Travaglio implacabile. Ecco come ha difeso la Raggi dall’attacco vile di “Libero” e condannato i finti moralisti.
11/02/2017 – C’è qualcosa di peggio del titolo di quel ribaldo provocatore che è Vittorio Feltri su Virginia Raggi?
Sì c’è: l’ipocrisia di quasi tutta la stampa che da settimane scrive con frasette allusive e ammiccanti le stesse cose che Feltri ieri ha tradotto in quel titolo da trivio. E cioè che la Raggi avrebbe promosso Salvatore Romeo a suo capo-segreteria triplicandogli lo stipendio perché aveva una relazione sentimentale con lui. Relazione tutt’altro che esclusiva perché, leggendo fra le righe i giornaloni, si era già colto più di un accenno ad altre presunte liaison della sindaca: con l’ex vicesindaco e ora solo assessore Daniele Frongia e con l’ex vicecapo di gabinetto e poi capo del Personale Raffaele Marra.
Chi ora insorge, giustamente ma tartufescamente, contro il titolo sessista di Libero si era ben guardato dal fare altrettanto con l’assessore Berdini, che aveva confidato ben di peggio a un cronista della Stampa, e i giornali progressisti e democratici che avevano partecipato voluttuosamente alla lapidazione della Messalina capitolina, lanciando il sasso e nascondendo la mano. Nel silenzio assoluto delle paladine del femminismo e del cosiddetto Garante della privacy, che esce dal letargo solo quando c’è di mezzo un potente.
Si dirà: ma qui la privacy non c’entra, perché sono in ballo incarichi pubblici. Vero: e infatti, se la Raggi avesse scelto come suoi collaboratori dei quivis de populo senz’alcun titolo, sarebbe legittimo domandarsi e domandarle il perché. Anche sfrucugliando nella sua vita privata. Ma Frongia lavora all’Istat, insegna all’università, è stato consigliere comunale e presidente della commissione Spending review; Marra ha 4 lauree, è un dirigente comunale, ex ufficiale Gdf con encomi solenni e onorificenze al Quirinale (oltre a un’accusa di corruzione che nessuno, al momento della nomina, poteva sospettare); Romeo è un funzionario laureato in Economia, esperto di bilanci e partecipate. Se la sindaca si fidava di loro, aveva il sacrosanto diritto di nominarli in incarichi fiduciari. Quanto agli stipendi, sono o fissati per legge o inferiori a quelli assegnati alle stesse figure dalle giunte precedenti. E questo dovrebbe bastare, a prescindere dai rapporti personali.
Due anni fa, quando l’ex sindaco di Bari Michele Emiliano fu eletto governatore di Puglia, fu crocifisso perché aveva confermato in Regione la sua ex portavoce in Comune, una brava giornalista intanto diventata la sua compagna: anche quello di portavoce è un ruolo fiduciario e spetta al governatore scegliere di chi fidarsi: purché il nominato abbia il curriculum adatto.
Ciò detto, se la prova della liaison Raggi-Romeo sono le due polizze da lui a lei dedicate senza dirglielo, bisognerebbe ipotizzare che Romeo avesse rapporti sentimentali anche con i 7 o 8 beneficiari inconsapevoli (maschi) delle altre. Quindi c’è da domandarsi perché mai Berdini e molti giornali si siano avventurati su un crinale così spinoso, sessista e inutile, specie dopo aver appreso dalla Procura che le polizze non nascondono reati.
Feltri poi azzarda paragoni con le olgettine di B. Non scherziamo: fermo restando che, come abbiamo sempre scritto, B. poteva andare a letto con chi gli pareva, quella vicenda ebbe tutt’altra genesi e sbocco: la presenza di minorenni nel suo harem svelata dalla moglie prim’ancora che dai pm; la promozione di belle ragazze senz’alcun titolo a candidate in Parlamento, in Europa e in Regione; i ricatti di quelle al premier, accusato di averle pagate per tacere o mentire; i processi per prostituzione e corruzione giudiziaria; gli attacchi ai giudici e le leggi per farla franca. Che c’entra tutto ciò con Romeo e Raggi?.
Ma liquidare questa storiaccia come un ordinario caso di sessismo sarebbe riduttivo. Se i corridoi del Parlamento parlassero, non la finirebbero di raccontare storie di letto fra politici e collaboratori. Ma raramente, per fortuna, questi spifferi di portineria finiscono sui giornali. Salvo che siano gli stessi protagonisti o qualche atto giudiziario (i casi Sircana, Marrazzo, Mele & C.) a divulgarli.
Siamo sicuri che, se al posto di Berdini che sparlava della Raggi ci fosse stato un piddino che si sfogava su un ex premier e un’ex ministra, le sue maldicenze non sarebbero rimaste nel registratore? A noi bastò un’innocua vignetta sulla Boschi per attirarci fulmini e scomuniche.
Nel caso della Raggi, invece, si ritiene lecito tutto ciò che, per gli altri, è proibito e scandaloso: i pettegolezzi sulla sua vita privata hanno invaso i media fin dal suo insediamento. Qualunque atto della sindaca è sbagliato o sospetto a prescindere, per un pregiudizio negativo che non di ricorda a proposito di nessun altro politico. Anche quando non c’era ancora il senno di poi che oggi fa apparire sbagliata questa o quella nomina. Chi era scelto dalla Raggi diventava un paria (ricordate il linciaggio della Muraro, divenuta un simbolo del male e additata anche lei per una presunta relazione con un dirigente alemanniano dell’Ama, senz’alcuna attinenza con le indagini per reati ambientali né col suo ruolo di consulente della municipalizzata dei rifiuti, dove era approdata ai tempi di Veltroni ed era rimasta in quelli di Marino e Tronca?), per poi venir promosso a cavaliere senza macchia e senza paura, a integerrimo “supertestimone” (sempre contro la Raggi) appena veniva allontanato. Intanto, a Milano, Sala nominava assessori un suo socio e una manager di Microsoft in macroscopico conflitto d’interessi (non di cuore: d’affari), e tutti zitti.
Il sessismo è una brutta malattia, ma è talmente plateale che è facile da diagnosticare e dunque curare. Il doppiopesismo e l’ipocrisia, invece, sono mali incurabili.
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Invito a ritirarsi: Marco Travaglio mette tutti in riga!
24/12/2016 – L’altro giorno l’ho scritto sul filo del paradosso. Ma più passano i giorni più il discorso mi pare serio. I 5Stelle non ce la possono fare a governare Roma, né tanto meno l’Italia. Un po’ per i loro errori e carenze, evidenti e noti a tutti. Ma soprattutto perché non si può governare una nazione corrotta e una capitale infetta soli contro tutti. Quindi lo ammettano onestamente, si scusino per non essere all’altezza delle aspettative, si ritirino in un eremo a studiare e prepararsi per una prossima occasione e nel frattempo lascino il campo agli altri: gli uomini di mondo e di partito, quelli bravi, competenti e capaci. Esaminiamo a mente fredda tre scene.
1) Virginia Raggi al Quirinale saluta mesta decine di sedie vuote attorno a sé mentre i politici veri, quelli che hanno spolpato l’Italia e depredato Roma, si avvinghiano e si abbracciano per augurarsi un nuovo anno pieno di soddisfazioni (per loro) e grassazioni (per noi). Gentiloni salva Mediaset dai francesi cattivi, B. lo aiuta a salvare Mps disossato dalla banca del buco, una mano lava l’altra, e chissenefrega se B. è un pregiudicato circondato da condannati (Cuffaro, Dell’Utri, Previti, e ora anche Formigoni e Scopelliti).
2) L’Oref (i revisori dei conti) boccia il bilancio della Raggi dopo aver avallato tutti quelli (perlopiù falsi) delle giunte precedenti che hanno disossato la Capitale, con le opposizioni e i giornali che evocano lo spettro del commissariamento (e pazienza se il parere dell’Oref non è vincolante e se per approvare i bilanci comunali c’è tempo fino al 27 febbraio, tant’è che in 20 anni nessuna giunta ha mai rispettato la scadenza del 31 dicembre).
3) Giornaloni e tg amplificano i casi giudiziari dei 5Stelle e nascondono quelli, infinitamente più gravi, dei partiti. Intendiamoci: non è una novità, nè un complotto. È un fatto culturale, una forma mentis (anzi dementis) che impregna tutto l’establishment e non si lascia scalfire neppure dall’evidenza. Quasi tutti i politici, i giornalisti, i manager pubblici e privati si sentono inquilini esclusivi di un mondo a parte, chiuso in se stesso, impermeabile a ogni intrusione esterna. Basta osservarli nei Porftolio di Pizzi e nei Cafonal di Dagospia: si fiutano, si strusciano, si palpano, si baciano, si riconoscono anche a occhi bendati, al tatto e all’olfatto. E non ammettono estranei. Con i barbari a 5Stelle speravano di cavarsela come 25 anni fa coi leghisti: comprandoseli. Per ora non ci sono riusciti.
Travaglio difende la Raggi e sbugiarda Orfini in modo epico
Quando la Raggi dice no al magnamagna olimpico, sono sinceramente increduli, sgomenti. Come si permette questa marziana teleguidata da un “ex comico” di non dire Signorsì, come tutti, come sempre? Da allora, la sindaca Raggi e chiunque le si avvicini diventa un appestato, un lebbroso, un paria da sputtanare e isolare. Lei ci mette del suo, collaborando con errori marchiani alla propria mostrificazione. Ma il resto, il grosso lo fa il Sistema, inventandosi di tutto. Notizie false. Liaison amorose. Persino nuove categorie giuridiche, come quelle che campeggiavano l’altroieri sulle prime pagine: “Ora Raggi può finire indagata”, “Vicino l’avviso di garanzia” (Repubblica), “Probabile invito a comparire per abuso d’ufficio” (Messaggero), “Avviso di garanzia in arrivo” (Giornale), “Raggi presto indagata” (Unità). Nemmeno ai tempi di Tangentopoli si era arrivati a tanto: gli avvisi, così come le iscrizioni, o ci sono o non ci sono. Si possono prevedere, ma aprire le prime pagine dei giornali su un oracolo, fra l’altro piuttosto trascurabile (si parla della promozione del dirigente comunale del Turismo, non di tangenti), fa ridere e pena. Tantopiù che alle tangenti milionarie contestate ai vertici Eni, sulle prime pagine (tranne la nostra) non c’è una riga. E il caso del sindaco Sala, che non “potrebbe essere indagato”, ma lo è tre volte, viene liquidato con molti elogi alla sua comica autosospensione durata tre giorni. Con le interviste di Cantone sulla sua proverbiale onestà, seguite dalla denuncia contro la Raggi. E con il suo annuncio alla Nazione: “Incontro proficuo coi magistrati: sono innocente, resto sindaco”.
Ieri poi c’era quella cosetta rivelata dal Fatto: il generale Del Sette che non “potrebbe essere”, ma è indagato per aver spifferato segreti e cimici di un’inchiesta che sta a cuore a papà Renzi: in prima pagina, zero tituli. In fondo è solo il comandante generale dei Carabinieri, mica il capo del Personale del Campidoglio. Oggi, se vorrete trovare traccia del ministro renziano Lotti indagato per la stessa soffiata, dovrete munirvi di microscopio elettronico. E vedrete che la notizia saranno le sue dichiarazioni perentorie: “L’accusa non esiste, i pm mi sentano”. Già, perché gli indagati del Sistema non attendono pazientemente che i pm li convochino (come le perfide Muraro & Raggi): sono loro a convocare i pm per interrogarli. Poi emettono pure la sentenza. Ciò che vale per l’oligarchia, non vige per gli intrusi. All’oligarchia tutto è permesso, ai marziani tutto è vietato. Il Foglio, cui non difetta la spudoratezza, lo scrive da giorni: i 5Stelle vanno arrestati e posti fuorilegge perché – assicura Sabino Cassese, l’ex giudice costituzionale prediletto da Re Giorgio – “qui si parla di eversione”. Evviva la faccia, finalmente uno che ha il coraggio di dire ciò che tutto il Sistema pensa: chi sta fuori dal giro non deve governare e, se sventuratamente vince, non potendosi abolire le elezioni, si aboliranno i vincitori. Alzi la mano chi pensa che, in un Paese così, anche se per miracolo smettessero di fare autogol, i 5Stelle potrebbero mai governare. Buon Natale a tutti.
Marco Travaglio FQ del 24 dicembre 2016
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M. Travaglio e A. Di Battista a Ballarò, Il Comune di Roma Va sciolto per Mafia: Fiano (pd) da del Fascista a Di Battista
Nella Puntata di Ballarò del 09/06/2015, il deputato PD, Emanuele FIANO ha dato del fascista a Di Battista semplicemente perchè protestava in piazza contro le dimissioni di Marino Sindaco di Roma:
http://www.videoscoop.info/mafia-capitale-2-di-battista-a-21083
Ecco il video che lo inchioda. FIANO, lancia la pietra e nasconde la mano: ecco il video dove si scaglia addosso a quelli del M5S. Nel Video lo vediamo durante una seduta a Montecitorio, dove scoppiò una vera e propria rissa, che ha visto come protagonista di vera e propria violenza tra gomitate e spintoni proprio del Deputato PD Fiano, a fermarlo sono dovuti intervenire quattro commessi. Come al solito la stampa asservita al potere dice esattamente il contrario di quello che stava accadendo:
Il video qualche mese fa riprende le scene di uno spettacolo, dove non c’è che dire. Quelli del Pd dimostrano ancora una volta di avere la coda di paglia, ed in particolare Fiano che, quando c’è da menar le mani, è sempre in prima fila. Ai compagni sinceri democratici la verità fa male, e poi lo vediamo sciaquarsi la bocca nella puntata di ieri sera dare del Fascista a Di Battista che porta avanti le sue idee sempre in modo democratico e pacifico.
http://www.videoscoop.info/mafia-capitale-ora-non-ci-sono-dubbi-19601
http://www.videoscoop.info/jovanotti-intervento-shock-19636
http://www.videoscoop.info/corruzione-mafia-capitale-nuova-18797
http://www.videoscoop.info/ballaro-la-lite-in-diretta-tra-matteo-18516
http://www.videoscoop.info/elezioni-sardegna-al-candidato-18193
http://www.videoscoop.info/giornalismo-di-partito-completamente-18127
http://www.videoscoop.info/giugliano-na-candidato-m5s-denuncia-17657
http://www.videoscoop.info/risultato-storico-del-m5s-seconda-17765
http://www.videoscoop.info/rosy-bindi-ammette-tutto-sugli-17156
http://www.videoscoop.info/elenco-completo-di-chi-ha-votato-la-16823
http://www.videoscoop.info/sassi-sputi-e-uova-per-bloccare-i-15939
http://www.videoscoop.info/il-presidente-piu-amato-al-mondo-e-di-15738
http://www.videoscoop.info/quando-e-troppo-e-troppo-chi-racconta-15542
http://www.videoscoop.info/di-maio-reddito-di-cittadinanza-misura-15506
http://www.videoscoop.info/toscana-scandalo-candidatura-al-15479
http://www.videoscoop.info/mestre-ancora-proteste-per-salvini-15214
http://www.videoscoop.info/ecco-svelato-il-segreto-dei-voti-14849