Ambiente e salute

Salerno, False Residenze in cambio di voti alle primarie del PD: 9 arresti del Ros

By admin

March 22, 2015

20/03/2015 – L’indagine, a quanto si è appreso, è partita dalla Romania e sarebbe stata realizzata con l’aiuto dell’Interpol. Nell’ordinanza, di circa150 pagine, si sostiene che i due italiani con un rumeno, portavano voti alle primarie Pd regionali e nazionali in cambio di certificati di residenza falsi per far lavorare le donne rumene nei campi. Altri sei gli arrestati, di nazionalità straniera.

EBOLI. Blitz dei carabinieri del Ros ad Eboli. Su disposizione della Direzione distrettuale antimafia sono stati eseguite ordinanze di custodia cautelare. Tra gli arrestati due italiani, Giuseppe Mazzini, ex dipendente comunale in pensione, ed Emanuele Valletta, titolare del camping Miceli di Eboli.

Con il miraggio di posti di lavoro ben pagati venivano convinte a trasferirsi in Italia, dove venivano sfruttate per il lavoro nei campi e costrette a vivere in un camping in stato di abbandono, privo dei minimi requisiti igienico-sanitari di abitabilità. È la sorte che hanno dovuto subire le donne romene sfruttate e vessate da un’organizzazione sgominata oggi in provincia di Salerno.

I carabinieri del Ros hanno eseguito nove misure cautelari (otto ordinanze di custodia e una di obbligo di dimora, non nove arresti come precedentemente si era appreso) a conclusione di una indagine avviata nell’agosto 2013. Alcune donne romene portate nel salernitano costrette a lavorare in aziende agricole, sottopagate e sottoposte a minacce e aggressioni. Sarebbero state usate anche come serbatoio elettorale per “inquinare” le primarie Pd. L’organizzazione era composta da italiani e da romeni accusati di associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e riduzione in schiavitù.

Le indagini partono nel 2013 da una denuncia presentata da un’operaia romena che si era sottratta al controllo del sodalizio operante nella Piana del Sele. Secondo gli inquirenti, le romene venivano “prese in consegna” dall’organizzazione una volta giunte nel Salernitano e private dei documenti di identità per limitarne la libertà di movimento. Venivano quindi fatte alloggiare in un camping a Marina di Eboli, per lavorare poi in aziende agricole, sottopagate e vessate con minacce e aggressioni. Tra l’altro, le donne subivano la trattenuta di una parte dei compensi ed erano costrette a pagare somme esorbitanti per l’alloggio nel camping e il trasporto sui luoghi di lavoro.

Secondo l’accusa Mazzini, 67 anni, ex capo area del settore demografico del Comune di Eboli ora ai domiciliari, facilitava i tempi burocratici di rilascio dei documenti di identità, codici fiscali e tessere sanitarie destinate alle lavoratrici romene. per gli investigatori in cambio del rilascio “agevolato” delle documentazioni avrebbe anche utilizzato le donne come serbatoio elettorale per una sua eventuale candidatura. E c’è il sospetto che con questo strumento siano state anche “inquinate” le primarie del Pd a Eboli. Questi i nomi degli arrestati : Liviu Boldijar, Monica Livia Romocea, Octavian Florin Erdei, Elena David, Said Bougataya, Tariq Ounaissi Laaza El Khadir, Giuseppe Mazzini, ex dipendente comunale in pensione, ed Emanuele Valletta, titolare del camping Miceli di Eboli. (FONTE)

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