuole pagarmi quando io non sono minimamente entrata negli impianti, e questo è grave – ha precisato la Muraro nel corso dell’audizione a palazzo San Macuto – Penso di essere la prima a cui l’azienda vuole riconoscere un lauto compenso non avendo lavorato e non avendo messo piede negli impianti. Quando un’azienda per mascherare le sue inadempienze vuole riconoscere un compenso maggiore, è assurdo”.
Secondo l’ex assessore grillina l’obiettivo è “sviare da quelle prescrizioni che erano state già evidenziate dalla Dda nel 2015” in base alle quale “si poteva diffidare l’azienda ed evitare l’emergenza del 2016”. “Già nel 2015 la Dda, all’interno di un altro procedimento che riguardava la gara dei rifiuti tessili di Ama, aveva ritrovato tra le telefonate di due dirigenti intercettati spunti investigativi sul problema della mancata manutenzione, che io ho sempre manifestato nelle mail ai dirigenti – ha spiegato la Muraro – Le intercettazioni del settembre 2015 evidenziano che il sistema Ama era già in emergenza. C’è da chiedersi perché nessuno è intervenuto. Io sono nominata assessore a luglio 2016 quando gli impianti erano ormai strapieni, con una manutenzione che era impossibile fare perché si era perso tempo da metà 2015”. FONTE
Dal momento che sei qui….
… abbiamo un piccolo favore da chiedere. Più persone stanno leggendo il nostre le nostre notizie selezionate dai maggiori media locali e internazionali, ma le entrate pubblicitarie attraverso i media stanno calando rapidamente. Vogliamo mantenere la nostra rassegna stampa più aperta possibile. Quindi puoi capire perché dobbiamo chiedere il tuo aiuto.
Diventa sostenitore L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook
Puoi farlo anche con una donazione tramite Paypal cliccando sul tasto: (Donazione Minima 5€), si accettano eventuali proposte di collaborazioni:
Aias, fatture false e associazione a delinquere: tra gli indagati lady De Mita
29/11/2017 – Annamaria Scarinzi, la moglie dell’ex premier Ciriaco De Mita, è indagata dalla Procura di Avellino. Le contestano vari reati: truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, abuso d’ufficio e reati fiscali collegati a un presunto giro di false fatture sfornate per intascare contributi pubblici ed eludere le imposte.
Dopo il blitz della Guardia di Finanza alle sedi delle associazioni AIAS e Noi con Loro, la vicenda si arricchisce di altri particolari. Le Fiamme Gialle, infatti, su disposizione della Procura della Repubblica di Avellino, avrebbero sequestrato computer e documenti nell’ambito di un’inchiesta che riguarderebbe reati molto gravi come truffa, falsa fatturazione, abuso di ufficio e associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’evasione delle imposte.
Dieci gli avvisati di garanzia nell’ambito dell’indagine, tra questi Gerardo Bilotta, rappresentante legale di AIAS Avellino, e Anna Maria De Mita, moglie di Ciriaco, a capo di Noi con Loro, onlus che gestisce la struttura.
Maggiori dettagli emergeranno nelle prossime ore, come i nomi di tutte le persone coinvolte e le relative ipotesi di reato contestate. FONTE
Diventa sostenitore di L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook
Napoli, gare truccate e voto di scambio: arrestato ex sindaco (PD) di Santa Maria Capua Vetere. Indagata deputata PD Sgambato
25/11/2017 – Gare d’appalto per i servizi sociali truccate in cambio di voti: è l’ipotesi di reato che ha portato in carcere l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere, Biagio di Muro, già arrestato nel 2016 per reati con l’aggravante mafiosa. Di Muro risponde adesso di associazione a delinquere finalizzata alla commissione dei reati di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, reati elettorali e truffa in danno di ente pubblico.
Sette i destinatari dell’ordinanza (due in carcere e cinque ai domiciliari), trentacinque gli indagati, tra responsabili delle coop che si sono aggiudicati gli appalti, e politici come l’attuale deputata del Pd Camilla Sgambato e l’ex segretario provinciale del partito Raffaele Vitale: entrambi sono accusati di abuso d’ufficio per aver raccomandato una persona affinché vincesse la selezione per far parte dell’ufficio di piano dell’Ambito C8, ovvero l’organo che gestisce gare e affidamenti per conto dei vari Comuni.
«Sono estranea ai fatti», ha commentato la Sgambato, mentre il procuratore Maria Antonietta Troncone ha parlato di «gestione privatistica dei servizi sociali, con un importante danno erariale».
L’inchiesta è partita quasi per caso: una donna ha scoperto di essere inquadrata come collaboratrice domestica nell’ambito di un progetto attuato da una delle cooperative coinvolte nell’indagine e ha così presentato querela dando il via all’inchiesta condotta dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere. Per gli inquirenti, Di Muro e soci avrebbero prima di tutto condizionato l’iter per la selezione dei componenti dell’ufficio di piano dell’Ambito C8, riuscendo a far entrare persone compiacenti e segnalate dalla politica; quindi avrebbero pilotato le gare di almeno sei progetti sociali facendoli assegnare a poche coop.
Tra i progetti nel mirino l’«Home Care Premium 2012» per ex dipendenti Inpdap, finanziato dall’Inps per un importo di 420.000 euro, il progetto «Volo Libero», finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per un importo di 86.000 euro, riservato a persone disabili. Secondo la Procura per questo progetto sarebbero state emesse fatture false e gonfiate. Ci sono poi i progetti finanziati dalla Regione Campania per un importo totale di 425mila euro, come i due denominati «Babysitting e Ludobus», riservati alle mamme lavoratrici e ai minori; il primo progetto sarebbe stato erogato a soggetti senza requisiti, il secondo non sarebbe mai stato effettuato.
Sarebbero finiti alle coop compiacenti anche gli altri progetti regionali come il «Non prendiamoci in giro- Lotta alla droga», quello denominato «Centro per le famiglie», il progetto «Voucher a finalità multipla», riservato a minori fino a 12 anni, e il progetto ADS Disabili.
Diventa sostenitore di L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook