Ambiente e salute

LIVORNO: PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LA TRUFFA DEL DEBITO”

By nicola stefanini

November 15, 2014

L’altra sera presso La Bottega del Caffè a Livorno, si è tenuta la presentazione del libro “La truffa del debito”. Un incontro tra Paolo Ferrero segretario nazionale di Rifondazione Comunista e Filippo Nogarin, condotto e partecipato da Riccardo Chiari del Manifesto.

Malgrado i tre non siano dichiaratamente economisti, hanno mostrato lucidità e preparazione tale da esprimere concetti in modo chiaro e conciso, privi di ogni inquinamento bocconiano.

Quindi serata all’insegna dell’economia sociale, pulita, chiara, avviatasi con l’annuncio che l’Unione Europea sta valutando la Procedura di Infrazione sui conti pubblici italiani, in pratica una messa sotto tutela della nostra nazione, a causa della mancanza di coperture sulla Legge di Stabilità del primo ministro Renzi.

Il nostro paese, rischia così di essere costretto ad una svalutazione interna dei salari, proprio come è avvenuto in Grecia dove l’Europa ha imposto l’abbattimento degli stipendi e delle pensioni in nome della crisi economica del debito.

Perciò, tengono a precisare Ferrero e Nogarin, che Renzi, con la scusa di trovare le coperture, spinge l’acceleratore sul piano Cottarelli che mira a colpire le aziende partecipate, vere e proprie public utility, in pratica banche dei comuni, facendole passare come centri di malaffare e di spesa improduttiva allo scopo di svenderle. Verranno privatizzate 8000 mila aziende partecipate su 9000 mentre l’Europa minaccia la Procedura di Infrazione, un piano ben orchestrato, perché la svendita sarà a favore delle multinazionali che si approprieranno dei beni e dei servizi primari della popolazione. Tutto questo, escogitato per uno scopo ben preciso, spianerà la strada al Trattato Transatlantico in procinto di essere firmato dal nostro governo,ciò porterà una ventata di neoliberismo nei mercati europei, causando l’annientamento di quel che resta dello Stato Sociale. E nel favorire la colonizzazione da parte delle multinazionali, Renzi abolirà l’art.18, ultimo baluardo a tutela dei lavoratori, andando a comporre un’operazione antisociale devastante. Continua Ferrero, spiegando che sarà istituito un Tribunale Internazionale Privato che potrà derimere i contenziosi tra gli stati e le multinazionali, citando i primi per danni in caso di politiche sociali, che ostacolino i guadagni dei secondi. Ancora Ferrero non esime dal ritenere che si tornerà a prima della Rivoluzione Francese del 1789 o peggio ancora prima del 1628 anno in cui il parlamento inglese stabilì la “Petizione dei diritti”.

Ma da quanto studiano a questo disastro?

Nogarin e Ferrero non hanno dubbi che il neoliberismo sia nato prima dell’Euro. Il 1981 è stato un anno fondamentale per la scalata del capitalismo finanziario nel nostro paese, con il divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro. Infatti prima di quell’anno la Banca d’Italia partecipava alle aste dei bond nazionali e veniva obbligata a comprare quelli invenduti. Con l’elusione di questo principio nasce la speculazione, le aste finivano volutamente deserte fino a che lo stato non era costretto ad alzare gli interessi, arrivando a pagare tassi da usura.

(Ndr: Nel frattempo si susseguivano a ruota i governi Craxi e quelli democristiani fino al ’92, anno in cui l’Italia ha subito il terremoto politico dovuto al tentativo patriotico di Mani Pulite di arrestare il propagarsi della corruzione e finanziario con la speculazione di Soros che comportò la conseguente devastante svalutazione di 1/3 della lira). Vi ricordate la famosa manovra, o meglio il prelievo forzoso da 70mila miliardi di vecchie lire? Amato abolì la scala mobile, introdusse i ticket, la patrimoniale ed altro ancora. Ci ricorda Ferrero che dal ’92, il bilancio primario dello stato, ha sempre chiuso in attivo, cioè le entrate hanno sempre superano le uscite. Il nostro avanzo primario è più alto di quello della Germania ed il nostro debito cresce solo per gli interessi pari a 80 miliardi l’anno, calcolati in base al parametro soggettivo dello spread, che naturalmente per l’Italia è altissimo, mentre per la Germania lo spread è irrisorio. In buona sostanza Ferrero continua spiegando che l’Italia è motore e profitto per gli speculatori, mentre la Germania, per citare ancora la nazione di riferimento, semanticamente rimane fuori dai trattati europei sforando costantemente da 5 anni la soglia del 6% sul surplus commerciale.

Quindi la crisi è frutto di una scarsità?

Assolutamente no. E’ una crisi da sovrapproduzione, abbondanza mal gestita e più sacrifici sono imposti, più danni si fanno bloccando l’economia. Al che i relatori convengono che la soluzione stia nella redistribuzione del lavoro e non nella ripresa della crescita, costituendo un modello che non metta più al centro il profitto, ma il raggiungimento di cose utili, di fini comuni e di soddisfacimento dei bisogni essenziali.

In pratica già nel ’81 l’élite capì che il capitalismo stava esaurendo la sua forza propulsiva e solo il risultato di un indebitamento delle nazioni, sarebbe servito per privatizzare i beni comuni dando così nuova linfa.

Il sindaco Nogarin incalza spiegando che gli stessi tagli della spending review, sugli asili nido, sui trasporti, sull’igiene urbana, sulla scuola, sulla sanità, sono attuati non per una parsimoniosa riconversione in termini di diminuzione delle tasse, ma esclusivamente allo scopo di essere inghiottiti dagli interessi del debito. Per portare un esempio, il comune di Livorno 21° comune d’Italia, con un bilancio di 190 milioni di Euro, solo quest’anno ha subito un taglio di 15 milioni, per un totale di 26 milioni negli ultimi 5 anni.

Sostiene ancora il sindaco che, andando oltre il piano Cottarelli, si rischi la rivoluzione sociale perché è fuori dubbio, continua, che siamo arrivati al punto in cui il mantenimento in vita dei servizi primari sia giunto ad uno stato limite. Inoltre è molto chiaro nello spiegare il processo di privatizzazione delle partecipate (pubbliche): Si è legiferato che il privato debba entrare nell’azienda pubblica in nome del libero mercato, per cui le società si accoppiano per costituire un soggetto unico, ma il pubblico solitamente non è in grado di fare piani di investimento richiesti, per cui si propone esclusivamente il socio privato a cui in cambio vengono cedute quote di capitale trasformando la ragione sociale in una Spa a tutti gli effetti. Al momento in cui viene attuata una ricapitalizzazione dell’azienda, il pubblico non è in grado di sostenerla e il privato si mangia l’azienda. E tutto questo sarà perpetrato su 8mila aziende pubbliche, in nome del Trattato Transatlantico e stretti dalla morsa del debito.

Il dibattito si conclude con Nogarin che ricorda che l’uomo è patrimonio dell’umanità ed egli stesso deve tutelarsi da ogni forma di oppressione, Ferrero trova nella disubbidienza a questo sistema truffa, l’unico modo per salvare la nostra società.

Nogarin e Ferrero rivendicando il fatto di essersi trovati in pieno accordo nell’esposizione dei contenuti della serata, trovano un ampio conforto dal pubblico accorso con diversi colori politici, il quale ha dimostrato ampiamente di condividere i punti salienti della discussione.

Ferrero ricorda ai presenti che al momento che si dimise da ministro del governo Prodi, dopo appena un mese dal suo incarico, egli si dimise anche da senatore, non andando a maturare perciò il diritto alla pensione parlamentare.

La serata è stata molto intensa, per tale motivo è mancato un approfondimento sul sistema Euro. Proviamo a descrivere brevemente i danni che sta causando alla nostra economia.

Per coprire il disavanzo costante dovuto al debito, l’Italia è costretta ad emettere Titoli di Stato detti Bond. La BCE potrebbe prestare gli Euro emessi ad un tasso dello 0,15 ma il regolamento non lo consente, per cui l’Italia può ottenere i soldi solo da un privato (banca), che alla scadenza pretenderà, un surplus del 2,5-5 % l’anno. L’Italia dunque non ha più la sovranità monetaria, per cui come farà a rivalutare l’importo dovuto al prestatore senza che questasi indebiti ulteriormente? Considerando che è in atto una rarefazione monetaria: le importazioni sono maggiori delle esportazioni; che il Pil è in costante segno meno; che è prevista una restituzione obbligatoria della metà del debito entro 20 anni (Fiscal compact) e che appunto il debito cresce 80 miliardi di Euro l’anno, dopo la privatizzazione delle 8mila aziende partecipate, domandiamoci, in che direzione si sposterà il fronte di questo feroce approvvigionamento capitalista?

L’aspetto favoloso di questa storia che smembrerà il tessuto sociale, emerge dal consenso che una parte del popolo sta dando a Renzi, il quale gioca sulle malefatte della classe politica di cui lui stesso ne è l’appendice. E’ vero, che le partecipate siano parcheggio di politici più o meno falliti, un’idrovora di denaro pubblico, un ammortizzatore sociale della casta e dei loro familiari, è vero che l’Italia, oltre ad avere subito numerosi complotti internazionali imploda a causa di una scellerata guida politico-economica mafiosa e corrotta retta da una informazione fuorviante. E’ altresì vero che il popolo debba avviare una riflessione profonda su temi come questo e ciò è urgente, perché superata una certa soglia si apre la fase di un rapido declino verso la schiavitù, in una storia che atavicamente si ripete.