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MPS SEMPRE PIU’GIU’, ADESSO CON ENTRAMBI I PIEDI NELLA BARA: OGGI PERDE IL 7,83%, IN BORSA DA MERCOLEDI’ IL 21%

By admin

January 31, 2015

30/01/2015 – Mps va ancora piu’ giu’ in Borsa, fa un tonfo e precipita del 7,83% scivolando a nuovi minimi storici di 0,40 euro sul nervosismo per l’aumento di capitale atteso, ma soprattutto per voci insistenti che parlano della possibilità di commissariamento fino al fallimento.

Da quando mercoledi’ e’ stato rimosso il divieto di operare allo scoperto in Borsa – vendere il titolo senza possederlo per riacquistare dopo il calo, guadagnando sulla differenza – Montepaschi ha perso il 21%. E questo la dice lunga, sulla fragilità enorme dell’ex “seconda banca italiana per solidità e capitale”, devastata da uan dirigenza nominata tutta dal Pd e formata da personaggi di statura criminale.

La sbandata e’ stata accompagnata oggi anche da volumi importanti, con 315 milioni di azioni passati di mano, pari al 6,15% del capitale, dopo i 205 milioni ieri e contro una media giornaliera nel mese di 87,5 milioni di pezzi. Il divieto allo ‘short selling’ su Mps in vigore fino a martedi’ scorso era stato introdotto il 27 ottobre per arginare la volatilita’ in vista degli esami Bce ed era stato poi prolungato pochi giorni cioe’ dopo la ‘bocciatura’ della banca.

L’istituto capitalizza ormai circa 2,2 miliardi ed e’ gia’ sotto il valore massimo dell’aumento di capitale deliberato a 2,5 miliardi come pezzo forte del ‘capital plan’ da sottoporre alla Bce per far fronte al deficit di capitale emerso negli stress test in condizioni avverse (2,1 miliardi). In pratica, ha bruciato tutto l’enorme capitale iniettato soo pochi mesi fa nelle casse vuote dell’istituto senese.

Mps aveva fatto sapere di voler cosi’ rafforzare li patrimonio sia per lo ‘shortfall’ di capitale e sia per rimborsare in anticipo i Monti bond residui per circa 1 miliardo. Mps e’ ora in attesa del ‘responso’ Bce sul capital plan e soffre quindi in Borsa l’incertezza.

Il ‘verdetto’ potrebbe arrivare mercoledi’ prossimo 4 febbraio con il consiglio direttivo dell’istituto centrale, ma anche nell’incontro successivo del 18 febbraio, secondo alcune interpretazioni dando cosi’ modo all’Eurotower di ricevere le prime bozze dei bilanci delle banche vigilate.

In questo scenario ormai da settimane il titolo Mps si trova sulla graticola: a inizio mese ad esempio con un rally per un improbabile interesse del Santander, dopo il maxi aumento da 7,5 miliardi degli spagnoli (che han smentito interesse). Poi era stata la volta di notizie sui target per i coefficienti patrimoniali (Cet1) chiesti dal nuovo organismo di vigilanza della Bce (Ssm): Mps ha confermato i livelli indicati nelle indiscrezioni, salvo trattarsi di target da rispettare a seguito del completamento del ‘capital plan’ stesso, e dunque gia’ inglobati nel confronto in corso con l’istituto centrale.

Nuovi scossoni sono arrivati con l’addio al divieto di vendite allo scoperto e qui ieri si sono inserite notizie, rimaste senza reazioni da Siena o riscontri ufficiali, sul fatto che la banca dovrebbe in realta’ affrontare una ricapitalizzazione piu’ forte e fino a 3,5 miliardi, ma c’è chi parla di addirittura 9 o 10 miliardi di euro.

Sulle prospettive della banca, intanto, e’ intervenuto oggi anche il Sindaco di Siena Bruno Valentini. “Occorre capire se oltre all’aumento di capitale, bisogna unire Mps ad un’altra banca – ha detto -. Puo’ essere una banca italiana o straniera. Io preferirei italiana. Tutto quello che serve per mobilizzare il mercato delle banche – ha aggiunto – e rendere possibile l’apporto di capitali esterni, come la quotazione in borsa o la modernizzazione della normativa societaria sugli istituti bancari, potrebbe favorire una riorganizzazione del sistema che mantenga il marchio Mps insieme ad altre collaborazioni”.

Ma questa esortazione è tardiva e priva di un qualsiasi aggancio alla realtà. La verità è che Mps non interessa più a nessuno, tranne che agli speculatori. Che vanno chiamati col loro vero nome: avvoltoi. FONTE