Ambiente e salute

BARI, La Corte dei Conti condanna Emiliano, coinvolta l’intera amministrazione: deve risarcire le casse dell’Asi

By admin

December 29, 2014

La vicenda riguarda un licenziamento che era già stato definito illegittimo dal giudice del lavoro. Coinvolto l’intero consiglio di amministrazione. Quindicimila euro, più le spese legali. La Corte dei Conti ha condannato il candidato presidente della Regione del centrosinistra, Michele Emiliano, a risarcire il consorzio Asi di Bari di cui è stato presidente. Con Emiliano sono stati condannati l’ex commissario, Raffaele Matera, e gli altri componenti del consiglio di amministrazione guidato da Emiliano e cioè Paolo Bevilacqua, Nicola Pice e Giuseppe Rana che complessivamente dovranno risarcire l’Asi per un totale di 61.618 euro. Per ricostruire la storia è bene utilizzare le stesse parole dei giudici contabili. “La vicenda – scrivono – trae origine da un contenzioso insorto tra il Consorzio e l’Ati srl Edilizia Integrale (poi Edil Project) e Valsie, in relazione all’ appalto di lavori afferenti alla costruzione di un nucleo di rustici industriali e servizi nella zona di Modugno”. Per questo appalto un ingegnere dell’Asi, Vito Spadavecchia, “aveva svolto il doppio ruolo di direttore dei lavori e responsabile unico del procedimento”, ma sui lavori cera stato qualche problema. “L’appalto – si legge nella sentenza – aveva dato luogo ad un lodo arbitrale di condanna della stazione appaltante, a seguito del quale il commissario pro-tempore del Consorzio Asi, Raffaele Matera, ritenuto che “stante le conclusioni cui è giunto il lodo arbitrale, nonché alla luce degli atti ufficiali dello stesso procedimento arbitrale fossero emersi “gravi ed evidenti responsabilità” a carico dello Spadavecchia, “tali da non permettere neanche la prosecuzione temporanea del rapporto” lo licenziava. Contro questa decisione l’ingegnere aveva presentato ricorso al giudice del lavoro che a luglio del 2007 ne aveva dichiarato l’illegittimità “ordinando il reintegro dello Spadavecchia” nel proprio posto di lavoro e nella sua qualifica. FONTE