02/02/2025 – La senatrice della Lega e avvocata Giulia Bongiorno ha suscitato un acceso dibattito con la sua strategia difensiva nel caso Almasri, che vede coinvolti la premier Giorgia Meloni, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Bongiorno, nota per aver difeso figure di spicco come Giulio Andreotti e Matteo Salvini, ha adottato una tattica basata sulla negazione dei reati e sulla ricerca di vie di fuga dall’interrogatorio ### La strategia difensiva Bongiorno ha scelto di negare categoricamente le accuse di favoreggiamento e peculato mosse contro i suoi assistiti, sostenendo che non vi siano prove concrete a supporto delle accuse. La senatrice ha inoltre cercato di evitare l’interrogatorio diretto dei suoi clienti, puntando su questioni procedurali e tecniche per ritardare o annullare le udienze ### Le reazioni politiche La strategia di Bongiorno ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, i sostenitori del governo vedono in essa un tentativo legittimo di difendere i propri diritti e di contrastare un’indagine che ritengono politicamente motivata. Dall’altro, le opposizioni e alcuni osservatori indipendenti interpretano la tattica come un tentativo di eludere la giustizia e di evitare il confronto con le accuse. ### Le implicazioni per il caso Almasri Il caso Almasri, che riguarda la scarcerazione del generale libico Osama Almasri, ha sollevato numerosi interrogativi sulla gestione della giustizia e sulla trasparenza delle istituzioni italiane. La strategia difensiva di Bongiorno potrebbe influenzare significativamente l’esito del processo e le percezioni pubbliche sulla vicenda. ### Conclusione La vicenda evidenzia le tensioni tra il governo Meloni e la magistratura, mettendo in luce le sfide che lo Stato di diritto deve affrontare in un contesto politico sempre più polarizzato. La questione rimane aperta e sarà determinante per il futuro della democrazia italiana e per la credibilità delle istituzioni.