Ambiente e salute

Ricette: Medici di famiglia nel mirino del garante della privacy per assicurare che il contenuto delle ricette rimanga riservato

By admin

November 01, 2014

Sanremo 27/10/2014 – Medici di famiglia nel mirino del garante della privacy per assicurare che il contenuto delle ricette rimanga riservato. Cosa che non sempre avviene. Peraltro con le migliori intenzioni: sveltire al massimo i tempi e alleggerire gli assistiti.

Ricette lasciate direttamente in farmacia, oppure nei raccoglitori all’ingresso dello studio medico. Il paziente in questo modo può evitare di attendere ore seduto in sala d’aspetto. Basta una telefonata e poi si passa a ritirare il documento in tutta comodità. Sistema che diventa meccanico nel caso di malati cronici che hanno sempre bisogno della stessa ricetta.

Una prassi che di certo garantisce sveltezza, ma che in teoria consente a chiunque di leggere le ricette degli altri, curiosando all’interno di una cassetta incustodita. Leggendo le prescrizioni di altri, è possibile scoprire quale medicine devo assumere e di conseguenza dedurre quale malattia li affligge. Il diritto alla privacy impone che una simile circostanza non si verifichi in nessun caso, anche se poi, nella realtà quotidiana, è non è così consueto trovare qualcuno interessato alle patologie dei suoi concittadini.

Ma poiché fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, d’ora in poi sarà necessario adottare delle misure più rigorose. Con buona pace dell’utenza, che dovrà armarsi di santa pazienza e affrontare le code, a volte chilometriche, davanti alla porta del medico curante. Già da questo mese sono scattati i controlli della Guardia di finanza. Naturalmente, saranno sotto i riflettori tutti gli eventuali “furbetti”.

A suscitare attenzione sono in particolare le ricette lasciate direttamente in una farmacia, o meglio le ragioni che hanno indotto il medico a utilizzare come appoggio proprio quella farmacia e non un’altra. E’ ovvio che un eventuale accordo sottobanco tra il medico e il farmacista per assicurare un flusso continuo di pazienti e il relativo guadagno sulla vendita dei medicinali, costituisce un comportamento di “sicuro interesse” per le Fiamme gialle.

In caso di violazioni della privacy potrebbero anche essere comminate ai medici multe da 50mila euro. Insomma, pugno di ferro per tutelare la riservatezza dei cittadini in tema di sanità. Sarà quindi obbligatorio studiare degli stratagemmi pratici in grado di assicurare il rispetto delle regole, per esempio ridisegnando la disposizione delle postazioni per prenotare e consegnare le prescrizioni mediche nelle sale di attesa.

L’importante è che gli altri assistiti non possano ascoltare le conversazioni dei pazienti e soprattutto leggere le loro ricette. Senza dimenticare tutto il nuovo fronte aperto dall’avvento dei referti scaricabili da siti web, o dalle consultazioni mediche online. Una evoluzione che impone controlli e contromisure.

Francesco Alberti, presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Imperia, si augura buon senso: «La privacy va tutelata, ma agevolare tutti i vari percorsi a chi soffre per una malattia è altrettanto importante. Una normativa eccessivamente rigida sarebbe controproducente. Occorre innanzitutto avere regole chiare e facilmente applicabili. Ci saranno i dovuti adeguamenti, ma i controlli devono essere portati a termine senza accanimento e cavillosità. I medici devono poter lavorare in serenità, non con il timore costante di infrangere la legge. E i pazienti devono potersi curare con comodità». FONTE