Anche a Napoli scoppia Affittopoli: Appartamenti Posillipo vista mare, 24 euro al mese
Napoli 10/02/2016 – A via Palizzi c’è una intera palazzina di proprietà del Comune, la riconoscete subito perché si trova di fianco alla fermata della funicolare, dettaglio che conferisce ulteriore valore all’immobile collegato con una linea diretta al centro del Vomero e anche alla metropolitana.
Affittasi Via Posillipo, media quadratura in stabile di pregio nella zona di piazza Salvatore di Giacomo. Canone mensile 11 euro e sessantuno centesimi, intrattabili. Non cedete alla tentazione di andare a rileggere, avete visto bene. C’è una casa a Posillipo che viene ceduta in fitto per poco più di undici euro, ma si tratta di una casa piccolina
Appena 61 metri quadri con affaccio all’interno. Se, invece, pensate a qualcosa di più ampio e di maggior prestigio, con balconi che s’affacciano direttamente sul mare, sul Vesuvio, su Capri, beh allora il prezzo sale: 127 metri quadri costano la bellezza di 24 euro e 51 centesimi.Ma c’è di più, dell’altro, tanto altro. Anzi, poco, molto poco, dipende dai punti di vista: 53 euro al mese per accaparrarsi 135 metri quadri in un palazzo storico di via Toledo; 24 euro per affittare 80 metri quadri in via Palizzi al Vomero; 71 euro per una casa che si trova di fianco al museo Filangieri e affaccia sulla chiesa di San Giorgio Maggiore. A proposito, molti degli inquilini di queste abitazioni hanno solo «contratti verbali», e non chiedeteci di sapere cosa significa, probabilmente una roba del tipo «stringiamoci la mano e siamo d’accordo, non c’è bisogno di firmare documenti tanto ci vogliamo bene». A proposito, sapete chi è il «padrone di casa» di tutti questi appartamenti?
Il Comune di Napoli, cioè tutti noi. Adesso, per piacere, resistete alla tentazione di pensare tutto il male possibile dell’Amministrazione in carica. Sappiate che proprio l’assessorato al Patrimonio ha messo nero su bianco i numeri che avete letto e che vi hanno fatto saltare sulla sedia. Il Comune li analizzerà uno per uno, assieme a tanti altri che man mano vengono fuori dagli incartamenti, e cercherà di capire come, e perché, a Napoli esistono case in luoghi di prestigio che negli ultimi vent’anni sono state affittate a un canone così ridicolo. Ma il giro d’orizzonte, ovviamente, non si fermerà solo agli affittuari «privati», la caccia si allargherà (si è già allargata) ai locali ceduti in fitto a partiti politici, circoli, associazioni politiche o culturali che per legge devono versare la metà del canone previsto: il fatto è che, troppo spesso, non pagano nemmeno quella metà prevista. Per adesso nel mirino ci sono circa sessanta strutture, equamente divise fra proprietari privati e associazioni, ma sappiate che si tratta di una piccola goccia nel mare del patrimonio del Comune che ammonta a circa 24mila abitazioni di cui solo 1.500 non rientrano nella cosiddetta Edilizia Residenziale Pubblica (che tradotto dal burocratese significa palazzoni dormitorio in periferia). E anche se volessimo isolare i soli 1.500 locali considerati di pregio, comunque quelle sessanta proprietà che sono finite nel mirino, rappresenterebbero una percentuale minima. Però vera, reale e anche un po’ irritante per noi persone comuni.
Uno su due non paga è una giungla di favori e privilegi
Una bollettazione annua pari a 32 milioni di euro, che assicura alle casse di Napoli meno di 16 milioni. Una percentuale di riscossione del canone vicina al 48 per cento. E ancora 88 milioni di euro di crediti non riscossi, che affondano le radici in antichi privilegi e logiche clientelari. Il bilancio degli immobili comunali dati in locazione è un conto a perdere.E che dire delle 307 unità immobiliari spesso concesse in comodato d’uso a titolo gratuito o a canoni irrisori, tra le quali spiccano 31 sedi destinate ad associazioni politiche, e 17 location di proprietà pubblica dove trovano sistemazione partiti che coprono l’intero arco costituzionale? Per chi ne gode si tratta senz’altro di sistemazioni di favore. Peccato però che costano ai napoletani 1 milione e 300mila euro, a causa di un tasso di morosità diffuso e consistente.
Più si tenta di affondare il bisturi nell’Affittopoli napoletana degli immobili comunali, più ci si trova a districarsi in un ventre molle nutrito da un’esplosiva miscela di furbizie, omertà, favori e diavolerie di ogni sorta. Nella palude dell’affitto a prezzi stracciati ci si imbatte in un sistema che per accondiscendere alla causa di pochi ha prodotto danni enormi e per certi versi non ancora del tutto quantificabili a danno della collettività. Per comprendere l’entità del fenomeno, occorre ripartire proprio dai numeri. Il patrimonio immobiliare della città conta su 24432 immobili in affitto, di cui 22340 destinati a uso abitativo e 2092 a quello commerciale. La bollettazione dovrebbe assicurare alle casse del comune 32 milioni di euro l’anno. Ma nei fatti, se ne recuperano a mala pena la metà: meno di 16 milioni di euro, per una percentuale di riscossione pari al 48 per cento del totale. Il motivo? Un tasso di morosità elevatissimo che di anno in anno ha prodotto una montagna di crediti non riscossi. Il saldo degli ultimi venti anni ammonta a 88 milioni di euro, che il Comune, secondo quanto riferito al Mattino dall’assessore al Patrimonio, Alessandro Fucito, intende recuperare mediante contenziosi già avviati.
Di questa somma, i crediti non riscossi derivanti dall’Erp, ossia dall’edilizia residenziale pubblica, sono computabili in 68 miliardi. I venti restanti sono invece riconducibili a case e negozi affittati a prezzi stracciati nel corso di decenni. Mettere ordine tra l’incredibile giungla di incartamenti fiorita intorno ad Affittopoli non è cosa semplice. Quando nel dicembre 2012 il comune decise di gestire in proprio l’intero patrimonio pubblico affidandosi a Napoli servizi, il gestore privato Romeo, e cioè il precedente affidatario, riconsegnò a Palazzo San Giacomo il materiale in formato excel relativo al patrimonio. Ma ben presto si scoprì che i dati non potevano essere monitorati, perché il Comune non aveva gli strumenti per ricondurre gli appartamenti ai loro locatari. Poi una catena di avvicendamenti che nell’aprile 2014 portò al vertice di Napoli Servizi Domenico Allocca, e che vide il licenziamento del direttore Felice Balsamo. Tre anni perduti che hanno portato solo di recente all’attivazione di un nuovo software, costato 100mila euro, che ha finalmente consentito di cominciare a ricondurre i morosi alle loro responsabilità. Il Comune, per bocca dell’assessore Fucito, assicura che degli 88 milioni di canone sinora non riscossi, niente è perduto. Ma i ritardi hanno prodotto uno slittamento nella consegna delle lettere di messa in mora. Se le prime sono partite nell’ottobre del 2015, quanti crediti sono ancora esigibili?
Solo il tempo potrà dirci quanti di essi sono caduti in prescrizione. Dentro al fenomeno Affittopoli ci sono case occupate indebitamente, appartamenti lasciati a chi non ne ha diritto ed altre varie ed eventuali affidate all’ingegno e alla fantasia più spericolati. Nel tentativo di ridimensionare le perdite colossali registrate ogni anno, la via percorsa in passato era stata perciò anche quella della dismissione. Fino ad aprile 2013, la Romeo era riuscita a vendere 2900 unità immobiliari, al costo medio di 33mila euro a pezzo. Ma con l’avvento della nuova amministrazione, la pratica ha registrato un rallentamento che negli ultimi tre anni ha fruttato la vendita di soli 100 immobili. Il piano di dismissioni elaborato dall’assessore al Patrimonio, conta sulla vendita di 480 unità abitative. Come confermato dall’assessore Fucito al Mattino, la cessione del patrimonio immobiliare «non è più un dogma», poiché il risanamento avviato dalla giunta comunale riduce la necessità di dismettere a tutti i costi.
– FONTE
Sguici anche sulla nostra pagina FB: Facebook Se vuoi, puoi inviarci video, notizie o semplicemente scriverci attraverso un messaggio sulla nostra pagina Facebook, gli articoli saranno pubblicati solamente dopo poche ore dal tuo invio! Se ti è piaciuto l’articolo riportato, condividilo o lascia un commento, e facci sapere cosa ne pensi! Continuate a navigare nel sito, attraverso le varie categorie o gli articoli correlati.