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Trattativa Stato-Mafia, il pm chiede 9 anni di carcere per Calogero Mannino l’unico dei 12 imputati ad essere processato col rito abbreviato

By admin

December 12, 2014

11/12/2014 – “Mannino – ha detto il procuratore aggiunto Teresi concludendo la requisitoria – dopo la strage di Capaci era nel mirino della mafia. Percio’ comincio’ le sue interlocuzioni col Ros e interferi’ pesantemente col Dap per dare ai mafiosi quanto si poteva loro dare e per deviare i comportamenti politici e amministrativi delle istituzioni” Nove anni di carcere per Calogero Mannino, l’ex ministro democristiano, imputato nel processo Trattativa Stato – mafia. È questa la prima richiesta di pena formulata dall’accusa in un processo che ha per oggetto il Patto tra pezzi delle Istituzioni e Cosa Nostra. Mannino, infatti, è l’unico dei dodici imputati dell’inchiesta palermitana che ha scelto di essere processato con il rito abbreviato: stamattina i pm Vittorio Teresi e Roberto Tartaglia hanno completato di esporre la requisitoria dell’accusa, formulando la richiesta di pena davanti al gup Marina Petruzzella.

L’ex ministro della Dc è accusato del reato disciplinato dagli articoli 338 e 339 del codice penale, ovvero violenza o minaccia ad un corpo politico dello Stato: il massimo della pena prevista è 15 anni di reclusione, più altri 5 con l’aggravante dell’articolo 7, cioè aver agito favorendo Cosa Nostra. Avendo scelto il rito alternativo, però l’ex esponente della Balena bianca ha diritto ad uno sconto pari ad un terzo della pena massima. Per l’accusa, è Mannino il primo politico che si muove sullo sfondo della Trattativa, creando di fatto le condizioni per portare lo Stato a dialogare con Cosa Nostra: consapevole di essere finito nella black list di politici e magistrati che Totò Riina ha condannato a morte, l’esponente della Dc cerca di attivarsi subito per salvarsi la vita. Continua su FONTE