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Renzi furioso a Firenze: «Pensano di essersi liberati di me ma sbagliano» [VIDEO]

By admin

September 10, 2018

10/09/2018 – «Questo governo ci spinge a smettere di rassegnarci e ripartire»: così l’ex premier Matteo Renzi, domenica pomeriggio a Firenze, intervenendo alla Festa dell’Unità della Toscana. Poco prima il segretario Martina aveva parlato a Ravenna. «Andrò nelle scuole, in tv, pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato»: è un Matteo Renzi che parla da segretario- anche se il vero segretario, Maurizio Martina, sta parlando in contemporanea a Ravenna- quello che esordisce sul palco della festa dell’Unità a Firenze, nella «sua» Firenze, dove ha avuto «la fortuna» di essere sindaco, «l’emozione più grande di governare la città più bella del mondo». Smanie di protagonismo? «Non vivo nell’ansia di tornare da qualche parte- chiarisce subito l’ex presidente del Consiglio-ma vivo nell’ansia di non lasciare la politica a chi crede che sia un prolungamento di Facebook».

Insomma, «questo governo» che «ci spinge a smettere di rassegnarci e ripartire», spiega Renzi, che ci tiene a chiarire: «Il problema non è quello che farò io. Io mi giro ed ho soltanto da dire diversi `grazie´». Ma anche da rivendicare: «Al 40,8% dal 1959 non ci è mai arrivato nessuno. Io ho personalizzato? Per due volte con la personalizzazione siamo arrivati al 40%», ricorda Renzi. Che non si rassegna al fatto che «a forza di fare la guerra in casa abbiamo permesso agli altri di vincere. Hanno fatto la guerra al Matteo sbagliato». Ma di guerra non vuol sentir proprio parlare il «vero» segretario, che ha appena concluso il suo intervento alla festa dell’Unità di Ravenna con un appello alla riconciliazione: «Basta litigi, dobbiamo volerci bene». Anche perché «i cittadini capiscono se una comunità che vuole governare il paese, si vuole bene, si riconosce, si fida».

Pensando alla Leopolda. Ma per Renzi ora è un altro giorno, un altro momento. L’ex premier continua a guardare a un futuro di riscatto, in cui lui potrebbe esserci, oppure no. «Voglio che la Leopolda sia un momento di grande libertà. L’Italia non può essere un paese che dice no a tutto. Questo paese non va avanti con i no, ma occorre raccontare gli aspetti positivi dell’Italia», insiste l’ex premier. Che – almeno sostiene – non punta a fare di nuovo il segretario, ma spera che il partito ritrovi compattezza: «Chi vince il congresso deve sapere di avere tutto il partito con sé. Perché per due volte a me ha fatto la guerra il fuoco amico. Quando il segretario Martina darà avvio al processo congressuale si inizia e poi chi vince, vince, chi perde dà una mano». E il segretario reggente, appunto? «Per quello che posso, sono pronto a fare la mia parte come ho sempre fatto fin qui»,dice Martina a Ravenna, con una formula che lascia aperto ogni scenario possibile.