Ambiente e salute

Nelle partecipate cè anche il “Fai da te”: P. Ciucci, Presidente ANAS licenzia se stesso e si risarcisce per “mancato preavviso”

By admin

March 04, 2015

Pietro Ciucci è un caso di lavoratore veramente atipico: è presidente e amministratore di Anas, nonostante il fatto sia pensionato. Nel 2013 si è “autolicenziato” e si è lautamente risarcito perché lo ha fatto senza darsi il preavviso. Nell’estate del 2013 l’attuale presidente e amministratore dell’Anas Pietro Ciucci decide, infatti, di non fare più il direttore generale. Così, invece di rassegnare banalmente le dimissioni come farebbe uno qualsiasi decide di autolicenziarsi (suona più o meno così: Pietro Ciucci “in adesione alla richiesta avanzata chiede di poter di poter risolvere consensualmente il lavoro” di Pietro Ciucci). Con una buonuscita di 1 milione 825.745,53 euro.

Così può finalmente godersi la meritata pensione. Peccato che poi resti comunque in Anas, come presidente e amministratore. Questo “autolicenziamento”, però, presenta risvolti incredibili. Perché, al di là della procedura anomala, risulta che il contratto si è risolto “senza preavviso”.

In questo modo, nel calcolo della buonuscita, ma guarda un po’, è stato inserito anche il criterio “dell’indennità di risoluzione senza preavviso”. Che vale 779.682,83 euro scivolati dalle casse pubbliche (è bene ricordarlo) di Anas nelle tasche privatissime dell’ex direttore Pietro Ciucci.

Così ora alla fine del mese Ciucci batte cassa due volte: la prima all’Inps (con un assegno per i 44 anni di lavoro alle Autostrade, all’epoca dell’Iri, poi all’Iri stesso insieme all’amico Romano Prodi, poi a Fintecna, Stretto di Messina e, dal luglio 2006, all’Anas); la seconda alla stessa Anas per il suo preziosissimo e indefesso contributo come presidente e amministratore.

Il 20 febbraio scorso si è svolta alla Camera un’interpellanza urgente per chiarire la questione dei compensi percepiti da Ciucci. Nel corso della seduta il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta ha confermato l’entità della buonuscita ma ha escluso che fosse stata riconosciuta l’indennità di mancato preavviso.

Eppure oggi Il Fatto Quotidiano afferma che il giornale è in possesso di documenti che dicono ben altro e dai quali risultano tre certezze: su un foglio di carta intestata Pietro Ciucci, senza qualifica (né di direttore generale né di presidente e amministratore) lo stesso Pietro Ciucci firma una richiesta di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro (protocollata il 9 agosto 2013). Il calcolo della buonuscita elaborato dagli uffici tiene conto anche dell’indennità di mancato preavviso e pure quella spettante “in caso di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro” (delle due l’una). La parte del trattamento di fine rapporto ammonta a 266.379 euro.

Sollecitata dal Fatto, Anas ha ammesso che le cose stanno così sostenendo che “è stata data esecuzione al contratto di lavoro individuale” di Ciucci che “disciplinava le condizioni economiche dello scioglimento secondo regole standardizzate” del ministero dell’Economia. Ah sì? E il procuratore della Repubblica cosa ne pensa? FONTE