Emergenza coronavirus – Sequestrati presidi medico-sanitari venduti online a prezzi esagerati
04/03/2020 – I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, nell’ambito del procedimento penale n. 10298/20 R.G.N.R. (coordinato dai Sostituti Procuratori, Dott.sse Eugenia Bianca Maria BAJ MACARIO e Maura RIPAMONTI), hanno sottoposto a sequestro prodotti disinfettanti e presidi medico-sanitari posti in vendita online da operatori del settore lucrando, a danno dei consumatori, sulla crescente diffusione del virus COVID-19 (c.d. “Coronavirus”) in varie aree della Lombardia e del nord Italia.
Le indagini di polizia giudiziaria, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano, si sono basate sull’analisi dell’imponente mole di dati messi a disposizione dai gestori dei principali portali di commercio elettronico, permettendo di individuare nove soggetti, nazionali ed esteri, attivi in Italia, che hanno innalzato i prezzi dei predetti beni dal 100 al 400% del valore di mercato antecedente alla crisi sanitaria in atto.
Le attività, eseguite su tutto il territorio nazionale, si sono concentrate, in particolare, presso un centro di distribuzione logistica sito in provincia di Piacenza, nonché presso rivenditori – anche privati – in provincia di Napoli e Bologna, consentendo di sequestrare alcune centinaia di mascherine protettive e prodotti disinfettanti per l’igiene personale, per la fattispecie di “manovre speculative su merci”, sanzionata dal Codice penale, e di acquisire ulteriore documentazione per il prosieguo delle investigazioni.
Le attività investigative continuano al fine di ricercare, su tutto il territorio italiano, ulteriori siti di stoccaggio di merci oggetto di manovre speculative, ovvero immessi in commercio fraudolentemente, identificando i responsabili e ricostruendo i profitti illecitamente ottenuti in danno dei consumatori finali.
Oltre alle suddette indagini, proseguono anche i pattugliamenti sul territorio da parte dei Finanzieri del Gruppo di Milano per contrastare il commercio abusivo di mascherine e prodotti igienizzanti.
In particolare, nel corso di quest’attività, i Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano di Milano in tre distinti interventi, presso la Stazione Centrale, la fermata della linea 2 della metropolitana di Crescenzago e presso la fermata della linea 3 di piazzale Corvetto, hanno sorpreso altrettanti venditori ambulanti, di cui uno sprovvisto di licenza commerciale, tutti di nazionalità extracomunitaria, che cedevano ai passanti mascherine protettive prive del marchio CE. Nel corso di tali attività sono stati sequestrati oltre 150 dispositivi di protezione individuale e i venditori sono stati sanzionati. – [FONTE]
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Bambini venduti, suore di Calcutta sotto accusa: Indagine sugli orfanotrofi dell’Ordine
12/07/2018 – Se vi dicessero che un’infermiera che si chiama Anima, assieme a una suora fedele a Madre Teresa di Calcutta, ha sottratto un neonato da una centro per ragazze-madri, se l’è venduto per 1500 euro, e che, accortasi di un’ispezione, ha richiamato i genitori adottivi per restituire il bebè alla madre naturale, non ci credereste. E giustamente. Troppo inverosimile. Un’Anima venditrice di anime, dai. Ma questo è purtroppo quello che è accaduto davvero nella profonda provincia dell’India più stracciona e disperata, nella terra del Jharkhand.
È una storia misera che nasce dal bisogno di intascare qualche soldo, ma infanga il nome delle suore di Santa Teresa di Calcutta, premio Nobel per la Pace nel 1979, e che nasconde una crociata per eludere una nuova legge che consente le adozioni a single e divorziati. Il neonato alla radice di questa brutta vicenda si affaccia al mondo il 1 maggio, festa dei lavoratori. Destino vuole che sua mamma si trovi nel rifugio per ragazze-madri «Cuore Puro», o Nirmal Hriday, gestito dalle Missionarie della Carità di Madre Teresa, uno degli orfanotrofi di Ranchi, capitale del Jharkhand, che si trova, altra bizzarra coincidenza, in Via della Prigione.
Due settimane dopo, il 14 maggio, l’infermiera Anima Indwar, in combutta con una suora e tre complici del Cuore Puro, consegna illecitamente il neonato a una coppia dell’Uttar Pradesh in cambio di 120 mila rupie (circa 1500 euro). Nei giorni successivi, un’ispezione a sorpresa di un’organizzazione di tutela infantile mette in allarme Anima che contatta immediatamente i genitori, chiedendo loro di riportare il neonato all’orfanotrofio con la scusa di controllo medico «obbligatorio». Appena ha tra le grinfie il piccolo, Anima svanisce tra i corridoi del Cuore Puro per non riapparire più.
I genitori adottivi, per riavere il bimbo, si rivolgono quindi all’organizzazione di tutela infantile che sta facendo l’ispezione, il Child Welfare Committee (Cwc), che avverte invece le autorità giudiziarie. Ieri, finalmente, Anima e la suora vengono arrestate e l’indagine si allarga alle tre complici. Nelle stanze della suora del Cuore Puro sono state recuperate 100 mila rupie (circa 1250 euro), mentre il piccolo orfano è stato preso in cura dal Cwc.
Dall’inchiesta emerge un giro d’affari nel traffico di bambini, all’ombra del prestigio di Santa Teresa, con addirittura un tariffario. Secondo la Società per la Protezione del Bimbo del Jharkhand, il rifugio per ragazze-madri faceva pagare dai 600 ai 1200 euro per bimbo adottato, a seconda delle capacità economiche dei genitori adottivi. «Abbiamo ricevuto molte lamentele su questo centro e lo stavamo osservando attentamente», ha dichiarato Arti Kujur, direttore della Società. La polizia ha già compilato un elenco dei nomi delle madri i cui figli sono stati venduti e sta indagando per rintracciarli.
Le Missionarie della Carità avevano interrotto le adozioni in India nel 2015 per protesta contro una nuova legge indiana che facilita le adozioni per single, divorziati o separati. In altre parole, le suore di Madre Teresa, conservatrici e contrarie all’adozione a chi non è sposato, preferivano lucrare nella vendita clandestina a coppie coniugate, piuttosto che attenersi alle nuove leggi, evidentemente giudicate troppo laiche e liberali. In una storia intrisa di orrore umano, della mercificazione dei sentimenti di ragazze-madri e di genitori che chiedono solo di adottare un bimbo bisognoso, spunta anche una battaglia politico-religiosa in difesa della famiglia tradizionale. – di CARLO PIZZATI
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Quest’uomo ha rovinato l’italia insieme a chi ha governato con lui in questi anni,leggete come hanno venduto il nostro Paese e a chi
17/03/2018 – Nove giorni e poi il trattato di Caen entrerà in vigore anche se il nostro Parlamento non l’ ha ratificato. Nel 2015 l’ allora ministro degli esteri, Paolo Gentiloni, incontra in Francia il suo omologo Laurent Fabius. Sottoscrivono un accordo per ridefinire i nuovi confini marittimi tra i due Paesi. Le acque territoriali francesi in prossimità della Corsica passano da 12 a 40 miglia, mentre il confine al largo della parte nordoccidentale della Sardegna si allarga addirittura fino alle 200 miglia. Tutto mare in più che finisce a Parigi con tutto ciò che c’ è dentro: soprattutto il pesce.
L’ accordo ha già fatto scandalo. Soprattutto perché non se ne comprende in alcun modo la logica sottostante. Quale è la contropartita? Apparentemente non si vede. Ma la notizia ancor più scandalosa l’ ha riportata ieri il quotidiano Italia Oggi. Dentro il trattato c’ è un cavillo che – di fatto – regala ai cugini d’ Oltralpe anche lo sfruttamento di gas, petrolio e idrocarburi.
Al largo della costa sarda è stata da tempo individuata una mega riserva di gas da 1,4 trilioni di metri cubi di gas e 0,42 miliardi di barili di petrolio. Per avere un’ idea delle dimensioni, il giacimento egiziano Zohr (in mano all’ Eni) è considerato il più grande al mondo e ha una riserva potenziale di 5,5 miliardi di barili equivalenti di petrolio. In pratica 11 volte tanto la scoperta fatta nelle acque italiane.
L’ articolo 4 del trattato prevede che nel caso sia possibile accedere alla riserva presente sotto il fondale italiano, avviando la trivellazione direttamente dal versante francese, a Parigi sarà concesso il semaforo verde alle estrazioni.
La clausola non è di semplice interpretazione. Resta infatti da chiarire se a fronte della concessione al nostro Paese arriverebbero almeno delle royalty. Per il resto lo scippo appare chiaro. Anzi trasparente, visto che è addirittura autorizzata dal governo di Roma.
Al momento il giacimento potenziale (presente nella zona marina E) è congelato.L’ unico in grado di bloccare il meccanismo è in questi giorni lo stesso Gentiloni.
La Francia infatti, vedendo l’ ostruzionismo del Parlamento italiano, ha avviato con un semplice decreto una procedura amministrativa unilaterale, nata a sua volta da una consultazione pubblica consentita da Bruxelles. L’ iter del procedimento scade il prossimo 25 marzo. In caso di silenzio-assenso e quindi di mancato ostruzionismo da parte di Roma sarà persino inutile che il prossimo Parlamento intervenga.
Lo scippo si consumerà automaticamente. Tanto più che è davvero difficile sperare che il sottoscrittore dell’ accordo – adesso nelle vesti di presidente del Consiglio – possa cambiare idea. Resta da sperare che i movimentisti sardi trovino eco anche lungo la penisola. – (Claudio Antonelli per la Verità)
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Bustarelle al concorso da Finanziere. Test d’esame venduti a 18mila euro
27/11/2017 – Diciottomila euro ricevuti in cambio del contenuto delle prove del concorso per il reclutamento di allievo maresciallo della Guardia di finanza. A passare i test di ammissione in anticipo è stato Fabio Faggiano, 38 anni, in servizio presso il centro reclutamento di Roma-Lido di Ostia, che ha patteggiato una condanna a tre anni e quattro mesi di reclusione con l’accusa di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio.
Oltre al finanziere è stato condannato anche Mario Galici, difeso dall’avvocato Alessandra Martuscelli, al quale al termine del rito abbreviato il gup ha inflitto un anno e quattro mesi per aver consegnato una bustarella di tremila euro con l’obiettivo di facilitare l’esame dei figli.
Il giudice ha poi disposto il rinvio a giudizio di altri tre finanzieri.
Sotto processo finisce Armando Rossi, 50enne, considerato il collettore delle mazzette. Sul banco degli imputati siederà anche Giovanni Lucarelli, coinvolto per aver svelato i test ma senza intascare mazzette. Accanto ai colleghi prenderà posto Gaetano Pierri, a cui è contestato il pagamento di una tangente per aiutare il figlio.
Il primo episodio riguarda il test del concorso del 2013, dove Faggiano intascò una bustarella per tutelare un ragazzo. Modalità replicata l’anno successivo per garantire il figlio di Pierri. Nel dibattimento si esaminerà anche il concorso 2013/2014 per l’arruolamento di 297 allievi marescialli, dove sarebbero stati favoriti 25 candidati senza però prendere denaro. – FONTE
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20 euro per un voto. La denuncia di un candidato al consiglio comunale di Pozzuoli (NA)
05/06/2017 – E’ quanto riporta un giornale Locale della provincia di Napoli, cronacaflegrea. A sei giorni dalle elezioni amministrative l’ombra della corruzione, voti venduti, anche a pacchetti di 300 euro, a 20 euro nelle periferie di Pozzuoli, E’ la denuncia che arriva da un candidato al Consiglio del comune Flegreo. Il fenomeno, a detta del Candidato, sarebbe attivo nei quartieri della città e in particolare a Licola Mare e Licola Borgo.
“Ci sono in gior persone che offrono soldi per i voti, dai 20 ai 50 euro, abbiamo avuto conferma da alcuni residenti che hanno ricevuto delle offerte”. Parole che confermerebbero un vox populi che spesso si ripete alla vigilia delle tornate elettorali.
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Un’ altra clamorosa denuncia arriva direttamente dal centro di Napoli: “Voti comprati per 20 euro”, a San Ferdinando arriva la polizia dopo denuncia. In piazzetta Salazar agenti chiamati per quanto avveniva nei pressi del seggio dell’istituto Palizzi
“Voti comprati e venduti per 20 euro”. Accade fuori al seggio dell’istituto Palizzi, in piazzetta Salazar a Napoli, alle spalle di piazza Plebiscito. Le immagini mostrano l’arrivo di una volante della polizia dopo la denuncia di una cittadina, che ha documentato come alcuni uomini avvicinassero elettori per dare indicazioni di voto. Ad operazione avvenuta, la contropartita sarebbe la consegna di 20 euro
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