Lo stato italiano non ha versato per anni i contributi pensionistici ai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e quindi li ha fatti confluire nell’Inps, ponendoli a carico di coloro che la sventura pose a lavorare nel comparto produttivo.
Già. E perché siamo vicini al fallimento anche dell’Inps?
«Questo, a causa della fusione Inpdap-Inps, ovvero l’ente previdenziale dei dipendenti pubblici con la previdenza privata. Una fusione voluta dalla manovra Salva-Italia del 2011 che non ha cancellato il buco di 23 miliardi di euro, equivalente al debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti. Buco che ora grava nelle casse del SuperInps, con il rischio di non riuscir più a pagare le pensioni per i prossimi anni se non verranno fati interventi a carattere urgente per risanare i conti.»
Sì. Avete letto bene: ciò accade a causa del «debito che lo Stato ha nei confronti dei contributi previdenziali per i suoi dipendenti», e tutto questo si somma, tanto per gradire al «deficit di 91 miliardi che la Pubblica Amministrazione ha nei confronti dei propri fornitori». Poi, ovviamente, ci sono tutti gli altri debiti, ma state tranquilli. Sono solo un po’ più di duemila miliari di euro.
«Se le amministrazioni dello Stato rallenteranno ancora i pagamenti l’Inps avrà “ulteriori problemi di liquidità”, che non potrà non ripercuotersi sul regolare pagamento corrente delle pensioni.»
«Le entrate contributive si incrementeranno dello 0,9% (a 213,762 miliardi) nel 2013, le uscite per prestazioni istituzionali saliranno del 2,3% a 303,077 miliardi (di cui la spesa per prestazioni pensionistiche sarà di 265,877 miliardi, +1,7%).»
Economy 2050. 2013-05-09. Il vertice dell’inps e’ preoccupato: s’e’ accorto che la nave affonda (da tempo).
Fonte: http://www.rischiocalcolato.it