Ambiente e salute

Tra riforma e salario minimo: L’economista Tito Boeri presidente della “nuova INPS”

By admin

March 08, 2015

Genn.20015 – L’economista Tito Boeri presidente della “nuova INPS” – 56 anni, milanese, docente di labour economics e economics of imperfect labour markets presso l’università Bocconi di Milano, Tito Boeri è il nuovo presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. Il suo background accademico muove i primi passi nello stesso ateneo di via Sarfatti dove si laurea, per poi intraprendere un percorso PhD in economia presso la New York University. Boeri rappresenta un momento di rottura – per quanto rigaurda l’immagine pubblica e la professionalità – con il maggior vertice della precedente amministrazione di “Mr. 25 poltrone”, Antonio Mastrapasqua. Oltre ad avere numerosi incarichi pubblici e privati, il commercialista romano è al centro di varie inchieste, tra cui spicca senz’altro quella indagine guidata dalla procura di Roma per truffa aggravata: cartelle cliniche truccate e gonfiate allo scopo di ottenere rimborsi dal sistema sanitario nazionale e della Regione Lazio. Con Boeri alla guida dell’istituto di via Ciro il Grande, il CdM ha lanciato un messaggio di chiarezza intellettuale e competenza. Non un manager dalle mille poltrone con business sparsi per l’Italia, ma un accademico con un forte international outline. Infatti il professore milanese è stato per dieci anni senior economist all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

È stato anche consulente del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Mondiale, della Commissione Europea ed inoltre scrive per il Financial Times ed è tra i fondatori del sito di informazione economica lavoce.info. Dopo averne tracciato la carriera e l’esperienza accademica, in forte contrasto con quella di Mastrapasqua, possiamo provare ad analizzarne il pensiero. Arrivando subito al cuore, possiamo definirlo come uno dei “fautori” del contratto a tutele crescenti, di cui in tempo di Jobs Act si parla molto, cioè un contratto che prevede di riformare il mercato del lavoro a costo zero. Boeri sintetizza così la misura in una intervista a Panorama: «vengono introdotti elementi di flessibilità per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Nei primi 3 anni successivi all’ingresso del lavoratore nell’azienda, non è previsto l’obbligo di reintegro nell’organico nel caso di un licenziamento senza giusta causa, come stabilito attualmente dall’articolo 18. C’è soltanto un’indennizzo in denaro che cresce nel tempo e arriva sino a 6 mesi di stipendio. Dal terzo anno in poi, scattano invece le tutele che esistono già oggi». Tra le altre misure per superare il dualismo outsider/insider, o come direbbe un espero di economia o diritto del lavoro, “l’apartheid del marcato del lavoro”, Boeri propone l’introduzione di un salario minimo, finanziato a livello locale e nazionale, attraverso alcuni criteri meritocratici analizzati nel dettaglio in una delle molte pubblicazioni, ossia nel testo “Meno Pensioni più Welfare” (Il Mulino, 2002), di cui è co-autore con Roberto Perotti. Accanito oppositore del TFR in busta paga e delle fondazioni bancarie, al riguardo di queste ultime afferma, saggiamente, che queste sono le «sorrette da politici locali senza scrupoli, stanno nuovamente ostacolando gli aumenti di capitale degli istituti nell’occhio del ciclone dopo l’Asset quality review. Sia a Siena sia a Genova, dopo aver già bruciato miliardi di patrimonio, sono disposte a prosciugare del tutto la dotazione della fondazione pur di non mollare la loro presa sulle banche conferitarie». Insomma si tratta di un soggetto forte dell’esperienza all’estero (studente alla PhD New York University, docente alla London School of Economics e consulente di varie financial istitutions) ma con il cuore sempre in Italia (studente Bocconi e docente Bocconi). Speriamo sia in grado di affrontare la sfida rappresentata dal buco di bilancio dell’Istituto di Previdenza stimato in 12,8 miliardi e “svecchiare” questa parte della macchina pubblica italiana, senza danneggiare i cittadini. – FONTE