Liguria, il regalo di Toti per i suoi assessori: triplicati i fondi per lo staff. Stanziati 833mila euro in più all’anno
11/12/2020 – L’aveva detto: “La democrazia ha un costo, il regime più economico è la dittatura”. Dev’essere per questo che il presidente della Liguria Giovanni Toti non ha badato a spese (pubbliche) nel confezionare un sontuoso regalo ai propri assessori: e cioè una delibera, approvata all’unanimità il 13 novembre scorso, che triplica i finanziamenti erogati ai membri della giunta ligure per stipendiare il proprio staff. A scoprirne – casualmente – l’esistenza è stato il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Luca Garibaldi. Qualche numero per fare chiarezza: se durante il Toti-uno la squadra di assessori poteva spendere 523mila euro tondi l’anno per il personale, nel Toti-bis il tesoretto cresce del 160%, gonfiandosi fino a 1.356.181,20 euro, 833mila in più. Tradotto in posti di lavoro, ogni componente della giunta potrà assumere nella propria segreteria politica, con nomina fiduciaria, due funzionari di posizione economica D6 (stipendio lordo 61.644,60 euro l’anno), invece di uno solo. Mentre al vicepresidente ne spetteranno quattro, dai due che erano. Così le poltrone da riempire a spese del bilancio passano da 8 a 22, per un esborso complessivo che nei 5 anni di legislatura arriverà a sfiorare i 7 milioni di euro.
Per giustificare il passaggio all’ingrasso, la delibera spiega che “le competenze dell’Amministrazione regionale sono state ulteriormente ampliate nella legislatura appena conclusa, e quindi ciascun componente della Giunta regionale ha maggiori materie di pertinenza rispetto ai componenti delle Giunte regionali delle legislature precedenti, in particolare derivanti dal trasferimento di funzioni dalle Amministrazioni provinciali”. Ma quel trasferimento, puntualizza il consigliere Garibaldi a Ilfattoquotidiano.it, “risale al 2015, mentre negli ultimi cinque anni non si è aggiunta alcuna competenza che giustifichi la moltiplicazione dei posti di staff”. Il provvedimento cita anche “le competenze attribuite alla Regione in materia di politiche attive del lavoro esercitate attraverso i centri per l’impiego”, che però, nota ancora Garibaldi, “sono gestiti dagli uffici regionali, non certo dalle segreterie politiche degli assessori”. Insomma, se nella scorsa legislatura un segretario per assessore era bastato, non è chiaro perché adesso ne servano due. Senza contare che Toti ha scelto di tenere per sé le deleghe più impegnative, quella alla Sanità e quella al bilancio. – [Continua su FONTE]
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