Campania

Voto di scambio politico mafioso, arrestato anche Alfieri ex presidente provincia di Salerno

By admin

March 28, 2025

28/03/2025 – L’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex Sindaco di Capaccio, Franco Alfieri, è stato travolto da una nuova bufera giudiziaria. Stravolta è stata la Direzione investigativa antimafia di Salerno che ne ha chiesto ed ottenuto l’arresto nell’ambito di un’inchiesta che ha portato a 10 arresti. Eletto col Pd e sospeso dal partito dopo l’arresto dell’ottobre scorso, è coinvolto ora in una nuova inchiesta, che questa mattina tra la provincia di Salerno (Torchiara, Baronissi) e Sulmona (L’Aquila), ha eseguito dieci arresti, in carcere e ai domiciliari, nei confronti di altrettanti indagati. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo di: scambio politico elettorale politico mafioso; tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso; estorsione aggravata dal metodo mafioso; detenzione, porto e cessione di armi da guerra e comuni da sparo e favoreggiamento personale.

Le indagini, durate circa due anni (dal 2022 al 2024), hanno riguardato la ricostruzione dei rapporti tra Alfieri, e il pregiudicato capaccese Roberto Squecco, condannato in via definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente dell’ala imprenditoriale del clan Marandino di Capaccio-Paestum. Rapporti in cui sarebbe coinvolta anche la ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, consigliere comunale di Capaccio-Paestum all’epoca dei fatti. Le vicende riguardano la candidatura a sindaco del giugno 2019.

Il materiale investigativo raccolto ha consentito di ipotizzare un patto elettorale politico mafioso fra Roberto Squecco, Stefania Nobili e lo stesso Alfieri riguardanti la raccolta di voti in favore del politico in occasione delle competizioni elettorali amministrative del Comune di Capaccio del 2019 in cambio del mantenimento del Lido Kennedy, all’epoca già raggiunta da provvedimenti ablatori, nella disponibilità di Roberto Squecco, anche tramite prestanome.

Il commento di De Luca Gli fa eco il vicepresidente del gruppo Noi Moderati alla Camera e coordinatore del comitato d’inchiesta Sistema-Cilento incardinato nella Commissione Antimafia Pino Bicchielli: “Dall’operazione della Dia di questa mattina, stando a quanto si apprende, emerge un quadro ancor più grave. Le nuove accuse ci confermano che, purtroppo, non è sbagliato parlare di Sistema-Cilento. Anzi. Tra i nuovi arresti figura anche un’amministratrice locale, la candidata più votata alla scorsa tornata comunale. Questo dimostra, in base alle accuse mosse, che la vittoria bulgara di Franco Alfieri e della sua maggioranza era tutta una farsa – ha aggiunto il deputato salernitano – Non si può più restare in silenzio di fronte ad episodi simili che mettono in allarme anche la popolazione, oggi fortemente penalizzata da queste vicende giudiziarie. Oggi non possiamo parlare più solo di corruzione, le accuse mosse dalla Procura parlano di mafia. Ringrazio la presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo per il tempestivo intervento circa l’acquisizione degli atti, come richiesto dal comitato di inchiesta. Quando abbiamo chiesto di istituire il comitato d’inchiesta lo abbiamo fatto sulla base di dati chiari e preoccupanti. Avevamo visto bene, ma oggi purtroppo non si può parlare più solo di Sistema-Cilento, perché coinvolge tutta la provincia di Salerno. Vorremmo capire, oggi, qual è la posizione del PD su questa vicenda che sta screditando il nostro territorio, devastato dalle organizzazioni malavitose che hanno avuto vita facile in questi anni”.

Fondazione Vassallo: «Svelata la mafia del sistema Cilento. Nel 2011 denunciai tutto al Pd»

Il Presidente Dario Vassallo: «Complicità politiche e intrecci mafiosi, il Sistema Cilento crolla sotto il peso delle prove. La verità su Angelo Vassallo e lo smantellamento del Sistema Cilento sono due battaglie che procedono insieme. Dal Pd troppe omissioni»

«Oggi si compie un altro passo verso la verità: l’ennesima operazione antimafia ha portato all’arresto di dieci persone tra la provincia di Salerno e Sulmona, tra cui l’ex presidente della Provincia di Salerno ed ex sindaco di Capaccio Paestum, Francesco Alfieri. Le accuse sono gravissime: scambio elettorale politico-mafioso, tentato omicidio, estorsione con metodo mafioso, traffico di armi e favoreggiamento. Una rete criminale che ha prosperato per anni, protetta da un sistema colluso che ho denunciato. Le indagini hanno confermato ciò che ripeto da tempo: il cosiddetto “Sistema Cilento” non è solo un meccanismo di corruzione, ma un’alleanza con la criminalità organizzata. Gli arresti di oggi dimostrano come, nelle elezioni del 2019, voti siano stati scambiati con favori illeciti, permettendo a esponenti legati alla camorra di controllare attività economiche e politiche».

«Oggi c’è ancora chi nega l’esistenza del Sistema Cilento. Amministratori che difendono l’indifendibile, voltando lo sguardo altrove di fronte a prove schiaccianti. Ma il tempo dell’omertà è finito. La luce blu della giustizia si sta avvicinando anche per loro. Nel mio ultimo libro, Il Vento tra le mani, scrivevo che un’inchiesta su larga scala sarebbe stata talmente devastante da rendere Tangentopoli quasi insignificante rispetto al sistema Cilento. Non lo dicevo come una mera ipotesi, ma come una previsione. Oggi, quella previsione sta prendendo forma, e la realtà si sta rivelando ancor più inquietante di quanto immaginassi. E non è ancora finita. Manca ancora il filone che riguarda il settore bancario. Esprimo il mio profondo apprezzamento per l’impegno straordinario della Direzione Distrettuale Antimafia e della Procura di Salerno. Il loro lavoro sta finalmente portando alla luce un sistema marcio che ha avvelenato il Cilento per troppo tempo. La verità su Angelo Vassallo e lo smantellamento del Sistema Cilento sono due battaglie che procedono insieme. Per questo, chiedo che la Commissione parlamentare antimafia, guidata dall’On. Chiara Colosimo, acquisisca tutti gli atti di questa inchiesta. Il Paese deve sapere, e la giustizia deve fare il suo corso senza ostacoli. Le ombre si stanno diradando. La verità non si può più nascondere» – conclude Vassallo.