04/06/2025 – Abstract: Il seguente contributo analizza il fenomeno del lobbying in Italia, mettendo in risalto come l’assenza di una disciplina comporti rischi in termini di conoscibilità delle attività presso i decisori pubblici.
Questo vuoto normativo comporta, inevitabilmente, problemi in ordine alla distinzione tra attività lecita e illecita. In particolare, labile è il confine con la fattispecie di traffico di influenze illecite ex art. 346-bis c.p. ove, forme di intermediazione opaca, si sovrappongono alla legittima rappresentanza di interessi.
Il confronto con altri ordinamenti, interni ed esterni all’Unione Europea, evidenzia come sia necessaria l’introduzione di una regolamentazione trasparente, in grado di individuare con precisione i confini entro cui le lobby – componenti strutturali delle democrazie moderne e riconosciute dalla nostra Costituzione – possano operare legittimamente.
Si sottolinea, infine, l’urgenza di introdurre strumenti come registri pubblici e codici di condotta, in un’ottica di prevenzione degli abusi, di rafforzamento della trasparenza e di tutela dell’integrità del processo decisionale: un adeguato assetto, senza il quale è impossibile operare. – [CONTINUA SU FONTE] VIDEO CORRELATI: