Il cancro non è una malattia per poveri: Le cure costano, ed i poveri possono pure crepare!
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06/06/2017 – Il cancro non è più una malattia dei ricchi ma l’accesso alle nuove terapie antitumorali resta un miraggio per i Paesi poveri. Quattro malati di cancro su 5 vivono in Paesi poveri o in via di sviluppo. Solo il 5% di loro può accedere a cure adeguate. Nel 2030 il cancro sarà il primo killer nel mondo, con circa 12 milioni di vittime in tutto il pianeta di cui quasi 9 milioni solo nei Paesi poveri. Questo è l’allarme lanciato dall’American Society of Clinical Oncology (Asco) in corso in questi giorni a Chicaco. In particolare, ne ha parlato la Global Oncology Leadership Task Force attraverso gli interventi di Peter Paul Yu, direttore dell’Hartford Cancer Institute del Connecticut, e di Sana Al Sukhun, direttore della scuola di Medicina dell’Università della Giordania di Amman.
Nei paesi poveri e in via di sviluppo l’emergenza cancro ha sempre più le dimensioni di una tragedia ingestibile. L’80% dei malati di cancro vive in Paesi poveri o in via di sviluppo, ma solo il 5% di questi puo’ accedere a cure adeguate.
Basti pensare che l’Africa con l’11% della popolazione mondiale, registra il 25% dei malati complessivi di cancro e assorbe l’1% delle spese mondiali. Al contrario l’America assorbe il 50% dei valori economici con poco più del 14% della popolazione e con il 10% dei malati.
Situazioni e cause di questa escalation sono abbastanza simili a quelle già da tempo registrate con il progredire della patologia diabetica: le mutate condizioni di vita, con popolazioni sempre più inattive e con abitudini alimentari sempre più “nordamericane”, fan si che l’incidenza dei tumori sia sempre più pesante proprio nei Paesi non occidentali. Inoltre la mancanza di strutture sanitarie organizzate e d’eccellenza (un solo esempio, portato da Sana Al Sukhun: ben 29 paesi africani, per un totale di 198 milioni di abitanti, non hanno una radioterapia), la carenza di personale qualificato, di programmi di screening e di farmaci neoplastici rende i tumori una sorta di epidemia pressoche priva delle cure più elementari e standard.
Proprio dall’ASCO la Global Oncology Leadership Task Force ha lanciato un allarme preoccupato ed ha ricordato quello che può fare la comunità internazionale attraverso la ricerca e la raccolta di dati, promuovendo il training, lo screening e la prevenzione primaria. Obiettivo della Task Force dell’ASCO: essere il partner essenziale delle azioni contro le neoplasie, coordinandosi prima di tutto con l’Organizzazione Mondiale della Sanità per avviare piani di intervento su tutti i Paesi poveri.
Il primo di questi interventi, già avviato nel 2005, è la Breast Health Global Initiative (BHGI), che Peter Paul Yu ha chiesto di rilanciare, perché in molti paesi in via di sviluppo “l’attenzione alla salute della donna comporta una non indifferente rivoluzione culturale e sociale”. Il secondo intervento riguarderà la mobilitazione per favorire investimenti in apparecchiature radioterapiche: una commissione internazionale creata in collaborazione con il Lancet, a cui partecipano anche economisti ed esperti in tecnologie per la salute, ha stimato che un’investimento globale di 184miliardi di dollari, necessario per sopperire le attuali carenze di radioterapie, potrebbe portare entro il 2035 a salvare oltre 26 milioni di vite all’anno.
Ha ricordato poi concludendo l’oncologo di Hartford: “L’OMS ha pubblicato all’inizio di febbraio la Guide to Early Cancer Diagnosis: la diffusione di questo documento in tutti i Paesi dovrebbe essere il prossimo passo per una strategia globale contro il cancro, fornendo una linea guida di riferimento a tutti i sistemi sanitari dei Paesi in via di sviluppo”.
Il messaggio lanciato all’Asco sulla “global health initiative” è sembrato chiaro, quanto indubitabilmente impegnativo. Dove si reperiscono tutti questi fondi in un epoca di crisi globale? La risposta richiama alla mente un recente momento storico, quando nel 2001 l’allora segretario dell’ONU, Kofi Annan, lanciò la prospettiva di un Global Fund rivolto a combattere AIDS, malaria e tubercolosi nei Paesi poveri. Il coinvolgimento di ONU, singole Nazioni, assemblee di stati (tra cui la UE), agenzie internazionali e aziende del farmaco riuscì a dare un’accelerazione importante ai sistemi sanitari di molti paesi africani nei confronti delle patologie comunicabili. Oggi potrebbe riproporsi la stessa situazione: il cancro, come dice da tempo l’ASCO, si vince con il coinvolgimento di tutti. –fonte
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Pensioni ultime notizie: mini pensioni, quota 41, quota 100
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01/05/2017 – Pensioni riforma, voto francese e tedesco decisivo per capire cosa accade su pensioni riforma. Alcuni dicono che se vince Macron e vince la Merkel è la vittoria delle banche e quindi salta tutto, salta quota 100, salta quota 41 e saltano tutte le pensioni anche la riforma ma le pensioni saltano.
Dopo che il Consiglio di Stato ha dato il suo parere sul decreto attuativo relativo all’Ape Sociale che andrà ora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale per farlo entrare in vigore, a che punto sono gli altri? In particolare il riferimento è quello atteso dell’Ape Volontario che non è stato ancora firmato e che quindi risulta alquanto difficile possa essere pronto per la prossima settimana. Quindi bisognerà attendere almeno metà maggio affinché si possa conoscere effettivamente cosa c’è scritto nel documento di attuazione, mentre le prime indiscrezioni ci dicono che il Governo avrebbe introdotto una sorta di clausola di garanzia nel caso in cui nel 2019 ci sia un innalzamento dei requisiti pensionistici dovuto all’aumento dell’aspettativa di vita: verrebbe infatti allungato il tempo di percezione dell’Ape, in modo da non lasciare il pensionando senza alcun tipo di sostentamento economico in attesa di entrare effettivamente in pensione.
RIFORMA PENSIONI, IL CALENDARIO DELLE PROTESTE
Si parla di Riforma pensioni come qualcosa di epocale purtroppo però i ritardi la stanno facendo da padrona. In ogni caso gli stessi lavoratori non si sentono perfettamente tutelati soprattutto in materia di anticipazione dell’uscita dal posto di lavoro e così hanno stilato un vero e proprio calendario per far presente le loro richieste al Governo. L’appuntamento principale che sta facendo il giro del web è quello del prossimo 11 maggio a Roma dinanzi a Montecitorio con i lavoratori precoci, ma non c’è solo quello. Infatti molti sfrutteranno le varie piazze organizzate per il prossimo 1 maggio per far arrivare la loro voce a chi è chiamato a decidere sulla Riforma. – fonte
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La casa stampata in 3D in 24 ore: 37 metri quadrati in 24 ore, a 270 euro al metro
01/05/2017 – Una stampante 3D con estrusore di cemento promette di rivoluzionare il concetto di edilizia. Volete andare a vivere da soli coronando il vostro sogno di una villetta al mare o in montagna? Dimenticate i grandi investimenti, anni di cantieri e muri di mattoni uno sopra l’altro: la nuova frontiera dell’edilizia è la stampa 3D. La società russa Apis Cor ha realizzato una stampante 3D in grado di realizzare un’abitazione completa di 37 metri quadri per meno di 10.000 dollari (interni compresi) e in sole 24 ore.

In 37 metri quadri ci sono cucina, bagno, camera da letto e soggiorno. Per costruirla bastano 10.134 dollari, poco più di 9.500 euro. Un costo che include tutti i lavori di costruzione, materiali per le fondamenta, il tetto, le rifiniture interne ed esterne, installazione del riscaldamento, finestre, pareti e soffitti.
COSTA COME UN’UTILITARIA. La casa, dalle curiose forme circolari, interamente in cemento, è composta da ingresso, soggiorno, camera da letto, cucina e bagno. L’applicazione di infissi e finestre, e una mano di bianco, completano l’opera che, chiavi in mano, viene a costare 270 euro al metro quadro. E, secondo Apis Core, è costruita per durare almeno 175 anni.
Non è la prima azienda al mondo a stampare in 3D case o moduli per abitazioni, ma ci risulta l’unica a disporre di una tecnologia ad hoc per fare il lavoro direttamente sul terreno da edificare. Le stampanti 3D oggi in grado di lavorare con il cemento e in dimensioni reali permettono infatti solo la stampa di singoli pezzi – muri, pilastri, solette eccetera – che devono poi essere assemblati in loco.
VELOCE E PRECISA. Punto di forza di questa macchina è la sua forma a gru, che insieme alla testa rotante – dalla quale viene estruso il cemento – permette alla stampante di lavorare girando attorno alla costruzione, raggiungendo ogni punto.
La stampante di Apis Cor è anche straordinariamente veloce rispetto alle concorrenti: lo scorso anno HuaShang Tengda, un’azienda cinese che opera in questo settore, ha realizzato un edificio di due piani per un totale di circa 80 mq, impiegando però ben 45 giorni di lavoro.
«Il nostro obiettivo», ha dichiarato alla stampa Nikita Chen-yun-tai, fondatore dell’azienda,«è quello di diventare la più grande azienda di costruzioni al mondo, in grado di risolvere problemi abitativi in ogni angolo del pianeta.»
La soluzione di Apis Cor è interessante soprattutto per la rapidità con cui potrebbe essere possibile offrire un riparo a popolazioni colpite da calamità naturali. – fonte articolo
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Beppe GRILLO, Intervista integrale: «Noi al governo, sarà naturale»
20/04/2017 – «Io non uso il mio mestiere per convincere. Sono semplicemente Beppe Grillo. Con le mie passioni, con i miei limiti, con le mie intuizioni. Lascio che tutto traspaia ed emerga per come è, evitando di vivere nell’enorme vergogna di ciò che ero prima di essere un politico. Un comico può permettersi di fingere, un politico no». Ascoltiamo un autoritratto inedito, autoironico e, a tratti, autocritico. Un po’ come nel suo ultimo spettacolo. Ma è la prima volta che Grillo racconta così Grillo a un giornale: una lunga riflessione quasi “privata” con immagini che si rincorrono le une con le altre per raccontare l’uomo e il Movimento a cui ha dato origine e che guida con decisione. «Ho lavorato, e si sa; ho vissuto, e si vede. È incredibile, ma tutto ciò che mi trova impegnato come padre, come riferimento per la famiglia, mi scopre più in difficoltà di prima, di 20 anni fa…». Ora la vita del comico che si è reinventato politico si lega alle trasformazioni che nell’ultimo quarto di secolo hanno scosso la società. «C’è stata una strage della decenza. Della lealtà. Della gratitudine. Del perdono», scandisce Grillo. «La strage di soldi, di proprietà e di sovranità messa in atto dalle banche è stata preceduta dal massacro dei valori che si è compiuto, in Italia, nell’era del berlusconismo. Bisogna sempre tenerlo a mente, restando concentrati su quello che è successo».
Le domande lo inseguono, ma Grillo le precede e le esorcizza. Niente concessioni alla cronaca. Niente stretta attualità. Il “patto” diventa questo: non è l’intervista per svelare un disegno sulla legge elettorale o per fare il punto sui guai e i punti di forza del Movimento. Per questi temi ci sarà una seconda puntata. Il gran capo del Movimento 5 Stelle oggi vuole provare a dire qualcosa che non può, e non vuole, dire solo con un tweet.
Grillo, il suo atto d’accusa contro Berlusconi è spietato. Ma tra il 1994 e il 2013 non ha governato solo lui…
È stato il tranviere più noto tra quelli che hanno portato l’Italia verso il precipizio della cosiddetta Seconda repubblica. Poi, ogni tanto ha messo il volante in mano a qualcuno della “sinistra frou frou”. E così siamo entrati nell’euro senza chiederlo ai cittadini…
Anche lei e il Movimento avete commesso errori. Potremmo metterne in fila più di uno…
Le mie debolezze sono le “mamme” dei miei punti di forza. In vita mia non ho mai creduto nella logica dell’”aiutino”, per questo sono forse un po’ rustico. Non mi aspetto di essere capito oltre quello che è ragionevole per chiunque di noi. Ma ho ben chiaro che il super-personalismo alla Nembo Kid dei leader politici ci ha quasi ammazzati. E vedo che il “maestro” è ancora lì ad allattare gli agnellini: è spiacevole la visione di un altro anziano ridotto così…, a mendicare buonismo. La pretesa che l’altro “mi veda per come mi vedo io” è assurda già in una coppia collaudata, figuriamoci in una progressiva orgia di illusioni e rimedi come quelli proposti da personaggi “liftati” che si imitano a vicenda: Renzi e Berlusconi.
Come sarebbe un governo 5 Stelle? E quanto sarà importante l’apporto di energie esterne?
Non esistono energie esterne al Movimento, noi siamo compenetrati con qualunque espressione non-criminale e non-politica che non sia legata al “vecchio ordine” del nostro Paese. Il governo a 5 Stelle avrà la consistenza di ciò che manca in Italia da troppo tempo: onestà e competenza al servizio dei cittadini. Certamente sarà l’espressione di elezioni libere, e sarà molto difficile da zittire con il dito ossuto della Germania o con la tracotanza delle banche.
Davvero per lei l’Europa ha prodotto solo guasti? E quando dice questo pensa all’Europa degli egoismi o all’Unione tout court?
L’Unione Europea di oggi è un sacco contenente 27 popoli che si chiedono come ci siano finiti dentro. Tra questi popoli ci sono connessioni rigide e frustranti, innaturali. L’Unione non può essere tacciata di egoismo… Non può essere tacciata proprio di nulla. È un blocco dalla natura indigeribile, regolamentato da banche. È solo il fermo immagine dell’idea di Europa come potenziale Grande Confederazione di Stati che è stata viziata e storpiata sin dai suoi primi passi. Questa Ue non può essere egoista né altruista, perché non è nulla. Non esiste come identità federale o qualsivoglia altra identità. L’egoismo che affiora è quello del vagone dei più rigidi: la Germania. Ecco: è come una gita in bicicletta dove partono 27 persone completamente diverse, un paio di ciclisti professionisti e poi tanti dilettanti sino al novantenne che ha avuto due infarti. Arriverà primo il ciclista professionista più forte, gli altri – provando a tenere il ritmo – si sentiranno male o addirittura schiatteranno… La verità è che quest’Europa non ha futuro perché è una sorta di nave dei folli.
Una critica senza scampo. Ma si ritrova o no nell’immagine di leader populista?
È incredibile che si continui a parlare di “forze e leader populisti” incombenti sui governi dei Paesi della Ue, mettendo assieme le reazioni meno confrontabili tra di loro con il problema più diffusamente uguale in tutto il mondo: il dopo-sbornia della finanza, delle agenzie di rating, dei cittadini sbattuti sul piatto del business mondiale come “manodopera” per un’uscita dalla Grande Crisi che è soltanto nominale. E intanto le banche continuano a sfilare dalle tasche dei cittadini i risparmi e i loro beni.
Per conquistare la guida di un grande Paese, però, non può bastare mettere sul banco degli imputati le banche e Angela Merkel. Quali sono le idee-forza della sua strategia?
Non esiste una “strategia” per arrivare a Palazzo Chigi. Immagino questo risultato come un auspicabile fenomeno naturale, generato da gente decisa a “scendere sulla terra”, lontano dagli incantesimi degli agnellini salvati da Berlusconi e dalle palle seriali che vengono dal partito ora al governo. Un partito che ha solo un merito: mantiene al suo comando la persona che meglio lo rappresenta, il bugiardo Renzi.
Ci risiamo. Ma, come Berlusconi, anche lei è il dominus nel Movimento a cui ha dato vita.
La realtà del Movimento è nel cuore di un progetto, non di una persona. Questo è possibile e necessario in un mondo in cui è globalizzata l’informazione. Ci sono molti aspetti controversi, ma già ora è facile guardare alle idee dei nuovi sognatori. Sperimentiamo una categoria del sapere umano diversa dalle precedenti, siamo in una rivoluzione di progetti e di nuove realizzazioni che potranno cambiare in meglio la vita delle persone.
Il “meglio” non è automatico. Prova ne sia che nel nostro pezzo di mondo “sviluppato” si discute molto poco di come curare bene gli anziani e tanto della “libertà” di farli morire. E, per disumano sovrappiù, i figli si “fanno fare” anche con l’utero in affitto…
La gran parte delle posizioni etiche trova le sue basi nell’ideologia di chi la esprime. Il Movimento è post-ideologico: non siamo qui a dire cosa è giusto e cosa è sbagliato per e su ogni argomento. Per noi è fondamentale l’autodeterminazione, intesa come la possibilità data ai cittadini di essere cittadini.
Idea manipolata e rischiosa, quella di un’assoluta “autodeterminazione”: è libertà senza responsabilità, individualismo e liberismo estremi che aggrediscono e smontano la realtà della con-cittadinanza…
Il Movimento si è semplicemente impegnato a restituire il Paese in mano alla gente. Per questo non può essere connotato ideologicamente neppure su questioni definite etiche. Per noi conta il ripristino della democrazia in Italia che oggi è sospesa, conta il rientro dei cittadini nelle istituzioni e assistere alla costruzione di una idea di futuro. Cosa vogliamo diventare? Come saremo?
Speriamo non prodotti di laboratorio e neppure “scarti” da rafforzare con la “morte per legge” negli impulsi autodistruttivi… Torniamo a diritti e doveri di cittadinanza. Una proposta di forte impatto è la versione che avete elaborato del reddito di inclusione.
Noi continuiamo a parlare di reddito di cittadinanza, che non è una opzione, ma una fatale necessità. Non si tratta, anche se molti la interpretano così, di una misura basata su una logica assistenzialistica, ma di un ribaltamento delle priorità e della visione della società. Lo Stato che paga vitalizi ai politici e bonus super-milionari ai manager, che creano lavoro, ma spesso fanno anche grossi danni, deve occuparsi o no di garantire un “reddito di dignità” a tutti i cittadini?
Una prospettiva che interroga e impegna diverse forze sociali.
È un processo generato dalla radicale trasformazione del lavoro per la degenerazione delle regole (pensate solo all’orrore del Jobs Act), per gli effetti della globalizzazione (che mette in concorrenza i giovani cinesi con i giovani italiani) e anche a causa della progressiva trasformazione dei processi produttivi (che già stanno procedendo, verso un’automazione completamente deregolamentata). Noi proponiamo qualcosa che ormai è chiaramente inevitabile per redistribuire ricchezza e garantire decenza: basterebbe togliersi di dosso idee vecchie e stereotipate e guardare il mondo per quello che è.
Il mondo cambia, ma nel caso di Trump torna anche indietro, a schemi del passato. Ci descrive in cinque parole il presidente Usa?
Per Donald Trump servono più di cinque parole. Lui è l’espressione plastica della fine della “sinistra frou frou”, la gente si è stufata degli Obama e dei Clinton, tutto il loro essere di sinistra trova sfogo nel concedere qualche diritto senza costi e sorridere bene davanti alle telecamere. Ma Bill Clinton è stato uno dei grandi deregolatori, uno di quei potenti che hanno lasciato libera la finanza di impazzire e buttarci ai piedi del resto del mondo. Barack Obama non è intervenuto in nulla che davvero contasse a Wall Street, non ha fatto sì che il verso delle cose cambiasse ed ha finito per circondarsi degli stessi consulenti economici di Bush. Non importa come la pensi Trump, oppure cosa abbia in comune con gli altri casi di esasperazione alle urne, la sua elezione è stata una sorpresa perché l’establishment americano è molto più ottuso di quanto si possa immaginare.
Le prime decisioni di Trump sono segnate dalle logiche aspre dei dazi e dei muri. Che cosa ne pensa?
Di dazi si parla da moltissimo tempo, ma più che di dazi parlerei di flussi. Riuscire a controllare i flussi: i flussi di denaro, le transazioni finanziarie, i flussi migratori. Questo sarebbe veramente importante. E poi imporre dei limiti alla liberalizzazione per garantire la competitività industriale e nazionale. Quanto ai muri, l’America è murata dentro se stessa da due decenni. Stesso discorso per la Germania, irrigidita sui tacchetti a spillo dei suoi vantaggi generati dal perdono di tutti i possibili debiti tedeschi, e dall’imputazione come colpa del debito degli altri. È incredibile che diamo ancora retta alla Germania.
E il nuovo “zar” russo, Vladimir Putin?
In questo caso forse cinque parole sono sufficienti. Putin è quello che è, senza troppi misteri.
Nel nuovo scontro fra potenze sta andando di mezzo anche la tutela dell’ambiente.
La natura continua a portare una minima scorta di pazienza, ma è quasi finita. Persino più della nostra.
di Arturo Celetti E Luca Mazza
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Concorso pubblico: arriva il bando 1148 posti da agente 893 riservati ai civili , 255 alla provenienza militare
26/0372017 – Concorso pubblico della Polizia di Stato: arriva il bando 1148 posti da agente 893 riservati ai civili , 255 alla provenienza militare
Si è svolto ieri l’incontro programmato con Il capo della polizia, Prefetto Franco Gabrielli, con i sindacati di polizia.
Il capo della polizia , Gabrielli nel corso della riunione ha esordito comunicando che il prossimo mese di aprile quasi sicuramente verrà bandito un Concorso Pubblico Polizia di Stato per 1198 posti da agente (255 riservati alla provenienza militare , 943 dalla vita civile). Le graduatorie saranno valide 3 anni. Le prove di esame dovrebbero avere luogo presso la Fiera di Roma dal 24 luglio al 12 settembre pp.vv. Il testo con tutte le relative indicazioni sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale ad aprile 2017. FONTE
Una legge ad-personam firmata Corallo: la norma che favoriva il re delle slot fu scritta da lui stesso
30/12/2016 – La legge sul terremoto comprata con le tangenti. Con emendamenti di favore scritti direttamente dal beneficiario, il re del gioco d’azzardo Francesco Corallo, che grazie a quelle norme viene autorizzato a piazzare in tutta Italia le sue macchinette mangiasoldi. La storia è rivelata dall’inchiesta di Roma che il 13 dicembre ha portato all’arresto di Corallo e di Amedeo Laboccetta, fino al 2013 parlamentare di An-Forza Italia. Tutti accusati di aver sottratto allo Stato oltre 250 milioni di euro, riciclati all’estero e nascosti nei paradisi fiscali.
Più facile essere colpiti da un fulmine che vincere al gioco
28 aprile 2009: l’Abruzzo sta ancora piangendo le vittime del terremoto quando il governo Berlusconi approva il decreto legge numero 39, che finanzia i soccorsi e i progetti di ricostruzione. Per coprire i costi, stimati in mezzo miliardo per il solo 2009, il ministero dell’Economia, guidato da Giulio Tremonti, autorizza una nuova ondata di macchinette per il gioco d’azzardo. L’emergenza consente di non fare aste o gare pubbliche: le nuove licenze spettano ai dieci grandi gruppi privati che già dal 2004 monopolizzano le licenze statali. E che grazie alle nuove norme si vedono prorogare fino al 2011 le concessioni in scadenza. Corallo sa tutto in anticipo e già il 26 aprile, con un’email non solo preannuncia il decreto ai suoi collaboratori, ma li avverte addirittura che «entro 60 giorni passeranno anche altre norme di cui abbiamo bisogno». Il 28 aprile, quando il governo vara il “decreto Abruzzo”, Corallo è pronto a inondare l’Italia con diecimila nuovi apparecchi da gioco. Il decreto è approvato dal Parlamento il 24 giugno con la legge numero 77, dove spuntano altri emendamenti favorevoli a Corallo: il suo gruppo Atlantis-Bplus potrà pagare le nuove licenze in ritardo e in due rate, usandole subito come garanzie per ottenere prestiti bancari con cui pagarle. Un suo tesoriere offshore scrive a Corallo: «Hai avuto una licenza di stampare denaro! Congratulazioni».
Gioco d’azzardo, vittoria M5S: enorme conflitto d’interesse, questione Giorgetti
Il cerchio delle norme di favore si chiude il 1 luglio 2009, quando il governo, «su proposta di Berlusconi e Tremonti», approva il decreto legge numero 78 che fa slittare la gara per le nuove concessioni per il gioco d’azzardo e le allunga per altri nove anni. Pochi giorni dopo, il 7 luglio, una offshore di Corallo versa segretamente 281 mila dollari a Giancarlo Tulliani, fratello di Elisabetta, la compagna del leader di An Gianfranco Fini, all’epoca presidente della Camera. Lo stesso “cognato” del politico, tra luglio e novembre 2008 aveva già intascato su un conto di Monaco un altro milione e mezzo di euro, usciti sempre dalle offshore di Corallo.
Scandalo SuperEnalotto: la Ndrangta riciclava le vincite al gioco del SuperEnalotto
Tulliani aveva usato un quinto di quei soldi per comprare da An la casa di Montecarlo, poi rivenduta con un guadagno di un milione di euro a una offshore su cui aveva poteri di gestione anche la sorella Elisabetta. Il 24 novembre 2009, mentre scadono le rate delle nuove licenze per le slot, il braccio destro di Corallo, Rudolf Baetsen (ora arrestato), riassume così, sul suo pc la ragione di un versamento segreto di 3 milioni e 599 mila dollari: «Decreto 78/2009 – 2.4M euro». A beneficiare su un conto estero di quel bonifico, che al cambio dell’epoca corrispondeva a 2,4 milioni di euro, è Sergio Tulliani, padre di Giancarlo ed Elisabetta. Intervistato dal Fatto, Fini ha giurato di non aver mai saputo degli oltre quattro milioni versati dalle offshore di Corallo ai Tulliani, autodefinendosi «un coglione».
Gioco d’azzardo: Il maxi sconto del fisco sul gioco d’azzardo online
La Procura di Roma ha acquisito anche le indagini di Milano: il pm milanese Roberto Pellicano ha interrogato il consulente di Corallo, Guido Marino, che ha confessato «di aver scritto personalmente, su commissione di Bplus-Atlantis, le norme poi inserite nelle leggi del 2009». Il decreto Abruzzo e quello targato 78/2009, insomma, sono stati letteralmente dettati dal re delle slot. Ma ancora oggi non si sa quale politico lo abbia infilato tra le norme sul terremoto. Interrogato a Milano, l’allora direttore dei Monopoli, Raffaele Ferrara, ha dichiarato: «Il capo dell’ufficio legislativo, Italo Volpe, se non ricordo male, mi disse che il pacchetto gli era stato trasmesso dall’onorevole Milanese». Marco Milanese, all’epoca il braccio destro di Tremonti, smentisce e replica: «Ero ostile a Corallo». – FONTE
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Si è svolto presso Hera Com L’ Incontro dedicato alle associazioni dei consumatori
Si è svolto presso Hera Com L’ Incontro dedicato alle associazioni dei consumatori
Per noi e era presente il nostro Presidente Regionale Dott. Giovanni Diaco, il quale ha dichiarato:
“ben vengano questi incontri con cadenza periodica, dove ci si confronta si discute, si cerca di trovare
delle soluzioni condivise con lo scopo di non litigare e togliere lavoro ai Tribunali “
Nell’incontro rasserenante tra le varie argomentazioni si sono stati toccati i seguenti temi:
- Canone RAI in bolletta elettrica: andamento dei primi mesi
- Acquologo: la nuova App del Gruppo Hera dedicata al Servizio Idrico
- SOStegno Hera: aggiornata la guida dedicata alle utenze in difficoltà
Qualunque contenzioso con HERA da oggi lo risolviamo Noi a costo zero
( anche per la mera morosità grazie all’accordo di solidarietà dell’associazione )
Scriveteci a: HERA@AVVOCATOINFAMIGLIA.COM
per ricevere ulteriori informazioni ; è gratis !
“Domani inizia processo storico per usura aggravata contro 3 direttori di banca”
“Domani inizia processo storico per usura aggravata contro 3 direttori di banca”
Agenpress.
L’usura è la pratica consistente nel fornire denaro a tassi di interesse considerati illegali da rendere il loro rimborso molto difficile o impossibile. Pertanto è un reato penale regolato dall’art. 644 del codice penale.
Da chi è praticata l’usura? Dalla criminalità organizzata a chi purtroppo dovrebbe invece dare una mano allo sviluppo cioè gli istituti di credito, le banche .
L’usura bancaria è un reato introdotto regolato dall’Art. 644 del Codice penale italiano ed è stato ripreso dalla Legge n. 108 del 7 marzo 1996, apportando profonde innovazioni e modifiche in materia di usura nell’ordinamento giuridico dell’Italia.
Si intendono usurari gli interessi (comprensivi di mora e altre spese) che superano il limite stabilito dalla legge nel momento in cui essi sono promessi o comunque convenuti, a qualunque titolo, indipendentemente dal loro pagamento.
Oltre alla crisi economica incalzante, molte imprese si sono trovate in difficoltà nel pagamento dei finanziamenti che molto spesso li hanno portati al fallimento con relativa vendita degli immobili.
Nell’80% dei casi non sarebbe il correntista ad essere in debito ma la banca. Ma come dimostrarlo? Come è possibile mettersi contro un istituto di credito?
Un imprenditore di Galzignano Terme (PD), supportato da associazioni che tutelano il contribuente , nonostante la sua impresa sia fallita, ha trovato la forza di denunciare.
“Domani non sarà solo l’anniversario della caduta del muro di Berlino. A Padova, alle ore 9 inizierà il processo a porte aperte per usura aggravata in concorso a carico di 3 direttori di filiale e 2 banche. Non è un caso isolato. Circa 80-85% dei casi esaminati presentano anomalie e illeciti civili e penali” afferma il Presidente dell’associazione.
Chi è responsabile dei tanti imprenditori che si sono suicidati ? Lo chiediamo a Massimiliano Barrocci, leader del Comitato spontaneo IO NON MI UCCIDO e pertanto anche come prevenzione del fenomeno dei suicidi, suggerisce ai Cittadini di esaminare i rapporti bancari e di seguire la strada della legalità con la denuncia del reato.
“E’ importante però che chi prende la strada della legalità non venga lasciato solo. Abbiamo gli strumenti legislativi ma realmente tante pratiche di sostegno per chi denuncia l’usura e l’estorsione sono sul tavolo, ancora ufficialmente vacante, del commissario antiusura e antiracket al ministero dell’Interno. Troppa burocrazia mentre imprenditori sono ormai sull’orlo del baratro con la tegola, nonostante la presenza di usura, di vendite all’asta di aziende e abitazioni, in molti casi al ribasso di oltre il 50%” –
Condividiamo il sapere e terremo informati sull’esito del processo.
La Redazione
www.andreafisco.com ; www.avvocatoinfamiglia,com
presidenza.nazionale@avvocatoinfamiglia.com
Da circa 12 mesi è iniziata la strategia di difesa dei Cittadini vessati dalle banche
Da circa 12 mesi è iniziata la strategia di difesa dei Cittadini vessati dalle banche attraverso l’art. 1460 del codice Civile. Arrivano i primi risultati importanti .
Ecco come la controparte bancaria
comincia a tremare.
Non sottovalutate mai un gruppo di cittadini organizzati perchè possono cambiare il mondo.
Ecco l’articolo come riportato poi dalla carta stampata
Npl, serve il grande condono bancario
In questi mesi si dibatte molto sulle sofferenze nei crediti erogati dalle banche (NPL). Gli NPL sono diventati un problema irrisolvibile, una zavorra che sta trascinando sempre più a fondo le banche italiane.
Ammontano a circa 360 miliardi di euro. Di questi, 200 miliardi sono sofferenze, che, svalutazione dopo svalutazione, sono iscritte nei bilanci delle banche per circa 56 miliardi, poco più di un quarto del loro valore nominale.Ma i fondi speculativi internazionali sono disposti a comprare i 200 miliardi di sofferenze a 22 miliardi circa, poco più del 10 % del valore lordo dei crediti. Vendendo ai fondi avvoltoio ci sarebbero perdite tra i 20 e 30 miliardi, con la conseguente necessità di ricapitalizzazioni di pari importo. Da questo dato di fondo nascono la proposta dei GACS, la nascita del fondo Atlante, e tutte le recenti polemiche sugli NPL.
E’ evidente che il sistema sta collassando con invitabili perdite per tutti, imprese, famiglie, banche. Recentemente, l’avvocato Dino Crivellari, un grande esperto del settore, per molti anni Amministratore Delegato di UniCredit Credit Management Bank, la più importante banca italiana specializzata nel recupero crediti, ha lanciato una “provocazione intelligente”: i fondi speculativi internazionali potrebbero transare a 56 miliardi con i debitori queste sofferenze, acquistate per 20/30 miliardi, guadagnando somme enormi (più di una manovra finanziaria) a spese del sistema Italia (banche, imprese, famiglie, fisco). Se le banche recuperassero dalle sofferenze i circa 56 miliardi che hanno a bilancio non avrebbero perdite ulteriori, non dovrebbero ricapitalizzare. La proposta è quindi molto semplice concettualmente: in alternativa alla cessione degli NPL ai fondi speculativi, si sostiene sia molto più conveniente per le banche quello che Crivellari provocatoriamente definisce “condono bancario”. Il “condono bancario” risolverebbe il “principale problema del nostro Paese: l’incapacità delle banche di fungere da propulsore dell’economia e della sua ripresa dovuta al macigno delle sofferenze.
Ma perché bisogna “salvare” le banche? E da che cosa? Bisogna rimettere le banche in condizione di funzionare cioè di tornare a fare credito alle imprese, anche perché “nella maggior parte dei casi i debitori insolventi non sono mancati pagatori volontari ma imprese o” privati cittadini che “non ce la fanno” perché la crisi ha sconvolto la nostra economia da quasi un decennio Nell’ipotesi fatta, ammesso che tutti i debitori possano far fronte al loro debito nella misura ridotta già riflessa nei bilanci delle banche post accantonamenti, il sistema avrebbe degli enormi benefici”:
- – le banche azzererebbero le sofferenze, diminuirebbe il bisogno di aumenti di capitale;
- – i corsi azionari delle banche migliorerebbero con benefici diffusi anche perché, senza le maggiori perdite da cessione, le banche non dovrebbero aumentare gli accantonamenti sui crediti in bonis;
- – alcuni milioni di imprese e cittadini, alleviati dall’ossessione dei debiti bancari che non possono più pagare, potrebbero tornare a vedere il futuro con ottimismo, a far ripartire le loro aziende, ad aumentare i loro consumi ecc. Tutto a beneficio del PIL e della ripresa;
- – si chiuderebbero decine di migliaia di contenziosi, dando respiro al nostro sistema giudiziario in affanno.
La proposta non è passata inosservata: un gruppo di amici, attivi nel mondo delle professioni, delle associazioni datoriali, delle Fondazioni ed Associazioni che combattono l’usura criminale e l’usura bancaria aveva promosso il Convegno alla Camera dei Deputati il 25 luglio 2016, proprio a partire dalla stessa idea di fondo espressa da Crivellari: dall’attuale impasse – credit crunch, difficoltà di crescita economica, crisi bancaria – si esce soltanto con una normalizzazione, nell’interesse di tutto il sistema, dei rapporti fra banche e consumatori. E’ necessaria la consapevolezza che il 2008 e poi, per l’Italia, il 2011 hanno segnato un momento di rottura epocale, occorre quindi dare un segnale forte ed agire per la discontinuità, come seppe fare Roosevelt con le leggi bancarie del New Deal, oppure, su di un altro piano, Mandela in Sudafrica con la Commissione Tutu.
Per questa ragione, è stato proposto un New Deal, un nuovo patto, tra banche e consumatori in Italia. Abbiamo intervistato, a questo proposito, due giovani professionisti molto impegnati sul fronte della difesa di famiglie e imprese contro l’usura criminale e l’usura bancaria: gli Avvocati Monica Pagano e Danilo Griffo del Foro di Brescia. Avvocato Pagano, che caratteristiche deve avere questo New Deal che proponete?: Deve essere attento alle fasce sociali più disagiate. Non a caso il nostro Codice Civile e la nostra Costituzione sono improntati al Favor Debitoris. Per questo è importante ragionare sulla divisione in fasce 2 sociali dei debitori, valutando l’impatto che la proposta avrebbe su questa stratificazione.
I dati Bankitalia, da noi rielaborati, ci dicono che il 4,7% dei debitori, quelli con oltre 500.000,00 euro di debito procapite, hanno il 70,4% del debito, le famiglie e piccole imprese famigliari, l’82% dei debitori, hanno soltanto l’11,6% del debito. Solo su questi dati si può ipotizzare la possibilità di riuscita del condono bancario, o come noi preferiamo dire, del New Deal fra banche e consumatori. Dalla nostra esperienza professionale è ragionevole dire che i grandi debitori già oggi transano fra il 40 ed il 50% del debito. Una soluzione generalizzata faciliterebbe questa tendenza già in atto. Le piccole imprese, con debito tra 125.000,00 e 500.000,00 euro (che sono il 13,5% dei debitori ed hanno in carico il 18% del debito) già oggi, quando gli uffici legali delle banche li prendono in considerazione, possono transare intorno al 30%. Da un condono allargato in queste due fasce, il 18% dei debitori che detiene il 90% del debito, le banche potrebbero incassare somme vicine ai 56 miliardi indicati dall’avvocato Crivellari.
Avvocato Griffo, la sua collega non ha parlato delle famiglie e delle microimprese in difficoltà, 1 milione e mezzo di posizioni, quindi fra componenti della famiglia, dipendenti, ecc. 7 o 8 milioni di persone. Cosa proponete per questa fascia?Riteniamo che, se diminuisse fortemente l’impatto sui bilanci e sui valori delle banche degli NPL, sarebbe possibile affrontare in modo socialmente attento la situazione delle famiglie e delle microimprese in difficoltà. Questi milioni di persone, con la cessione dei crediti ai fondi speculativi, sarebbero avviate al massacro sociale. Già ora è in atto l’espropriazione di centinaia di migliaia di prime case, la cessione ai fondi speculativi aumenterebbe esponenzialmente questi espropri. Sarebbe anzi possibile adottare, per le fasce deboli dei debitori, soluzioni simili a quelle adottate in altri paesi. Ad esempio in Spagna le famiglie in difficoltà nel pagamento delle rate del mutuo possono proporre un piano di ristrutturazione del debito fatto per l’acquisto della prima casa. Il periodo di rimborso può essere allungato fino a quaranta anni. Se l’importo annuo delle rate del mutuo non si abbassa al di sotto del 60 per cento del reddito familiare, può essere chiesta una riduzione della parte capitale del debito. Nelle soluzioni estreme il cliente può saldare le sue pendenze con la banca cedendo l’abitazione, ma questo comporta la cancellazione totale del debito garantito e di ogni altra pretesa. Per queste considerazioni noi aggiungiamo, come irrinunciabili, altre 3 ipotesi di lavoro.
1. La soluzione deve essere tombale, coloro che aderiscono al New Deal e così chiudono i loro debiti, devono essere cancellati dalla Centrale Rischi Banca d’Italia, dalla Criff e da ogni altra centrale dati, riacquistando così dignità creditizia Per questa via si darebbe al mercato del lavoro nero ed all’economia sommersa un colpo più forte che mille leggi e denunce.
2. la legge 231 deve essere estesa ai reati di usura, come auspicava già anni fa la Commissione, poi affossata, presieduta dall’attuale Procuratore Generale di Milano, Francesco Greco.
3. Dopo che il “condono” le ha salvate dal disastro devono essere imposte anche alle banche regole molto severe. I contratti devono essere scritti nel rispetto della legge 108/96. Un solo esempio: per i mutui ed i leasing occorre che i contratti si adeguino a quelli della stragrande maggioranza delle Banche Europee (ed anche di alcune Banche Italiane). In particolare è necessario che, in caso di mora, il tasso si sostituisca nella rata al tasso corrispettivo e non si applichi invece su tutta la rata.
Fonte articolo : http://www.affaritaliani.it/economia/npl-serve-un-grande-condono-bacario-450314.html?refresh_ce
Complimenti quindi all’azione del Comitato spontaneo
ED IO NON PAGO !
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