Cronaca

Corruzione, Italia in caduta libera nella classifica Transparency. Gratteri: ”Dati prevedibili’

By admin

February 14, 2025

14/02/2024 – La recente classifica sulla percezione della corruzione stilata da Transparency International ha registrato un preoccupante arretramento dell’Italia, che ha perso dieci posizioni rispetto all’anno precedente, scivolando al 52º posto nel mondo e al 19º in Europa. Si tratta di una brusca inversione di tendenza che, tuttavia, non ha colto di sorpresa il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri: “Sono dati prevedibili – ha commentato il magistrato ai microfoni del Fatto Quotidiano -. Le organizzazioni criminali che controllano larghe fette dell’economia in cambio di appalti e altri favori dalla Pubblica amministrazione, concedono interi pacchi di voti. Fino a quando non si avrà il coraggio di riconoscere che la corruzione nella Pubblica amministrazione è strettamente connessa alle attività della criminalità organizzata e non si potenzieranno gli strumenti per aggredirla, ci potranno essere solo passi indietro”. Uno degli aspetti più critici, secondo Gratteri, è la riforma che sta per essere approvata dalla Camera e che limita la durata delle intercettazioni a 45 giorni, fatta eccezione per i reati di mafia e terrorismo. Una decisione duramente contestata dal procuratore, in quanto rappresenterebbe un ostacolo significativo per le indagini, incluse quelle sui reati contro la Pubblica amministrazione. “Noi magistrati, quando intercettiamo – ha precisato – non andiamo ‘a strascico’, come dice il ministro Nordio con un termine improprio.

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Abbiamo tanto lavoro da fare e siamo noi stessi, se vediamo che un’utenza intercettata non porta a nulla, a chiedere al giudice la revoca del provvedimento che l’ha autorizzata”. E aggiunge: “Torniamo alla corruzione. Sarà ancora più difficile scoprirla, dato che il tetto dei 45 giorni vale anche per i reati contro la Pubblica amministrazione. Invece, i reati corruttivi dovrebbero essere inclusi nell’elenco delle eccezioni, proprio come i reati di mafia e terrorismo. Aggiungo che già adesso, se scopriamo un episodio di corruzione attraverso un’intercettazione effettuata nell’ambito di un’indagine di mafia, quella registrazione non possiamo utilizzarla perché autorizzata per un altro procedimento, in base a una recente riforma già in vigore. Questo perché i reati contro la Pubblica amministrazione non prevedono l’arresto in flagranza. Ma, statisticamente parlando, sempre più spesso gli episodi di corruzione emergono proprio durante le indagini sulla criminalità organizzata”. Resta il fatto che la corruzione in Italia non è l’unico problema che minaccia la sicurezza del Paese. Un’altra questione cruciale riguarda le carceri. Le ultime operazioni antimafia hanno infatti dimostrato come i boss continuino a impartire ordini anche dall’interno delle prigioni. Uno dei principali strumenti utilizzati a questo scopo sono i cosiddetti criptofonini: piccoli smartphone anti-intercettazione che sfruttano avanzati sistemi di crittografia per “proteggere” le comunicazioni da intrusioni esterne. Già prima di diventare procuratore di Napoli, Gratteri aveva proposto una soluzione concreta: l’adozione dei jammer, dispositivi che bloccano le radiofrequenze, impedendo così l’uso dei cellulari nelle celle. Tuttavia, questa proposta non è mai stata accolta. Il motivo ufficiale? Si è sostenuto che tali dispositivi potessero arrecare danni alla salute degli agenti di polizia penitenziaria o interferire con le loro comunicazioni. – [FONTE]

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