“Basta, ora vi dico tutta la verità. Sapete che Lucio Dalla, con Vasco Rossi…”. Quello che nessuno aveva mai detto
09/11/2017 – Ha visto nascere Vasco Rossi ma l’ha sempre seguito professionalmente da lontano. Non hanno mai legato. È Gaetano Curreri, storico leader degli Stadio e amico di entrambi, a svelare il rapporto tra il Blasco e il grande Lucio Dalla. Due leggende del pop e del rock emiliani e nazionali, vicini per ragioni anagrafiche, culturali e “storiche” ma stranamente lontani.
“Lucio disse: Questo spacca, potrebbe cantare anche l’elenco telefonico”, spiega Curreri a proposito del primo album di Rossi, Ma cosa vuoi che sia una canzone. Intervistato dal Fatto quotidiano, il cantante bolognese rivela qualche passaggio del suo libro autobiografico, Generazione di fenomeni. Quando gli Stadio diventarono di fatto la band di supporto di Lucio Dalla, Vasco, amico di Gaetano dai tempi di PuntoRadio, non la prese bene: “Mi diceva che ero un traditore, ma siamo ancora qui.
Ero con lui davanti ai duecentomila di Modena Park”. La verità, spiega Curreri, è che “Lucio era geloso. Considerava gli Stadio come la sua vera famiglia. Trascorreva con noi anche le feste comandate, si sentiva solo. Quando si arrivò al punto di rottura veniva a spiarci in studio”. Il suo rapporto con Vasco?
“Non è mai scattata la scintilla per un disco con loro due. Dalla studiava Rossi, tentava sempre di coinvolgerlo, ma l’altro si smarcava. Non sapendo più come fare, Lucio organizzò una cena a Zocca con Morandi, di cui Novella, la mamma di Vasco, era una grande fan. A tavola la buttò lì al Blasco: Perché non scrivi un libro di favole per bambini?. Figurarsi”. FONTE
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Concerto Vasco Rossi, “Merito del Pd”: i Pasdaran di Renzi si intestano il successo
05/07/2017 – Il concertone di Vasco Rossi al Modena Park è andato alla grande? Merito del Pd. Senatori, deputate e staff di via del Nazareno si scatenano sui social a poche ore dall’evento dei 220mila davanti alla rockstar di Zocca. E non lo fanno cantando in coro Gli spari sopra, C’è chi dice no, o magari pubblicando un selfie tra la bolgia della via Emilia. Bensì con una serie di proclami e paternità dello storico live che rispondono alla buona amministrazione colorata Partito Democratico.
Il fuoco alle polveri lo dà il senatore Stefano Esposito, non nuovo alle provocazioni via web, con un tweet durante una tranquilla e paciosa domenica pomeriggio: “#imola 100mila persone (per il concerto dei Guns N’Roses del 10 giugno, ndr), #modenapark2017 220mila. Tutto gestito alla perfezione, città a guida #pd #Torino 30mila, 1527 feriti. sindaco #m5s”. Centoquaranta caratteri che provocano parecchie polemiche sul profilo social del senatore, soprattutto sull’accostamento forzato tra eventi e città che li hanno ospitati.
Passa qualche ora ed è il sindaco di Pesaro, ed ex vicepresidente PD, Matteo Ricci a mettere il cappello politico al concerto con un virgolettato che appare prima sul suo profilo Twitter poi viene ripreso dalla pagina web ufficiale dei democratici: “Grande Vasco, grande Muzzarelli (sindaco di Modena, ndr), grande Modena! Un evento straordinario contro la paura”.
Come se non bastasse i meriti della riuscita del live del Blasco, risultati ottimi finiti di diritto tra gli scopi di un partito politico, risbucano in una dichiarazione riportata dall’Ansa dell’ex Forza Italia e oggi onorevole Pd, Stefania Covello, che si apre così: “Il Partito Democratico che ha scelto con due milioni di elettori Matteo Renzi Segretario, può e deve essere orgoglioso di tanti fatti concreti che si stanno realizzando”.
Il primo di questi è il live del Modena Park: “Dalla considerazione sulla perfetta organizzazione di eventi e manifestazioni, come il gran concerto di Vasco Rossi, che se riescono è perché si può contare sui bravi amministratori, alle battaglie di sinistra che solo il Partito Democratico ha portato avanti, con risultati che si toccano con mano, concreti, come quello sulla quattordicesima che coinvolge 3.5 milioni di persone e che Matteo Renzi aveva annunciato suscitando nei concorrenti esterni ed interni poi “fuggiti” dal partito, una inopportuna ilarità e uno scetticismo volutamente devastante, che vengono rispediti orgogliosamente ai mittenti”. – fonte
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Vasco Rossi, record mondiale di vendite per un’unica data. La notte di Modena col fiato sospeso. Oggi per i fan di Vasco è il giorno più lungo
01/07/2017 – Lo senti che bel rumore, Modena, t’immagini se fosse sempre così? Sempre no, non è possibile, non è giusto, non è sostenibile. Ma prima d’ora non lo era stato mai. Una città invasa, una città ferma, una città paralizzata per tre giorni, s’era detto, enfatizzando i disagi. Una città in festa, una città che si riscopre importante, una città viva come mai prima d’ora, questo è l’altro lato. Modena Park non è poi così fuori Modena come cantava Vasco in quella canzone là, una canzone scritta quarant’anni fa e che oggi probabilmente sarebbe censurata, Modena Park è al centro della città. E da ieri è il centro della città che è improvvisamente diventata il centro della scena rock italiana. E allora forse questo varrà bene qualche disagio, foss’anche rimandare d’un paio di giorni un esame.
Mentre alle 21,30 s’aprono i cancelli a 24 ore dal concerto, con un colpo di teatro dettato dalla troppa calca già riversatasi sulle strade modenesi, “Sono giovani, li capisco”, commenta solo uno degli anziani residenti attorno al viale Italia. Una di quelle stradone normalmente intasate d’auto e che da ieri sono aree pedonali di quel Vasco fan club village che è diventata Modena per questo weekend. Ma mica tanto giovani, verrebbe da ribattere, l’età media è un concetto poco sensato in una platea sterminata da 220mila persone che vanno dagli 0 ai 99 anni, come recitavano le scritte su quei vecchi giochi da tavola.
In una città più che raddoppiata rispetto alle sue 180mila anime, l’invasione del centro nel giorno prima non è la temuta orda, perché è attorno al parco Ferrari che si concentrano i più. Certo, non è un venerdì sera qualunque, e questo lo capisci subito se hai visto Modena almeno una volta. Non fosse comunque chiaro, ci pensano i bar che mandano a gettito continuo le canzoni di Vasco, con capannelli spontanei che si formano ovunque ci sia spazio per unirsi ai cori. Vedi piazza della Pomposa, stipata da una calca affannata tra balli e canti come a un concerto, quando invece è solo la radio d’un bar a fomentare un migliaio di persone.
Chi qui è nato, Modena l’ha conosciuta come una piccola città, un bastardo posto, si sa; mentre da chi è cresciuto nella sua provincia fino alla maggiore età è stata vista come una metropoli, il massimo centro di vita cui aspirare per un sabato diverso, le colonne d’Ercole del proprio mondo. Quel mondo per cui, invece, Modena è sempre stata la provincia, un posto di passaggio. Ok, ha avuto la fortuna di Pavarotti e dei suoi friends, che per anni hanno portato sotto la Ghirlandina star che mai v’avrebbero messo altrimenti piede.
Che in fondo dai, dire fortuna è ingiusto, sarà anche un po’ saper coltivare i propri talenti, perché l’Emilia dalle sue cose umili ha sempre dimostrato di saper tirar fuori un impero, nella filosofia del se non ti va di puntare al meglio allora tanto vale non iniziare. E allora da quattro ruote e un motore metti in piedi la Ferrari, da un pezzetto di pasta e carni tritate tiri fuori i tortellini, da un po’ di mosto d’uva t’inventi l’aceto balsamico che all’etto vale quasi quanto l’oro. E da un umile ragazzo di provincia, piaccia o meno, ha fatto nascere una star che in qualche modo ha cambiato la vita di milioni di persone.
Sembrerà forse un’esagerazione, ma chiedetelo a uno dei 220mila che oggi affolleranno Modena Park, chiedetelo alla giovane coppia che ci dice che la loro figlia appena nata si chiama Giulia, “perché poi quando le diremo Brava Giulia penseremo a Vasco”. Quindi, perché se si deve fare un mega-evento unico, di quelli once in a lifetime, si direbbe, anche se non siam mica gli americani, non fare il migliore di sempre, perlomeno il più grande di sempre?Certo, era e resta un rischio. Sin qui la città ha retto e la macchina ha funzionato,
ma il grosso deve ancora iniziare. Solo a posteriori sarà possibile dare un giudizio finale. L’impressione del giorno prima è quella di un rischio che valeva la pena di correre, al di là dei 6 milioni di euro di indotti stimati per la città. Contro la paura, diceva Vasco ieri. E contro l’idea che cose così possano accadere sempre e solo altrove. – fonte
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